00 26/11/2010 21:56
23 novembre 1980...
Quella sera, invece, io ero uscito con amici, e me la facevo con i "figli di papà" che si intrattenevano a Piazza Amedeo. Avevo 18 anni, da poco avevo il foglio rosa e quindi ancora non potevo guidare da solo la macchina nonostante già sapessi guidarla da almeno 4...
Mi trovavo con un amico in una vecchia NSU Prinz di sua proprietà, fermi in via Andrea D'Isernia, dove avevamo accompagnato altri due amici che dovevano "posare" la loro macchina per poi poterci recare in un posto non meglio precisato che non ricordo. Mentre eravamo fermi ad aspettarli, ad un tratto sentimmo la macchina che cominciava a dondolare come se qualcuno la scuotesse da fuori. Pensammo che gli altri due si divertissero a "scotoliare" la macchina per farci uno scherzo. Io non avevo ancora realizzato cosa stesse realmente succedendo e, un pò stizzito, scesi dalla vettura con l'intenzione di fare una ramanzina agli altri due.... Non appena misi un piede a terra mi resi conto della orribile realtà: in quel momento, vidi i pali della luce che dondolavano come metronomi, i muri dei palazzi che scricchiolavano, le lampade stradali sospese che emettevano scintille... gridai: "ma quale scherzo del ca...o, questo è il terremoto!!!". A fatica tornammo a Piazza Amedeo dove già si era radunata molta gente; dopo che le ragazze del gruppo furono prelevate dai genitori, fui accompagnato a casa da questo mio amico, in un traffico bestiale, e riuscimmo a tornare in quel di Via Duomo intorno alle 21,30. Trovai tutti gli abitanti del palazzo giù dal portiere: in quel tempo, vivevo con mio padre, mia nonna e la vecchia cameriera. In casa, al momento della scossa, c'era solo mia nonna con mio zio; mio padre era andato a casa di uno dei suoi fratelli che la domenica solitamente organizzava un tavolo di tressette, e la domestica, che aveva la giornata libera, era a casa di parenti. Mio padre ritornò a casa a piedi, dopo che aveva lasciato la macchina sotto casa del fratello, all'Arenella, a causa del traffico spaventoso ed anche perchè lui non era famoso per la sua pazienza a guidare proprio negli ingorghi. Ovviamente, salì per primo sopra a casa per constatare se aveva riportato danni gravi (lui era ingegnere, ed allora era il vicedirettore dell'AMAN, l'azienda idrica napoletana) e, visto che la situazione era sotto controllo, ci fece salire. Poco dopo, però, una squadra di operai dell'AMAN lo venne a prendere in quanto l'acquedotto del Serino aveva riportato seri danni e quindi necessitava la sua presenza. In altre parole, io e mia nonna (che all'epoca aveva già la bella età di quasi 87 anni) fummo gli unici condomini che rimasero in casa tutta la notte nonostante le ulteriori scosse di assestamento che si susseguirono durante la notte. Mio padre sarebbe rientrato a casa dopo addirittura tre giorni, dormendo su letti di fortuna in azienda e lungo le condotte dell'intero impianto. Un'esperienza allucinante, che ricordo ancora molto bene e che non dimenticherò mai... L'unico diversivo che mi concessi in quei giorni fu il fatto che, volendo io in illo tempore entrare a far parte dello staff di radio Kiss Kiss (cosa che, purtroppo, per una serie di circostanze, non andò poi in porto...), prendendo spunto dalla maratona non stop 24 ore su 24 che avevano messo su in radio per offrire un aiuto ai soccorritori ed a chiunque ne avesse bisogno, autonomamente mi occupai della situazione della viabilità cittadina (se ben si ricorda, numerosissime furono le strade transennate e chiuse al traffico a causa dei palazzi pericolanti) e, soprattutto, lo stato del Duomo, la cui facciata si era paurosamente inclinata verso la strada (persino il mio palazzo, situato proprio di fronte, era minacciato da un eventuale crollo della stessa). Insomma, in tutto questo bailamme, l'unica cosa positiva fu il fatto che sono stato fra i pochi fortunati a poter passare quelle terribili notti fra le mura di casa....
[Modificato da pabbamo 26/11/2010 22:00]