Per Trammue: la ventilata chiusura della linea C della metro non è un’ipotesi particolarmente pessimistica formulata dallo scrivente ma esattamente quanto riportato lo scorso 7 settembre dal blog "Sferragliamenti dalla Casilina” in un articolo che ripropongo in allegato nel quale venivano elencate dall’ing. Giraudi di ATAC alcune fra le tante criticità che affliggono quello specifico collegamento. In particolare veniva evidenziata una particolare debolezza strutturale del materiale rotabile causata dal cattivo funzionamento degli ungibordo delle ruote, rivelatisi insufficienti nella quotidianità dell’esercizio a smorzare gli attriti ruota-rotaia; una criticità aggravata dalla presenza presso alcuni punti singolari del tracciato di raggi di curvatura prossimi ai 100 metri. Al riguardo viene citato in particolare il caso di Malatesta ove il raggio dei deviatoi è di 102 metri quando lo standard imporrebbe un minimo di almeno 170 metri. Tali criticità sono inoltre aggravate dalla presenza presso le officine di un tornio mal progettato che non consente agli operai di tornire adeguatamente le ruote sino al termine della loro vita utile, e dal cronico stato di default dell’azienda esercente che non permette il mantenimento di adeguati standard manutentivi. Ma se una pessima manutenzione consente ugualmente di mettere in linea sulle linee A, B, Roma Nord, Roma Lido e Roma Centocelle un certo numero di convogli strettamente necessario al mantenimento in vita dell’esercizio grazie alla presenza del personale di condotta, in una linea driveless tutto ciò è semplicemente impossibile in quanto gli standard minimi fissati dalla vigente normativa USTIF sono decisamente e giustamente più severi. Nessun funzionario in possesso delle sue piene facoltà mentali si accollerà la responsabilità di avallare un esercizio in driveless in costanza di siffatte criticità.
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