00 18/03/2010 13:54
La linea Alba-Barolo fece parte delle filovie dette di 1° generazione (insieme alle contemporanee o quasi La Spezia-Portovenere, le urbane di Siena e dell'Aquila) e furono nell'epoca del primo conflitto mondiale usati anche dei filocarri ad uso militare, come la Lanzo-Intelvi, la zona di Asiago ed altre nel fonte del NE, antenate in chiave "bellica" della pure lei defunta Filovia dello Stelvio, durata giusto per la costruzione delle dighe in zona e smantellate con la chiusura dei cantieri (la zona era ricca già di energia idroelettrica ed avevano fatto un calcolo sul risparmio rispetto a vettori a gasolio, comprensivo anche di installazione e smantellamento degli impianti fissi). Tra l'altro la prima la notai qualche anno fa tramite una foto d'epoca riportata su una scatola di praline, ma in effetti anche quelle civili di queste non andarono oltre il primo ventennio del secolo scorso. Poi l'epopea filoviaria riprese con la linea di Desenzano (con veicoli più moderni ed a due aste, quelli di prima avevano un unica asta con un carrellino di presa a quattro rotelle striscianti ed i cavi di presa avvolti a spirale intorno a questa) fino al vero e proprio "periodo d'oro" che va dalla seconda metà degli anni '30 alla metà degli anni '60. Il primo periodo motivò i mezzi la politica autarchica e di risparmio carburanti del governo dell'epoca (anche se l'Ansaldo-CGE propose alla fine degli anni '30 un "benzofilobus" per risolvere i problemi degli spostamenti fuori di linea e per scartarsi dal traffico, ma questo antenato dell'odierno "bimodale" non venne preso in seria considerazione), già negli anni 50', con il fatto stesso che le carrozzerie filoviarie furono per lo più derivate dagli autobus a gasolio e non più esclusive (chi non ricorda di aver visto, anche su foto d'epoca, i filobus con la guida centrale, di derivazione lontanamente tranviaria, anche se più "aerodinamiche", un esempio i Fiat 469) inizio la decadenza del vettore filoviario, considerato, al contrario del suo debutto, il "parente povero" dell'autobus e, stranamente, il colpo di mazza della maggior parte degli impianti venne con la crisi petrolifera dei primi anni '70!