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Tra musica e poesia

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2009 19:38
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06/07/2007 20:02
 
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Concerto grosso per l'uomo in frac
da "IL MATTINO" di oggi.
Sentire qualcuno che parla con amore di un progetto televisivo è quasi una sorpresa. Ci voleva SuperMimmo per motivare così lo staff di «Un uomo in frac», concerto tributo a Domenico Modugno in programma martedì nel Teatro Romano di Benevento che Raiuno trasmetterà in prima serata in diretta il 13 e Rai International rilancerà in mezzo mondo. Terzo tassello della teletrilogia cantautorale prodotta da Valeria Cappelli (prima l’omaggio a Battisti in piazza del Plebiscito, poi quello cagliaritano a De André), la serata promette di rileggere con attenzione e rigore il più importante canzoniere nazionalpopolare, nel senso gramsciano della parola: «Modugno rappresenta - permettetemi la citazione di Renato Zero - ”i migliori anni della nostra vita», spiega Gigliola Cinquetti, che col maestro di Polignano a mare vinse nel ’66 a Sanremo... «Modugno era così grande che capì quando il vento era cambiato, quando la moda pretendeva voci, e soprattutto volti, giovani» continua Gigliola. «Venne da me, ed era già un mito, e mi chiese di andare al festival con lui, non mi parlò di ”Non ho l’età”, ma di ”Ho bisogno di vederti” di Piero Ciampi, che avevo proposto nell’indifferenza generale. Il suo ”Dio come ti amo” era un grido maschio e potente, il mio un sussurro intenso. Gli devo l’incontro e la canzone più bella della mia carriera». SuperMimmo unisce le generazioni, spiega Raiz, anche se viene «da un’altra Italia, quella in cui esistevano artisti insieme colti e popolari, come lui, come Eduardo, come Sordi. L’uomo in frac è passato dai successi melodici alle commedie musicali, dal folk alle rivoluzione cantautorali: oggi la canzone è divisa per generi, per steccati. Da una parte il pop per ragazzi, dall’altra la produzione più impegnata, censurata dalle radio. Modugno passava da ”Pasqualino marajà” a Pasolini, cantava in italiano, napoletano, siciliano». La Cinquetti a Benevento proporrà «Dio come ti amo», «La lontananza» e «Meraviglioso» in duetto con Fabio Concato, Raiz si è ritagliato la taranta «arraggiata» di «Scioscia popolo». Ma le canzoni più celebri e importanti dell’uomo in frac ci saranno tutte, affidate a modugnani più o meno prevedibili come Sergio Cammariere, Morgan, Dolcenera («Cosa sono le nuvole»), Neffa («Tu si’ ’na cosa grande», «Lazzarella», «Strada ’nfosa»), i Radio Dervish («Amara terra mia» in arabo), Antonella Ruggiero, l’avellinese Guitart Quartet, Simone Cristicchi («Pasqualino marajà» e «Vecchio frac»), Antonella Ruggiero. La direzione musicale è affidata a Roberto Colombo, le coreografie a Mvula Sungani, i costumi a Giuseppe Tramontano, la regia a Duccio Forzano, le scenografie promettono di ridurre al massimo l’impatto per valorizzare la bellezza del Teatro Romano, come richiesto da Regione e Provincia, che sostengono l’evento. Nessun presentatore, sul palco il fine dicitore Giancarlo Giannini, ma anche Enrica Bonaccorti (coautrice dei testi di «La lontananza» e «Amara terra mia») e Franco Migliacci (la griffe dietro i versi di «Volare»).

Federico Vacalebre

[Modificato da Francesco Angrisani 06/07/2007 20.08]

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