00 26/08/2005 00:36
Il concetto che ho cercato di esprimere è che ...
... chiamatele come vi pare (artigianali, industriali, sperimentali, trascendentali etc. etc.), in sostanza stiamo parlando di produzioni in serie limitata di mezzi pubblici. Se la produzione è limitata, ciò è dovuto in buona parte alla richiesta del mercato, alla capacità imprenditoriale delle imprese, alle strategie commerciali delle stesse, alla visione politica generale, alle tempeste solari, al buco dell'ozono e chi più ne ha ... ma non cambia la sostanza.

E' indubbio che produzioni in grande serie consentirebbero maggiori economie di scala e maggiori investimenti in R&D, e probabilmente (probabilmente!) maggiore qualità e prezzi più bassi. Forse. Che le produzioni limitate non debbano essere necessariamente soddisfacenti da un punto di vista qualitativo, però, mi sembra abbastanza ardito da sostenere. Ed il livello di personalizzazione che può essere applicato a tali produzioni può costituire, lo ripeto, un valore aggiunto. E questo nulla ha a che vedere col fatto che l'industria italiana dei filobus oggi sia sostanzialmente inesistente. I produttori italiani, evidentemente (a torto o a ragione) non lo considerano un mercato particolarmente interessante. E questo è tutto.

A proposito, Augù, qual è il concetto che condividi? Ho parlato di produzioni di serie e di produzioni limitate. Applicare a queste ultime l'attribuzione di "artigianale" è una questione di scelta di termini, e di implicazione positiva o negativa che ad essi si attribuisce. Ciao. A