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Tra musica e poesia

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 19:38
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01/04/2007 01:17
 
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A proposito di Joe Sentieri.
Cito un valido articolo di Emanuele Martorelli, tratto dal periodico “CARTA” del 31 marzo 2007.

”Assieme a Tony Dallara e Betty Curtis, Joe Sentieri (all'anagrafe Rino Luigi Sentieri) faceva parte di quel genere esploso nei primi anni '60, quello dei cosiddetti urlatori, che si affermò in antitesi ad un modo vellutato e più consueto di concepire la canzone fino ad allora. Nato a Genova il 3 marzo del 1925, Sentieri era famoso anche per il saltino con cui usava terminare le proprie esibizioni (con suo grande rammarico, sarà uno dei motivi per i quali verrà ricordato molti anni dopo). Nel 1959 aveva vinto l'edizione di Canzonissima interpretando un brano di Domenico Modugno, "Piove". Poi un momento di popolarità vastissimo ed una serie di successi centrati uno di seguito all'altro come "E' Mezzanotte", "Milioni di scintille", "Ritroviamoci" e "Quando vien la sera", con la quale partecipò all'edizione del Festival di Sanremo del 1960 classificandosi al terzo posto. Tutto era iniziato dal porto di Genova, dove giovanissimo si dilettava a suonare la fisarmonica nei piccoli circoli, nel pieno di una società dominata dai contrasti derivanti dal boom economico (perfettamente ritratta in film come "Il sorpasso" o "La Dolce Vita") che stava rivoluzionando lo stile di vita degli italiani creando divisioni nette: temi come il divorzio ed il femminismo cominciavano ad entrare di prepotenza nella vita dei cittadini. Il riflesso dell'America e del rock'n'roll era sempre maggiore e al juke box voci vellutate e gorgheggi iniziavano ad andare stretti. La possibilità di intraprendere una carriera musicale Sentieri l'aveva presentita a bordo delle navi da crociera dove ben presto era diventato direttore di bande musicali. La possibilità di viaggiare gli aveva inoltre aperto le porte dei maggiori locali di New York, dove in breve tempo aveva conquistato una certa popolarità data anche dalle prime apparizioni televisive (la primissima risale al 1948). Poi il ritorno in patria dove per un periodo abbandona l'attività di cantante. Qualche tempo dopo inizierà, proprio dalla sua Genova, il proliferare di una folta scuola di cantautori che rivoluzioneranno il mondo della canzone, da Tenco a Paoli fino a Paolo Conte e Bruno Lauzi.
Se la grande innovazione di alcuni è nella parola, altri si imporranno come veri e propri fenomeni di costume sia nella gestualità che nel modo di porsi al pubblico, più nuovo e spregiudicato. La formalità espressa dai cantanti fino ad allora subisce così un brusco cambiamento grazie all'atteggiamento irriverente e provocatorio di alcuni nuovi volti che cominciano ad affollare il mondo della canzone: personaggi come Adriano Celentano, Mina, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber segneranno una svolta che sarà sintomatica dei profondi cambiamenti sociali di tutto quel periodo. Joe Sentieri sarà annoverato tra gli amati/odiati urlatori, che rappresenteranno l'ennesimo punto di rottura con la tradizione. Interpreterà anche alcuni film di genere detti ‘musicarelli', ossia parodie di film di successo oltre che commedie come "A qualcuno piace calvo" di M. Amendola, "Sanremo, la grande sfida" di Piero Vivarelli, "Bellezze sulla spiaggia" di Romolo e Marino Girolami, "Caccia al marito" per la regia di Marino Girolami, "Appuntamento in Riviera" di Mario Mattoli, "Il giorno più corto", del 1962, di Sergio Corrucci. Riuscirà anche a lavorare con registi affermati come in "Tre notti d'amore", di Luigi Comencini nel 1964, Renato Castellani e Franco Rossi, "La moglie più bella" del 1969 e "Io ho paura" di Damiano Damiani nel 1977.
Anni dopo dirà provocatoriamente: "Ero contento, quando cantavo, ma le canzoni italiane erano così banali. Ero tornato dall'America, dove cantavo un altro genere di canzoni, da Brel a Sinatra, e trovandomi ad interpretare delle canzoncine così, saltavo dalla gioia di aver finito, ed è rimasto impresso a tutti". Dopo una rapida ascesa la carriera di Sentieri aveva subito un graduale declino: investimenti sbagliati e alcune vicende poco fortunate lo avevano ridotto in uno stato di semi povertà, tanto che in una delle sue ultime interviste si era dichiarato "disoccupato, nullatenente e disgraziato". Si è spento per un ictus lo scorso 27 marzo all'Ospedale Santo Spirito di Pescara, dove si era trasferito da tempo assieme alla moglie.”
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