Tram onirico - Racconti di vita e di tram

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Alessandroch
00sabato 15 gennaio 2005 19:50
Ho sognato di essere dalle parti di pzza Nazionale ed ero con molte persone, compresi i miei genitori. Era tutto diverso dal reale. C' erano tante deviazioni, scambi, etc. In una strada vi erano 4 binari, come fossero 2 linee ferroviarie che si uniscono parallelamente. Credevo che cotanta bontà fosse stata in disuso ed invece vedemmo passare una Diatto, poi una Balilla e alla fine una Charleloi... una parata di tram d' epoca. Io, sapendo il nome di ogni tipo, li dicevo tutti, avendo così i complimenti dei presenti.
Poi, cambiando sogno, mi son ritrovato a Capo s. Vito a Taranto.
Ero a Bordo di un Sirio. Lo stazionamento era a binario tronco presso la località tarantina.
Altro sogno: ero in una zona di Napoli indefinita... non so che zona, dava l' idea di un punto industriale, cmq era Napoli.
Ero con mia zia, sorella di mia madre. Ci siamo litigati di brutto e lì vicino passavano tram.

Non credo che sia il solo a sognare tram, perchè non raccontiamo i nostri sogni?


Francesco E.
00sabato 15 gennaio 2005 23:20
Re:

Scritto da: Alessandroch 15/01/2005 19.50
Ho sognato di essere dalle parti di pzza Nazionale ed ero con molte persone, compresi i miei genitori. Era tutto diverso dal reale. C' erano tante deviazioni, scambi, etc. In una strada vi erano 4 binari, come fossero 2 linee ferroviarie che si uniscono parallelamente. Credevo che cotanta bontà fosse stata in disuso ed invece vedemmo passare una Diatto, poi una Balilla e alla fine una Charleloi... una parata di tram d' epoca. Io, sapendo il nome di ogni tipo, li dicevo tutti, avendo così i complimenti dei presenti.
Poi, cambiando sogno, mi son ritrovato a Capo s. Vito a Taranto.
Ero a Bordo di un Sirio. Lo stazionamento era a binario tronco presso la località tarantina.
Altro sogno: ero in una zona di Napoli indefinita... non so che zona, dava l' idea di un punto industriale, cmq era Napoli.
Ero con mia zia, sorella di mia madre. Ci siamo litigati di brutto e lì vicino passavano tram.

Non credo che sia il solo a sognare tram, perchè non raccontiamo i nostri sogni?





Lasciamo stare! Io sono fuori di testa... sogno spesso una specie di domenica dedicata al trasporto Napoletano d'epoca... improvvisamente saltano fuori ( a questo punto come fantasmi) tutte le meridionali e le tipo officina assieme ai Fiat 410 Aerfer ed i "Jukebox" con tanto di bandierine sui ricaschi del tetto... sogno anche le matricole (strano che molte hanno il 3!); qualche volta finirà che me le gioco al lotto... poi mi rendo conto che, in realtà, non faccio altro che ricordare il mio mondo di quando ero poco più che un bambino... quindi più che di tram ed autobus ho nostalgia della mia infanzia spensierata... e tale spensieratezza è dovuta al coraggio di mia madre che, nonostante la perdita precoce di mio padre, non ha fatto mai mancare nulla... ne a me... ne a mia sorella!!!:Sm13: :Sm13: :Sm13:
Augusto1
00domenica 16 gennaio 2005 00:49
ricordi, più che sogni
Da quasi quarantenne anch'io penso a quando, da bambino (e ogni tanto lo sogno pure) prendevo il tram (solo due fermate, ma era il tram!) per andare a scuola; altre immagini ricorrenti sono la 1031 con le sue luci posteriori più alte degli altri tram (fu il prototipo delle "Meridionali"); o la 1013 (che aveva il verde chiaro tendente al giallo) presa in via Fuorigrotta alla fermata con i binari al centro strada, il che comportava di poter finire sotto a una macchina; o il Fiat 401 con i materiali che era fisso davanti al bar Messico alla ferrovia, o i Juke-box che facevano la 144, la quale all'epoca saliva per via Veniero e poi girava in via Lepanto, via Giulia Gonzaga (oggi sarebbe impossibile). O il tram IV con l'operaio anziano che aveva "la mazza" per pulire le rotaie, tipo quella di Totò in "L'Oro di Napoli", su e giù per via Cumana; la 1037 scassata e impolverata che trainava i carrelli da un capannone all'altro; il 139 in Piazza San Domenico Maggiore; il giro la domenica sul 247 per andare al Vomero con mio nonno; il primo tram ricostruito, il 999; la 975 che faceva 'a curva c'a recchia 'nterra a Porto Salvo una sera di luglio nel 1972; i 410 Aerfer sulla 112 rossa a via Leopardi; il bus 10 con i 414 Scall; e il "tram col rimorchio" che vedevo dalla finestra della mia aula delle elementari, all'Andrea Doria vicino alla Cumana di Fuorigrotta...che bello...
filobustiere
00lunedì 17 gennaio 2005 18:39
Sogno o son desto?
Non volevo parlarvi di ciò per pudore ma visto che avete messo voi in mezzo l'argomento.....
Molti anni fa vidi un film dove si vedevano un sacco di bus di Napoli ma poi da adulto ho pensato di averlo sognato. Ebbene ho ritrovato quel film. Vi dico subito che di tram non si vede niente però.
Immaginate un bussetto 640 Cansa (di quelli che facevano il 138 o il 139: Augù forse si troppo quaglione però li conosci)guidato da Vittorio De Sica il cui bigliettaio era Vittorio Caprioli, un irreprensibile capolinea Eduardo, un rattuso da autobus Giacomo Furia, un inseguimento fra le strade di Napoli con vedute di Piazza Amedeo con filobus. Immaginate il 640 che scendeva per Vico à Neve. Stupendo. Il film lo comprai nella mia mania di collezionare Toto. Era ad episodi e si intitolava Tempi Nostri e forse l'intervento di Toto non è fra le migliori performance. Ma quell'episodio....che bella sorpresa scoprire di non averlo sognato. Ogni tanto me lo vado a rivedere. Credo che esista solo la versione VHS nella solita collana Fabbri. Se lo trovate al secondo mercato e v'interessa l'argomento, compratelo. Non ve ne pentirete.
Augusto1
00lunedì 17 gennaio 2005 19:46
per filobustiere
Sì, caro Gennaro, conosco quel film e (perdonami se mi permetto di precisare) il bus guidato da De Sica era un Fiat 640 RNU Garavini (serie 251-262, poi rinumerati 301-312 nel 1960, in servizio dal 1950 al 1961/62, quando alcuni di loro continuarono a vivere perchè ceduti alla ditta Cutolo di Ercolano) e ricordo benissimo una scena in cui parte sparato da Piazza Amedeo e scende per via Martucci. Ricordo anche una scena girata al Parco Virgiliano quando il nostro porta lì il bus, con tanto di viaggiatori, abbandonando completamente la linea.
Augusto Cracco
00lunedì 17 gennaio 2005 19:52
eccolo qua!
Il nostro 640...
Alessandroch
00sabato 22 gennaio 2005 12:54
Un incontro particolare


Lecce, 13 dicembre 2004

Mi chiamo Alessandro, sono un musicista (un batterista, per la precisione) e vivo a Lecce ma sono di origini napoletane, un fuorigrottese quasi D.O.C. Ciò che non mi rende completamente partenopeo è l’ origine slovena , da parte di mio padre, ma sono radici di cui vado orgoglioso. Evidenzio la mia napoletanità perchè sto per raccontarvi una bella esperienza a me capitata a Napoli e, vedi un po’, proprio nei pressi di Fuorigrotta:
Partii circa un anno fa per il capoluogo campano con l’ intenzione di incontrare alcuni amici che hanno lo stesso mio interesse e passione per qualcosa che non riscuote un successo di massa: il tram!! Ebbene, tale pazzia, se così la voglia chiamare chiunque legga queste righe, è talmente forte che si sta addirittura formando un’associazione per la salvaguardia dei tram che coinvolgerà tutte le città italiane in cui questo mezzo di trasporto e o è stato presente.
Ora vi racconto ciò che mi è successo : In occasione di quell’ incontro prenotai una stanza nei pressi di via Nuova Agnano, dove una volta c’era lo stabilimento Italsider.
Arrivai con un Eurostar alla stazione di Campi Flegrei poco prima dell’ora di pranzo. Da lì, andai a prendere il tram (non poteva essere altrimenti) in direzione Dazio, alla fermata che sta proprio di fronte alla stazione. Dopo poco più di 5 minuti in lontananza cominciai a scorgere l’inconfondibile sagoma di una bella vettura a carrelli: il numero 1 arrivava! Preparai quei pochi bagagli che avevo con me e subito dopo montai su.
Stranamente, per essere ora di punta, il tram era quasi vuoto. Obliterai il biglietto e, come mio solito fare, mi misi davanti, presso il posto di guida.
Camminando per tutta la lunghezza del mezzo, dalla parte posteriore a quella anteriore, mi accorgevo che quei pochi passeggeri mi osservavano dalla testa ai piedi… beh, un po’ li capivo, dato che ero vestito tutto di nero, con delle catenelle che dondolavano dai passanti dei miei pantaloni, capelli lunghi sino a metà schiena e calzavo degl’ anfibi lucidi non del tutto allacciati… insomma, impersonavo bene il genere di personaggio che poteva venir fuori dalla mia cultura musicale. Era evidente che quelle persone non avevano mai visto uno acconciato in quel modo anche se la mia “divisa” da concerto è alquanto sobria rispetto al normale.
Mi sedetti mentre il tram era già partito. In quel momento pensai, guardando l’orologio, che l’ albergatore non avrebbe avuto problemi nell’ attendermi: gli avevo comunicato che se fossi arrivato in ritardo avrei raggiunto l’ albergo presumibilmente entro le due del pomeriggio, ma la tabella di marcia era pressocchè perfetta e il tram avrebbe impiegato altri 10 minuti da piazzale Tecchio per lasciarmi nei pressi di via Nuova Agnano. Dalla fermata avrei impiegato meno di 5 minuti a piedi per raggiungere l’ albergo. Già immaginavo di posare le valige in camera e rilassarmi da un viaggio che comunque era andato niente male.
Il contrattempo che da lì a poco mi stava per capitare era dovuto dal fatto che a guidare il tram era una donna e non un uomo… accidenti, questa avventura, ve ne accorgerete, sarà determinante come un macigno caduto sulla testa.
Notai la grande disinvoltura di quella giovane e affascinante tranviera con cui guidava quel mezzo un po’ particolare. Continuavo a fissare come spostava le leve di comando, come fosse una massaia che mescola l’ insalata da condire oppure come vedere la destrezza con cui un batterista jazz suona il proprio strumento con le spazzole.
Dopo un po’, la tranviera si accorse di essere osservata da strani occhi incuriositi, tanto che mi chiese, spiazzandomi per l’estemporaneità della richiesta, quale fosse la mia fermata. Capii subito che parlava a me, pensando anche che avesse scambiato i miei sguardi per un tentativo d’approccio, ma volevo esserne sicuro, per evitare inutili imbarazzi, quindi aspettai a risponderle… Lei insistette: “Dico a te, metallaro…” – quando sentii quel termine…beh, non ho avuto più dubbi: parlava con me:
“Ehm… Devo scendere alla fermata nei pressi di via Nuova Agnano”
- Quindi… tra 5 fermate!
- Ma.. non so…
- Si , tranquillo… tra 5 fermate sarai arrivato a destinazione!
Trovai molto interessante il fatto che subito mi diede del tu. Poi, riflettendoci un po’e facendo passare del tempo, rendendomi conto che la mia fermata era sempre più vicina, le chiesi
se avesse voluto che scendessi dal mezzo a causa di quella mia attenzione per lei e se fossi causa di fastidio dato che era impegnata nella guida. Mi rispose:
- No… e perché? Ho notato solo che mi osservavi…-
- Non volevo essere invadente- le dissi- ma… - Mi interruppe avvisandomi che sarei arrivato alla fermata.
Scesi dal tram. Appena misi piede a terra mi girai per guardarla per l’ ultima volta e con rammarico speravo in un altro incontro con quel dolce essere che avevo incontrato proprio viaggiando sull’oggetto dei miei desideri.
Conoscendo la distanza tra l’ albergo ed il capolinea del Dazio, in mente feci un calcolo sul tempo che quel tram avrebbe impiegato per tornare nello stesso punto, così lanciai uno sguardo al numero di matricola della vettura tranviaria (era la n° 975) in modo da avere in mente quale fosse il tram condotto da quella visione celestiale.
Ragazzi miei, non raggiunsi i miei scopi per poco: mi recai con passo pacato sino all’albergo… spiegai all’ albergatore i motivi della mia fretta per tornare in via Bagnoli, allo stesso punto dove lasciai la linea tranviaria (e il tram 975). Vidi che l’albergatore era divertito, avendo conosciuto la mia idea; pensai che l’ allegria di quella città fosse di buon auspicio; comunque gli lasciai i miei documenti ed i miei bagagli e, sempre con calma, tornai sui miei passi nel tentativo di prendere lo stesso tram.
Appena arrivai in via N. Bagnoli il tram mi passò davanti al naso. La misteriosa tranviera, accorgendosi di me, ebbe un’ espressione mista di compiacimento e soddisfazione, come per dire : “te l’ ho fatta!!”
Tornai incazzato in albergo. Alla reception mi chiesero come fosse andata e dissi con rabbia: - Si vede come è andata, no?- ...E quello continuava a divertirsi…. Pensai: ”ridi in faccia a queste catene che mi porto appresso!”
Presi documenti e bagagli, mi indicarono la stanza e mi ci infilai dentro. Cercai il cellulare e chiamai Augusto, uno degl’ amici di cui ho parlato sopra. Era l’unico numero che avevo a disposizione (quello di Francesco non funzionava – e tutt’ ora non funziona- inoltre non conosco quello di Paolo) per fargli sapere del mio arrivo a Napoli e per avere luce sui programmi dei miei giorni napoletani.
Nel frattempo si fecero le 2 di pomeriggio, mi accorsi che il mio stomaco brontolava ma ebbi tutto il tempo per mangiare e riposarmi con calma; con i miei amici trammofili mi sarei dovuto vedere alle 5 presso il deposito di Fuorigrotta.
Arrivato l’ orario dell’ appuntamento, mi incontrai con le suddette anime, visitammo il deposito e vedemmo i mezzi che c’ erano, alcuni in attesa di demolizione ma molti altri belli e fiammeggianti come se fossero usciti dalla fabbrica. Mi accorsi della presenza della vettura 975 in riposo, mi venne spontaneo chiedere ad un dipendente dell’ azienda di trasporti quanti tranvieri donne ci fossero a Napoli e come si chiamasse la tranviera che all’una faceva servizio su quel tram.
Il dipendente si allontanò da noi per verificare. – Ashpett’!- mi disse. Intanto Rosario,Francesco, Augusto e Paolo (poi ci raggiunsero Gennaro e Antonio) mi chiesero cosa avessi in mente…
– Rintracciare quella tranviera, perché?-
– Ma dicci la verità che sei venuto a fare a Napoli?- mi chiese Francesco
– Tranquilli, non mi distrarrò sul vero motivo della mia permanenza partenopea
– Se… se, comm’ no? – mi dileggiò Augusto, e poi aggiunse, sempre con sarcasmo: “Metallo!!”
– Ragazzi credetemi, che per quanto bella possa essere… mi interruppe il dipendente, che lì era soprannominato “ ’o tram c’ ‘a recchia ‘nterra” gridandomi da lontano…
– Tale Giuseppa Paiano… ha iniziato il servizio alle 10.30 di questa mattina da s. Giovanni a Teduccio, poi è andata a Poggioreale e con lo stesso mezzo è arrivata sino a qui, infatti ‘a 975 sta ‘cca.
Guardai negl’ occhi i miei compagni e ,con imbarazzo, domandai al tipo:
– Quando riprenderà servizio?
– Se volete, vi lascio il suo numero di telefono
Continuai ad osservare i miei amici che mi mandarono simpaticamente al diavolo e poi risposi:
– No, non credo che sia una buona idea, preferirei rincontrarla mentre lavora, in modo “fortuito”.
Augusto continuava a stuzzicarmi ridicendo: “Metallo!”

Piccola parentesi in onore al dipendente ANM “ ’O tram c’ ‘a recchia ‘ nterra”: Costui era ( ed è) un tranviere in pensione che fa il custode nel deposito. Ci raccontò quel dì , che quando era in servizio, nelle ore di tarda sera , per tornare presto a casa, si affrettava andando veloce con i tram. Ad una curva in particolare, quella della chiesa di Porto Salvo, il tram, per l’eccessiva velocità, sembrava curvasse rialzando le ruote sulla rotaia interna. Quando raccontava l’ aneddoto ai suoi colleghi diceva (e continua a raccontare): “ ‘O tram pigliaie ‘a curva c’a recchia ‘nterra (traduco= lo specchietto del tram ha toccato terra in curva), ma torniamo al racconto…

Intanto, gli altri dell’ allegra compagnia, si erano addentrati nei capannoni e, pensando a cose più serie, discutevano per un eventuale spazio utilizzabile nel deposito, qual’ ora ci fosse stata una minima possibilità, aspettando anche i tempi della costituzione della famosa associazione pro- tram, per iniziare la ristrutturazione di un vecchio mezzo, dall’ azienda accantonato. Li raggiunsi, portando il mio contributo metallaro a idee ed eventuali progetti futuri.
La giornata ebbe un buon epilogo con un appuntamento accordato per le 10 della mattina del giorno seguente, presso il deposito di s. Giovanni a Teduccio.
Tutti avevano la propria auto per tornare a casa, tranne io. Quindi, stanco per la faticosa giornata, tornai in albergo. Dal deposito presi il n° 2 per raggiungere viale G. Cesare e da lì cambiai linea con il tram 1 per recapitarmi (manco fossi una cartolina) in via Nuova Agnano.
Arrivai in albergo intorno alle 8 di sera, andai a mangiare una pizza e, dopo un’ ora scarsa, andai a buttarmi sul giusto giaciglio. Presi sonno e quasi subito dormii come un sasso.
La mattina seguente mi svegliai più o meno alle 8.30 con tutta calma, andai subito sotto alla doccia e, fresco come un fiore appena sbocciato dal suo pacato sonno, feci una frugale colazione e subito andai a prendere il tram (sperando di incontrare la bella dipendente dell’ANM) che mi avrebbe portato in piazza Vittoria, per poi prendere il 4 che mi avrebbe condotto al deposito che quel giorno ci interessava.
La mistica tranviera non la incontrai!
Temevo di essere in ritardo e che gli altri, spazientiti, mi aspettavano, ma notavo con sollievo che Augusto e Francesco non erano ancora arrivati.
Nel deposito di s. Giovanni incontrai Paolo, Gennaro e Mauro, 3 trammofili di 3 fasce d’ età diverse ma piccoli come bambini entusiasti perché avuto in dono i loro “trenini elettrici” (non pensate che io sia stato immune da cotanta emozione).
Condivisi in toto l’ entusiasmo che aleggiava in quei luoghi con tutto il gruppo:
- Eccoli là… finalmente sono arrivati Augusto e Francesco- ci avvisò Gennaro indicandoli come se avesse visto Santa Claus
- E io temevo che fossi in ritardo- risposi loro
- E va bbuo’, jamm…- esclamò Augusto e aggiunse: “metallo”… evidentemente gli piaceva molto chiamarmi così… e perché deluderlo? In fondo era vero quel che le sue labbra profetizzavano.
- C’ è un traffico tremendo- aggiunse Francesco
Una volta tutti uniti, organizzammo la visita con i dipendenti .
Talmente presi dalla bellezza del deposito tranviario non ci accorgemmo che il tempo volò e, senza che ce ne rendessimo conto, giungemmo all’ ora di pranzo. Paolo, per l’ occasione, prenotò in un’ ottima pizzeria nei pressi del Duomo (e nei pressi di casa sua)… ci divertimmo molto, talmente tanto che l’ incontro con la tranviera mi passò quasi dalla testa. Comunque ci fu del dileggio nei miei confronti da parte di tutti a causa di quella ragazza.
Dopo il pranzo ci salutammo con molto calore ed ognuno rincasò con una felicità infinita.
Augusto e Rosario rimasero con me, sapendo che rimanevo solo. Ci facemmo una passeggiata verso piazza Plebiscito, giusto per sgranchirci le gambe. Chiesi loro se mi avessero accompagnato per un po’. Prendendo l’ ascensore adiacente al palazzo reale in piazza del Plebiscito, scendemmo in via Acton per prendere il tram. Salirono addirittura con me in direzione del Dazio. Non mi accorsi che quel tram era guidato da quella che probabilmente si chiamava Giuseppa:
“ Dai .. ti accompagnamo sino a Piazza Sannazaro, poi torniamo indietro.”
Il tram che prendemmo era alquanto pieno, ma arrivato a piazza Vittoria dimezzò il suo carico.
Parlammo delle emozioni, delle parole, delle storie tramviarie che per tutto il tempo ascoltammo e vivemmo. A metà altezza della Riviera di Chiaia volli andare a vedere chi guidava il tram, eravamo nella parte posteriore del mezzo: “Scusatemi – mi giustificai - devo vedere una cosa…” Rosario e Augusto mi videro poi tornare bianco in volto: “ragazzi… è lei che guida ‘sto coso… quella Giuseppa di cui ‘O Tram c’ a’ Recchia ‘Nterra mi ha detto il nome a Fuorigrotta e di cui a pranzo vi ho parlato…e per la quale sono stato debitamente sfottuto da voi”
Lei si accorse di me, vedendomi tramite lo specchietto interno che è in dotazione in ogni vettura.
- Embè ?… e mo ce ne jamm’!-
- Ma noooo... Augu’ ma che dici ?
- Mi pare che qui siamo di troppo… ma che ci fai alle donne tu?
- Rosa’… ti ci metti anche tu?
Si continuò, tra seri discorsi e tra scherzi, a parlare di tram, treni e Circumvesuviane. Raggiungemmo piazza Sannazaro e, come promesso, i miei amici scesero per prendere un mezzo che li riportasse indietro. Con un saluto molto affettuoso e qualche scherno tra noi, si congedarono da me:
- Ci sentiremo presto- dissi loro e a Rosario dissi che a marzo sarei andato all’incontro dell’associazione di cui era membro.
Li vidi avvicinarsi alla fermata opposta alla mia direzione di viaggio… mentre il mio tram si allontanava da loro, mi salutarono ancora e poi vidi Rosario appoggiarsi al palo della fermata.. Entrambi gesticolavano fortemente, mi chiesi cosa si stessero dicendo.. e poi la curva del binario mi impedì di vederli… il tram entrò nella galleria Laziale o “la Grotta” come i napoletani la chiamano.
Rimanendo solo, mi arrivò in mente il pensiero della tranviera come fosse stato un’ onda anomala, sentendomi anche addosso il torcersi dello stomaco ed il sudore nelle mani; ma mi feci coraggio; abbattendo ogni atomo di timidezza, mi avvicinai al posto di guida. Ruppi il ghiaccio con una frase… forse tra le più classiche di uno che vuole abbordare o conoscere una giovine donna.
- Ciao… sono sempre io-
- Eh!! Me ne sono accorta-
- Perché non ti sei fermata quando mi hai visto arrivare ieri all’ incrocio tra via Nuova Bagnoli e via Nuova Agnano?
- Ma guarda un po’ che pretese… e io mo’ fermo un tram perchè devo vedere te?
- In effetti… hai ragione. Senti, non so perché… ma tu mi hai colpito…
- Ma come, mò i metallari sanno fare pure gli sdolcinati?
- Perché, ti sembra una cosa strana? E poi sul discorso musicale ne possiamo parlare quanto vuoi… ti interessi di musica?
- Certo … ma di sicuro non la tua, io sento un genere più calmo.
- A parte che io non ascolto solo gruppi metal, mi ritengo un individuo musicalmente poliedrico
- Oohhh… che parolone… perdonami, ma ti ricordo che sto lavorando.
- Se ti do fastidio, dimmelo che non ti disturbo più
- No… non è quello, ma mi dà fastidio la sicurezza di voi uomini che ci considerate come se ci aveste già in posizione orizzontale per soddisfare i vostri ormoni in fermento (e chi sì? ‘o yogurt?).
- Mamma mia!!! E cosa ho detto per farti alzare le barricate in questo modo? Ti garantisco che non sono uno che vuole dare fastidio, per cui ti ripeto: se vuoi mi allontano, anche perché giustamente, stai lavorando.
In quel momento oltrepassammo piazza Italia e, guardando verso sinistra, mi rammentai di Maurizio perché mi parlò che andava spesso allo Sferisterio per giocare e, abitando in piazza Garibaldi , si faceva tutta la tratta cittadina in tram ( poi qualcuno dice che siamo pazzi… ma ciò è ovvio). Tornando a quei momenti:
-Qual è il tuo nome?- mi chiese lei
-Alessandro!
- e cosa fai?
- Sono un odontotecnico… ma anche un musicista
- … e si vede per come vai vestito… tutto in nero, i capelli lunghi…- Dopo un po’ di secondi di silenzio mi chiese:
- Ma non è che fai parte delle “bestie di Satana”?
- MMMMhhhhh…la solita battuta… ascolta, io saprei il tuo nome… ma tranquilla: non è venuto satana in persona a dirmelo… quanto un tizio che sta al deposito di Fuorigrotta che lo chiamano “tram c’ ‘a recchia’n terra”.. – lei mi interruppe ammonendo il suo collega, ma io la pregai di non prendersela con quello che per me è stato un fantastico uomo per le cose che ci raccontò….
- No no.. è sempre il solito… non si fa mai i fatti suoi… va bbuo’ ja…allora, come mi chiamo? –
Mi chiese sfidandomi.
- Giuseppa!
- Aheee… ‘o ssapevo! Comunque preferirei “Giusy”.
- Dai non ti arrabbiare!- Intanto, tra una fermata e l’ altra, raggiungemmo piazzale Tecchio.
- Immagino che tu non sia di Napoli…
- No.
- E mo’ quando parti?
- Domani mattina, prenderò il treno da Roma che mi riporta in Puglia
- Di dove sei?
- Di Lecce
- Ahh !!! Quindi non ti rivedrò più?
- Perché dici questo? Possiamo innanzitutto scambiarci sia i numeri di telefono che gli indirizzi… che ne dici?
- No!!!
- Allora perché continui a parlarmi?
Per un attimo si girò verso di me e mi propose:
- Senti… perché non vieni fino al capolinea, al Dazio, così ne parliamo? Non è lontano dalla tua fermata, lì devo sempre aspettare un pò prima di ripartire.
Quando Giusy ebbe questa idea, eravamo in via Diocleziano già da un po’. Incominciammo a raccontarci la nostra vita e le nostre idee, poi le raccontai anche i bellissimi momenti passati insieme ai miei amici amanti del mezzo più speciale che la mente umana possa aver inventato: il tram!
Tra una chiacchiera ed un’ altra raggiungemmo il Dazio, scendemmo dal mezzo e ci affacciammo verso il mare e lì ci scambiammo i nostri recapiti telefonici… poi Giusy mi disse che doveva ripartire e così fu.
Raggiungemmo la mia fermata alla direzione opposta
.A causa del nostro continuo parlare, Giusy tardò nel far ripartire il tram. Una signora, infastidita per l’ attesa, gridò dalla parte posteriore “signurì, aggiate pazienza, partimmo o m’aggia addurmì dint’o tram?”
A quella “gentile” richiesta dovemmo necessariamente interrompere il nostro idillio e quindi scesi dal tram. Tornai in albergo e salii in stanza per farmi un’ ulteriore doccia. Uscii di nuovo per mangiare una pizza. Per quanto buona poteva essere non riempiva il vuoto che avevo: quanta compagnia di cui ho ricevuto gaudio e che begl’ occhi di una semplice dipendente di un’ azienda di trasporti avevo conosciuto. Tornai su in stanza, misi i bagagli a posto e mi coricai, ma non riuscii a dormire per la troppa gioia incastrata nel mio corpo.
Arrivò il nuovo giorno, mi alzai presto per i pensieri dei giorni precedenti, una lavata di faccia, la solita colazione consumata in poco tempo, pagai il mio conto e dall’ Hotel Villa Maria decisi di raggiungere piazzale Tecchio a piedi, per ricordare ciò che ho vissuto.
Ecco cosa mi successe, andai in una città bellissima per incontrarmi con persone stupende e (non era in conto) per organizzare il capodanno di quest’ anno insieme a queste persone fantastiche. Intanto nell’arco dei 12 mesi trascorsi, Giusy ha conosciuto tutti i trammofili presenti quel famoso giorno e adesso fa parte del gruppo.
Per concludere: vorrei dire a tutti coloro che vedono una città come Napoli in malo modo, di stare attenti perché cotante magie, è probabile che accadano solo lì, nella città di Pulcinella.
Ultimo pensiero: spero di non avervi annoiati.


ALESSANDRO CERVARICH (Alessandroch)





1707
00lunedì 24 gennaio 2005 12:23
Bravo, Alessandro
Complimenti!
Tu non sei solo un musicista, ma un bravissimo scrittore.
Sono arrivato in fondo al tuo racconto con gli occhi lucidi.
Scrivi ancora, non è facile leggere racconti sul tema tram (e confermo quando dici una delle più belle cose che potessero inventare!).
Per non parlare della magia di Napoli, ma soprattutto dei napoletani!
Ciao e alla prossima!
Anzi, prenoto la fermata![SM=x346239]
Renzo.
Augusto1
00lunedì 24 gennaio 2005 14:02
per alessandroch
Mi fa piacere che l'hai inserito.
Alessandroch
00giovedì 27 gennaio 2005 10:44
rendo luce...
... che c' è stato un piccolo aiuto da parte di Augusto.

Alessandroch
00giovedì 27 gennaio 2005 10:45
Re: Bravo, Alessandro

Scritto da: 1707 24/01/2005 12.23
Complimenti!
Tu non sei solo un musicista, ma un bravissimo scrittore.
Sono arrivato in fondo al tuo racconto con gli occhi lucidi.
Scrivi ancora, non è facile leggere racconti sul tema tram (e confermo quando dici una delle più belle cose che potessero inventare!).
Per non parlare della magia di Napoli, ma soprattutto dei napoletani!
Ciao e alla prossima!
Anzi, prenoto la fermata![SM=x346239]
Renzo.



Grazie Renzo... ci sarà un seguito[SM=x346220]
Alessandroch
00venerdì 25 febbraio 2005 20:31
questa notte
ho sognato di stare in Elvezia... nn so se a Ginevra o a Zurigo.
nel sogno sono in compagnia con Claudia (la mia sosa).
stiamo in una zona di estrema periferia di questo misto di città.
c' è una linea tranviaria, i binari sembrano quelli delle ferrovie ed è un tratto diritto con uno scambio. nn c' è la linea aerea xkè è una linea nuova, ma i tram passano egualmente.
poi nn ricordo + nulla


Alessandroch
00giovedì 5 maggio 2005 17:40
quanti sogni...
...in via Diocleziano e vle G. Cesare in questi gg che nn ho scritto sul forum. Ringrazio Alessio (e Sabina) che mi ospita al momento finchè nn rimetto in piedi il mio comp.

DAZIOCH
mark815
00giovedì 5 maggio 2005 20:28
Re: quanti sogni...

Scritto da: Alessandroch 05/05/2005 17.40
...in via Diocleziano e vle G. Cesare in questi gg che nn ho scritto sul forum. Ringrazio Alessio (e Sabina) che mi ospita al momento finchè nn rimetto in piedi il mio comp.

DAZIOCH



Ehi Ale bentornato.Era un pò che non scrivevi.Ci sei mancato.
[SM=x346219]
Alessandroch
00sabato 14 maggio 2005 12:16
acc...
ho sognato di essere in ple tecchio. l' anello era funzionante e il senso di marcia dei tram era al contrario e si riallacciava al binario proveniente dal Dazio dall' altra parte della piazza. parlavo con la mia ex suocera, preoccupata x la figlia e mentre mi parlava vedevo le Meridionali, le attuali carrelli e sirio in movimento.
via diocleziano era in aperta campagna... in fondo c' era sempre l' ilva... che bello!!!

Francesco E.
00sabato 14 maggio 2005 22:03
Re: acc...

Scritto da: Alessandroch 14/05/2005 12.16
in fondo c' era sempre l' ilva... che bello!!!




Eh! Vallo a dire a quelli che abitavano in via Diocleziano, nell'ultimo tratto dopo l'incrocio con via Nuova Bagnoli (prima del Dazio), che quando l'Italsider andava a pieno regime avevano le facciate dei palazzi che stavano difronte alla fabbrica di un perenne color ruggine!
Su una cosa ti do però ragione: la chiusura dello stabilimento è stata una delle concause determinanti nella dismissione della tratta Tecchio-Dazio!
Alessandroch
00lunedì 16 maggio 2005 13:03
chiedo ammenda:
il mio "che bello" era rivolto ai tram che, in sogno, vedevo girare, non all' impianto siderurgico. per come è scritto il messaggio fa pensare che io sia contento x il funzionamento dell' ilva... nn è così, scusate!!!

Francesco E.
00lunedì 16 maggio 2005 23:48
Ma no! Diciamo che mi dai l'occasione di parlare di un' industria che nel bene e nel male, insieme alla Cementir ha dato da lavorare a migliaia di Napoletani in 60 anni di attività (fin da quando fu insediata nel 1925 come ILVA);anche un mio zio, oggi 90 enne in buona salute, vi ha lavorato come operaio specializzato fino alla prima metà degli anni '80; mi raccontava che spesso utilizzava il tram per recarvisi (tranne quando era nel turno serale)... la mattina, intorno alle 7 prendeva il 2 davanti alla Giacomo Leopardi e, quasi sempre riusciva a beccare una macchina sulla 1 in uscita dal deposito di Fuorigrotta... in estate, talvolta, andava a piedi fino a Piazzale Tecchio; personalmente, ho ancora nella testa il suono della sirena di fine turno serale che puntualmente intorno alla mezzanotte riecheggiava in lontananza... forse anche Augusto lo ricorda.
Quel suono ha accompagnato tutta la mia fanciullezza e adolescenza fino alle soglie della maturità... per altro fino al luglio del 1971 ho abitato a Bagnoli (in via d'Alessandro) in un villino ad un centinaio di metri dalla Fabbrica... vicino alla massicciata delle FS ed al PL della Cumana appena fuori alla stazione di Via Nuova Bagnoli!
Augusto1
00martedì 17 maggio 2005 11:38
ILVA
Si, a volte arrivava (dipendeva dal vento) anche da me la sirena. Il mio ricordo indelebile dell'Ilva, però, era quello di vedere, affacciato alla finestra, il cielo perennemente rossastro la sera voltandomi verso destra, ossia in direzione Bagnoli. Ricordo che mi fece un pò impressione quando, il primo giorno dopo la chiusura, il cielo fosse naturalmente, ma inopinatamente, del suo colore naturale per la mancanza dei riflessi dell'altoforno che, ricordiamolo, non veniva (non poteva esserlo) mai spento.
Francesco E.
00martedì 17 maggio 2005 17:38
Re: ILVA
E' vero!! Hai fatto ricordare anche a me lo stesso particolare... la sera, verso l'imbrunire e soprattutto col cielo sereno, affacciandomi al balcone di casa mia a via Giulio Cesare anche io notavo in lontananza l'effetto (in verità un po troppo drammatico) rossastro. Di più... mi sono ricordato che intorno alla metà degli anni '80, quando la mia vena fotografica era in auge, scattai delle foto notturne degli impianti dall'alto del belvedere di Capo Posillipo davvero spettacolari...
se le ritrovo (a casa di mia madre) ne metterò qualcuna in questa sezione!!!
Alessandroch
00mercoledì 25 maggio 2005 09:11
nuovi visioni:
ero in elicottero e dall' alto vedevo un convoglio metropolitano che viaggiava in via Partenope su rete tranviaria. nn so se lì ci sia mai stato il tram.

poi ho sognato che da tecchio prendevo il tram x i camaldoli. il mezzo era un tram romano a doppia cassa che tutt' ora sono in servizio.
arrivato nei pressi della zona alta di napoli ho avuto molta paura xkè le salite (e le discese) erano molto ripide. i tranvieri erano al contrario di me molto tranquilli.

a voi l' interpretazione di tali sogni.



Augusto1
00mercoledì 25 maggio 2005 17:21
per il visionarioch...
Proprio a via Partenope no (lì c'era però il filobus), ma sul proseguimento, a via Nazario Sauro sì. Per quanto riguarda i Camaldoli, lì ci vanno piano gli autisti dei bus (con la neve fu sospeso il transito) figurati coi tram... Via Partenope, col mare, la spiego con un fatto sessuale (il mare rappresenta il sesso, è notorio); i Camaldoli (la montagna), la difficoltà che hanno i tram a riemergere. Psicanalisi "tre a mille lire"...
Francesco.E.
00venerdì 3 giugno 2005 22:39
si parlava di ITALSIDER (ex ILVA)
un paio di immagini notturne di quando era ancora in attività...
le scattai una sera intorno alle 22 da Capo Posillipo dove c'era la racchetta tramviaria (dal 1940 filoviaria) poi capolinea della 140...
purtroppo l'immagine è molto sgranata poiché sperimentai per l'occasione una pellicola da ben 1800 asa (normalmente si usano da 100-200 massimo 400 asa) che mi permise di fotografare con tempi di posa brevi e senza usare il cavalletto!!! La colorazione bronzea delle foto e dovuta all'illuminazione con lampade al sodio dell'area!





E' stato alquanto macchinoso inserire queste foto, date le nuove restrizioni, ma ci sono riuscito...

[Modificato da Francesco.E. 03/06/2005 22.46]

filobustiere
00sabato 4 giugno 2005 14:18
Ilva
Scusate un pò di nostalgia anche dal filobustiere. Innanzitutto la sirena suonava 2 volte ossia alle 22,45 ed alle 23 quasi (immagino) per determinare "il lasciate il lavoro" e "l'uscite". Lo stesso succedeva alle 14,45 ed alle 15 (esattamente 8 ore prima). Mentre in verità non ricordo la corrispondente eventuale sirena alle 6.45 ed alle 7. Il cielo rossastro me lo ricordo ed era anche sinistro. Però succedeva quando la volta era coperta da nuvole che fungevano da schermo. Last but not least! In corrispondenza dell'uscita delle 23.00 l'ATAN predisponeva un servizio rapido no stop ed esclusivo per gli operai che conduceva verso il centro. Il servizio veniva espletato con due vetture: la titolare e la bis.
Augusto1
00sabato 4 giugno 2005 15:01
servizi per l'Ilva
Tra quelli non esclusivamente dedicati, ricordiamo anche i tram+rimorchio mattinali sulla 1 (biglietto verde a 20 lire negli anni '70), le linee bus 141 Via Marco Polo-Pianura, 141/ via M.Polo-Pignatiello e 150 rosso Stazione Centrale-Coroglio.
Alessandroch
00mercoledì 8 giugno 2005 09:37
ALTRO SOGNO
ero dalle parti di via delle legioni...tutta diversa. dava l' idea + ad una piazza. c' erano i cantieri x smantellare gli armamenti tranviari. x il "panico" telefono al cellulare di Augusto. lui nn mi da retta xkè la moglie è in procinto di partorire. nella mia solitudine, svolgo un sondaggio ai residenti di quelle zone. ho avuto 3 risposte da parte dei fuorigrottesi: idifferenza da parte di alcuni, nostalgia da parte di altri e assoluta pazzia nell' eliminare il tram da parte di altri ancora.

Alessandroch
00martedì 23 agosto 2005 18:48
Ancora visioni notturne
questa volta sono a Parma (forse xkè sto andando lì domenica 28/8).
LA città emiliana è tranviaria, una rete molto capillare. giornata di sole, calorosa e piena di colori (siepi, alberi... insomma un sogno).
all' improvviso c' era un' ordinanza da parte dei vertici dell' azienda di trasporto in cui le tranviere (ebbene, si!!! eran tutte giovani donne i conduttori dei tram, tra cui una di esse è una amica reale: Eleonora)dovevano trasferirsi in altre città.
L' ordinanza le ha rese tutte tristi e proprio Eleonora era la + triste.
Infatti le chiedevo "come fa l' azienda se vi mandano tutte via?" e si è allontanata da me in bicicletta...[SM=x346240]
chi di voi è un interprete di sogni?
Augusto1
00martedì 23 agosto 2005 20:36
interpretazione spicciola
Il distacco fra Eleonora ed i tram, con conseguente partenza per un'altra città, rappresenta il tuo distacco da Napoli ed i suoi tram. Eleonora impersonifica il tuo lato femminile, e le tue fragilità. Un consiglio: la sera evita i peperoni! [SM=x346228] [SM=x346228] [SM=x346228]
Alessandroch
00domenica 18 settembre 2005 18:02
nuova visione
Ho sognato che io Augusto e Francesco facevamo un' accurata ricerca di rotaie nella strada che da pzza G.B. Marino porta all' imbocco della tangenziale,purtroppo ho un ricordo molto vago, ma il luogo era quello.[SM=x346240]
Augusto1
00domenica 18 settembre 2005 20:59
cosa avremmo trovato
Trenta metri di rotaie, ganci ai palazzi, un pezzo di trasversale con isolatore bianco alla fine di via Leopardi (a sinistra salendo) e pali con tanto di ganci fino allo slargo dell'incrocio dove sta il cimitero di Fuorigrotta.
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