00 21/12/2004 04:47
Mi era sfuggita questa chiacchierata sulle Mater romane, una delle tante versioni italiane delle famose " due camere e cucina ".
Le Mater mi sono sempre piaciute, fra l'altro sono spesso presenti nelle cartoline e nei tantissimi film in b\n ambientati a Roma e di sicuro non amatissime dai tranvieri per la rigidità, il basculamento e la frenata approssimativa. Fra l'altro mi raccontano anche che deragliavano con una certa facilità.
Vetture di questo genere erano presenti anche a Torino, Milano, Genova, Napoli...
Come dicevo mi sono sempre piaciute perchè rappresentavano l'altissima professionalità artigiana in loco di recuperare e non sprecare, l'esatto contrario della globalizzazione quindi, materiale vetusto ma comunque rinnovabile e riutilizzabile ancora per anni e anni. Costruite senza fretta una per una e senza ansie da normative, omologazioni e chissà cosa dimostravano come si potesse direttamente in deposito e con neppure molti attrezzi moderni confezionare instancabili veicoli per le nostre città. Se penso che ora proprio a Roma giaciono distrutti e inutilizzabili modernissimi tram costati miliardi e mai circolati un solo giorno mi sovviene potente la nostalgia, che va oltre al puro fatto tramviario, e che mi riporta a casa dei nonni negli anni '50 e '60 in cui nulla veniva sprecato: la pasta avanzata a pranzo veniva riproposta a cena nella frittata, la cotoletta in più messa il giorno dopo nel panino per la scuola, il grasso di quando si uccideva il maiale che finiva nelle candele e nel sapone, poi ancora cappotti rigirati, pantaloni accorciati con maestria casalinga la sera dopo cena per passarli ai fratelli, i caldi risciacqui delle prime lavatrici trattenuti per lavare i pavimenti, le lattine dell'olio o dei pomodori tagliate e spianate per coimbentare sottotetti, ho ancora i " preti " che nonna usava per mettere la brace del caminetto dentro i letti per scaldarli d'inverno...potrei andare avanti per ore... eravamo così. Eravamo tutti meglio.