00 05/05/2007 16:20
Avendo vissuto con la consapevolezza di un bambino quale ero la caduta del muro, posso affiancare alla tua emozionante testimonianza Roberto, quella vissuta da me, nella capitale della Germania unita, cosmopolita ma sempre tranviaria del 2003.
Appunto il tram rimane una costante, anche i bruttissimi tatra, riminescenza del vecchio blocco, che non mancano però di confermare quella tendenza, direi quasi stato mentale dei paesi socialisti, di soffermarsi poco sull'estetica e molto sulla funzionalità (come il caso, per fare una chiosa filoviaria, degli Ziu-9 ancora in produzione sul modello base, con pochi aggiornamenti, risalente addirittura al 1970!).
L'architettura popolare, la periferia industriale, e l'aria pesante (anche se forse ora bonificata dagli effluvi del carbone) della parte est, mantengono quasi intatto un immaginario muro fra essa e l'ovest, divisione rotta dalle ancora incredibilmente numerose Trabant (aquistabili su ebay anche a 150 euro) un tempo bndiera della repubblica democratica ora equipresenti all'est come all'ovest.
Ma la novità, quello che molto probabilmente nel tuo viaggio dei primi anni '80 non hai potuto trovare per ovvi motivi è l'entusiasmo sintetizzato dal fermento artistico, che ha fatto della parte est un crocevia internazionale di artisti in tutti i campi, dalle arti figurative alla musica, dal cinema al teatro. Un desiderio di fondare una propria identità lontana dalle ideologie, uno slancio di libertà oltre il concetto stesso di libertà oggi strumentalizzato dall'ideologia stessa. I berlinesi non vogliono dimenticare il loro passato, nella mitte la strada dei rastrellamenti antiebraici porta sui marciapiedi i nomi dei deportati, così come una fila di mattoncini rossi esce dall'asfalto lungo la la retta che fu del muro.
Vogliono costruire un futuro autonomo, svincolato dai modelli politici in voga ora o nel passato.
Lo fanno con l'arte . . . non ci può essere modo migliore.




Saluti
nic

[Modificato da niczano 05/05/2007 18.42]