00 03/02/2007 00:06
Mia moglie, che, come sapete, è un ispettore di polizia, continua a chiedersi perchè devono essere polizia e carabinieri a rischiare la pelle durante le partite di calcio quando poi dovrebbero essere le società a preoccuparsi dell'ordine pubblico e accollarsene le spese. Non posso darle torto: la principale ragione è che non è accettabile che i tutori delle forze dell'ordine debbano andare al macello, con uno stipendio da quattro soldi, per un manipolo di stronzi che debbono mascherare i loro bassi istinti animaleschi dietro un presunto "tifo". Io, come tanti che abbiamo una certa età, ricordiamo ancora molto bene quel che accadde a Bruxelles il 29 maggio 1985 (e non lo dico perchè juventino): 39 morti, una festa dello sport distrutta, e le squadre inglesi lontano dall'Europa per 5 anni. Dopo quella carneficina (unita a quella di Sheffield di qualche tempo dopo), il governo della patria degli hooligans ha affrontato in modo più che appropriato il problema, e non mi risulta che sia successo più nulla. Qui, invece, si perde solo tempo prezioso, e soltanto perchè si pensa soltanto al business che c'è intorno al mondo del calcio. La FIGC, al momento, ha stabilito che è tutto sospeso a tempo indeterminato: non so se questo basterà, ma se non ci si decide ad affrontare il problema alla radice come si è fatto in Inghilterra, sicuramente ci saranno altri Paparelli, Fonghessi, Spagnolo, Licustri, Raciti e tanti altri che dovremo piangere...