00 23/12/2012 12:40

Leggiamo su Tram Roma:


"A ottobre erano i petardi, oggi è il sabotaggio...

23 dicembre. Il giorno 21 u.s. la circolazione sulla linea metro B è stata bloccata per più ore; non ci è dato capire il vero motivo dell'ennesimo disservizio su una delle nostre miserabili linee metropolitane, visto che all'ATAC si sono subito precipitati a parlare di un ipotetico "sabotaggio", dopo di che non si è saputo più niente. Ovviamente non crediamo ad una parola di quello che l'ATAC ci racconta oggi, come non abbiamo creduto ieri (a metà ottobre) all'altra assurda storia, sempre riguardante la linea B, quella dei petardi immessi sui binari. Ecco, in proposito, una lettera del collega Nicodemi.

Alla storia del sabotaggio non ci crede nessuno, soprattutto dopo aver letto le parole pronunciate dall’Ad Atac, Diacetti, "la cassetta [del P.E., Pulsante di Emergenza] non è stata solo aperta, non è stato solo pigiato un bottone, ma sono stati recisi i fili, dei fili che non possono essere recisi normalmente da una persona che passa per caso", le quali aprono la strada ad una serie di interrogativi. Ma procediamo per gradi.

Innanzitutto è doveroso evidenziare che i P.E. sono dislocati ogni 200 metri, nelle banchine e nei box delle stazioni. La domanda a questo punto sorge spontanea: con 27 treni in circolazione, il personale di stazione e le telecamere, nessuno si è accorto di nulla? Neanche nella sede operativa  di Garbatella (DCT), cui spetta la gestione e la sicurezza dell’esercizio della linea?

Quest’ultima ipotesi appare alquanto strana, specie se si conosce lo zelo, la diligenza con cui il personale si adopera quotidianamente. Ancora più strana, se si pensa che dalle ore 8:00 e le ore 10:00 l’energia elettrica è saltata una quindicina di volte, segno evidente che l’impianto elettrico era in corto; e con un impianto in corto, tanto per la cronaca, è impossibile ripristinare la tensione. Ma ciò che fa veramente pensare, tanto da incrinare definitivamente la tesi del sabotaggio, è il fatto che questo episodio sia avvenuto dopo tali interruzioni e le “cadute” della linea aerea avvenute nei giorni scorsi; guardate la combinazione.
Diciamo, in conclusione, che dal libro delle scuse di via Prenestina, oggi l’opzione ‘è stata colpa dei Maya’ era poco credibile. Al prossimo disagio.
Saluti

David Nicodemi, Roma

In effetti, i numerosi successivi attacchi e stacchi della corrente fanno pensare ad un difetto sui circuiti che porti all'apertura degli interruttori automatici dopo ogni reinserzione, piuttosto che a questioni relativi ai pulsanti di emergenza che, una volta rimessi a posto, non dovrebbero più dare fastidio. Ma poi, quanti P.E. avrebbe azionato o distrutto l'ignoto attentatore? Visto che sono posti a intervalli di 200 metri, nella migliore delle ipotesi, correndo come un razzo da un P.E. al successivo, ne avrebbe poturo far fuori non più di due. E sarebbero bastati due P.E. a provocare quello che è successo? Ma fateci il piacere!

Ci è permessa un'ipotesi? I P.E. sono interruttori con un contatto di apertura o di riposo, come si diceva una volta in telefonia (se vogliamo, al solito, usare il termine americano, dobbiamo dire contatto normally closed, normalmente chiuso). Un P.E. sgangherato, cosa possibilissima per una delle nostre linee metropolitane, costituirebbe un contatto incerto, che potrebbe portare all'inconveniente lamentato, senza far intervenire opportuni attentatori all'uopo ingaggiati".


Mah! Certo qualche dubbio sussiste, però l'ultima parola non spetta a noi.

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[Modificato da evviva il tram 23/12/2012 12:43]