Viaggio in città a una settimana dal nuovo piano traffico. Le proteste per il troppo caos. E quelle perché non ce n’è più. «Otto anni fa ho convinto il Comune a diminuire il numero di mezzi pubblici, ora ne passano il doppio»
Chi si lamenta e chi tira un sospiro di sollievo. Chi è preoccupato per il troppo traffico e chi rimpiange i tempi in cui il traffico c’era. Effetti della pedonalizzazione, a una settimana dallo stop di bus e auto in piazza Duomo. Una cosa è certa: ci vorrà ancora del tempo perché i fiorentini si abituino ai cambiamenti. Lo dimostrano le voci raccolte in vari punti della città, tutti toccati — in un modo o nell’altro — dalla rivoluzione nel trasporto pubblico e privato.
Via della Scala La signora Laura a metà mattina decide di chiudere la porta della sua lavanderia. «L’aria è diventata irrespirabile, ci faranno morire. Mi sente come sono rauca? — dice — la colpa è tutta dello smog degli autobus che per poco non ci salgono pure sui marciapiedi. Prima hanno spostato qui i bus a causa della tramvia. E ora a causa della pedonalizzazione. Mi costringono a chiudere il negozio e aprilo da un’altra parte». Qui i passaggi dei bus, fra linee urbane ed extra, sono aumentati da 2.156 a 2.613. Praticamente i mezzi scorrono uno dietro all’altro durante tutto il giorno: «È come il terremoto », dice la signora Adriana, 80 anni. «Passan tutti da qui. Abito all’ultimo piano e a volte mi svegliano pure. Mi danno proprio noia, ma che si fa?». Qualcosa i cittadini di via della Scala l’hanno già fatto, hanno raccolto 150 firme contro l’aumento dei bus, e le hanno mandate direttamente al sindaco Renzi. I commercianti che, con i bus in più, si aspettavano un aumento degli affari rimangono delusi: «È tutto come prima — dice la barista Laura — e in compenso diventerò sorda a forza di alzare la musica per non sentire il traffico». Ad essere soddisfatti sono invece gli studenti che abitano nella zona: «Ci abbiamo guadagnato due autobus in più per andare al Polo di Novoli», racconta Alberto.
Via Sant’Antonino Alla fermata di piazza dell’Unità c’erano due cartelli e una decina di autobus che si fermavano. Con la pedonalizzazione ne sono rimasti due, e un cartello. «È tutto più difficile e tante persone sono avvelenate — si sfoga una commessa — prima la gente entrava nel negozio quando aspettava il bus, ora non c'è più nessuno: si lavora meno. Spero non sia sempre così». E la sua vita è diventata complicata anche per tornare a casa dal lavoro: «Per arrivare da piazza dell’Unità a Careggi il viaggio si è allungato almeno di 10 minuti. Ma è un terno al lotto: dipende dal traffico». In via Sant’Antonino le vendite sono calate ugualmente: «Non viene più nessuno — dice la signora Anna — il centro storico è diventato tutto un mortorio: da lunedì al venerdì non si vede un’anima. Meglio che ritorni il casino di prima, noi commercianti così non vendiamo più».
Piazza Santa Maria Novella Il tempo è quasi primaverile e in piazza Santa Maria Novella turisti e fiorentini si sdraiano sulla piazza messa a nuovo. C’è pure il bagno pubblico da qualche giorno (anche se pochi lo sanno, ad indicarlo soltanto una scritta a pennarello nero su un cartone). Il gelataio all’angolo con via della Scala fa il suo bilancio: «Va tutto bene. Piazza Duomo è bellissima. E anche Santa Maria Novella è rinata. Siccome le macchine non possono più arrivare nel centro storico, sono scomparsi i gruppi di albanesi che si riunivano qui con le birre e la radio a tutto volume. E non importa se abbiamo perso circa 40 posti auto nelle vicinanze».
Piazza San Marco In piazza San Marco, dove passano più autobus di prima, c’è un campione rappresentativo di tutta la gente che vive, lavora e si sposta in città. Alle fermate degli autobus, le persone in attesa sono ancora un po’ confuse. «Ci vorrà ancora del tempo perché tutti si abituino», dice chi lavora al chioschetto Ataf. Al parcheggio dei taxi si aspettano i clienti e intanto si chiacchiera, anche di pedonalizzazione: «Pensavamo peggio, ma per giudicare c’è da aspettare la prima pioggia ». Di fronte a loro, Luca ha un’edicola ed è contento, perché «al pomeriggio si fermano più persone a comprare il giornale. E rumore e smog c’erano pure prima». Già, chi ha un negozio spera di fare più affari, come Veronica della copisteria, che quasi si giustifica: «Sa, noi siamo commercianti ». Non sono invece molto contenti quelli che in piazza ci abitano, come Cristina Marchesi, che qui ha un appartamento e uno studio dove lavora come commercialista: «La piazza è più ordinata, con meno auto in doppia fila — ammette — ma passano troppi autobus, che con le loro vibrazioni stanno lesionando gli edifici. È un peccato, perché questa è una piazza storica, non come il Duomo, ma quasi. Abbiamo chiesto di essere ricevuti dal sindaco, che per ora non l’ha fatto. Forse nei prossimi giorni costituiremo un comitato di residenti ».
Via XXVII Aprile Gli autobus che da piazza San Marco vanno in piazza Indipendenza passano da via degli Arazzieri e via XXVII Aprile. Qui abita Anette Dittmann, che è molto arrabbiata: «Nel 2001, a seguito di un esposto firmato anche dai più piccoli, che i giornali chiamarono «bambini anti smog», i mezzi Ataf che passavano ogni giorno da via XXVII Aprile furono ridotti da 930 a 400 circa. Oggi, dopo la pedonalizzazione, sono diventati 1.600: uno ogni 30 secondi nelle ore diurne. Rumore e inquinamento sono insopportabili. Il manto stradale è rovinato e, per le vibrazioni, ai piani più alti si sobbalza: nei pavimenti e sulle pareti si formano crepe. Mio figlio, di quasi 13 anni, ha scritto una e-mail a diverse autorità cittadine e anche al presidente della Repubblica per lamentarsi». La signora Dittmann sta raccogliendo delle firme, che verranno allegate a un esposto a Comune e Arpat: per ora ne ha raccolte 92 di adulti e 18 di bambini e minorenni. Hanno firmato anche alcuni commercianti, come Patrizia, che in via XXVII Aprile ha una farmacia: «La situazione, per un negozio, non è così tragica. Magari lavoreremo pure di più, ma è presto per valutare. Però io ho firmato, perché capisco i problemi dei residenti». Ma c’è qualcuno che vede i lati positivi dell’aumento di viavai, anche sul piano della sicurezza: «In giro c’è gente più raccomandabile di prima, mi sento più sicura quando esco da lavoro», dice Silvia nel suo negozio di abbigliamento. Davanti al bar all’angolo con piazza Indipendenza «c’è più passaggio e quindi a noi va bene — dice Samuele — io credo che molti residenti che ora fanno polemica, fra un po’ di tempo si abitueranno al cambiamento e ne apprezzeranno i lati positivi». Qualche passo più in là, in via Nazionale, Angela del negozio di intimo si lamenta: «Prima per tornare a casa prendevo solo un autobus. Ora o vado a piedi fino a piazza San Marco, o devo prendere due autobus, uno in piazza Indipendenza e poi il 33 in San Marco».
Viale Strozzi I commercianti di Viale Strozzi, tra via Ridolfi e via Dolfi, non sono contenti, perché la strada davanti a loro «è stata divisa in due corsie, così chi esce dal tunnel davanti alla Fortezza non può parcheggiare e fermarsi da noi — si lamenta Pierina, che gestisce una trattoria — se va avanti così chiudiamo. Ora incassiamo il 30% in meno». Ed Enzo, il barbiere di fianco, dice: «Da me viene gente di passaggio che arriva da Sesto, Campi, Rifredi. Se non possono parcheggiare vanno da un altro a farsi tagliare i capelli ». Nella notte tra lunedì e martedì qualche commerciante ha appeso tra un lampione e un muro uno striscione che i vigili del fuoco hanno rimosso al mattino: «Grazie sindaco per come ci hai ridotto» era la scritta.
Piazza San Iacopino Qualche lamentela arriva anche dai negozianti di piazza San Iacopino: è stato invertito il senso di marcia di via del Ponte all’Asse e così, dice chi abita e lavora da queste parti, passano molte meno auto. «Delle sette strade che convergono sulla piazza, da cinque si può uscire e solo con due si entra: una è pure stretta e crea qualche difficoltà che prima non c’era», dice Marco che ha un bar proprio in questa zona. Meno persone che entrano significano, per Giulia dell’edicola a fianco, «mille euro in meno di incasso nell’ultima settimana. Tolte le spese, sono 800 euro di guadagno persi ogni mese, così però non si può andare avanti: speriamo ora che le cose migliorino».
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[Modificato da trambusfi 03/11/2009 14:31]