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Circa la diatriba su tali mezzi viennesi è evidente che derivino dai minibus elettrici con ricarica induttiva al capolinea adottati a Genova ed a Torino, dove si riesce ad estendere l'autonomia con ricariche parziali senza sollecitare eccessivamente le batterie.

Il sistema viennese è molto più semplice di quello nostrano e non dovrebbe essere soggetto a brevetti vari, tecnicamente non sono filobus ma analogamente a questi gli impianti elettrici di bordo devono essere separati galvanicamente dall'alimentazione esterna: in quello a ricarica induttiva è insito nel sistema mentre in quello viennese occorre impiegare un convertitore DC/DC.

Sicuramente sarebbe ancora più semplice la ricarica inserendo una semplice presa trifase industriale derivata dalla normale rete di distribuzione dell'energia elettrica da una colonnina al capolinea, analogamente alle auto elettriche.

Per quanto ne so, in molte realtà del TPL vi è un veto sindacale in quanto è considerato rifornimento e come tale va effettuato dall'addetto nei depositi.

Ciò è palesemente anacronistico, un'autista professionale deve sapere come effettuare i rifornimenti, poi ora vale anche per tantissimi automobilisti che usano i self-service.

La ricarica rapida induttiva e il sistema viennese permettono la ricarica senza far abbandonare il posto di guida ed evitare di operare sotto pioggia evitando eventuali diatribe.

Circa la loro omologazione si può presumere che anche loro ricadano nella direttiva CE che consente la sperimentazione di sistemi innovativi

Cordiali saluti da Flavio Menolotto
[Modificato da Flavio Menolotto 25/10/2012 21:08]