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Attualità

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2009 20:17
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03/01/2005 18:35
 
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tranviere senior
Ancora a proposito di guerra e terrorismo
Al Paçio, battendomi sul tempo, ha già esposto in gran parte quello che anch'io avrei voluto scrivere in tema di guerra e lotta al terrorismo.
Mi limito quindi a poche ulteriori osservazioni.
La prima è che in una qualsiasi discussione non sarebbe male mantenere il rispetto per chi si trova su posizioni opposte: la definizione "pacifisti del cavolo" suona, neppure tanto vagamente, offensiva e non mi pare la più approriata per definire gli esponenti di un movimento che, comunque lo si giudichi, esprime istanze e sentimenti largamente diffusi. Se qualcuno non vuole esporre la bandiera arcobaleno al proprio balcone, benissimo, non lo faccia, nessuna legge lo impone.
Quanto alla lotta al terrorismo, dissento totalmente dalle conclusini di Paolo Abbamonte: una soluzione puramente militare, con cattura e/o uccisione di Bin Laden o chi per lui, non risolverebbe affatto il problema. Neppure io ho la minima simpatia per il terrorismo fondamentalista, tuttavia mi pare che alla base del pensiero politico occidentale, e più in generale di matrice europea, Stati Uniti e Russia inclusi, vi sia la pretesa assurda di rappresentare sempre e comunque il "bene", inteso in tutti i suoi aspetti: civiltà, progresso, giustizia, benessere. Questo significa che il modello europeo va imposto in ogni caso, anche con la forza delle armi: era il caso ieri dell'Afghanistan, è il caso oggi dell'Irak. E' ovvio che spesso tutto ciò cela interessi economici e strategici, ma non solo: ad essi si accoppia quasi sempre la più totale ignoranza, se non il disprezzo, nei confronti delle popolazioni di altre civiltà. L'Islam, ci piaccia o no, rappresenta un'area culturale forte e sufficentemente omogenea per resistere alla "civilizzazione" europea: per prima cosa bisognerebbe conoscerla e capirla, e, senza abdicare ai propri valori, cercare con essa una convivenza, del resto dimostratasi possibile per molti secoli. Senza offesa, ma se si parte dal presupposto che il terrorismo è motivato dalla "favoletta delle 72 vergini", si parte assai male.
Paolo
PS- A proposito degli "antichi romani", osservo anche che principio invariabile della politica imperiale romana per almeno quattro secoli è stato il rispetto per ogni forma di civilizzazione non latina, appena terminata la fase della conquista militare. Politica saggia, poiché, osservava l'imperatore Tito, se Roma non avesse concesso parità di diritti ai popoli conquistati, essi avrebbero avuto buon gioco nel fare a pezzi i Romani stessi.
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