00 09/02/2004 11:49
Re:

Scritto da: Davide-P 09/02/2004 0.35



Sia chiaro una cosa prima di iniziare: tanto di cappello a tutti i volontari per tutto quello che hanno fatto fin'ora in tutte le realtà operanti in Italia, queste mie note non sono rivolte al loro operato.
Personalmente come ogni altro appassionato, sento molto la mancanza in Italia di un museo dedicato ai tram e ai filobus, ma comunque mi rendo conto che anche sotto il profilo ferroviario le cose non sono per niente migliori. Viviamo in una società dove ci viene bellamente “imposto”, con vari pretesti di “copiare” gli stili di vita esteri, europei o americani particolarmente, ma purtroppo è deprimente constatare che mentre in Italia abbondano i musei di arte, arte antica, dei vecchi mestieri, della moda, del pallone, dell’ombrello e chi più ne ha più ne metta, sono completamente assenti musei che raccolgano mezzi filoferrotranviari; mentre basta cercare su internet per rendersi conto di quante città europee o extraeuropee siano dotate di uno o più musei filoferrotramviari. E come museo intendo un sito al coperto dove il visitatore apra la porta, entri e possa osservare una raccolta di tram e filobus così come farebbe entrando al museo egizio o in ogni altro museo.
Oltretutto in tempi come questi, la creazione di un museo di tal portata a mio avviso creerebbe anche qualche posto di lavoro, cosa da non disdegnare.



Sono daccordo con te... ma non capisco a cosa vuoi alludere...


Personalmente ho cercato nella mia città di impegnarmi per cercare di fare qualcosa in tal senso ma fin’ora ho ottenuto solo buchi nell’acqua.
Questo perché GTT possiede qualcosa come 5/6 veicoli tranviari storici (attenzione non quelli ristrutturati e atti al servizio che sono 3501/2595/3279/3203) che se valorizzati adeguatamente potrebbero benissimo essere il primo nucleo di tale museo.
Sono stato ricevuto dal Sindaco, il quale senza tanti giri di parole mi ha detto che alla città tutto questo non interessa.


Beato te... ma come hai fatto?


Sono in contatto con l’MFP (Museo ferroviario Piemontese) il quale nel suo statuto prevede di conservare anche veicoli tranviari.
Purtroppo uno o più dirigenti di questa istituzione speravano che GTT facesse loro il museo e poi alla fine incaricasse questa istituzione della gestione. Tutto sbagliato alle aziende in generale non interessa una cosa del genere.
Oltretutto in Italia a qualsiasi livello governativo (Comuni, province, regioni)(sia di destra che di sinistra) non gli frega niente a nessuno di dar vita a una forma musueale seria in questo settore, il politico di turno e solo contento quando si può presentare a qualche inaugurazione vera o presunta, con tanto di fascia, per vivere di luce riflessa ma dopo finita la cerimonia tutte le istituzioni si dimenticano che un museo per proseguire nella sua attività necessità di fondi certi e costanti.
Dall'altra parte all'interno dei direttivi che gestiscono i musei quando arrivano i soldi si inizia a litigare, chi vuole il merito di questo, chi vuole fare quest'altro, chi e invidioso dell'altro, si crede e spera che magari le aziende di trasporto costruiscano raccordi tramviari o addiritura musei da dare in gestione alle associazioni (illusi) e via discorrendo, risultato, vediamo:


E siamo alle solite... mi sembra un pò quello che sta facendo l'ASI per quandto riguarda le auto storiche... loro litigano... le istituzioni fanno leggi a favore della conservazione del patrimonio storico che poi non vengono rispettate (leggi: agevolazioni per quanto riguarda manutenzione, conservazione ed uso di tali veicoli... io ne so qualcosa perché ne ho 2... e poi le regioni dicono che la legge nazionale non vale poiché ASI ha detto che non può fare niente se uno non si iscrive al club associato!)


Pietrarca: chiuso



Pietrarca... è chiuso ma stanno per partire i lavori di riqualificazione del museo... per fortuna è intervenuta la Regione Campania!




Certo, vediamo tanti treni storici, ma di statico niente o quasi niente. Per non parlare poi della situazione in campo tramviario, tranne una quindicina di motrici ristrutturate ad usi turistici tra Milano Torino e Roma, ed qualche filobus altro non si vede.


Beh... a Napoli è stata restaurata 1004... e c'è in attesa 1029 e 961...
Alessandro mi informava anche che sono stati salvati 3 filobus "Alfa 1000"... uno addirittura è quasi pronto! Riportato allo stato d'origine... con i finestrini a cremagliera ed il ripristino di tutti i particolari originali
mi rendo conto che è un po poco (anche mettendo nel gruppo l'unico autobus che si sia salvato dalla demolizione tra quelli radiati nella storia dei Trasporti Napoletani: il Fiat-Sofer 418AL n°3650... si è salvato solo perché era il milionesimo autoveicolo immatricolato in provincia di Napoli... infatti è targato NAA00000 !!)... ma questi veicoli si sono salvati (a parte il già citato autobus) solo grazie alla sensibilità delle maestranze dell' ANM... il passo successivo dovrebbe essere la creazione di un museo.

Ma per tutto questo per conto mio la colpa non è solo dall’altra parte.
Cari amici credo sia venuto il momento di un' pò di sana autocritica.
Permettetemi una domanda, ma alla fine di tutto l’appassionato cosa vuole?
Vogliamo delle riviste belle, comprensibili tecnicamente, alla portata di tutti ma con tanti approfondimenti a livello quasi da ingegnere e con articoli storici filanti e frutto di ricerche che magari dovrebbero durare anni per essere ben fatte, ammesso e concesso di riuscire ad arrivare alle fonti. Ma nello stesso tempo ci piace molto leggere, criticare e non cercare di proporre, ammesso e concesso che le redazioni delle riviste accettino le critiche e le eventuali collaborazioni invece di rimanere chiuse dentro il proprio "infallibile" guscio. Preferiamo forse dialogare sulle varie m-l su quanti pali sono stati posati in quel posto, su quanti carrelli sono stati spostati da questa a quella motrice, sulla "28" di Milano unica con le chiodature, su come sono nate le 3100 di Torino, ma intanto sono state quasi tutte demolite e in pratica nessuna conservata. Permettetemi argomenti belli ma assai poco utili.



Guarda... tu hai ragione... ma d'altro canto noi semplici appassionati cosa possiamo fare? Se addirittura, e parlo di Napoli, si sono dismessi in pochissimo tempo chilometri di tramvia perfettamente funzionante, mi riferisco alla zona di Fuorigrotta, per sostituirla CON AUTOBUS INQUINANTI con la scusa della nuova linea Metropolitana (quest' argomento, credimi, mi manda su tutte le furie:Sm16: :Sm16: !), come si può pensare addirittura ad un museo? Fra l'altro dico anche che tu sei l'unico dipendente di un ente gestore di trasporti pubblici a dire chiaro e tondo ciò che pensa... e di questo te ne rendo merito! Io so per certo che ci sono altri lavoratori del settore che leggono su questo forum (ne sono certo!) senza intervenire... una grossa mano potrebbe venire proprio da loro... se solo prendessero esempio da te.

Però dico anche che tu potresti fare qualche proposta concreta...

Per quanto mi riguarda i "miei" tram e filobus non li voglio chiusi solo in un museo... vorrei vederli, almeno in qualche occasione particolare, tornare a circolare per la mia città!
Parlando ancora di Napoli ti posso dire, portandoti un esempio, che a Napoli non conservano proprio nulla... hanno fatto lentamente sparire tutte le vetture a 2 assi (numerosissime fino alla fine degli anni '50) che sono state il vero simbolo della Napoli tramviaria dei tempi d'oro!!! Persero una grossa occasione allorquando si decise l'accantonamento, nel 1980, dell'ultima 2 assi bidirezionale (la vettura di servizio numero IV del Servizio Impianti Fissi) Si sono venduti (ma qui è colpa degli autisti che li odiavano) tutti gli Autobus Bipiano Aerfer "Metropol" costruiti apposta per la mia città... ora alcuni esemplari fanno bella mostra di se sparsi in tutt'Italia (soprattutto a Roma che ne conserva uno gelosamente. Poi... e questa è una vera denuncia da parte mia, hanno demolito l'unico tram, il 969, esemplare UNICO ricostruito interamente A MANO da 5 tramvieri 5... questi, ispirandosi alla serie dei ricostruiti FIORE I, nel deposito di Fuorigrotta si armarono di di fiamma ossidrica, saldatore e quant'altro dando vita ad un incredibile ibrido caratterizzato dai sei finestrini laterali (in luogo dei 5 standard) e alla conservazione del tetto della precedente ricostruzione anni '60(IMM). Secondo me, quel tram andava salvato a tutti i costi... a parte per l'"unicum" che andava a costituire, ma soprattutto a testimonianza dell'intraprendenza e della bravura dei dipendenti della Azienda Napoletana!

[Modificato da Nicola M. 09/02/2004 12.37]


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"Where no man has gone before"