00 21/11/2011 17:13
Fiat 409-411-418
Padova aveva fino agli inizi anni '80 i classici Fiat 409 Menarini monocar con numeri di matricola dal 195 al 205 con guida a destra e primo gruppo di autobus ad avere il cambio automatico in servizio da febbraio 1968 al settembre 1978. Vennero definitivamente radiati nel giugno 1985 dopo aver preso gli Effeuno da 10,5 metri matricole dal 373-377 arrivati assieme agli Effeuno da 12 metri 358-372. La livrea di questi era crema-rosso come si evinceva nelle livree dei bus comunali veneti di AMT Verona e ACNIL Venezia il cui attore della compravendita fu ancora una volta il Cav.Stefanelli già patron della SIAMIC.


Foto G.Kaiblinger

E la livrea assomigliava tantissimo a quella ATM/ATC di Bologna.Sempre di quegl'anni.Ma con una differenza:i paraurti e l'imperiale erano color crema come i montanti mentre di rosso granata c'erano le prese aeree che avevano la funzione antiappannamento della veletta,Infatti avevano la livrea IDENTICA a quella veneziana:
Fiat 418 AL Menarini ACNIL Venezia

Prova ne è l'arrivo dei primi 418 carrozzati da DeSimon aventi le stesse caratteristiche.Modificati tali vezzi con la revisione del 1988 scomparvero.

Foto Coll.Castelli

Questa la foto ufficiale del lotto 238- 242 (Fiat DeSimon) 243 - 257 (Fiat Menarini). Si perché la foto è del dicembre 1973 e vennero immessi nel Febbraio del 1974. Le differenze tra Menarini e DeSimon erano nella cura maggiore per i Menarini,aggiunta di listelli cromati per i DeSimon che non avevano per il suffisso AL ma AF. La targhetta posteriore DeSimon per quelli che lo erano era color oro mentre il logo Menarini campeggiava sotto il logo anteriore FIAT. Lo si vedeva nella flotta AMT Verona:
Fiat 418 AF Menarini AMT Verona

Erano mezzi pachidermici,obiettivamente scomodi ma erano molto capienti. Partendo dal posto guida indimenticabile il cruscotto di derivazione camionistica le pulsantiere delle porte "A Tiro" come se fosse una leva e l'ampia luminosità oltre che visibilità. Correndo i passaruota disponevano di 3 posti a sedere longitudinali per "ruota" mentre la piattaforma posteriore era vuota così da poter caricare più utenza possibile. Disponevano anche di 3 pesanti gradini che permettevano di avere un solo piano senza bisogno di gradini alti se non l'unico presente proprio dietro la piattaforma. Nei primi tempio erano presenti nelle linee 3-10 e 14 poi successivamente spediti per linee minori come la defunta 5-17-19 e 24. A fine carriera erano fisse sulle linee 5 e 17 (poi sparita con l'orario invernale 1990) oltre che 19. Sporadicamente come corse bis sul 19 e 12. Ed ecco come erano a fine carriera:

Qui siamo nel vecchio capolinea di via Rismondo sede dai primi anni '50 dell'ACAP oggi APS.Notare che con questa foto autunnale si nota lo sfogo dei radiatori che durante le giornate fredde veniva coperto con del semplice cartone per fare in modo di mantenere calda tutta l'apparecchiatura evitando così blocchi o fermi forzati. Il bus infatti aveva il cambio manuale.

Foto di G.Kaiblinger

Del periodo biverde rimase in servizio e solo su linee bis 17,7 e 5 i vecchi FIAT 411 Cansa



ACAP 222 Kaiblinger
ACAP 217 I
ACAP 217 II
FIAT 411/1/Cansa 1969, n. 217 ACAP - Padova
Aquisito nel 1989 dall' ACAP. RESTAURATO NEL 1992 AD OPERA DELLA SAI - TREVIGLIO parte della collezione del Museo Nazionale dei Trasporti di La Spezia, attualmente a Livorno in attesa di lavoro di ripristino della carrozzeria.Questo Fiat 411 è uno degli ultimi prodotti, nel 1969.Erano a guida a destra molto più capienti degli stessi 418 più recenti ed erano i bus di punta della flotta ACAP per praticamente un decennio
A Padova gli ultimi Fiat 411 sono stati radiati nel 1990. Alcuni sono stati mandati in Tanzania.Erano stati presi dopo la radiazione nel 1970 di tutti i filobus circolanti e furono anche i primi mezzi ad avere a bordo una biglietteria automatica vista la carenza di biglietterie che al tempo si rifiutavano di fare da rivendita dei biglietti a causa dei costi di acquisto molto elevati. Un biglietto costava 100 lire come se oggi fosse al cambio 85 cent. Erano a cambio manuale il che specie nei primi tempi quando gli autisti erano abituati al filobus faceva si che s'ingolfavano proprio nei punti critici di rete.

Link:

Flickr di Patrizio Castelli
Museo La Spezia
[Modificato da Cori x 02/04/2012 18:46]