Mondo Tram Forum Discussioni sui trasporti tranviari in Italia e nel mondo

Tram onirico - Racconti di vita e di tram

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    Alessandroch
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    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 25/05/2005 09:11
    nuovi visioni:
    ero in elicottero e dall' alto vedevo un convoglio metropolitano che viaggiava in via Partenope su rete tranviaria. nn so se lì ci sia mai stato il tram.

    poi ho sognato che da tecchio prendevo il tram x i camaldoli. il mezzo era un tram romano a doppia cassa che tutt' ora sono in servizio.
    arrivato nei pressi della zona alta di napoli ho avuto molta paura xkè le salite (e le discese) erano molto ripide. i tranvieri erano al contrario di me molto tranquilli.

    a voi l' interpretazione di tali sogni.




    Alessandro
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    Augusto1
    Post: 25.501
    Registrato il: 05/02/2004
    maestro tranviere
    00 25/05/2005 17:21
    per il visionarioch...
    Proprio a via Partenope no (lì c'era però il filobus), ma sul proseguimento, a via Nazario Sauro sì. Per quanto riguarda i Camaldoli, lì ci vanno piano gli autisti dei bus (con la neve fu sospeso il transito) figurati coi tram... Via Partenope, col mare, la spiego con un fatto sessuale (il mare rappresenta il sesso, è notorio); i Camaldoli (la montagna), la difficoltà che hanno i tram a riemergere. Psicanalisi "tre a mille lire"...

    1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
    P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
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    Francesco.E.
    Post: 5
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    apprendista tranviere
    00 03/06/2005 22:39
    si parlava di ITALSIDER (ex ILVA)
    un paio di immagini notturne di quando era ancora in attività...
    le scattai una sera intorno alle 22 da Capo Posillipo dove c'era la racchetta tramviaria (dal 1940 filoviaria) poi capolinea della 140...
    purtroppo l'immagine è molto sgranata poiché sperimentai per l'occasione una pellicola da ben 1800 asa (normalmente si usano da 100-200 massimo 400 asa) che mi permise di fotografare con tempi di posa brevi e senza usare il cavalletto!!! La colorazione bronzea delle foto e dovuta all'illuminazione con lampade al sodio dell'area!





    E' stato alquanto macchinoso inserire queste foto, date le nuove restrizioni, ma ci sono riuscito...

    [Modificato da Francesco.E. 03/06/2005 22.46]

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    filobustiere
    Post: 1.445
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    tranviere veterano
    00 04/06/2005 14:18
    Ilva
    Scusate un pò di nostalgia anche dal filobustiere. Innanzitutto la sirena suonava 2 volte ossia alle 22,45 ed alle 23 quasi (immagino) per determinare "il lasciate il lavoro" e "l'uscite". Lo stesso succedeva alle 14,45 ed alle 15 (esattamente 8 ore prima). Mentre in verità non ricordo la corrispondente eventuale sirena alle 6.45 ed alle 7. Il cielo rossastro me lo ricordo ed era anche sinistro. Però succedeva quando la volta era coperta da nuvole che fungevano da schermo. Last but not least! In corrispondenza dell'uscita delle 23.00 l'ATAN predisponeva un servizio rapido no stop ed esclusivo per gli operai che conduceva verso il centro. Il servizio veniva espletato con due vetture: la titolare e la bis.
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    Augusto1
    Post: 25.501
    Registrato il: 05/02/2004
    maestro tranviere
    00 04/06/2005 15:01
    servizi per l'Ilva
    Tra quelli non esclusivamente dedicati, ricordiamo anche i tram+rimorchio mattinali sulla 1 (biglietto verde a 20 lire negli anni '70), le linee bus 141 Via Marco Polo-Pianura, 141/ via M.Polo-Pignatiello e 150 rosso Stazione Centrale-Coroglio.

    1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
    P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
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    Alessandroch
    Post: 2.576
    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 08/06/2005 09:37
    ALTRO SOGNO
    ero dalle parti di via delle legioni...tutta diversa. dava l' idea + ad una piazza. c' erano i cantieri x smantellare gli armamenti tranviari. x il "panico" telefono al cellulare di Augusto. lui nn mi da retta xkè la moglie è in procinto di partorire. nella mia solitudine, svolgo un sondaggio ai residenti di quelle zone. ho avuto 3 risposte da parte dei fuorigrottesi: idifferenza da parte di alcuni, nostalgia da parte di altri e assoluta pazzia nell' eliminare il tram da parte di altri ancora.


    Alessandro
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    Alessandroch
    Post: 2.576
    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 23/08/2005 18:48
    Ancora visioni notturne
    questa volta sono a Parma (forse xkè sto andando lì domenica 28/8).
    LA città emiliana è tranviaria, una rete molto capillare. giornata di sole, calorosa e piena di colori (siepi, alberi... insomma un sogno).
    all' improvviso c' era un' ordinanza da parte dei vertici dell' azienda di trasporto in cui le tranviere (ebbene, si!!! eran tutte giovani donne i conduttori dei tram, tra cui una di esse è una amica reale: Eleonora)dovevano trasferirsi in altre città.
    L' ordinanza le ha rese tutte tristi e proprio Eleonora era la + triste.
    Infatti le chiedevo "come fa l' azienda se vi mandano tutte via?" e si è allontanata da me in bicicletta...[SM=x346240]
    chi di voi è un interprete di sogni?

    Alessandro
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    Augusto1
    Post: 25.501
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    maestro tranviere
    00 23/08/2005 20:36
    interpretazione spicciola
    Il distacco fra Eleonora ed i tram, con conseguente partenza per un'altra città, rappresenta il tuo distacco da Napoli ed i suoi tram. Eleonora impersonifica il tuo lato femminile, e le tue fragilità. Un consiglio: la sera evita i peperoni! [SM=x346228] [SM=x346228] [SM=x346228]

    1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
    P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
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    Alessandroch
    Post: 2.576
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    tranviere veterano
    00 18/09/2005 18:02
    nuova visione
    Ho sognato che io Augusto e Francesco facevamo un' accurata ricerca di rotaie nella strada che da pzza G.B. Marino porta all' imbocco della tangenziale,purtroppo ho un ricordo molto vago, ma il luogo era quello.[SM=x346240]

    Alessandro
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    Augusto1
    Post: 25.501
    Registrato il: 05/02/2004
    maestro tranviere
    00 18/09/2005 20:59
    cosa avremmo trovato
    Trenta metri di rotaie, ganci ai palazzi, un pezzo di trasversale con isolatore bianco alla fine di via Leopardi (a sinistra salendo) e pali con tanto di ganci fino allo slargo dell'incrocio dove sta il cimitero di Fuorigrotta.

    1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
    P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
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    Alessandroch
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    tranviere veterano
    00 08/10/2005 12:41
    Attenzione:
    è in arrivo un' altra storia con sfondo tranviario... pazientate un po'[SM=x346239]

    Non è il seguito del raccontino che già scritto un annetto fa...
    è un' altra storia.

    Perchè nel sito non si crea un angolo di narrativa tranviaria?






    Alessandro
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    Alessandroch
    Post: 2.576
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    tranviere veterano
    00 08/10/2005 23:53
    Weee scugnizzi...
    Tranvieri,tenetevi pronti....

    sta arrivando...[SM=x346230] [SM=x346230] [SM=x346230]

    C' è un po' di tristezza in me... poi vi spigherò perchè! Prima mi direte cosa ne pensate, se volete.[SM=x346239] [SM=x346239]






    Alessandro
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    Alessandroch
    Post: 2.576
    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 15/10/2005 17:25
    L' ultima mia creatura!!!
    ehm..ehm nell' ultimo post non avevo precisato che parlavo dell' ultimo mio scritto... chiedo ammenda!!![SM=x346233]

    Comunque domani posterò la mia ultima creazione narrativa tranviaria (e non solo). Come sempre Augusto mi ha dato una mano[SM=x346220]

    Prego di leggerla e poi giudicate! critiche a più non posso positive e negative[SM=x346239] ...

    a domani[SM=x346219] [SM=x346219] [SM=x346219]



    Alessandro
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    Alessandroch
    Post: 2.576
    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 16/10/2005 16:22
    Parte prima
    EXPERIENZA INVEROSIMILE



    Avrei da raccontare una storia inverosimile, non sono sicuro di riuscirvi e, per quel che ho vissuto, vorrei evitarlo; ma è più forte di me. Voglio assolutamente render noto ciò che ho visto, sperando di non annoiare nessuno. Ci provo:
    Una sera, per strada, tornando dal lavoro, mi sentivo poco bene. Il mio fisico, per ogni passo che solcavo, si appesantiva a causa di un malore che mi avvolgeva come una pressa e che mi stringeva sempre più forte.
    Finalmente potei notare il portone di casa mia e, con un ultimo sforzo, affrettai i miei passi per rincasare.
    Nel mio condominio non vi sono ascensori né apparati similari e, nonostante abiti solo al 2° piano, compiei uno sforzo immane nel raggiungere la soglia di casa, bramando il mio giaciglio.
    Raggiunta la porta, presi le chiavi per aprirla, ma non riuscii nemmeno ad inserirle nella serratura per il troppo freddo che sentivo nelle ossa. Inoltre avevo la vista annebbiata. Più volte il mazzo di chiavi mi cadde dalle mani indebolite.
    Decisi di suonare il campanello… era più facile entrare, così avvenne! Mi aprì Claudia, la mia consorte, e subito sopraggiunse Daniele, mio figlio.
    Claudia subito mi chiese cosa fosse successo: - Non sto bene! Debbo assolutamente stendermi!-
    Preoccupati, madre e figlio, mi accompagnarono sul letto; mentre Claudia mi levava le scarpe, svenni.
    Per un tempo indefinito mi sentivo immerso nella più assoluta oscurità. Ero inorridito ed angosciato e credo di aver urlato senza che la voce mi uscisse per la disperazione e lo smarrimento che mi dominavano.
    All’ improvviso distinsi una luce che man mano divenne sempre più presente ed accecante, tanto da coprirmi gli occhi con le mani. Lentamente, poi, allargai le dita delle mie mani che avevo ancora sugli occhi; potei comprendere, in un secondo momento, che la densità della luce accecante era la stessa a quella di una bella giornata di sole primaverile.
    Aprii del tutto gli occhi e, sbalordito, mi ritrovai all’ aperto sdraiato su una panchina in cemento armato sita in una grande piazza.
    Intontito dal brusco cambiamento di ambiente, voltai il capo in tutte le direzioni torcendo anche il busto. La prima cosa che vidi alle spalle della panchina furono numerosi giardinetti pubblici pieni di siepi e di giovani virgulti che, se curati, un dì sarebbero divenuti alberi forti e maestosi.
    Avevo la sensazione di conoscere quella piazza, ma nello stesso momento non la riconoscevo per come la ricordo tuttora. Dalla panchina, dove mi sono trovato disteso, dominavo tutta l’area, sia avanti che dietro di me, vi erano punti di riferimento molto presenti nella mia memoria; al contrario di altri che mancavano del tutto; ero nel dubbio e nelle incertezze. Mille domande affollavano le mie meningi, ma, ahimè, non riuscivo ad avere una chiara risposta.
    Descrivo la piazza: d’innanzi a me, a pochi metri, vi era uno stazionamento tranviario ad anello che abbracciava tutta l’area occupata dai giardinetti, che erano di spalle, più o meno ampia quanto la metà scarsa di un campo di calcio. Proprio dove ero io, due scambi tranviari opposti l’ un con l’ altro creavano una piccola sezione di binario rettilinea e parallela all’ anello, immagino che servisse come binario di servizio.
    Sull’ isolato dirimpetto vi erano piantati altri piccoli alberelli ed in mezzo tra loro c’ era una costruzione strana di forma circolare di colore giallo paglia con dei tetti ad onda. Guardando sempre avanti a me in lontananza vi era, in costruzione, una grossa struttura circolare od ovoidale. Poteva distanziarsi da me un 400 o 500 metri… la ricordo maestosa ed alta, ma ancora in costruzione.
    Sulla mia destra vi erano altri giardinetti con molti alberi già adulti e dietro di essi li sovrastavano dei palazzi non molto alti e di colore molto chiaro o addirittura bianco, inoltre, affianco ai medesimi, vi era un viale alberato. Da poco erano piantati dei probabili palmizi. Non riuscivo a distinguerli bene.
    Sulla mia sinistra invece iniziava una strada e, oltre ad essa, vi erano delle mura di cinta con degli enormi cancelli a tripla o quadrupla anta, ma non davano l’ idea di una caserma.
    Alle mie spalle, giratomi su me stesso, oltre le siepi, c’era una stazione ferroviaria il cui edificio era molto bello. Davanti ad esso vi era uno spiazzo e, poco più verso di me, scorreva una strada servita da una linea tranviaria che proveniva sia da destra che da sinistra unita al suddetto anello. Dalla mia postazione si riusciva anche a vedere i binari della ferrovia.
    Non c’ era molta gente ma non era nemmeno un deserto e l’ altro fattore che mi colpiva era che molti cittadini possedevano macchine d’ epoca e molti altri macchine moderne; la stessa cosa fu per i mezzi pubblici, vidi tram datati o storici e di nuova generazione circolare insieme.
    Approfittando del bel sole, mi spostai. Acquistai un biglietto del tram presso un’ edicola che era alla sinistra della stessa panchina a pochi metri (avevo soldi in tasca... Mah!!!) Volevo perlustrare quella strana città.
    Chiesi all’ edicolante dove potevo trovare la fermata del tram. Mi rispose: - Dove vuole andare in centro o in periferia?-
    -In centro!-
    -Allora deve prendere il tram che va in direzione opposta a quello che sta transitando adesso! La fermata la trova quasi alle nostre spalle, oltre la strada!
    - Va bene… ma qualsiasi linea che prendo è giusta?-
    - Dipende quale punto della città volete raggiungere.
    - Non saprei
    - Allora mò vi spiego: se volete raggiungere il mare prendete il 4 e vi fermate al suo capolinea, mentre se volete andare proprio in centro città prendete il 23 e scendete sempre al capolinea che anch’ esso è vicino al mare, per l’ esattezza di fronte al porto. E’ comunque più centrale rispetto al 4. Potete notare lì vicino, dove stazionerà,un castello grandissimo.
    Quando l’edicolante mi diede tutte le informazioni che mi servivano, mi guardai intorno un’ ennesima volta ed incominciai forse ad avere meno dubbi. Chiesi di nuovo al giornalaio:
    - Ma qual è l’altro capolinea del 4?
    - L’ ippodromo!!! A proposito, se prendete il 4 è servito dai nuovi tram che non so come li chiamano.
    - Grazie!-
    Mi allontanai, e a 20 metri c’ era la strada da attraversare; non volli azzardare nessuna conclusione, ero ancora troppo dubbioso ed incerto per farlo… in verità, non sapevo cosa pensare.
    Arrivai alla fermata che l’ edicolante mi suggerì ed aspettai. Vidi giungere, dopo pochi minuti uno di quei tram di nuova generazione e sulla tabella elettronica vi era scritto: “4”.
    Ebbi un forte mal di testa, peggio di quello che sentivo quando rincasavo dal lavoro, a causa del non saper dove fossi in quel momento. Stavo “spremendo” troppo la mia materia grigia!!!
    Per i dubbi che avevo, tentennai nel prendere il tram che ripartì per la sua corsa, senza aspettarmi.
    Continuavo a girarmi intorno alla ricerca di punti di riferimento che avrei potuto ricordare. Osservai l’ edificio della stazione, mi ci avvicinai e notai che a terra vi erano ulteriori rotaie, però abbandonate… poi mi girai verso i giardinetti di fronte ad esso e attraversai di nuovo quella strada: i binari di quell’altro anello di ritorno invece erano usati, erano più lucidi e poi vidi transitarci sopra i tram!! Tornai alla fermata, mi voltai verso destra e mi studiai la strada lunga che c’ era:
    “Accidenti… è via… no… non può essere! Le case a destra che io ricordo della strada dove sono?” Quante domande mi ponevo…l’ emicrania era sempre più dirompente.
    Si stava avvicinando un tram sulla direzione a me interessata. Era una 2 assi con una rimorchiata !!
    Era in servizio sulla 23: salii sulla rimorchiata, non c’ era nessuno a bordo, il tram ripartì.
    Durante il viaggio continuavo a guardarmi intorno e più il tram continuava la sua marcia più mi ritrovavo in zone a me conosciute. Riconoscevo il colle che stava sulla destra oltre la ferrovia. La collina che avevo in mente era con molte più case, quella che notavo in quel momento invece era molto boscosa.
    Il tram si fermò ad un incrocio ed io, per non morire di emicrania, a causa degli sforzi mentali che ponevo alla mia povera testa, volli parlare col conducente, quindi scesi dalla rimorchiata e risalii sulla motrice (non so perché ma il tranviere aveva lasciato le porte aperte).
    Il tram ripartì…. Mi avvicinai al conducente e gli chiesi dove andasse questo tram, il tranviere mi rispose:
    - E cosa ci fate voi qui?- “O mamma” pensai, preso da una crisi di panico “qui ogni passo è una novità”.
    - Mi perdoni, non è il 23 questo?
    - Noo, ‘sto tram è fuori servizio!
    - Perché allora vi siete fermato poco fa?
    - Per usare i freni nuovi, l’ hanno appena revisionato.
    - Ma il numero di linea l’ ho visto!
    - Davvero?
    - Certo
    - Vuoi vedere che mi sono dimenticato di nuovo di levare il numero e di sostituirlo con questo?
    Mi mostrò un cartello con la scritta FUORI SERVIZIO. Il tranviere continuò a parlare:
    - Non è la prima volta che mi succede, eheheh.. sono abituato ai Sirio, che quelli sono elettronici. La gente poi, quando succede ‘sto fatto, impazzisce e poi si arrabbia, ma io dico: ma cosa vi arrabbiate a fare, a tutto c’è un rimedio, scendete dal tram e prendete quello giusto, no?… Ma, io, la gente non la capisco. Invece voi non vi siete arrabbiato, ma da dove venite? Il vostro accento è forestiero!
    - Io… io arrivo da Lecce… anche se non so come sono arrivato qui…
    - Ah ah ah , mi siete proprio simpatico, eh eh eh !!!
    Il tranviere, poi, divenne serio. Passarono pochi secondi di silenzio e mi domandò:
    - E dov’ è Lecce?
    Non c’ era niente da fare, avevo bisogno di una Novalgina: avevo la testa come un nido di vespe. In ogni caso risposi, anche se non riuscivo a capire se costui mi stava prendendo in giro o era proprio così:
    - Lecce si trova in Puglia, è una cittadina pugliese.
    - Aaaa…ho capito… è in provincia di Bari, non è vero?
    Ancora più disperato gli chiesi dove fosse una farmacia…
    - Uuu… e quelle oggi sono chiuse…è domenica! Ci sarebbero quelle di turno… ma forse voi siete abituato a trovare di domenica l’ unica farmacia aperta, essendo un paesino piccolo… ma questa è una grande città!!!
    Capii che il tranviere non era mai stato a Lecce e gli spiegai che la cittadina salentina era alquanto grande, che era una provincia a se e che la si può trovare geograficamente a 150 Km a sud di Bari.
    Dopo le spiegazioni dategli, ne volevo altrettanto io e gli chiesi quale fosse la fermata successiva per il centro. Invece mi invitò nel deposito che si sarebbe trovato nei pressi da dove transitavamo:
    - Vedi lo scambio? Allora, dritti si va per il centro e, prima che ci arrivi, attraverserai tanti quartieri, invece noi lo scambio lo metteremo in deviata…-
    Rallentò sino a fermarsi, con una specie di piede di porco scese e si avvicinò allo scambio, con un poco di forza deviò gli aghi dello scambio secondo la direzione da lui voluta, risalì e subito fece ripartire il tram.
    Continuò a spiegare:
    - Ecco, tra un minuto saremo nel deposito, tu per andare al centro devi proseguire per quella galleria che vedi di fronte. Mò facciamo una cosa più bella: aspetti il tram 30 che viene da sinistra, in questa via in cui stiamo entrando. Ti porta diritto al centro, va bene?
    - Va bene, basta che arrivo!!!

    Alessandro
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    Alessandroch
    Post: 2.576
    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 16/10/2005 16:33
    Parte seconda
    La strada per il deposito infatti, dalla deviazione del binario, non era distante.
    Mi affascinò comunque la zona perché col tram entrammo nella via alquanto stretta, ma lo spazio per il doppio binario per le due direzioni opposte di marcia c’ era. Prima che si entrasse in deposito il conducente deviò un ulteriore scambio svoltando verso destra. Riprendendo la marcia, con un sorriso incancellabile dal suo viso, mi fece scendere proprio nell’area d’ entrata del deposito. Salutò alcuni dei suoi colleghi di cui uno aveva i capelli sparati come se avesse preso una forte scossa di corrente e magro di corporatura, poi mi indicò la fermata.
    Affascinante era anche quel deposito, pieno di vita e di mezzi tranviari di ogni epoca, forma e colore.
    Mi allontanai per recarmi alla fermata che mi consigliò il tranviere. Aspettando il mezzo non facevo altro che pensare dove fossi, le zone che sino a quel momento avevo visto mi erano familiari ma, allo stesso tempo, mi sembrava di essere in un’ altra città.
    Conoscevo e conosco parte delle città tranviarie italiane e potevo escludere molte di esse… ma quella città, quella panchina da dove io mi ero destato, quella piazza… e poi la stazione ferroviaria erano a me conosciute. La cosa che non riuscivo a capire era il miscuglio di epoche: autovetture antiche che si confondevano con quelle moderne; lo stesso valeva per gli autobus. Era tutto come fosse un’ altra dimensione parallela alla mia. Ecco!! Stava arrivando il tram… un bellissimo tram a carrelli , verde lucente: era il 30! Si fermò , mi aprì la porta anteriore e ci salii.
    Il conducente aveva una capigliatura lunga che arrivava sino al sacro coccige e appena mi vide, gridò felice: “OOO… come on, come on, please!!!”
    Io, con gli occhi sbarrati, perché molto sbalordito, davvero pensavo di tutto:
    “O mi sono fatto una dose di allucinogeni senza saperlo o sto trapassando!”
    Il conducente mi invitò ad accomodarmi: “Please, sit down…”
    - Ma l’ italiano lo parlate?- Gli chiesi.
    - Yes, but, with me, you must talk in english!
    “No… sono proprio trapassato!” Pensavo, però se questo voleva parlare con me in inglese lo accontentai:
    - What is your name?
    - My name is…ih ih…Ozzy Osbourne
    Cadendomi le braccia a terra per depressione acuta, gli ridomandai per conferma: “Ozzy Osbourne?”
    - Yes!!! – mi rispose ancora più felice
    Senza avere più un’ espressione sul viso, con le braccia ancora più a terra e con lo sconforto che aveva preso le mie sembianze, rimasi in silenzio e mi sedetti per mezzo minuto. All’ improvviso, preso da una crisi isterica, scattai in piedi e a voce sostenuta dissi al tranviere costringendolo a fermare il mezzo e che diceva di essere Ozzy Osbourne:
    - Ascoltami bene, non ti parlo in inglese , ma in italiano: mi sono svegliato su una panchina in una piazza qui vicino, avrei riconosciuto una città che non so se è quella che conosco in realtà, c’ è un miscuglio di epoche che coprono un secolo, probabilmente ho parlato con dei fantasmi…non lo so… quell’ altro che viene dalla montagna e mi dice che Lecce è provincia di Bari, inoltre guidava un tram che hanno demolito più di 50 anni fa, tu che dici di chiamarti Ozzy Osbourne, al quale assomigli molto… ma sai chi è Ozzy Osbourne? E’ il cantante dei Black Sabbath… e che cazzo ci fa il cantante dei Black Sabbath alla guida di un tram?
    - Il suo mestiere – Mi rispose.
    - Il suo mestiere?
    - Certo, devi sapere che cantare è la mia passione, mentre il mio vero mestiere è guidare tram!
    - In Italia? Proprio tu che hai segnato il rock nel mondo?
    - Perché è una vergogna guidare tram in Italia?
    - No… mò basta…io voglio tornare a casa mia, non so se sono morto, se sono drogato, se esisto, di una cosa sono certo: voglio tornare a casa…
    - Ascolta: non posso fermare un tram in mezzo alla strada così…vedi? Dietro sta arrivando…- Lo interruppi anticipandolo: “un Sirio, sta arrivando un Sirio…lo so cosa sta arrivando!!!”
    - Appunto – mi rispose- fammi guidare, che quello è più veloce di noi.
    Gli restai comunque affianco, mi tranquillizzai ed incominciai a stare più attento ai particolari che potevo scorgere: Imboccammo il tunnel che il tranviere di prima mi indicò. Appena usciti da esso, vidi una prima diramazione tranviaria che svoltava verso destra e vidi molti altri tram. C’ era anche una filovia.
    Ci fermammo! Da sinistra vidi una cosa che mai nessun trammofilo potrà vedere: un altro Sirio che trainava una carrelli ed una “Nobili”…. Vidi quella “accozzaglia” di mezzi passarmi a pochi metri da noi, non credendo a ciò che avevo visto, mi rivolsi di nuovo a…ehm…Ozzy Osbourne:
    - Ozzy…. - con perplessità aggiunsi- Ma tu davvero ti chiami Ozzy?
    - Sìììì - mi rispose con pazienza.
    - Ma hai visto quello che ci è passato davanti?
    - Una bella combinazione, non trovi? – fece ripartire il tram-
    - Si, ma in quella che tu chiami combinazione ci sono tram di 3 epoche diverse e soprattutto di città diverse: l’ultimo mezzo mi dava l’ idea di una Nobili che faceva servizio a Bologna e noi non siamo a Bologna, vero?
    - Vedo che sei preparato….comunque non siamo a Bologna!
    - Non mi stupirei se mi dicessi che quei tram girano ancora, nel pieno 2005, per il capoluogo emiliano.
    - Ma cosa dici? A Bologna non ci sono più tram dal 1963!!
    Ecco cosa mi dava turbamento: cose o persone che non esistevano o che non erano al proprio posto.
    Intanto il nostro tram seguiva il suo corso e arrivammo al punto che l’ edicolante mi suggerì come fermata, ma preferii continuare. Il tram entrò in un’ altra piazza dopo che passammo sotto ad un’ altra galleria e dopo che transitammo per una strada larga. Lì volli scendere.
    Le tante emozioni mi fecero dimenticare che avevo da tempo i sintomi della fame, camminai per un po’, imboccai una via e poco più avanti notai con somma gioia una pizzeria/rosticceria… entrai e… non era possibile!!! Le stranezze di quell’ esperienza non erano finite: i padroni di quel ristorante erano mio nipote Andrea e mio cognato Oronzo… Il ragazzo mi venne incontro chiedendomi se volevo un tavolo per consumare il pranzo, come fossi stato un perfetto sconosciuto…
    - Andrea, non mi riconosci?
    - Come?
    - Andrea sono Alessandro il marito di tua zia, sorella di tua madre…
    Andrea, un po’ preoccupato, chiamò suo padre… si avvicinò quello che in realtà è mio cognato…
    - Ma… Andrea voi due non siete padre e figlio, ma zio e nipote perché lui è marito dell’ altra sorella di tua madre…
    - Signore – intervenne l’ adulto con fermezza (Ormai ero in pieno, ma quell’ uomo era mio cognato! Non avevo dubbi nemmeno sul ragazzo) – Non ci faccia perdere tempo. Se vuole, si può sedere ad un tavolo e consumare un pasto, altrimenti vada a decidere fuori sul da farsi, poi… non sono quelli i nostri nomi, io sono Pasquale e mio figlio si chiama Ciro. La prego di scegliere oppure si accomodi…
    Uscii fuori dal locale. Non sapevo cosa fare, volevo piangere ma non vi riuscii. Dopo aver passato e ripassato davanti a quel ristorante per riflettere, cercando di aggrapparmi a più non posso ai residui di obbiettività che erano rimasti in me, decisi di entrare e di consumare un esiguo pasto. Chiamai Pasquale (con difficoltà, perché quello era mio cognato)…
    - Signor Pasquale…
    - Allora, ha deciso? Rimane con noi?
    - Sì ! C’ è un menù?
    - Certo, glielo porto subito!
    Non passarono un paio di minuti che subito “Pasquale” mi portò il menù.
    Sul frontespizio era raffigurato un castello vicino al mare, in alto del menu lessi “Ristorante , Pizzeria Idrunte” . Rimasi immobile e immediatamente previdi che avrei vissuto un altro momento anomalo; essendo molto stanco ed impaurito credevo di non sostenerne altri, quindi tacqui facendo l’ indifferente, canticchiando una famosa canzone dei Deep Purple, ma così non andò. Si avvicinò il ragazzo che diceva di chiamarsi Ciro (che invece era mio nipote Andrea), mi chiese cosa avessi scelto per il pranzo, gli risposi che ancora non avevo scelto, lui mi disse di essersi accorto che fissavo il menù senza aprirlo e mi chiese il perché. Gli risposi:
    - Sai cosa significa Idrunte?
    - No… non saprei.
    - E’ il nome antico della città di Otranto… io abito a Lecce e vi prego di non prendermi in giro. Voi venite da lì, perché TU sei mio nipote e quello che tu dici che è tuo padre di nome Pasquale in realtà è TUO zio Oronzo!!!
    - Ma lei chi è? - Si avvicinò il padre, gridando: -Vuole sapere come sono andate le cose? Vi accontento subito: Idrunte è il nome da me voluto per questo locale in ricordo della mia prima fidanzata di nome Idrusa. Va bene? Adesso vuole mangiare o no? O dobbiamo ancora continuare questa disquisizione sulla nostra vita privata?
    Non proferii verbo, non avevo parole per commentare questo orribile scherzo. Non immagino tuttora come abbiano potuto organizzarlo, non potevo dir nulla a causa della mia incapacità di connettere lingua con cervello. Non ero in grado nemmeno di farfugliare nulla; presi coraggio e incominciai a ordinare vino e pasti.

    E’ giusto che io spieghi: Idrusa, nome di origine greca, è una persona realmente esistente essendo la sorella di mia moglie Claudia e moglie di Oronzo.

    Mi chiedevo infatti: “come mai, persone che conosco e che nella loro vita quotidiana sono seri professionisti, avevano accettato di ordire una gigantesca burla ai miei danni come quella che stavo vivendo, includendo anche mio nipote che è incapace di pensare in modo malevolo?” Altre domande che mi posi erano: “ma questa è davvero una burla? E quelle persone che conosco sono davvero loro o sono dei sosia perfetti?” Inoltre: “cos’ è? Il raduno dei sosia?”
    Da quel momento non parlai più con nessuno, consumai il pranzo, pagai (un altro mistero: avevo soldi in tasca…boh!?) e andai via. Proseguii per quella città strana che per me esisteva, ma allo stesso tempo non esisteva.
    Camminavo da un bel po’ e, come al solito in questa storia, più camminavo più mi sentivo a casa;
    i luoghi, le strade, i palazzi e quant’ altro poteva essere incluso in un agglomerato cittadino, non mi erano assolutamente estranei. C’ era comunque la mia incapacità di capire dove fossi… in Italia sicuramente.
    Camminavo e vedevo il solito miscuglio di mezzi d’ epoca girare: tram, filobus ed autobus. Quella strana fusione la notavo anche nello stile dei cittadini di questo comune a sé: gente che vestiva come fosse di un secolo e mezzo fa, con ghette alle scarpe, paltò datati e monòcoli con catenella annessa per evitare che cadessero a terra. Più in là si notavano invece i gruppi di Hip Poppers e distintamente Metallari che camminavano ballando con radioloni accesi a tutto volume e che mimavano le canzoni Rap o Metal che trasmetteva la radio, oppure una eventuale cassetta o cd che suonava.
    Nella stessa strada larga, a doppia corsia, si notava in una direzione passare una Mercedes dell’ ultimo grido e dall’ altra una Topolino degli anni ‘50.
    Tutto ciò era bello…molto bello, ma mi rendevo conto che tutto sarebbe finito e, mentre cercavo di aggrapparmi a quel famoso filo di obbiettività, sentivo chiamarmi…
    - Alessandro… Alessandro – Mi girai e vidi Grazia corrermi incontro. Grazia è una mia cara amica di Lecce che lavora presso uno studio odontoiatrico sito nella provincia di Brindisi….
    - Grazia? – gridai incredulo- Ma… tu…

    Alessandro
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    Alessandroch
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    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 16/10/2005 16:53
    Parte terza-
    - Finalmente, amore mio… ti cercavo da tempo!
    - Eeeehhhhh? – ero ancora più incredulo e in pieno panico-
    - O caro, non vedevo l’ ora di riabbracciarti… sai? In chiesa ci aspettano.
    - Ma…Grazia…. Ma cosa ci fai qui? Come sei arrivata e, soprattutto, che cosa stai dicendo?
    - Beh… ci sono gli ultimi preparativi per il matrimonio!
    - Il matrimonio? Il matrimonio di chi?
    - Alessa’ , il nostro… ne abbiamo parlato l’ ultima volta l’ altro ieri, ricordi?
    - E no!!! Io, l’ altro ieri, ero a casa mia, non è possibile!!!
    - Alessandro… infatti ne abbiamo parlato l’ altro ieri proprio a casa tua. Ma cosa ti sta succedendo?
    - Appunto: è quello che vorrei sapere anch’ io!!!!
    - Cos’ hai Alessandro? Ti vedo strano ed assente.. forse, hai preso ancora quella roba?
    - Grazia… io? Quale roba dovrei prendere?
    - E’ inutile… non ne uscirai se continui così…
    - Ma…
    - Non mi dire che ci hai ripensato!!!!
    - Chi, io? Su cosa?
    - Ecco… la solita canzone… non mi vuoi più sposare!
    - Ma io sono già sposato, e conosci anche mia moglie…
    - Disgraziato!!!- Mi gridò… e continuò a farlo:
    - Non mi dire che vuoi riflettere e che non sei pronto per il matrimonio, avevamo anche già deciso di avere 3 o addirittura 4 figli, perché tu li volevi, vero?
    A sentire quel discorso avevo solo voglia di scappare, fuggire lontano oltre che a voler fortemente piangere. Grazia è una bellissima ragazza, ma vederla in quel momento mi sembrava di parlare con un’ altra persona che aveva preso le sue sembianze. Ma… era lei? Non lo so! Osservandola bene, mi rendevo conto che parlavo proprio con lei.
    Così come quei due del ristorante, erano mio cognato e mio nipote? E il tranviere capellone era davvero Ozzy Osbourne? Mi pesava la testa, avevo la sensazione che da un momento all’ altro mi stesse per scoppiare e in quei tristi momenti, avrei desiderato anche una pistola!!!
    Nel mio silenzio di riflessioni, non mi accorgevo che davanti a me c’ era una persona che attendeva risposte… assurde come ciò che avevo sentito, ma se le aspettava da me. Non riuscivo ad inventarmi nulla. Le proposi di farci quattro passi a piedi e, per la prima volta in questa inverosimile storia, fui ispirato a raccontarle tutto, dal momento in cui mi sentivo male prima di entrare in casa, al momento che ho incontrato lei; dall’ inizio, sino a quell’istante (non oso pensare cosa mi sarebbe successo dopo).
    La risultante della mia tesi (avrei dovuto prevederlo) fu a dir poco disastrosa. Grazia mi accusò di vigliaccheria, di immaturità mentale e che tutto quello che le avevo raccontato era il risultato di un visionario allucinato ed isterico. Secondo le sue conclusioni, non era che una scusa machiavellica ma, in fondo, banale per evitare l’ unione in matrimonio con lei. In più, mise in mezzo la madre, che, nella realtà, ha un bel rapporto di amicizia con me, dandole ragione nel dire che io sarei stato un marito degenere ed un padre di cattivo esempio. Criticò anche il mio modo di vestire, mi disse che sembravo un defunto perché indossavo sempre vestiti di colore nero; per non parlare dei capelli lunghi che, ai suoi occhi, erano senza dubbio amorali.
    Così mi lasciò come un salame gridandomi ancora che avrebbe trovato un partito migliore, il che sarebbe stato molto facile dato che, al suo dire, ero un patetico precario bidello presso una scuola elementare di estrema periferia… mah!!!
    Rimasi di nuovo solo e di nuovo non sapevo dove andare; camminai senza una meta fissa… ad un certo punto mi sentii chiamare: era di nuovo Ozzy che guidava una carrelli. Quella volta divenni previdente, vidi il numero di matricola: era la 961, bella , fiammante come fosse appena uscita dalla fabbrica:
    - Come on… dài…sali. Ti porto in giro, per un po’!
    - Ok…
    Partimmo su quel meraviglioso mezzo e facemmo a ritroso il percorso mio di andata. A causa della mia stanchezza fisica e psicologica chiesi ad Ozzy in quale via ci trovassimo e sopratutto in che città fossimo.
    Capendo il mio stato di ansia, mi rispose così:
    - Questa è via Depretis, tra un po’ ci immetteremo in piazza Municipio…vedi? Ci avviciniamo agli scambi. Quel castello è Castel Nuovo… aspetta, siamo in curva. Quello che è di fronte a noi è il porto. Qui a destra è il capolinea Parco Castello. – lo interruppi:
    - Ma il porto è pieno di treni merci…
    - E’ chiaro, no? E’ uno scalo merci… cosa volevi trovarci? Un negozio di acquari? Zitto e ascolta:
    - Alle nostre spalle, la collina che vedi è S. Martino con il castello Sant’ Elmo dove si trova la famosissima Certosa… la devi visitare, te la consiglio! Ora gireremo per via Acton verso destra!- Gli replicai:
    - Ma io queste zone le conosco, questa è Napoli e la conosco bene, ma non la ricordo così. Io… -
    - Ssssh! - Mi interruppe mimandomi il silenzio.
    - Ti consiglio di non porti domande, adesso scendi e prendi il 30 a quella fermata… tranquillo!
    - Ozzy, ma tu davvero ti chiami così?
    - Io non mi chiamo così… io SONO Ozzy Osbourne!!! Vai!!!
    Gli ubbidii senza proferire altro e lo salutai. Aspettai il 30 che arrivasse e che ripartisse, lo vidi arrivare: era un Sirio. Entrai. Il tranviere di turno, diede uno sguardo verso di noi viaggiatori. Lo riconobbi: era quello che era alla guida della due assi e rimorchio. Prima di partire si girò di nuovo indietro e mi riconobbe (accidenti!!!):
    - Ueeeee….ma guarda chi c’ è…. Quello della provincia di Bari! – Oh no!- bisbigliai a denti stretti.
    - Ma tu guarda come è piccola ‘sta città… vieni qua… fammi compagnia mentre guido ‘sto bolide.
    Mi avvicinai a lui. Non sapevo se essere felice o no, ma forse la sua allegria sarebbe stata un ottimo antidoto contro la mestizia. Incominciò a parlare, come se non lo avesse mai fatto. Assomigliava a Luciano De Crescenzo, il famoso filosofo e scrittore napoletano. Chissà, forse era lui… preferii non chiederlo: non mi ero ancora abituato a tali stravaganze.
    Era comunque sempre con il sorriso sulle labbra, sempre a darti la pacca sulla spalla e faceva anche ridere… sì… serviva molto!
    Intanto eravamo entrati nella galleria Vittoria e in un battibaleno la attraversammo tutta.
    Nella corsia opposta potei vedere in pieno esercizio delle Thomson & Houston, poi una Diatto, delle Carrelli e qualche Sirio. Era bello ma non nascondo che ero anche spaventato a vedere quelle fusioni storiche di tram.
    Finalmente riconobbi appieno tutti i punti di quella “misteriosa” città.
    La Riviera di Chiaia era quasi deserta, non vi era traffico ma gli autoveicoli non erano assenti. Vidi una bellissima ragazza uscire da una Twingo ed una famiglia entrare in una 600 primo modello di costruzione per una scampagnata.
    Piazza Sannazaro…c’era la linea 3, la GLORIOSA 3 e i bifilari che notai qualche ora prima facevano parte della struttura della filovia per Posillipo. Era bellissimo vedere in quel momento via Mergellina. La cosa che non comprendevo era il miscuglio di vari decenni; non che non fosse stato bello, anzi… era TROPPO bello.
    Entrammo nella Laziale. Il tram Sirio era davvero veloce. Il problema era che, se si fosse trovato una Balilla o una Peter Witt avanti, avrebbe rallentato la sua marcia , ma questo non mi impensierì.
    Forse in tutta quella storia avevo trovato un barlume di felicità avendo riconosciuto la città di Napoli che sembrava essere tornata indietro di oltre un mezzo secolo nell’ urbanistica, ma non nei mezzi di trasporto pubblici e privati…. Girava davvero un secolo di storia, dall’ antico al moderno.
    Man mano che il tram scorreva sui binari, riconobbi il quartiere di Fuorigrotta. Mi resi conto che il tram stava andando al capolinea del rione Miraglia, passando per il deposito di Fuorigrotta.
    Scesi alla fermata opposta dell’ andata , ossia di quando incontrai Ozzy il tranviere.
    Decisi di farmi quel pezzo di strada a piedi… chissà perché, sentivo un forte istinto di tornare a quella panchina dove mi risvegliai.
    Da via delle Legioni girai per viale G. Cesare….camminando mi accorsi che quella montagna che vidi poche ore prima dal tram all’ andata era la collina di Posillipo, molto meno edificata. Sulla linea tranviaria non facevano che passare tram in continuazione… che bello che era!!!
    Oltrepassai piazza Leopardi e riconobbi la ferrovia Pozzuoli- Gianturco in tutto il suo splendore. La cosa bellissima era che a sinistra della strada, in direzione Piazzale Tecchio, non vi erano case alte… camminando si poteva vedere la ferrovia senza problemi; ecco perché dalla famosa panchina in cemento armato riuscivo a vedere addirittura i binari, non c’ erano i palazzi che ci sono oggi!!!
    L’ emozione più grande era quando mi precipitai nel vedere il piazzale Tecchio nella sua vera natura tranviaria.
    Vi era ancora il vecchio anello davanti alla stazione di Campi Flegrei, ecco perché il mio stupore. Nuovissimo l’ altro attorno ai giardinetti… I giardinetti! Ecco cos’ erano quelle aiuole con i giovani virgulti: gli attuali alberi di piazzale Tecchio, belli e maestosi! Salendo più su, cominciai a capire che lì a destra, dove c’erano gli altri alberi era l’ area prevista per il futuro dipartimento universitario di Ingegneria.
    Riconobbi l’ edificio della fermata Mostra della Cumana, così come quella costruzione imponente: era il futuro stadio di Napoli: il S. Paolo.
    Quelle mura di cinta che vedevo sulla mia sinistra appena mi risvegliai con annessi cancelli era non altro che la Mostra d’ Oltremare e la via affianco era semplicemente viale Kennedy.
    Via Diocleziano: bella e quasi senza macchine. I palazzi che sono attualmente sulla destra andando verso Bagnoli, non c’ erano. La tranvia era giovane e in pieno esercizio! In lontananza vidi in funzione la funivia Posillipo-Mostra. Non avevo le forze per recarmi sin lì, avevo bisogno di stendermi… ero molto stanco!
    Che bello vedersi tutti quei tram girare insieme a tutte quelle auto d’ epoca.
    Mi venne un gran sonno… cercai una panchina per potermi distendere. Istinto volle che mi distesi sulla stessa panchina dove mi risvegliai un po’ di tempo prima. Mi addormentai come un sasso… ritrovai il buio, non vidi più nulla e sprofondai nelle tenebre più profonde. Ebbi lo stesso sgomento, le stesse perplessità, ma bastò la solita luce intensa per tranquillizzarmi e per riportarmi sul letto dove svenni., ossia a casa.
    - Mamma… papà si è svegliato!! – gridò Daniele
    - Allora…ti sei ripreso?- Mi chiese Claudia- ci hai fatto preoccupare, tanto che ho chiamato il medico.
    - Sì… Ma per quando tempo ho perso i sensi?
    - Più o meno un paio di minuti
    - Non è possibile!!!
    Invece era vero tutto: io ebbi perso i sensi e per quell’ arco di tempo abbastanza limitato. Vidi tutte quelle cose. Erano talmente veritiere che credevo di rimanerci secco. Evidentemente il mio cuore è molto forte. Riflettendoci su mi resi conto di non aver sognato… ebbi una forte visione!!!
    In quel momento squillò il telefono: era Grazia… ebbi di nuovo panico, ma mi doveva parlare solo di lavoro.



    ALESSANDRO CERVARICH

    Alessandro
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    Alessandroch
    Post: 2.576
    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 16/10/2005 16:56
    Chiedo scusa...
    ma ho dovuto tagliare il racconto in 3 parti perchè c' è un limite di caratteri dei post...



    Alessandro
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    Francesco E.
    Post: 5.362
    Registrato il: 05/02/2004
    maestro tranviere
    00 16/10/2005 17:20
    Re: Parte prima

    Scritto da: Alessandroch 16/10/2005 16.22
    EXPERIENZA INVEROSIMILE



    Pazzesco!!!!!!!!!!!! [SM=x346230] [SM=x346230] [SM=x346230] [SM=x346239] [SM=x346239] [SM=x346239] [SM=x346250] [SM=x346250] [SM=x346254] [SM=x346254]

    [Modificato da XJ6 17/10/2005 1.18]


    www.novaconcentusvocalis.it
    "Where no man has gone before"
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    XJ6
    Post: 9.264
    Registrato il: 22/02/2004
    maestro tranviere
    00 17/10/2005 01:29
    L'Esperienza di Alessandro
    Me la salvo e me la stampo, così me lo leggo stasera (speriamo di non avere gli incubi [SM=x346225] )

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    Alessandroch
    Post: 2.576
    Registrato il: 05/02/2004
    tranviere veterano
    00 18/10/2005 13:04
    Re: L'Esperienza di Alessandro

    Scritto da: XJ6 17/10/2005 1.29
    Me la salvo e me la stampo, così me lo leggo stasera (speriamo di non avere gli incubi [SM=x346225] )



    Allora? hai avuto gli incubi?[SM=x346249]



    Alessandro
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