Una tranvia all'avanguardia
La tranvia Torino - Orbassano - Giaveno era nata dalla ricostruzione ed elettrificazione, a tappe graduali tra il 1928 ed il 1935, di una precedente tranvia a vapore. Ricostruzione eseguita con caratteristiche innovative, allora, per le tranvie: armamento di tipo ferroviario, adozione dei pantografi come organi di presa corrente, una novità assoluta in Italia per le linee tranviarie (fino ad allora i pantografi erano utilizzati solo in campo ferroviario), ma soprattutto le motrici "bitensione", che potevano funzionare sia con la tensione di 600 V nel tratto di Corso Stupinigi in comune con le linee tranviarie urbane (8 - 11 -19 - 41), successivamente, da piazza Caio Mario in poi, con diversa commutazione dei motori, alla tensione raddoppiata di 1.200 V, che consentiva velocità maggiori nel tratto extraurbano. Tutto il materiale rotabile (motrici e rimorchiate) era a carrelli.
Nel 1951, al materiale rotabile originario si era aggiunto quello proveniente dalle soppresse Tranvie Occidentali (una rete che, con capolinea torinese presso Porta Palazzo, raggiungeva, con tre diverse linee, Venaria, Druento e Pianezza)
sembrava avere tutte le care in regola per durare ancora molto tempo; invece, anche per questa bella linea, arrivò la soppressione a fine ottobre 1958.
Inutile aggiungere che, agli iniziali vantaggi dei bus (maggiore velocità essenzialmente), quando ancora la circolazione di auto era scarsa, si sono andati via via sostituendo, nei decenni, congestioni e ingorghi, che rendono la percorrenza della linea di bus, nelle ore di punta, un vero supplizio. Per questo, in Val Sangone, molti, a cominciare dal Presidente della comunità Montana, tornano a richiedere un collegamento su rotaia, sia pure in sede propria, tra la Valle e il capoluogo, magari come contropartita dell'interessamento di parte della zona ai cantieri della discussa e contestata TAV Torino - Lione. Vedremo come andrà a finire...