00 18/07/2008 23:08
cultura del restauro
E' però purtroppo vero che da noi a Trieste questa cultura della conservazione e del restauro dei mezzi tramviari storici, così importante a Napoli, a Milano, a Torino, ed anche a Roma, è rimasta confinata nell'ambiente degli appassionati del Museo Ferroviario di Campo Marzio, e degli appassionati del piccolo museo degli autobus di Muggia, e poco altro. L'Azienda conserva molto poco, qualcosa in termini di autobus anni 80 nel deposito del Broletto, ma di vecchi tram o vecchi filobus non ha conservato nulla di nulla. Difatti non esiste più alcun filobus (gli ultimi furono ceduti alla città di Salerno) e i pochissimi tram superstiti sono presso il Museo di Campo Marzio, oltre che singoli esemplari a Roma e a Torino presso gli appassionati locali.
Nei meno giovani c'è affettuoso ricordo di quei mezzi, ma nulla più. A differenza del tram di Opicina, che è amato anche dai giovani, ma senza che ciò comporti un atteggiamento storicista o filologico verso di esso (ci si accontenta in effetti che ci sia e che funzioni, che per noi è considerato già tanto).
Del resto, di linee tranviarie a scartamento ordinario a Trieste non ce ne sono più (il tram di Opicina è a scartamento ridotto) e quelle poche vetture conservate a Campo Marzio sono ospitate su binari ferroviari di RFI. Sicché, se venissero restaurate fino al punto di rimetterle in linea, in città non si saprebbe dove farle camminare. Ovviamente, lo stesso varrebbe per i filobus. Purtroppo. [SM=x346246]
'notte!
[Modificato da iltriestino 18/07/2008 23:17]