00 16/07/2004 09:13
Re: Funivia di Posillipo
LA FUNIVIA DIMENTICATA DI NAPOLI

di Gerardo Mazziotti


(da Agenzia Radicale, Anno 2°, Numero 101, 2 luglio 2002)
(http://www.quaderniradicali.it/news/n101-02.htm#mazziotti)

Pochi italiani sanno della Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare realizzata a Napoli nel ’40 come sede degli scambi culturali, economici e sociali tra l’Europa e l’Africa, in particolare le nostre colonie. E pochi napoletani, Amendola, Maglietta, Valenzi, Tocchetti…, si sono impegnati perché venisse ricostruita negli anni ’50 con la stessa funzione. Sono stati poi pochissimi i napoletani (e io tra questi) che si sono battuti nell’arco di 40 anni per impedire che questa esemplare opera di architettura moderna europea venisse violentata, manomessa e depredata per ridurla in condizioni di scandaloso degrado. Che tale permane non ostante i piccoli interventi di restauro effettuati di recente.

Pochissimi, infine, ricordano che tra le infrastrutture e le attrazioni realizzate nel ’40 c’era anche una funivia che collegava la Mostra con Posillipo. Quando Fuorigrotta e Bagnoli non arrivavano a 35mila abitanti e sulla collina di Posillipo, all’epoca totalmente verde, risiedevano circa 10mila napoletani.
E doveva essere un’opera di notevole interesse se il Dizionario Enciclopedico Treccani riporta la foto di “una cabina della funivia Posillipo-Campi Flegrei (Ceretti-Tanfani)”. Opera della quale non si sono ricordati i pianificatori comunali, che l’ex vicesindaco Marone ebbe l’ardire di definire “ i maradona dell’urbanistica”, quando nel ‘97 hanno elaborata la famosa “Variante per Bagnoli e l’area occidentale”. Hanno previsto di tutto, dal porto turistico all’interramento della cumana, dal parco verde agli insediamenti urbani integrati, dalla balneazione di Coroglio ai grandi alberghi, ma non il ripristino della funivia per collegare i 113.480 abitanti di Bagnoli-Fuorigrotta e i 38.375 di Posillipo. E anche per offrire ai turisti l’occasione di ammirare dall’alto il panorama di sublime bellezza dei Campi flegrei.
E, domani, della “nuova Bagnoli”.
Tra le attrazioni turistiche di Barcellona (una città che, assieme a Parigi, Amsterdam e Berlino, viene sempre evocata quando si parla di riordino urbanistico di Napoli) c’è la funivia che collega la collina di Montjuich e il centro cittadino. Un “attrattore”, come si usa dire adesso, di straordinaria utilità economica, paesaggistica e culturale. Alla pari con il Barrìo gotico, le opere di Gaudì, il padiglione di Mies Van der Rohe e il museo Picasso.
La stazione di Posillipo è attualmente adibita a ristorante mentre quella di Fuorigrotta è occupata da un fioraio. E il grande pilone di via Cavalleggeri Aosta è ancora lì a ricordare quel che fu e quel che sarebbe utile tornasse ad essere. Come ho sempre evidenziato quando mi sono occupato del recupero della Mostra d’Oltremare e dello stadio San Paolo allo splendore del loro primo giorno.
Penso perciò che, nel momento in cui è riacceso il dibattito sulla Bagnoli del terzo millennio, sia il caso di riproporre all’amministrazione comunale, che, tra l’altro, possiede il 66,99% delle stazioni e del pilone, e al mondo politico, imprenditoriale e culturale napoletano la “convenienza” di ripristinare la funivia tra Posillipo e Fuorigrotta.