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CAMPANIA - Ferrovia Cancello-Torre Annunziata

Ultimo Aggiornamento: 12/03/2018 05:20
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13/01/2005 20:11
 
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maestro tranviere
da "Il Mattino" di oggi
Cancello. Signori, in carrozza. E che buona sorte vi assista. È la via di fuga più importante nel caso in cui il Vesuvio dovesse risvegliarsi: 34 chilometri di binario unico, con 38 passaggi a livello, che dovrebbero portare in salvo da Torre Annunziata a Cancello buona parte degli abitanti sotto il tiro del vulcano. Binario unico, una folla di sbarre che si alzano e si abbassano, due capistazione, nessun casellante e nessuna tecnologia per prevenire eventuali errori ed omissioni: un trenino al cardiopalmo, insomma. Che parte per quattro corse al giorno dalla stazione di Cancello, anzi quasi un chilometro fuori della stazione e non si capisce come diavolo debba fare una persona anziana, costretta a sottoporsi a una sorta di marcia forzata per riuscire a salire a bordo. E finalmente eccolo, il trenino ad alto rischio: verde, grigio, blu. Il locomotore, che si chiama Aln668, è un diesel stile littorina che sbuffa gasolio e stanchezza arretrata. Anno di nascita: 35 anni fa. I sistemi di sicurezza? Lasciamo perdere. «A bordo - confessa il macchinista che non dà il nome perchè teme punizioni - è installato solo il Vacma». E che cosa è il Vacma? «Come, non lo conosce? È di importazione francese, vecchio come il cucco ma installato appena un anno fa. Lo chiamano anche il pedalino dell’uomo morto. Roba antidiluviana, dotto’». Insomma, il Vacma è un pedale che il macchinista deve (anzi, dovrebbe) tener pigiato per segnalare al centro comandi che lui è sveglio e vigile e non ha l’infarto o più lieve malore. Se non tiene pigiato il pedale, il treno va in frenatura. «Sì - spiega il macchinista - ma se dopo 55 secondi il piede non viene sollevato per un momento, il treno va in frenatura lo stesso». Il Vacma sta in basso a destra. Il freno in basso a sinistra. Chi guida il treno, fa anche il contorsionista. E rischia di impazzire. E per non impazzire, che fa? Comunica che il Vacma «stamattina si è guastato». E buonanotte ai suonatori, anzi a quel minimo di sicurezza che qui già non abbonda. Nel nome del padre del figlio e dello spirito... Ore 9.40, si parte. Sì, però attenzione. Il capotreno fa sapere che è appena giunta una «prescrizione». Che vuol dire la prescrizione? «Ci informano che il segnale di via libera non funziona. E dunque dovremo procedere a vista». Procedere a vista. Significa che prima di ogni passaggio a livello, che non si sa se troveremo chiuso o spalancato, sarà inevitabile rallentare la marcia, magari fino a fermarsi. E si potrà procedere solo se e quando saremo sicuri che le sbarre sono davvero abbassate. Così si viaggia sulla Cancello-Torre Annunziata, nell’anno quinto del terzo millennio. Si marcia a vista. E invece che a cento chilometri orari si va a trenta, e spesso addirittura a passo d’uomo. Percorriamo tre chilometri. Ecco il primo dei passaggi a livello. Freno. Rifreno. Piano, ancora più piano. Evviva, le sbarre sono abbassate. Che fortuna, possiamo procedere. Sul binario, sterpaglie e rifiuti. Che nessuno trasporta via. Arriva il secondo e poi il terzo passaggio a livello. Ecco, è qui che gli operai stanno riparando una delle sbarre. Era qui, dunque, l’inghippo. Peccato che lo possiamo accertare solo ora, passandoci davanti. E va, il trenino al cardiopalmo. Si viaggia con diciotto minuti di ritardo, ma nessuno sembra vivere un dramma. L’importante è arrivare. Vivi. Alla stazione di Marigliano il capotreno scende. Che fa, se ne va a casa? «Ma no - spiega il macchinista - quale casa: in questa stazione è suo compito scendere e andare ad accertarsi che vengano chiusi i prossimi passaggi a livello». E infatti rieccolo che torna, il capotreno tuttofare. Affannato. Scontento. Passiamo per Ottaviano, poi per san Giuseppe Vesuviano. All’altezza di Terzigno, squilla un telefonino. Il capotreno risponde. E resta muto per un attimo. Poi, spiega al collega: «Era un certo Andreozzi, chiamava dalla sala operativa nazionale. Mi ha chiesto perchè dieci minuti fa abbiamo perso due minuti di tempo alla stazione di Marigliano. Gli ho spiegato che dovevo garantire che sei passaggi a livello fossero davvero chiusi al nostro transito. Ma tu che dici: a Roma lo sanno che qui i controlli sui passaggi a livello dobbiamo farceli strada facendo?». E tra i denti mormora dei suoi 38 anni di servizio. E che non vede l’ora di andarsene in pensione. Poi si irrigidisce. C’è un segnale rosso. E un’auto parcheggiata sui binari, davanti all’ennesimo passaggio a livello. «Ferma Peppe, fèrmati», dice rassegnato mentre laggiù qualcuno - un po’ infastidito - sembra decidersi a spostare quell’auto

1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
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