00 04/04/2009 13:32
Sull'innovatività, non saprei ...

Ho l'impressione che il Translohr sia nato più per esigenze di marketing che non come frutto di reale innovazione tecnologica.

Come superare, infatti, le resistenze di tutti coloro che, contrari per un motivo o per l'altro (politico, economico, di bottega, di ignoranza etc. etc.) al tram tradizionale si sono lanciati (e lo fanno tuttora) sul facile terreno della demagogia (ferrovecchio, superato, ingombrante, i nostri poveri monumenti, strade sventrate ...)?

Facile, strombazzando il concetto di prodotto innovativo!

Non più due rotaie, siòri e siòre, ma solo una. Volete mettere il risparmio? Falso, ovviamente. E il confort e la flessibilità dato da gommosi pneumatici? Se ci sono problemi, si esce dai binari e si continua sulla strada normale. Anche questo, quasi del tutto falso. Possibile in teoria, la pratica si è dimostrata diversa. Per non parlare dei problemi causati dall'effetto rotaia dato dalle ruote di gomma rotolanti sempre sullo stesso pezzo di strada.

C'è un proverbio anglosassone che dice, più o meno, che se qualcosa funziona, non si cambia. Fare innovazione per il puro gusto dell'innovazione fine a se stessa su un prodotto maturo quale il trasporto, anche urbano, su due rotaie mi lascia quindi perplesso.

Ciò nondimeno, sempre per restare nell'ambito di espressioni anglosassoni, è proprio dalla capacità di pensare "out of the box", e pertanto di cercare di rileggere in maniera creativa anche i prodotti "maturi" che, alle volte, magari con un colpo di genio, o per errore (avete presente i post-it?), nasce la vera innovazione, e magari si riesce a cambiare anche un po' il mondo.

Con questo spirito, quindi, accettiamo anche l'esperimento Translohr, che a cambiare il mondo dei trasporti un po' ci ha provato anche se, almeno secondo me, finora non ci è riuscito (e dubito che ci riuscirà davvero, almeno nel prevedibile futuro).