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Tra musica e poesia

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 19:38
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06/07/2007 20:02
 
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Concerto grosso per l'uomo in frac
da "IL MATTINO" di oggi.
Sentire qualcuno che parla con amore di un progetto televisivo è quasi una sorpresa. Ci voleva SuperMimmo per motivare così lo staff di «Un uomo in frac», concerto tributo a Domenico Modugno in programma martedì nel Teatro Romano di Benevento che Raiuno trasmetterà in prima serata in diretta il 13 e Rai International rilancerà in mezzo mondo. Terzo tassello della teletrilogia cantautorale prodotta da Valeria Cappelli (prima l’omaggio a Battisti in piazza del Plebiscito, poi quello cagliaritano a De André), la serata promette di rileggere con attenzione e rigore il più importante canzoniere nazionalpopolare, nel senso gramsciano della parola: «Modugno rappresenta - permettetemi la citazione di Renato Zero - ”i migliori anni della nostra vita», spiega Gigliola Cinquetti, che col maestro di Polignano a mare vinse nel ’66 a Sanremo... «Modugno era così grande che capì quando il vento era cambiato, quando la moda pretendeva voci, e soprattutto volti, giovani» continua Gigliola. «Venne da me, ed era già un mito, e mi chiese di andare al festival con lui, non mi parlò di ”Non ho l’età”, ma di ”Ho bisogno di vederti” di Piero Ciampi, che avevo proposto nell’indifferenza generale. Il suo ”Dio come ti amo” era un grido maschio e potente, il mio un sussurro intenso. Gli devo l’incontro e la canzone più bella della mia carriera». SuperMimmo unisce le generazioni, spiega Raiz, anche se viene «da un’altra Italia, quella in cui esistevano artisti insieme colti e popolari, come lui, come Eduardo, come Sordi. L’uomo in frac è passato dai successi melodici alle commedie musicali, dal folk alle rivoluzione cantautorali: oggi la canzone è divisa per generi, per steccati. Da una parte il pop per ragazzi, dall’altra la produzione più impegnata, censurata dalle radio. Modugno passava da ”Pasqualino marajà” a Pasolini, cantava in italiano, napoletano, siciliano». La Cinquetti a Benevento proporrà «Dio come ti amo», «La lontananza» e «Meraviglioso» in duetto con Fabio Concato, Raiz si è ritagliato la taranta «arraggiata» di «Scioscia popolo». Ma le canzoni più celebri e importanti dell’uomo in frac ci saranno tutte, affidate a modugnani più o meno prevedibili come Sergio Cammariere, Morgan, Dolcenera («Cosa sono le nuvole»), Neffa («Tu si’ ’na cosa grande», «Lazzarella», «Strada ’nfosa»), i Radio Dervish («Amara terra mia» in arabo), Antonella Ruggiero, l’avellinese Guitart Quartet, Simone Cristicchi («Pasqualino marajà» e «Vecchio frac»), Antonella Ruggiero. La direzione musicale è affidata a Roberto Colombo, le coreografie a Mvula Sungani, i costumi a Giuseppe Tramontano, la regia a Duccio Forzano, le scenografie promettono di ridurre al massimo l’impatto per valorizzare la bellezza del Teatro Romano, come richiesto da Regione e Provincia, che sostengono l’evento. Nessun presentatore, sul palco il fine dicitore Giancarlo Giannini, ma anche Enrica Bonaccorti (coautrice dei testi di «La lontananza» e «Amara terra mia») e Franco Migliacci (la griffe dietro i versi di «Volare»).

Federico Vacalebre

[Modificato da Francesco Angrisani 06/07/2007 20.08]

18/07/2007 20:11
 
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tranviere veterano
Pinuccio


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18/07/2007 23:08
 
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Pinuccio
Ottimo - Complimenti
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19/07/2007 02:35
 
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tranviere veterano
Concerto grosso per l'uomo in frac
Ho assistito, come ci ha ben descritto Francesco Angrisani, al tributo, in diretta da Benevento, dedicato a Domenico Modugno: sono stati tutti molto bravi ma a me in particolare è piaciuta molto l'interpretazione offerta da Neffa a " Lazzarella "...
05/10/2007 19:51
 
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Poeti e critici musicali discutono con i più celebri cantautori italiani
Da: La Stampa.it – 4 ottobre 2007

I poeti incontrano i cantautori, gli scrittori incontrano i critici musicali: i più grandi nomi della musica e della poesia italiane saranno all'Università di Siena per le tre giornate intitolate "Poesia e canzone d'autore in Italia. Evoluzioni contemporanee e fantasie di avvicinamento". Gianni Borgna, Enrico Deregibus ed Enrico De Angelis terranno lezioni e condurranno tavole rotonde alle quali parteciperanno celebri cantautori: Roberto Vecchioni, Frankie Hi NRG, Enrico Ruggeri, Teresa De Sio, Samuele Bersani.

Tra i poeti e gli scrittori ci saranno, tra gli altri, Salvatore Niffoi, Elisa Biagini, David Riondino, Rosaria Lo Russo e Lello Voce. Le tre giornate di studio, organizzate dal Centro Studi Fabrizio De André dell'Università di Siena, in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De André onlus e con il patrocinio del Comune di Siena, della Provincia di Siena e della Regione Toscana, si svolgeranno mercoledì 10 ottobre dalle 14.30 nell'aula Magna del Rettorato dell'Ateneo, e l'11 e 12 ottobre nel complesso museale Santa Maria della Scala.



Il tema trattato è particolarmente sentito dalla comunità scientifica e sempre più al centro dell'interesse in vari settori della comunicazione: molti studi recenti sulla poesia contemporanea toccano infatti la questione del rapporto tra musica e letteratura in genere, ma anche tra musica e tutte le forme di spettacolo e di performance, sostenendo l'urgenza di uno studio approfondito e articolato. Questa esigenza è stata raccolta dall'Università di Siena, che nel 2004, grazie ad una donazione di importanti materiali e carte appartenute a Fabrizio De André da parte della Fondazione De André e di Dori Grezzi, ha istituito il Centro studi intitolato al cantautore genovese.

Il Centro Studi ha lo scopo di raccogliere, inventariare e mettere a disposizione degli studiosi e di tutti gli interessati le carte e i libri appartenuti a De André, e promuovere attività di ricerca, incontri pubblici, seminari di studio e iniziative editoriali. Il convegno "Poesia e canzone d'autore in Italia" è un evento scientifico che non ha precedenti in Italia e vuole porsi come punto di riferimento fondamentale per gli studi sulla materia.
05/10/2007 19:58
 
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Poeti e critici musicali discutono con i più celebri cantautori italiani
(programma)

Mercoledì 10 ottobre
(Aula Magna Rettorato, Banchi di Sotto, 55 - Siena)
ore 14,30
Saluti del Magnifico Rettore dell’Università di Siena e delle Autorità
ore 15,30
Gianni Guastella, Perchè "Poesia e canzone d'autore"
Enrico Deregibus, Canzone d’autore: lo stato dei lavori
Gianni Borgna, Le radici culturali di Fabrizio De André
modera Roberto Venuti
ore 17,30
tavola rotonda L'uso dei dialetti nella canzone e nella letteratura
Teresa De Sio
Franco Loi
Salvatore Niffoi
Davide Van De Sfroos
modera Enrico de Angelis

giovedì 11 ottobre
(Complesso Museale Santa Maria della Scala, piazza Duomo 2 - Siena)
ore 9
Saluti
Anna Carli - Rettore de Complesso Museale Santa Maria della Scala
Marianna Marrucci, Il “mosaicista” De André. Sulla genesi e la composizione dei testi di un cantautore
Paolo Zublena, "Max, non si spiega". Figure dell'opacità semantica in Paolo Conte
Massimo Arcangeli, Non sono davvero solo canzonette. Canzone e storia sociale degli italiani (e dell’italiano)
modera Annalisa Nesi
ore 11,30
tavola rotonda Scrivere fra canzone e letteratura
Samuele Bersani
Elisa Biagini
Piero Cademartori
Aldo Nove
moderano Teresa Marchesi e Francesco Stella
ore 15
Stefano La Via, Musica per poesia in Paolo Conte
Franco Fabbri, De André il progressivo
Errico Pavese, Situare lo stile nel suono di Fabrizio De André
modera Roberto Francavilla
ore 17,30
tavola rotonda Poesia, canzone, performance
Frankie Hi NRG Mc
Rosaria Lo Russo
Enrico Ruggeri
Lello Voce
modera David Riondino

venerdì 12 ottobre
(Complesso Museale Santa Maria della Scala, piazza Duomo 2 - Siena)

ore 9
Stefano Colangelo, Diavolo rosso: l’immagine e l’epopea
Paolo Giovannetti, Il verso di canzone: una neometrica dal basso?
Umberto Fiori, La Musa e sua cugina
Stefano Dal Bianco, Sereni-Tenco: un confronto impossibile

modera Pietro Cataldi
ore 11
tavola rotonda Poesia e canzone d'autore nella scuola
Umberto Fiori
Paolo Giovannetti
Simone Giusti
Federica Ivaldi
Giuseppe Truini
Roberto Vecchioni

modera Natascia Tonelli
------------------
Durante il Convegno sarà attiva, a cura dell’Area Sistema Biblioteche, una postazione multimediale relativa al Fondo Fabrizio De André conservato presso la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia di Siena
[Modificato da Francesco Angrisani 05/10/2007 20:23]
11/01/2009 00:12
 
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Decennale della morte di Fabrizio De Andrè, iniziative ed eventi.
Il 31 dicembre al Palazzo Ducale di Genova è stata aperta la mostra dedicata al famoso cantautore Fabrizio De Andrè, in cinque giorni raggiunti i 10.000 visitatori.
«È la conferma dello straordinario legame con De André» dice Luca Borzani, presidente della Fondazione per la cultura di Palazzo Ducale «ma anche della capacità di trasmettere emozioni al pubblico che si accosta alla mostra con evidente piacere nel ricordare il cantante ma anche riconoscendosi in quella sua asprezza e dolcezza, in parole forti delle quali oggi si sente la mancanza». La mostra curata da Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia avrà termine il 3 maggio.
Il successo si deve anche all’innovazione tecnologica, ed il passaparola fra coloro che hanno già visitato le cinque sale tematiche dove si ripercorrono la vita e la carriera artistica del cantautore genovese. A dieci anni dalla sua morte, avvenuta l’11 gennaio 1999 sono tante, a parte la mostra, le iniziative in suo ricordo, eventi tv, concerti e forse un film. Proprio domenica 11 gennaio, in prima serata (ore 20,10) su Raitre, “Che tempo che fa” di Fabio Fazio manderà in onda uno speciale interamente dedicato al mitico “Faber”. Dori Ghezzi, moglie del compianto artista, ha confermato l’intenzione di Wim Wenders di organizzare a New York un concerto con grandi artisti, oltre a un possibile film.
Lo stesso Fazio ha lanciato un’idea decisamente originale per ricordare De Andrè: l’11 gennaio tutte le radio (comprese quelle piccole, a cui si è rivolto direttamente) manderanno in onda contemporaneamente una canzone del cantautore, scelta dalla moglie Dori Ghezzi, presidente della Fondazione a lui dedicata.
Ecco gli eventi dedicati a Faber:
9 GENNAIO . Su Raidue per Palcoscenico di Giovanna Milella sarà riproposto il concerto al Teatro Brancaccio di Roma.

10 GENNAIO. A Como, allo Spazio Teatro Gloria (alle 21), il gruppo “Renato Franchi&Orchestrina del Suonatore Jones” ospiterà un cortometraggio su Fabrizio De André, prima del loro concerto tributo al decennale.

11 GENNAIO. Castel Frentano (Ch), alle 21 è in programma un “Ricordo in musica, poesia e teatro di Fabrizio De André”.
Al Teatro Astra di Vicenza (alle 21) “In viaggio con Fabrizio Genova-Sardegna andata e ritorno”, uno spettacolo prodotto da Le officine del suono con Paola Rossi, un viaggio immaginario fra Genova e la Sardegna ed altri luoghi della vita di Fabrizio, con amici e musicisti che con lui hanno vissuto o collaborato.

12 GENNAIO. All’Auditorium di Roma una “Serata De André” con Mauro Pagani, Nicola Piovani, Ernesto Assante e Gino Castaldo, con un omaggio musicale di alcuni musicisti tra cui Stefano Di Battista (sax), Fabrizio Bosso (tromba) e Roberto Gatto (batteria).

30/31 GENNAIO. Al Teatro Comunale di Cesenatico, ottava edizione della manifestazione intitolata “Amico fragile” . Sul palco si esibiranno gli Artenovecento, una delle migliori formazioni della Romagna, che in questi anni ha proposto De André con diverse chiavi di lettura. Le note si misceleranno con letture di testi e proiezioni di immagini.
Il nome di De André s’intreccia a quello della mostra su Lucio Fontana che, sempre a Palazzo Ducale, in due mesi ha raccolto ben 17 mila 500 visitatori e che dal giorno di San Silvestro, in concomitanza con la code per Faber, ha visto riempirsi le sale dell’appartamento del Doge. Arte contemporanea e canzone d’autore sono unite in un interesse comune, le code in piazza Matteotti per entrare nelle sale magiche dove la tecnologia fa rinascere ancora una volta il fascino di Faber diventano poi curiosità per le intuizioni di Fontana. Intanto cresce l’attesa per lo show che Fabio Fazio porterà in diretta tv con il suo “Che tempo che fa” domenica prossima su Raitre per il grande tributo al cantautore nel decennale della morte. E si parlerà anche della mostra record.

(Annunci Google)
11/01/2009 00:41
 
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FABRIZIO DE ANDRÉ: BIOGRAFIA
Fabrizio De Andrè nasce a Genova il 18 febbraio 1940, di buona famiglia, manifesta fin dall'adolescenza una propensione non brillante agli studi e una grande passione per la poesia e la canzone. All'età di 10-12 anni lo studio del violino lo aveva avvicinato all'essenza della musica, stava cominciando a gettare fondamenta solide che lo avrebbero portato molto lontano. A 16 Anni suona il jazz con la chitarra, scopre i pezzi americani ma soprattutto quelli francesi affascinato da quel modo di cantare e dai testi di Georges Brassens, astro nascente della canzone francese che di lì a poco sarebbe diventato il suo grande ispiratore. Nel 1962 Fabrizio sposa Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli dà un figlio, Cristiano, oggi musicista e cantante. Dopo una serie di lp banditi dalle classifiche, censurati per le loro crude tematiche, finalmente nel 1968 arriva la svolta artistica; Mina scopre tra i brani scritti da De Andrè "La canzone di Marinella", trasformando De Andrè da autore per pochi intimi ad autore di successo. Inizia una carriera importante per l'artista genovese, pezzi come "Via del campo", "Bocca di rosa", "La guerra di Piero", e tanti altri assumono un ruolo storico nella tradizione della nostra musica, cantati dal pubblico più giovane e attento, quello che fuoriusciva dai clichè di quegli anni, abituato alle canzonette tanto in voga. De Andrè è tra i primi a capire che i tempi cambiano e a fondare quella scuola che ha sfornato tanti cantautori. Negli anni '70 traduce Bob Dylan e Leonard Cohen, mette in musica i Vangeli Apocrifi e l'antologia di Spoon River. Ma sono anche gli anni della straordinaria turnèe con la PFM, l'ultima prima di ritirarsi in Sardegna dove vivrà assieme alla compagna Dori Ghezzi uno dei momenti più tragici della sua vita, il sequestro. Questa esperienza e la realtà della gente sarda ispirano parte dell'album senza titolo che i mass-media battezzano "L'indiano". Altro grande momento di successo arriva nel 1984, quando De Andrè realizza con Mauro Pagani "Creuza de ma", che unisce la lingua genovese alla sonorità della tradizione mediterranea e che verrà indicato come miglior album dell'anno e del decennio. Con la maturità De Andrè non perde affatto il suo carisma, riesce ancora a realizzare pezzi molto sentiti dai giovani. Tra i suoi ultimi album ricordiamo "Le nuvole", del 1990 con successivo tour trionfale, eletto miglior album del '90 e "Anime salve", del 1996 scritto in collaborazione con Ivano Fossati. Nel 1997 inizia un tour teatrale e pubblica l'album "Mi innamoravo di tutto", contenente "La canzone di Marinella "cantata con Mina . Durante tutto il 1998 continua il tour interrotto per motivi di salute. Fabrizio De Andrè ci lascia stroncato da un male incurabile l'11 gennaio 1999. Durante i funerali, a Genova, una folla di più di diecimila persone si stringe intorno al dolore della famiglia. Ora riposa nel cimitero di Staglieno nella cappella di famiglia.

Giada Zizzolo
11/01/2009 01:05
 
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ANARCHIA E PUTTANE
Esponente insieme a Paoli, Bindi, Endrigo della cosiddetta "Scuola Genovese", De Andrè si propone di rinnovare il repertorio canzonettistico di quegli anni, alla maniera dei chansonniers d'oltralpe (Brassens in particolare) attraverso parole, musiche e temi nuovi. Ciò da cui scaturisce la straordinaria fantasia poetica di De Andrè è un indignazione morale, una solidarietà anche piuttosto personale, con gli ultimi, con le minoranze. E questo vale tanto per interi popoli perseguitati - dai Rom ai pellerossa d'America,dai palestinesi ai sardi - quanto per le singole persone ferite ed emarginate. Non stupisce, quindi, trovare nelle sue canzoni una schiera di morti impiccati, pensionati, ladri crocifissi o da crocifiggere, vecchi alcolizzati, gesucristi e sangiuseppi, soldati morti ammazzati; ma anche , mariemaddalene, marinelle e santissime marie: un’umanità dolente che De Andrè affida alla misericordia degli uomini e di Dio, Il nostro cantautore ha narrato piccole grandi vicende della nostra storia recente, la morte di Tenco e Pasolini, il dramma delle minoranze zingare e palestinesi, la stagione ricca e tragica del maggio francese e delle bombe italiane, la squallida epopea dei vari tangentisti e mafiosi degli anni '80 e '90.Egli si è anche interessato alle piccole storie quotidiane presentando un universo pieno di prostitute, vagabondi, omicidi, che vengono colti sempre nel loro aspetto più umano e grazie a ciò resi archetipi positivi della ribellione antiborghese.De Andrè è lontano dal tipo di canzone intesa come gioco, cosi' come da quella con funzione catartica e da quella con funzione di idealizzazione, l'artista sceglie per la sua produzione la funzione di rafforzamento che spinge all'intensificazione dei problemi della vita quotidiana. Egli si concepisce quindi come un narratore di storie mosso da un presupposto etico e di solidarietà umana, la sua forte sensibilità lo porta a sentire l'altro e il diverso non come minaccia ma come ricchezza, come parte imprescindibile di se stesso; proprio questo riconoscersi nell'altro dà origine ad una forte capacità fantastica e fabulatoria. Sulla base di ciò possiamo affermare che la poetica di Fabrizio De Andrè è chiaramente etico-ideologica, di conseguenza di impianto fortemente "realistico"; tale caratteristica permane sia che egli adotti la tecnica del racconto favolistica, sia quella di un reportage di cronaca entrambe da lui spesso utilizzate. Alla volontà di identificarsi con gli ultimi si può far risalire la scelta di De Andrè di usare nei suoi ultimi dischi i dialetti e le lingue delle minoranze, questo perché i dialetti rispetto all' italiano sono le lingue della resistenza al potere, il quale usa sempre una lingua colta. Egli infatti, canta oltre che in italiano, in dialetto sardo, genovese, napoletano, ma tutto ciò non stupisce affatto essendo a conoscenza della dimensione plurilinguistica di De Andrè:l'influenza francese, dei poeti è dei grandi chansonniers; l'italiano, quello colto e quello regionale;le canzoni di Bob Dylan e Leonard Cohen; i dialetti genovese e sardo, essendo vissuto tra Genova e la Sardegna. De Andrè è stato molto influenzato anche dalle letture giovanili.La sua coscienza , le sue idee si formano a partire dall' approccio con Gerges Brassens, è a questa figura che va ricondotto il futuro artistico e politico di Fabrizio De Andrè. Ascoltando la sua musica, studiandone i testi, Fabrizio, comincerà a sentire sempre più vicina la "commedia umana" delle canzoni di Brassens, compreso il suo anarchismo. Le canzoni di Brassens entrarono a far parte del suo repertorio, prendendo il sopravvento su jazz e il country; De Andrè rivedeva il mondo cantato da Brassens nei corruggi di Genova, in quei personaggi che ritroveremo in seguito nelle sue canzoni. L'influenza dell'autore francese si sentiva anche dal punto di vista musicale infatti le tre culture che si intrecciavano:la mitteleuropea con il valzer, la francese con la giava e la napoletana con la tarantella confluiranno anche nello stile di Fabrizio naturalmente filtrate da una interpretazione personale e inconfondibile quale quella del cantautore genovese.Definiti i confini ideologici dell'universo poetico di De Andrè mi sembra opportuno soffermarci sulle sue scelte musicali .Il "supporto " musicale scelto da Fabrizio ai suoi esordi era un misto di Brassens, folk e musica classica , questa scelta nel panorama della musica leggera di quegli anni era piuttosto insolita e soprattutto grazie all'assenza della batteria e di enfasi ritmica metteva in risalto i testi. L'eccentricità delle musiche utilizzate sottolineava la diversità del mondo poetico di De Andrè nel contesto della canzone italiana dell'epoca .L'effetto anacronistico prodotto dalle musiche e dagli arrangiamenti dei primi quarantacinque giri si rivela un elemento capace di creare una sensazione di lontananza , di sospensione del tempo in cui si muovono personaggi come Michè, come Piero o come le figure femminili di Via del Campo. Anche quando le storie di De Andrè si riferiscono alla cronaca contemporanea galleggiano in un'epoca dai contorni incerti .Naturalmente nel corso della sua carriera è andato alla ricerca di nuovi paesaggi musicali nei quali collocare i suoi testi anche senza che il suo cambiamento fosse motivato da un rinnovamento della sua scrittura. L'ambientazione sonora semplice e retrò a un certo punto comincia a lasciare il posto a violini, oboi e trombe che sottolineano la qualità superiore del prodotto.Nel corso degli anni De Andrè ricerca un tipo di musica al passo coi tempi ed portato a sinfonizzare la sua musica, ad "americanizzarla" o a "mediterraneizzarla". Riascoltando la produzione di tutti questi anni si ha l'impressione che il suo rapporto con la musica sia caratterizzato dalla volontà di liberare per quanto possibile il testo dagli schemi obbligati che l'arte dei suoni tende a imporre ;in fondo il suo ideale sembra essere quello di un testo cantato che si muova secondo l'impulso della melodia, sopra un accompagnamento più armonico che ritmico . In effetti De Andrè considera la melodia non come uno schema obbligato ma come una sorta di "traccia" alla quale il testo si adatta senza lasciarsi condizionare.Proprio questa voglia di conoscere diversi generi musicali lo porta a collaborare spesso con diversi artisti. Ai suoi esordi già da molti anni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna avvenivano collaborazioni tra artisti importanti . Spesso si trattava di progetti in comune, con relative grandi turnèe, e molte volte artisti famosi rivestivano il semplice ruolo di strumentisti nei dischi di qualcun altro proprio per il gusto di fare musica e confrontarsi. L'Italia era piuttosto penalizzata dal provincialismo dei nostri musicisti.De Andrè, invece, aveva sempre cercato un alter ego che gli permettesse un confronto continuo, egli ha sempre preferito artisti che hanno sposato come lui stesso la musica tradizionale-popolare, una canzone di "vibrante protesta". Negli anni nomi più o meno conosciuti si erano alternati in questo ruolo; possiamo ascoltare la voce di De Andrè assieme a quella di Ivano Fossati, Francesco De Gregori, col quale realizza nel 1975 l'album "Volume 8", Mauro Pagani, co-autore di "Creuza de ma".Il suo fiuto lo portò spesso a scegliere giovani artisti sconosciuti, dimostrando di saper intuire le potenzialità che si celavano in alcuni di loro, è il caso dei New Trolls che De Andrè ebbe modo di ascoltare dal vivo aGenova rimanendo colpito dalle loro sonorità e dalla loro energia ;dalla loro collaborazione nasce il concept album "Senza orario senza bandiera" . Altra importante collaborazione è quella tra De Andrè e la PFM (Premiata Forneria Marconi). Quest'incontro destò un grande interesse tra pubblico e appassionati, tant'è che venne deciso di registrare un album dal vivo.Si trattava della prima collaborazione tra grandi della musica italiana che ben presto sarebbe diventata di moda.De Andrè e la PFM colpirono nel segno; fu un unione perfetta sia dal punto di vista artistico sia da quello commerciale. Avendo prima parlato in generale dei temi scelti da De Andrè mi sembra opportuno analizzare più dà vicino qualcuno fra i suoi testi più significativi. Tra i tanti testi ascoltati mi ha colpito "La guerra di Piero", incisa a Roma nel 1964 agli studi Dirmaphon, diventata proprio in quegli anni manifesto dell'antimilitarismo. Il testo ritorna sul tema della guerra;punto di riferimento stilistico è Georges Brassens, ma l'ispirazione viene dalla figura dello zio Francesco, di ritorno dal campo di concentramento.La guerra di Piero sarebbe entrata col '68 nel repertorio militante degli studenti di sinistra e in quello dei cattolici, impegnati a ridefinire il proprio ruolo nel sociale.Protagonista di questa ballata è un soldato, Piero che in una giornata di primavera, dopo un lungo cammino iniziato nel cuore dell'inverno, varca il confine che divide due nazioni in conflitto.Mentre riflette sull'inutile ferocia della guerra, vede in fondo alla valle un soldato nemico che certamente prova le sue stesse paure ed è tormentato dai dubbi.Pur consapevole che soltanto uccidendolo potrà salvarsi, Piero sembra indeciso sul da farsi, quell'incertezza frutto di un atto di umana solidarietà gli sarà fatale perché l'avversario accortosi del pericolo non esiterà a sparargli.La struttura di questa ballata è molto complessa: alla voce anonime del cantastorie, che si rivolge a Piero con la seconda persona, si alterna quella di Piero che parla in prima persona ("dritto all'inferno / avrei preferito andarci d'inverno") anche quando parla con Ninetta, la sua ragazza alla quale va all'ultimo pensiero ("Ninetta mia crepare di maggio / ci vuole tanto troppo coraggio").Il riferimento ai papaveri dell'ultimo verso della ballata non è casuale.Le cronache della prima guerra mondiale rivelano che il papavero è il simbolo positivo della natura violata dalla guerra, attraverso il quale i caduti divengono parte del ciclo naturale di morte e rinascita. Analizzando un altro testo di De Andrè "La domenica delle salme" scritta in collaborazione con Mauro Pagani ci si rende conto di come anche il mondo della musica possa esprimere forti motivazioni di tipo morale e politico.In questo testo contenuto nell'album "Le nuvole" del 1990 che la critica considera un capolavoro della moderna canzone d'autore, De Andrè polemizza contro lo sfascio dell'Italia contemporanea. Leggendo il testo si capisce che esso possiede una sua valenza specifica, che è possibile cogliere anche indipendentemente dall'accompagnamento strumentale."La domenica delle salme" esprime in termini iperrealistici e grotteschi la vittoria capitalistica, il crollo del Muro di Berlin. L'autore immagina che dopo la caduta dei regimi comunisti nell'est europeo alla fine degli anni '80, molti polacchi siano venuti all'ovest attratti dal mito del benessere, ma che si siano ridotti a vivere in maniera squallida e moralmente degradante. A loro volta i trafficanti delle società industriali, si sono gettati verso i clienti dell' est europeo; un mercato povero ma assetato di novità e quindi disposto ad accogliere merci scadenti, purché dotate di marchi occidentali. I riferimenti sono evidenti, la caduta del muro di Berlin ha esteso il dominio capitalistico a tutto il mondo, imponendo il proprio credo fatto di saponette, di un televisivo "gas esilarante" e di una "pace terrificante" , all'ombra della quale accadono i crimini di sempre. La strumentazione di questo pezzo si limita ad alcuni elementi essenziali: chitarra, violino e kazoo .L' eruzione musicale, vibrante e quasi angosciosa (ad un certo punto si avverte anche il sibilo di una sirena), si chiude con un canto di cicale, che possiamo interpretare in due modi: o come elemento di polemica dell' autore nei confronti di un 'umanità che vuole continuare a divertirsi, o come allusione al fatto che ogni forma di protesta contro i pericoli che ci sovrastano è ormai ridotta ad un inutile canto, un fastidioso cicaleccio in sottofondo, del quale nessuno più si accorge. "Adesso non c'è nessun tipo di risposta unitaria da parte di chi subisce il potere, nessuna protesta come accadeva anni addietro.Il popolo non si esprime più in maniera collettiva e la sua protesta è come un coro di cicale" (F.D.A.).

(di Giada Zizzolo)
11/01/2009 15:22
 
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Speciale TV “CHE TEMPO CHE FA” – Programma
Ecco l’intero programma comunicato da circa un’ora e mezza tramite I.G.N. riguardante lo speciale di 'Che tempo che fa' che andrà in onda stasera dalle 20.10 alle 23.50 su Raitre.

La prima parte della scaletta musicale della serata vedrà Luciana Littizzetto e Lalla Pisano recitare 'Le nuvole', Lucio Dalla cantare 'Don Raffaè', Gianna Nannini interpretare 'Via del campo', Roberto Vecchioni in collegamento dall'Istituto Statale Comprensivo De André intonare 'Girotondo', Franco Battiato eseguire 'Inverno', la PFM riproporre'Bocca di Rosa'.

In collegamento dal teatro F. De André di Casalgrande di Reggio Emilia, Antonella Ruggiero canta 'Ave Maria', Andrea Bocelli 'La canzone dell'amore perduto', Vinicio Capossela 'La città vecchia', Jovanotti 'Il suonatore Jones' in collegamento dal cimitero di Spoon River in Illinois, Eugenio Finardi con Nicola Piovani in 'Verranno a chiederti del nostro amore, Samuele Bersani propone 'Il bombarolo'.

Al termine della prima parte, innumerevoli emittenti radiofoniche di tutta Italia riproporranno in contemporanea 'Amore che vieni amore che vai' cantata dallo stesso De André.

Poi ancora Piero Pelù canterà 'Il pescatore', Edoardo Bennato e Massimo Bubola 'Quello che non ho', Tiziano Ferro 'Le passanti', Ivano Fossati 'Smisurata preghiera'.

Concluderanno la carrellata di suggestivi omaggi il figlio di Fabrizio, Cristiano De André e Mauro Pagani che intoneranno insieme 'Creuza de ma' in collegamento dal Porto Antico di Genova.

Lo speciale, una sorta di ''best of'' in diretta televisiva per concentrare le emozioni di quanti l'11 gennaio si sentono legati tra loro attraverso la musica di Fabrizio, sarà condotto da Fabio Fazio con Dori Ghezzi.

'Fabrizio 2009' ha un prologo nella lunga intervista di Fabio Fazio a Renzo Piano sul rapporto tra Fabrizio De André e Genova. ''Degli infiniti modi possibili per raccontare Fabrizio De André - ha spiegato Fazio - ho scelto quello che mi è sembrato più opportuno, far accompagnare le esibizioni degli artisti da riflessioni che nascono proprio dai temi tipici delle sue canzoni: la guerra, l'amore, gli umili, Genova, il mare, la religiosità, così da formare alla fine della serata una sorta di piccolo vocabolario di De André ad uso e consumo di tutti noi. Sarà un appuntamento più emotivo che televisivo - ha concluso il conduttore - e mi riempie di gioia assistere da spettatore privilegiato allo spettacolo difficilmente ripetibile di tanti artisti che reinventano De André e gli ridanno voce, accettando, per una volta, di condurci tutti quanti ascoltandolo, In direzione ostinata e contraria''. [SM=x346220]

La confezione musicale della serata è affidata a Mark Harris, musicista di lungo corso e collaboratore di De André così come la maggior parte dei componenti della house band (Rosario Iermano, Ellade Bandini, Michele Ascolese, Claudio Pascoli, Pier Michelatti) che accompagnerà i diversi artisti nelle loro esecuzioni.
11/01/2009 18:02
 
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maestro tranviere
Interessantissimi gli scritti di Francesco, complimenti!

1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
11/01/2009 19:01
 
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X Augusto
Grazie per i complimenti. Sarei molto lieto se assisterai allo spettecolo televisivo di stasera. E' da non perdere.
Ciao.
[Modificato da Francesco Angrisani 11/01/2009 19:03]
11/01/2009 19:38
 
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maestro tranviere
Un quesito per Francesco (e non solo)

Anni fa (credo anni '80) sentii varie volte in televisione una canzone della quale non ricordo né il nome né l'interprete. Azzardo un titolo: "Io Non Ho Che Te", visto che questa frase veniva ripetuta continuamente nel brano. Ricordo, invece, una strofa "si era detto tra di noi, puoi avere chi vuoi ...". Qualcuno l'ha mai ascoltata, sa come si chiama, ce l'ha?

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