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FILOBUS A VICENZA

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2018 21:51
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30/09/2009 22:36
 
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tranviere junior
Filobus a Vicenza
Dopo Verona anche Vicenza vorrebbe dotarsi di una filovia, a 40 anni dalla chiusura delle 2 linee (1970): inaugurate nel lontano 1927, distrutte durante la seconda guerra mondiale e ricostruite nel 1950.

Riporto di seguito l'articolo pubblicato oggi su "L'Arena" , cordiali saluti da Flavio Menolotto - Invorio



Vicenza. Sedici minuti da est a ovest. Undici minuti da Ca' Balbi alla stazione, cinque appena dalla stazione a Ponte Alto, trascorsi a bordo del filobus elettrico su gomma. La rivoluzione del trasporto pubblico a Vicenza è stampata sulle mappe dello studio di fattibilità approvato ieri dalla giunta. Gli incartamenti oggi saranno consegnati a Roma per concorrere allo stanziamento di contributi statali collegati alla legge 211 del '92 sui Sistemi di trasporto rapido di massa. Il progetto, che ha già ottenuto il nulla osta della Regione, vale 48 milioni di euro in base a un preventivo che considera l'acquisto dei veicoli, la strutturazione della rete elettrica aerea, la creazione di un parcheggio per la sosta dei mezzi a Ca' Balbi, gli espropri delle aree necessarie per strutturare la linea elettrica. Il filobus si prepara quindi a tornare a Vicenza, da anni relegato nelle foto amarcord in bianco e nero del dopo guerra.

LA TRATTA EST. La futura linea elettrica prevista dal Pat si articolerà lungo l'asse est-ovest della strada regionale 11, agganciando l'area del nuovo stadio a Ca' Balbi con Ponte Alto e transitando per la stazione. La richiesta di contributi interessa il segmento est, il più lungo, che si snoderà tra viale della Pace, via Trissino, via Bassano. Qui è prospettata una fermata cruciale della linea, nel parcheggio scambiatore del vecchio stadio. Il progetto prevede che venga costruito un nuovo ponte sul Bacchiglione, per trasferire il filobus dal parking Bassano a piazzale Fraccon, passando tra nuovo tribunale e nuova università. A quel punto proseguirà lungo viale del Risorgimento e via Venezia fino alla stazione. Undici le fermate collocate sul percorso. I nuovi mezzi si muoveranno su pneumatici, ma saranno alimentati da elettricità catturata dalle "bretelle" che collegheranno i veicoli con le linee elettriche aeree. Secondo il sindaco Achille Variati, che ieri ha presentato lo studio di fattibilità con l'assessore alla mobilità e ai lavori pubblici Ennio Tosetto, si tratta di «una vera rivoluzione del trasporto pubblico cittadino, che diventerà assolutamente concorrenziale rispetto al traffico urbano privato, oltre che silenzioso ed ecologico».

LA TRATTA OVEST. La linea si completerà in direzione ovest attraverso la corsia preferenziale di prossima realizzazione a cura della Provincia lungo la ferrovia Milano-Venezia. «Il progetto redatto dal Comune - precisa il sindaco Achille Variati - si innesta in quello già delineato da Provincia ed Ftv, portandolo a termine. Ciò che si realizza è infatti un percorso unico che parte da un nuovo parcheggio di interscambio a Ponte Alto e arriva in stazione, con sedime privilegiato in gran parte a fianco dei binari della linea ferroviaria». Ma l'intesa per elettrificare la linea è ancora tutta da calibrare con la Provincia ed Ftv, come hanno fatto capire per tutta l'estate da palazzo Nievo: senza contare che la tratta ovest confluisce in un'area come quella dell'ex Piruea Ftv su cui i due enti non si sono mai accordati.
I PARCHEGGI DI INTERSCAMBIO. «Il tracciato del filobus - analizza Variati - è inserito nel Pat e rappresenta l'avvio concreto della nostra strategia per il nuovo trasporto pubblico cittadino. È fattibile perché viaggia in gran parte su sede propria, anche se utilizzabile da altri mezzi perché non prevede rotaie, ed è prioritario rispetto ad altre realizzazioni perché intercetta il traffico privato nei parcheggi d'interscambio». L'assessore Tosetto, inoltre, sottolinea come la linea elettrica andrà a servire i due quartieri più popolosi di Vicenza: S. Lazzaro e Pomari, con oltre 30 mila abitanti, e S. Pio X con oltre 20 mila abitanti.

LA CACCIA AI FONDI. Il finanziamento governativo potrà coprire fino al 60 per cento dell'importo preventivato di 48 milioni di euro. La restante quota non può essere sostenuta dalle casse comunali. Le due strade più accreditate sono il coinvolgimento di capitali privati attraverso la formula del project financing o l'inserimento del progetto negli «accordi in sede di tavolo interistituzionale che si aprirà sulle compensazioni per il Dal Molin». A disposizione degli enti locali ci sono 353 milioni di euro per gli anni 2008-2011. Nel Veneto Padova concorre per lo sviluppo della tranvia, Venezia per la funicolare; la Regione ha ritenuto ammissibili alla pari tutti e tre i progetti.

Gian Marco Mancassola

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