Mondo Tram Forum Discussioni sui trasporti tranviari in Italia e nel mondo

I VECCHI TRAM DI TORINO - Binari e Ricordi

  • Messaggi
  • OFFLINE
    evviva il tram
    Post: 2.669
    Registrato il: 29/01/2011
    tranviere veterano
    00 10/03/2012 22:16
    @ Censin. Quelle foto a colori delle 2595 e 2598 sono stupende. Grazie!


    Solo tram e basta!
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    10 11/03/2012 20:39
    Le serie "cadette" 2100 - 2200
    Successivamente alla serie 2500, tra il 1932 e il 1938 vennero costruite ben 110 vetture a carrelli, numerate come serie 2100 e 2200, "sorelle minori" delle 2500, con lunghezza ridotta (meno di 12 mt) e motorizzazione pure ridotta, mantenendo peraltro le stesse caratteristiche come carrozzeria e arredo.
    Ne vediamo qui due esemplari, il primo fotografato all'inizio, il secondo nel dopoguerra, dopo alcune modifiche



    Uploaded with ImageShack.us



    Uploaded with ImageShack.us

    e in quest'altra l'interno, con in primo piano la "zona fumatori", con tanto di posacenere e aspiratore sul tetto



    Uploaded with ImageShack.us

    Certo, stupisce oggi, con la "demonizzazione" del fumo come portatore di K polmonare e vescicale, arteriosclerosi e infarto, ecc., che negli anni 30 ai fumatori si riservasse pure uno spazio sui tram; ma allora, in pieno ventennio, il fumo era segno di virilità, di maschilismo: l'uomo adulto che non fumava era visto quasi con sospetto! Comunque, nel dopoguerra i compartimenti fumatori vennero del tutto eliminati dai tram torinesi.
    Verso la metà degli anni 50, ormai alle soglie del boom economico, con l'immigrazione, l'aumento del traffico, ecc, questa serie cominciò a mostrare tutti i suoi limiti, in quanto a capienza e potenza ridotte, mentre era drammaticamente sentita la necessità di vetture articolate di grande capienza; tra il 1958 e il 1959, vennero tutte unite, a due a due, con giostra Urbinati, e con nuova motorizzazione, a formare la prima sottoserie delle 2800.
    Le 2800 risultanti conservavano sostanzialmente carrozzeria e arredi delle 2100 - 2200 di provenienza, solo con aggiustamenti riguardo le porte e l'adozione dell'illuminazione a tubi fluorescenti al posto delle lampadine a incandescenza; tra il 1978 e il 1979, vennero sottoposte a restyling con abolizione del posto del bigliettaio, coloritura in giallo e finestratura maggiorata, così come le vediamo attualmente; un solo esemplare, riportato allo stato originario, circola attualmente sulla linea "storica" 7.

    [Modificato da Censin49 12/03/2012 21:11]
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    10 13/03/2012 20:54
    La guerra, il dopoguerra e i tram
    Allo scoppio della seconda guerra mondiale, la rete tranviaria torinese, sia urbana che intercomunale, era in piena floridezza: il parco delle vetture tranviarie urbane, con le 2500 e le 2100 - 2200 a carrelli, ed altre come le 626 e le 2000, poteva considerarsi alla pari con le altre più importanti città italiane ed estere; si capisce quindi come l'entrata in guerra nel 1940 sia stato un vero "fulmine a ciel sereno" per i tram subalpini.
    All'inizio, per la verità , i disagi furono complessivamente limitati; qualche limitazione nelle corse di alcune linee, la soppressione di alcune fermate per risparmiare energia elettrica nel riavvio da fermo delle vetture, e simili; peraltro, nel giugno del 1942, fu istituito per la prima volta a Torino un servizio notturno per tutta la notte, limitato a otto linee o tratti di linee, per sopperire al divieto di circolazione nelle ore notturne delle "autopubbliche" (la parola "taxi" era stata rigorosamente proibita, in quanto straniera: "Va' fuori d'Italia, va' fuori o stranier!"); una misura simile tornerà più di trent'anni dopo, nel 1973 - 1974, durante i divieti di circolazione delle auto per l'austerità petrolifera.
    I guai seri cominciarono drammaticamente nell'autunno del 1942, con l'intensificarsi dei bombardamenti e i danni gravi alla città, ai suoi edifici e alle lnfrastrutture; dopo le distruzioni dei palazzi, ad esempio, era necessario provvedere allo sgombero della macerie, al puntellamento e messa in sicurezza di quanto era rimasto in piedi: era quindi necessario chiudere le strade interessate al traffico. Inoltre, con gli edifici, nelle vie percorse dai tram, cadeva anche la linea aerea. Da qui, sospensioni e limitazioni di linee, più o meno prolungate.
    A questo, si aggiungevano i danni ai depositi bombardati, con le vetture che vi erano ricoverate, e quelli ai tram lungo le strade che si trovavano sotto le incursioni.
    Dopo l' 8 settembre, l'occupazione nazista e le azioni partigiane, si dovettero mettere in conto anche i sabotaggi, pur necessari, alla rete; memorabile è rimasta l'azione partigiana che nel 1944, col sabotaggio di una sottostazione, bloccò la circolazione tranviaria in tutta la zona Nord della città.
    Al termine del conflitto, nel 1945, la situazione si presentava sconfortante: distrutti due depositi, molte vetture, altre requisite e trasportate dai tedeschi in Germania vennero solo in parte recuperate. La situazione se possibile era ancora più tragica per le linee intercomunali, a causa anche della loro estensione. Si può dire che con la guerra sia iniziato il declino dei tram torinesi.
    La rete intercomunale ( a differenza, ad esempio, di Roma e Milano, dove venne riattivata e ammodernata, tanto da arrivare, nel caso milanese, sino ai giorni nostri) non si riprese più: ad iniziare dalla linea per Trofarello e Poirino, che praticamente dal 1945 smise di funzionare regolarmente, sostituita con corriere, tutte le linee furono chiuse e sostituite con autobus; l'ultima, quella per Orbassano, resistette fino alla fine del 1958.
    Anche la rete urbana visse non pochi problemi, nonostante la costruzione delle moderne 3000 - 3100 e la ricostruzione dei depositi distrutti: l'energia elettrica era scarsa, le sospensioni e riduzioni del servizio, specie nel periodo invernale, all'ordine del giorno. In consiglio comunale, si levavano molte voci a chiedere la chiusura completa della rete tranviaria e il passaggio integrale agli autobus, sull'esempio di città estere, segnatamente in Francia e Gran Bretagna.
    Toccò all'Atm dimostrare, cifre alla mano, che, in presenza di infrastrutture e impianti fissi già esistenti (binari, rete aerea, ecc.), in una città ad economia industriale, con grandi complessi e necessità di movimentazione di grandi masse operaie, il "ferro" rimaneva più conveniente della "gomma"; inoltre, si sottolineò, negli esempi stranieri riportati, la soppressione dei tram era vista nell'ottica della sostituzione delle linee di forza con una rete di metropolitana, cosa che, nel caso di Torino, era da escludersi, viste le dimensioni limitate della città (allora non superava i 700.000 abitanti) e i gravi problemi economici del dopoguerra; una metropolitana, si diceva, sarebbe stata utile e ipotizzabile solo di lì a una ventina d'anni.
    Fu così che, alla prova della guerra e ancor più del dopoguerra, i tram torinesi riuscirono a sopravvivere; se, da un lato, le due linee circolari, la 1 e la 16, vennero "accorpate" nella sola 16, nel 1953 nasceva la nuova linea 1, per portare alla Fiat Mirafiori le grandi masse operaie che il grande complesso iniziava ad assorbire.
    Per quanto riguarda le vetture, invece, salvo le 300 - 3100, fino agli anni 70 - 80 non si misero "in cantiere" tram veramente nuovi, limitandosi al riuso e ristrutturazione di vecchie vetture; così, nel 1950 - 1957, con le 2700 "bisarche", e appunto con le 2800 nel 1958 - 1959 e poi a inizio anni 80. Si dovette attendere sino al 1983, coi "maxitram" 7000, per vedere una vettura tranviaria davvero nuova e innovativa.
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    10 14/03/2012 20:13

    Nella foto seguente, vediamo il piazzale d'ingresso del deposito Nizza, in piazza Carducci, dopo un bombardamento; in primo piano, una 2100 sventrata e carbonizzata






    Uploaded with ImageShack.us

    Nella foto sotto, vediamo invece gli effetti di un bombardamento sulla sede tranviaria riservata di corso Francia (scomparsa ultimamente, con la costruzione della metropolitana)




    Uploaded with ImageShack.us

    In quella seguente, la devastazione del deposito della tranvia intercomunale per Saluzzo in corso Spezia






    Uploaded with ImageShack.us

    sotto, invece, gli effetti di un bombardamento all'angolo tra via Duchessa Jolanda e via Vassalli Eandi, i cui effetti devastanti sono stati accresciuti dall'angolo acuto tra le due vie; in primo piano, i binari tranviari dell'allora linea 3 (borgo San Paolo - val San Martino) completamente divelti




    Uploaded with ImageShack.us

    e come si presenta ora la zona; il palazzo è stato ricostruito negli anni 50, i binari tranviari sono scomparsi da più di 50 anni


    Uploaded with ImageShack.us

    e, per finire, come si presentava via Po nelle settimane immediatamente successive alla fine del conflitto (maggio 1945), nel suo tratto più disastrato: quello tra via Accademia Albertina e via San Massimo, in cui sorgeva pure il teatro Rossini



    Uploaded with ImageShack.us

    in primo piano i binari tranviari; per sostenere la linea aerea, al posto dei muri dei palazzi distrutti, è stata eretta una palificata provvisoria.
    Anche questo tratto di via è stato ricostruito a inizio anni 50, ricostruendo la facciata originale, però con palazzi dalle caratteristiche interne moderne; anche i portici, esteriormente uguali al resto della via, all'interno sono più alti, e con soletta in cemento al posto delle originarie volte sei-settecentesche. Il teatro Rossini non è più stato ricostruito; al suo posto, la via Ozanam (cieca).

    [Modificato da Censin49 14/03/2012 20:16]
  • OFFLINE
    tronchino
    Post: 175
    Registrato il: 26/07/2009
    tranviere junior
    00 14/03/2012 21:41
    Foto impressionanti, grazie Censin
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    10 15/03/2012 20:08
    @ tronchino - Grazie per l'apprezzamento, anche se le foto non sono...farina del mio sacco! Non potrebbero esserlo, visto che per fortuna all'epoca ancora non ero nato; è una selezione da immagini di pubblicazioni varie (spero di non aver grane con copyright e diritti vari); l'unica mia è quella scattata ieri in via Duchessa Jolanda ang. via Vassalli Eandi, che mostra il palazzo ricostruito.
    Comunque, nei miei primi anni di vita (anni 50) ho ancora constatato con mano le rovine della guerra: proprio riguardo al deposito "Nizza", il palazzo vicino di piazza Carducci rimase ingombro di macerie fino verso il 1955; poi le macerie vennero sgomberate, ma il palazzo attuale risale a fine anni 60. Come non ricordare il palazzo di piazza Castello, sede della Regione? Le rovine annerite e scheletrite rimasero fino al 1970, pietosamente coperte con cartelloni pubblicitari, solo passando sotto i portici ci si poteva render conto della devastazione; poi finalmente, grazie alla Regione che ne fece la propria sede, fu ricostruito, anche se non proprio esattamente come era prima.Così l'ala delPalazzo di Città verso via Bellezia, ricostruita solo negli anni 80. Ancor oggi, qualche traccia di quei giorni terribili ("Torino assassinata nel sonno" ebbe a scrivere il poeta dialettale Nino Costa a proposito del bombardamento più devastante, il 13 luglio 1943) rimane, nel centro storico (via San Dalmazzo e dintorni) come pure nella zona tra via f.lli Calandra e via Mazzini; si spera in un futuro ripristino...
    [Modificato da Censin49 20/03/2012 20:12]
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 16/03/2012 20:07
    In una foto di inizio anni 50, ecco come si presentò per oltre due decenni il palazzo bombardato di piazza Castello, ricoperto da un grande cartellone pubblicitario, al di sotto del quale si intravedevano le rovine e i tralicci di sostegno di quanto rimasto



    Uploaded with ImageShack.us

    In alcuni anni, a cavallo tra gli anni 50 e 60, in occasione delle festività natalizie venne adornato di luminarie; la pubblicità, ovviamente,cambiava nel tempo, restando sempre uguali le dimensioni del cartellone.
    Per anni si susseguirono le diatribe sulla ricostruzione dell'edificio; finalmente, nel 1970 la neonata Regione Piemonte decise di ricostruirlo, facendone la sua sede di rappresentanza.
    Dalla parte opposta della piazza, un altro rudere rimase imperterrito per 34 anni, anche se non si trattava di cause belliche: quello del Teatro Regio, distrutto da un incendio nel 1936 (come sono facili agli incendi, i teatri italiani!); la facciata era rimasta pressochè intatta, dentro però era andato tutto bruciato. Anche in questo caso, per decenni si susseguirono le contese, tra chi voleva una ricostruzione integrale "com'era prima", sul modello della Scala di Milano (quella sì distrutta nei bombardamenti), e chi, pur mantenendo la facciata, propugnava un edificio in stile moderno; prevalse alla fine questo secondo partito: ricostruito secondo canoni moderni (ricalcando lontanamente il Metropolitan di New York), venne inaugurato nel 1973 dall'allora Presidente Giovanni Leone.
    [Modificato da Censin49 16/03/2012 20:16]
  • OFFLINE
    tronchino
    Post: 175
    Registrato il: 26/07/2009
    tranviere junior
    00 18/03/2012 10:23
    Certo, non puoi essere tu l'autore, ma il grazie era per averle raccolte e postate, non è che si vedono tutti i giorni in giro immagini come queste ed è sempre interessante e istruttivo (ri)guardarle! Infatti le ho subito mostrate a mio figlio (17 anni) che non ne aveva mai viste sull'argomento e le ha osservate con molta attenzione.
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 19/03/2012 19:59
    @ tronchino -Certamente, la guerra ha segnato profondamente chi l'ha vissuta, qualunque fosse la sua età e condizione; da piccolo, quando mi comportavo troppo da "viziato", immancabile era il commento dei genitori: "Avresti dovuto esserci durante la guerra!"; similmente, quando, all'inizio della carriera lavorativa mi lamentavo per ritardi e affollamenti di tram o bus, il commento dei colleghi anziani era il solito: "Allora, cosa avresti detto in tempo di guerra!"; una delle colleghe di lavoro (classe 1925) era rimasta talmente traumatizzata per aver visto una delle tradotte di deportati in Germania in partenza da Porta Nuova, da non osare nemmeno più avvicinarsi alla stazione e salire in treno!
    A proposito del bombardamento già ricordato del 13 luglio 1943, ricordo che, accompagnando il 13/7/1989 in taxi mio padre a una visita medica, il taxista, pure anziano e vicino alla pensione, si rivolse a mio padre, ultraottantenne, dicendogli: "Si ricorda, tanti anni fa nel 1943, che disastro? Povera Torino!"
    Ricordo anche che, negli anni 50, molte erano le persone, specie giovani, che, all'arrivo dei temporali, erano colte da veri attacchi di panico, più che comprensibili visto il loro "vissuto": tuoni, lampi e fulmini ricordavano tremendamente i fragori e i bagliori delle bombe durante le incursioni!
    [Modificato da Censin49 20/03/2012 20:10]
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    10 20/03/2012 20:06
    Nella foto sottostante, cartolina postale risalente a inizio 900, vediamo il tratto di portici di via Po del tratto bombardato, come dalla foto precedente



    Uploaded with ImageShack.us

    in primo piano, vediamo il caffè Nazionale, uno dei locali storici di Torino, ricco di ricordi anche risorgimentali, andato purtroppo distrutto assieme ai portici e alle case.
    Nella ricostruzione, il caffè è stato ripristinato, però in chiave e con arredamento moderno, e superficie ridotta.
    Nella foto sotto, scattata oggi, come si presenta attualmente il tratto di portici, ricostruito "moderno"



    Uploaded with ImageShack.us

    e l'ingresso del Caffè Nazionale, pure ricostruito moderno



    Uploaded with ImageShack.us

    a rimarcare la differenza,l'aggettivo "nuovo" sull'insegna



    Uploaded with ImageShack.us

    qui sotto, vediamo invece il punto di congiunzione tra i portici riscostruiti perchè interamente distrutti e quelli rimasti allo stato d'origine, non colpiti o restaurati



    Uploaded with ImageShack.us

    e sotto il luogo dove sorgeva il teatro Rossini; ora vi è la via Ozanam, che si vede in foto



    Uploaded with ImageShack.us

    mi si perdonerà se, con questa discussione, ho un po' esulato dal campo strettamente tranviario; ma ritengo giusto far conoscere cosa ha significato la guerra e le sue distruzioni in uno degli angoli più caratteristici di Torino.

    [Modificato da Censin49 24/03/2012 20:31]
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 22/03/2012 14:21
    Il capolinea del 7 a "Porta Pila"


    Uploaded with ImageShack.us

    Nell'immagine sopra, ripresa da una pubblicazione del Comune (a sua volta facente parte dell'archivio fotografico della "Gazzetta del Popolo"), che riprende Porta Palazzo nel 1962, vediamo sullo sfondo, al capolinea di fianco alla "tettoia", una vettura dell'allora linea 7 in attesa di ripartire verso piazza Bengasi; i tram in arrivo da piazza Bengasi scaricavano i passeggeri in corso Regina, poi, girando tutt'attorno alla "tettoia", si portavano in tale capolinea.
    La foto ha un particolare abbastanza strano: la vettura ripresa è una 2500, mentre sul 7, fin dal 1958, prestavano servizio quasi esclusivamente le 3000 - 3100 - 3200; l'ipotesi è che la vettura fotografata sia "d'emergenza", chiamata in servizio per indisponibilità della 3000 titolare.
    Le 2500 comparivano allora regolarmente sulla linea 1 dalla Fiat Mirafiori al Cimitero Generale, linea che per gran parte correva sovrapposta alla 7 (da Millefonti sino a corso Regina), come supplementi "operai" di rinforzo alle 2700 nelle ore di entrata/uscita da Mirafiori, di solito limitate da Mirafiori a piazza Carlina (con capolinea ora usato dalla linea "storica") oppure a corso Regina (di dove, svoltando su corso Regina, raggiungevano il deposito Tortona, dove risiedevano); il 7, dal dopoguerra, non aveva più supplementi operai, visto il costante declino della Fiat Lingotto (culminato con la sua chiusura definitiva nel 1981).
    Un particolare va ancora detto sul capolinea di piazza Bengasi: fino al 1963 era ad anello al fondo di via Nizza sul sito dell'attuale corso Traiano (allora limitato a una stradina), affiancato quasi sempre ad un luna park con giostre e autoscontro; in direzione Nord, la linea percorreva via Nizza fino a via Millefonti, poi per questa via si portava in via Genova; nel 1963, con l'apertura completa di corso Traiano come è tuttora, il capolinea venne portato su corso Maroncelli, percorrendo in direzione Nord tutta via Genova.
    La linea 7, come già ricordato, venne soppressa nel 1966, inglobata nella nuova linea 15 da corso Maroncelli (di cui ereditò il capolinea dal 7) a via Lauro Rossi; il capolinea del 7 a Porta Palazzo, dal 1975 al 1982, venne utilizzato da una nuova linea 7, diretta verso Sassi; successivamente, con la scomparsa anche di tale linea, venne soppresso.
    Nella foto sotto, vediamo, a fine anni 20, una vettura della linea 7 alla fermata di via Madama ang. corso Dante; sullo sfondo la scuola elementare Silvio Pellico, di cui si vedono gli scolari all'ingresso o all'uscita



    Uploaded with ImageShack.us

    e sotto ancora, di qualche anno prima, via Madama Cristina nel tratto tra corso Marconi (allora corso Valentino) e piazza Madama, con due vetture che si incrociano



    Uploaded with ImageShack.us

    Quest'ultima foto è sicuramente anteriore al 1926; infatti, vediamo ancora i tram viaggiare sul binario sinistro, e anche l'auto in transito verso il centro tiene la sinistra; l'inversione di marcia da sinistra a destra, per tutte le città italiane, data dal maggio 1926.
    Vediamo anche che la pavimentazione della via è ancora a ciottolato ("sternìa" o "calatà" in piemontese), con le rotale laterali di "lose" (lastroni di pietra) per lo scorrimento dei veicoli a cavallo o a mano (allora quasi tutti senza gomme, solo con cerchioni in ferro); l'asfaltatura delle vie di S. Salvario avvenne infatti solo nel dopoguerra, tra il 1951 e il 1954 (ma alcune vie secondarie, come via Foscolo, rimasero col ciottolato sino all'inizio degli anni 60).
    [Modificato da Censin49 18/04/2012 20:45]
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 26/03/2012 20:23
    Una domenica di maggio di 49 anni fa
    Maggio 1963, una domenica soleggiata: approfittando della bella giornata festiva, dopo i compiti scolastici, salivo, alla mia fermata di corso Dante, su un tram della linea 1, da poco prolungata lungo corso Settembrini fino a corso Orbassano. Passata piazza Caio Mario, la 2700 ("bisarca", "due camere e cucina", i soprannomi con cui "affettuosamente" passeggeri e tranvieri chiamavano queste articolate) cominciò a prendere velocità lungo la sede riservata di corso Settembrini, con un rollìo e beccheggio degni di un transatlantico (quelli di una volta, senza stabilizzatori o simili); fortuna che soffro poco il mal di mare! Giunse, dopo una decina di minuti, al capolinea, nella zona che i vecchi torinesi conoscevano come "Tre Tetti", ancora quasi campagna! A sinistra, le "palazzine" dell' ampliamento più recente della Fiat Mirafiori (quello che aveva giustificato il prolungamento della linea); a destra, il muro di cinta di mattoni e i padiglioni del San Luigi, per tutti i torinesi il "Sanatorio" di triste memoria (l'Ospedale avrebbe traslocato nel 1970 nella nuova sede di regione Gonzole di Orbassano; poco dopo i padiglioni abbattuti e il terreno incorporato nell'ultimo ampliamento della Fiat). Dopo cinque anni dalla chiusura, sopravvivevano ancora in gran parte binari e linea aerea della tranvia intercomunale di Orbassano, colla diramazione che raggiungeva l'ingresso del Sanatorio; sarebbero scomparsi pochi anni dopo, nel 1965 - 1966, con l'allargamento dello "stradone" di Orbassano. Oltre il corso Orbassano, campi e prati, cascinali, mucche e pecore al pascolo; percorsi, per un breve tratto, la strada del Portone, in un ambiente bucolico, tra prati nel pieno della fioritura primaverile (solo verso la metà degli anni 70 sarebbe stato creato il Cimitero Sud, poi diventato Cimitero Parco). Fatto poi ritorno al capolinea, sempre con l'1 tornai verso casa.
    Inutile aggiungere che, in meno di mezzo secolo, tutto è diventato irriconoscibile! Rimasto solo al suo posto il capolinea tranviario, al posto dell'1 di allora arriva ora il 10, con le vetture più moderne del parco; tutt'attorno, nuovi palazzi, centri commerciali, lo svincolo della tangenziale, realizzato a inizio anni 70. Non voglio lodare nostalgicamente il tempo passato: prendo solo atto, facendolo notare, della differenza.
    Nella foto sotto, una veduta aerea del vecchio Sanatorio San Luigi dell'inizio anni 50



    Uploaded with ImageShack.us
    [Modificato da Censin49 28/03/2012 20:27]
  • OFFLINE
    tramlinea5
    Post: 86
    Registrato il: 01/07/2011
    apprendista tranviere
    00 28/03/2012 13:13
    Nuova crisi petrolifera?
    @Censin 49- Ovviamente ti ricorderai più di me che ne ho solo sentito parlare della crisi petrolifera degli inizi anni 70.
    Faccio questo riferimento perchè oggi,seppur con motivi leggermente diversi(allora avevano "chiuso i rubinetti),il petrolio con il caro benzina sta raggiungendo cifre astronomiche e molti preferiscono abbandonare se non per vera necessità l'uso della propria auto.
    Adesso non è per mandarcela,ma aspettiamo Pasqua e il periodo estivo,i 2euro al litro li supereremo ben bene.
    Ma anche allora per muoversi,quando c'era il blocco totale si vedevano per la strada mezzi propri "assurdi"(ora non so se il blocco avveniva nelle domeniche come quelle di oggi definendole ecologiche o era esteso anche in settimana).
    Se non erro la crisi petrolifera di quegli anni aveva rilanciato il nostro caro vecchio tram,un mezzo di trasporto antico e ormai superato...dicevano...il prolungamento di alcune linee,la nascita della nuova linea 7...
    Col periodo che stiamo attraversando non è che ci riavviamo con questa tendenza intelligente?
    E' anche vero che oggi esistono gli autobus a metano ma solo 2 depositi sono dotati di impianto,il Tortona e il Gerbido,ed è impossibile sia per costi che manutenzione estenderli a tutta la rete.
    Al deposito Venaria stanno facendo ultimamente a molti il corso per la guida tram e ne hanno sempre bisogno,calcolando che da anni gente aspettava il momento,credendo che la domanda fosse caduta nel dimenticatoio...sarà un segnale?
  • OFFLINE
    tramlinea5
    Post: 86
    Registrato il: 01/07/2011
    apprendista tranviere
    00 28/03/2012 13:58
    Quel binario di corso Trapani...
    @Censin 49-A sud di piazza Rivoli nel controviale nord di corso Trapani vi era un moncone di binario che se non voglio errare lungo una ventina di metri che entrava nell'allora anello della piazza, prime di essere rifatta, in direzione di piazza Statuto. Sarà sparito da circa 10 anni con il nuovo look sia di piazza Rivoli che di corso Trapani(il sottopasso)e lo smantellamento della linea tranviaria di corso Francia con i cantieri della metropolitana.
    Ora non mi ricordo se vi era ancora traccia della linea aerea.
    In quel tratto (controviale nord di corso Trapani) non mi risulta che sia passata una linea tranviaria:o poteva essere un binario tronco di servizio oppure (ma ho dei dubbi)vi era un binario che collegava piazza Rivoli con il deposito San Paolo su corso Trapani(ovviamente sempre controviale)e quindi ne poteva esistere un'altro nel controviale sud.
    Se ti ricordi il binario o ti viene in mente qualcosa fammi sapere,è una cosa che mi son sempre chiesto:in ogni caso un grazie anticipato.
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 28/03/2012 20:22
    @ tramlinea5 - si, ricordo bene quel moncone di binario con linea aerea(andando nel 1969 al lavoro a Grugliasco, scendevo in piazza Rivoli dal filobus 34 per prendere su corso Francia l'altro filobus "rosso" per Grugliasco); non vi ho mai visto fermi tram, ancvhe se può darsi fosse usato per accantonare vetture in caso di emergenza.
    Inizialmente, doveva far parte dell'anello del capolinea del 6 sbarrato, esistito di rinforzo al 6 da Porta Nuova fino appunto a piazza Rivoli fino al 1931.
    [Modificato da Censin49 28/03/2012 20:24]
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 28/03/2012 20:39
    @tramlinea5 - Nel 1973, a differenza di oggi, i prezzi della benzina e del gasolio erano "calmierati"; era il Governo a fissare con DL il prezzo (massimo) alla pompa, comprensivo del ricavo per i petrolieri, di quello per il rivenditore (benzinaio) e delle "accise"; questo aveva già provocato, nell'estate - autunno 1973, acute penurie nei rifornimenti, poichè le compagnie, ritenendo troppo esiguo il margine a fronte di prezzi del greggio crescenti esponenzialmente, tenevano i prodotti nei depositi senza distribuirlo, in attesa di ottenere dal Governo un aumento; le misure di austerità, col blocco della circolazione festiva dal 1/12/1973, erano appunto un modo per scoraggiare i consumi, senza incidere troppo sul prezzo (si era ventilato anche un razionamento con tessere annonarie o simili, poi abbandonato). Oggigiorno, in clima "liberista" che ripudia i calmieri imposti dall'alto, si lascia che sia il "mercato", con l'aumento dei prezzi, a scoraggiare i consumi...difficile prevedere come finirà!
    Intanto, dalla rivista "Railway Gazette" avuta in omaggio all'Expoferroviaria che si tiene in questi giorni al Lingotto, apprendo che in Francia prosegue a tutto spiano la costruzione di nuove reti tranviarie, anche in città di dimensioni medio-piccole, delle dimensioni, per dire, delle nostre Novara o Alessandria.(es. Digione e Besançon).
    Comunque, il blocco totale della circolazione festiva durò dal 1/12/1973 al 28/2/1974 (con le sole eccezioni di Natale e Capodanno, in cui la circolazione fu libera); dal 1/3 al 30/4/1974 fu a targhe alterne (pari o dispari), con blocco totale il giorno di San Giuseppe (19 marzo) allora giorno festivo (la festività sarebbe stata abolita nel 1976, assieme a molte altre) e circolazione libera a Pasqua e Pasquetta e 25 aprile; dal 1/5 venne abolito (con sostanzioso aumento del prezzo dei carburanti), ritenendosi ormai superato il periodo più critico, con la minaccia di chiusura dei rubinetti del greggio ventilata dai paesi arabi produttori, per rappresaglia alla "guerra del Kippur" dell'ottobre 1973.
    L'idea iniziale di vietare la circolazione alla festa non fu nostra; l'iniziativa partì dall'Olanda, a novembre 1973, cui seguirono a ruota Belgio, paesi scandinavi, Germania, Svizzera e Austria, mentre noi arrivammo buoni ultimi; nessuna restrizione alla circolazione venne attuata in Francia, Gran Bretagna, Spagna (ancora sotto il regime franchista) , Portogallo (ancora sotto il regime post-salazarista di Marcelo Caetano) e Grecia (ancora sotto il regime dei colonnelli); insomma, dei paesi del Sud Europa, fu solo l'Italia a vietare la circolazione. Generalizzati pressochè ovunque furono invece i severi limiti di velocità e le restrizioni nell'orario di vendita dei distributori.
    [Modificato da Censin49 29/03/2012 20:06]
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 29/03/2012 20:04
    Comunque, va ricordato che, per tutta l'Europa, la crisi petrolifera del 1973 (seguita poi nel 1979 dall'altra legata al crollo dell'impero iraniano dello Scià) fu uno "scossone salutare", di quelli che ogni tanto dà la storia, avendo messo in evidenza come non si potesse, come fatto per tutti gli anni 60, puntare tutto sul mezzo privato per gli spostamenti (chi non ricorda, in quel decennio, il gran discutere sull'"auto da città" di dimensioni minime, da affiancare a quella "grande" per gli spostamenti extraurbani a lunga distanza?), ed occorresse invece rivisitare e potenziare, se del caso, i mezzi collettivi. Sia il "revival" del tram, anche come metropolitana leggera di superficie, sia i progetti di metropolitane "light" per città di medie dimensioni (come il nostro VAL, ideato e realizzato in Francia a Lilla) sono in qualche modo frutto di quella stagione di siccità petrolifera.
  • OFFLINE
    tramlinea5
    Post: 86
    Registrato il: 01/07/2011
    apprendista tranviere
    00 29/03/2012 21:33
    @censin 49-Il fatto che la Francia sfrutti le risorse a disposizione, rivalutando ciò che prima era sottovalutato, o messo nel dimenticatoio, le fa onore. A me da una parte dispiace fare i complimenti ad altri(pur riconoscendo il merito)ma vorrei tanto poterlo fare in casa nostra(ancor di più nella nostra città). Gli altri arrivano sempre dove noi arriviamo dopo, o non ci arriviamo proprio!
    Quando circa un anno fa avevo appreso la notizia che ,nel 2012 dovrà nascere una nuova rete di trasporti mandando in pensione le rete 82,ero contento anche perchè si rivalutava il trasporto su rotaia:non si parlava di tagli ma di eliminare gli sprechi(che è ben diverso). Col tempo e seguendo un po' le vicende, ho appreso che il trasporto su rotaia è costituito principalmente dalla metropolitana,dal passante ferroviario e dalla linea 4 che faranno da asse portante con altre linee(hanno citato il 10 e il 18)anche perchè il 3 sarà ML ma non la vedo come linea portante ma non per questo inutile.
    Ma le altre linee tranviarie le vogliamo trascurare come il 13 o il 15?
    Per carità,non si parla della loro cancellazione o modifiche da stravolgerle,però ammetto che un po' di perplessità ne ho.
    In conclusione,dall'aspettativa di rivedere qualche nuovo percorso tranviario su binari non solo di servizio, si è ridotta di veder perdere qualcosa di quel poco che ci è rimasto. E pensare che come idee nel calderone vi era anche quella di fare delle circolari tranviarie su binari esistenti nel centro(un po'come avviene per il 7).
  • OFFLINE
    Censin49
    Post: 2.735
    Registrato il: 21/02/2010
    tranviere veterano
    00 30/03/2012 20:13
    @tramlinea5 - Probabilmente è anche questione di risorse, da noi purtroppo sempre insufficienti. Comunque sia, per chi ha conosciuto gli anni 50 e 60, è stupefacente vedere come vengano rivalutati i trasporti su rotaia in genere, con pubblicazioni tecniche anche di divulgazione in libreria, mentre appunto mezzo secolo fa per questi mezzi sembravano suonare campane a morto: tram e treni, sembrava di capire, sembravano destinati a scomparire, soppiantati dalla "gomma" (auto e bus) per i trasporti urbani e a media distanza (sino a 300 - 500 km) e dall'aereo per distanze maggiori. Invece, ogni tanto la storia, anche della tecnologia, ha di questi cambiamenti...
    Forse su questo ha influito anche la mentalità italiana, che ha visto nell'automobile lo status symbol per eccellenza, il mezzo proprio, comodo sotto casa, da usare senza vincoli di orari, ecc., mentre il mezzo pubblico era ancora visto come la deamicisiana "carrozza dei poveri"; questo può spiegare ad es. anche il ritardo nella costruzione di metropolitane, anche nei confronti di paesi non certo avanzati come Spagna o Portogallo: la prima vera metropolitana italiana, costruita come tale (quella di Roma, inaugurata nel 1955, ora linea B, era stata concepita più che altro come prolungamento della ferrovia Ostiense), fu inaugurata a Milano solo nell'ottobre 1964, dopo ben sei anni di lavori, coi giornali, come la "Domenica del Corriere", che protestavano contro lo sventramento delle strade centrali (ancora non esistevano le tecniche moderne della TBM o "talpa" e del "cut and cover"); l'italiano medio, pur di non spostare il posteriore dalle sue amate 4ruote, sopportava con rassegnazione ingorghi paurosi e perdite di tempo incredibili....
    [Modificato da Censin49 31/03/2012 20:05]
  • OFFLINE
    evviva il tram
    Post: 2.669
    Registrato il: 29/01/2011
    tranviere veterano
    00 09/04/2012 23:56
    @ Censin. Il tuo discorso, purtroppo, non vale per Roma dove il tram pare che si stia instradando sulla via del tramonto (anche se mi auguro che qualcosa di buono succeda). In presenza di problematiche, non si fa niente per risolverle, vedi la vicenda del prolungamento dell'8 alla Stazione Termini che avrebbe potuto raggiungerla lo stesso attraverso la realizzazione di percorsi alternativi comunque interessanti e rievocanti lo splendido tempo che fu. La vicenda del 3 (erede di una storica linea circolare) che stenta a tornare su rotaia, etc, etc.

    Solo tram e basta!
86