TRAM DI TORINO

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tronchino
00mercoledì 17 agosto 2016 00:50
@Trammue: speriamo! Mi pare, Censin, che l'orientamento della attuale maggioranza sia quello di privilegiare una veduta più ecologica dello sviluppo, con tutte le virgolette possibili sulla parola "ecologica".
Per aver letto le opinioni di qualcuno di loro credo che il tram sia visto meglio del bus, in quanto elettrico. Poi dovranno fare i conti con le palanche disponibili, e lì vedremo.

Sono stato in vacanza in Romania, paese che notoriamente non naviga nell'oro, e ho visto con stupore e soddisfazione come ad Arad (città piccolina rispetto a Torino) i tram siano maggioranza tra i mezzi circolanti. Vecchiotti ma funzionanti, raggiungono anche, per mezzo di binari che solcano i campi di meliga, i paesi vicini. E' fantastico vedere questi tram tipicamente urbani farsi strada su rotaie invisibili tra l'erba alta letteralmente in mezzo ai campi! E pieni di gente... La povertà (relativa) di quei luoghi evidentemente fa si che il mezzo pubblico sia ancora molto utilizzato e non solo da studenti e pensionati.
Ma come mai a loro non è venuto in mente, come da noi negli anni 50 e 60, di sostituirli alla veloce con rombanti autobus?
Fabio Colabello
00mercoledì 17 agosto 2016 09:33
Perché nell'est dove c'era l'URSS in quegli anni il petrolio aveva costi più alti, quindi si è scelto di mantenere i mezzi elettrici. Infatti ancora oggi sono molte di più le linee tranviarie e filoviarie in tantissime città dell'Europa orientale.
Censin49
00mercoledì 17 agosto 2016 17:22
Il fatto è che in Italia, anzi in gran parte dell'Occidente, per motivi che non è il caso di rivangare si è privilegiato, dal dopoguerra,lo sviluppo dei trasporti su gomma, principalmente con mezzi privati e solo secondariamente con mezzi pubblici; anche Torino, come le altre città italiane, fino agli anni 50 aveva una rete estesissima di tranvie suburbane e intercomunali, in molti casi in sede propria, che nell'immediato dopoguerra (1945 - 1949) si voleva anche rilanciare (ad es. era previsto il prolungamento della ferrotranvia di Rivoli fino ad Avigliana); ma la lobby della gomma, tramite i giornali di cui era proprietaria, fece il possibile per gettare il discredito tra l'opinione pubblica su questi mezzi, dipinti come pericolosi, lenti, sporchi, poco o nulla confortevoli rispetto ai pullman. I risultati si videro: nessuna di queste linee giunse agli anni 60 (l'ultima linea, quella per Orbassano, chiuse nell'ottobre del 1958)!
Pertegheta
00giovedì 18 agosto 2016 18:11
Buonasera a Tutti.
@Censin49, segnalo l'interessante e lungo articolo "Come l'automobile uccise il Tram" (sia negli U.S.A, che in buona parte da noi), su:

www.cityrailways.net

Storia di un'eliminazione scientifica, pianificata a tavolino dalle grandi case automobilistiche, secondo gli autori iniziata ben 100 anni fà!

P.S: A Rio De Janeiro, il simpatico Tramway, a giardiniera, ha compiuto ben 120 anni, di servizio (molto ben tenuto). Sul sito di "La Repubblica", c'era un bel filmato, in questi giorni.

Quanti anni dura invece un'inquinante, e costosa flotta di Autobus a gasolio?
E quanti se ne sono comprati in questi decenni?
Quante Linee Tranviarie sono state soppresse inutilmente?

Certo i bus (a metano/gpl/ibridi), o i filobus, hanno un loro ruolo sulle linee a basso/medio traffico, ma non devono sostituire quelle Tranviarie di forza, o già esistenti (salvo interessi neanche tanto occulti, delle industrie del settore, e dei politicanti asserviti, e incompetenti, che troppo spesso abbiamo avuto nelle nostre città.

Saluti a Tutti, con l'Augurio che per combattere l'inquinamento dell'aria nelle nostre città, oltre alle Metropolitane, ci sia un'imponenente rilancio delle "ecologiche Tranvie", con vecchie linee ripristinate, e tanti nuovi binari posati, con relativi nuovi e vecchi Tram, in servizio....
Censin49
00venerdì 19 agosto 2016 17:30
A proposito del tram di Santa Teresa a Rio de Janeiro, diverse guide turistiche ne sconsigliano l'uso ai turisti, che invece sembrano apprezzarlo molto, secondo loro per le aggressioni che vi sarebbero state da parte di malviventi che, profittando dell'apertura all'esterno delle "giardiniere", si accostano con moto o simili per scippare e rapinare i passeggeri.
Sarà anche in questo caso una strumentalizzazione?
XJ6
00venerdì 19 agosto 2016 18:14
Pertegheta, 8/18/2016 6:11 PM:

P.S: A Rio De Janeiro, il simpatico Tramway, a giardiniera, ha compiuto ben 120 anni, di servizio (molto ben tenuto). Sul sito di "La Repubblica", c'era un bel filmato, in questi giorni.

Credo che le vetture del bonde attualmente in servizio siano delle repliche recenti. Scusate l'OT
tronchino
00venerdì 19 agosto 2016 23:23
C'è da dire però che dalla fine della dittatura nei paesi dell'est europeo sono passati ormai 25 anni, tempo che a noi è stato più che sufficiente per smantellare tutto, a suo tempo. Invece la non è successo.
(apro una parentesi: gironzolando tra Slovenia, Ungheria e Romania non riuscivo a fare a meno di pensare che un tempo erano Paesi d'oltrecortina, istintivamente continuo a classificarli così, sicuramente a causa della mia età. Mi stupisce riconoscere che ormai la maggior perte delle persone che si vedono in giro la dittatura non l'hanno mai vista o comunque non la ricordano: chi ha meno di 35 anni non ha vissuto o non ha memoria di quegli anni. Incredibile, a me sembra ancora ieri! chiusa parentesi).
Passando a Budapest dove ero stato nell'89, ho visto con gioia gli stessi convogli tranviari a tre vetture agganciate che avevo visto allora, insieme a vetture moderne. A conferma del fatto che il tram è maledettamente longevo, e che i soldi che spendi oggi sono un investimento con ritorno a lunghissimo termine!
Lo considerassero i nostri politici...
Fabio Colabello
00sabato 20 agosto 2016 13:32
Eh per quanto riguarda il discorso della longevità hai ragione! Il tram e sicuramente un grande investimento a lungo termine..... Pensando già solo alle nostre 2800 e alle "ventotto" Milanesi che girano tutt'oggi su parecchie linee
Censin49
00sabato 20 agosto 2016 17:30
A Torino il discorso "tram versus bus" tenne, e tiene tuttora, banco fin da prima della guerra! La conclusione, già 60 e più anni fa, fu che, dove già esistono gli impianti fissi (binari, fili, sottostazioni, ecc.), il tram risulta di gran lunga economicamente più conveniente, specie per una città industriale (come lo era Torino fino a qualche decennio fa), dove è necessario spostare a ore fisse (cambi turno) grandi masse di persone, con molto meno traffico negli altri momenti; infatti, gli autobus risulterebbero assai più costosi per garantire spostamenti di massa, mentre un'eventuale metropolitana vedrebbe circolare i convogli magari affollati in quelle occasioni, ma semivuoti negli altri periodi di "morta".
Questa è stata essenzialmente la ragione per cui sotto la Mole i tram si sono conservati fino ad oggi!
Censin49
00domenica 21 agosto 2016 17:45
Oggigiorno, come norma, quando è necessario effettuare lavori sui binari tranviari, è uso interrompere il servizio tranviario sostituendolo temporaneamente con bus; questa abitudine è invalsa però solo dagli anni 80, da quando il parco autobus è diventato sufficiente a sostituire temporaneamente i tram; in precedenza, era normale mantenere la circolazione tranviaria anche in presenza di cantieri di lavoro, come vediamo in questa foto degli anni 30, scattata all'angolo tra corso Dante e via Nizza (piazza De Amicis, attuale stazione "Dante" della metro)

Censin49
00domenica 21 agosto 2016 17:51
(apro una parentesi: gironzolando tra Slovenia, Ungheria e Romania non riuscivo a fare a meno di pensare che un tempo erano Paesi d'oltrecortina, istintivamente continuo a classificarli così, sicuramente a causa della mia età

@tronchino - mezzo secolo di regime comunista non si può certo cancellare in pochi, tutto sommato, decenni! L'impronta rimane e rimarrà ancora per anni!
Non sono mai stato nei stato nei paesi dell'Est; essendo stato però in Spagna a Barcellona nel 1983 - 1984 (per le feste di fine anno), posso dire che le tracce del trentennale regime franchista erano ancora evidenti, nonostante fossero passati ormai otto anni dalla morte del "Caudillo" Francisco Franco.
tronchino
00domenica 21 agosto 2016 23:21
Guarda Censin, venendo via mi son trovato a dire: per cancellare l'impronta dei regimi comunisti nelle città dell'est ci vorranno cento anni. Quello che mi stupisce ogni volta che ci vado (ci ho già fatto più viaggi) è lo spaventoso squallore delle periferie urbane. Il grigiore di quei casermoni in cemento di cattiva qualità fa quasi paura. Tutto sommato nelle campagne dei paesi più avanti i segni sono quasi spariti: le casupole povere dei contadini, essendo monoproprietà, sono state sostituite in gran parte da moderne villette, o sono state ove possibile trasformate in moderne villette. Qualcosa di vecchio rimane ma in via di scomparsa.

Nelle periferie urbane invece immagino che sia impossibile intervenire pesantemente sugli edifici perché in assemblea ci sarà sempre qualche condomino meno abbiente contrario a fare lavori importanti. In qualche rarissimo caso ho visto edifici che, magari per la loro posizione strategica, sono evidentemente stati acquistati in blocco da aziende (banche per es.) che li hanno rifatti completamente. Ma sono casi sporadici. Non conosco la situazione della ex DDR dove la forza economica del governo federale potrebbe avere fatto la differenza. Un giro a Berlino est si impone.

Nelle periferie delle città dell'est, insomma, l'unica nota piacevole è l'onnipresente tram!
Censin49
00lunedì 22 agosto 2016 16:27
@tronchino - Forse però nei paesi dell'Est lo squallore di certe periferie è anteriore all'avvento del regime: qui a Torino, un gruppo di case popolari nella zona di Nizza - Millefonti (vicino all'ospedale Molinette), di aspetto non particolarmente attraente, fin dalla sua nascita negli anni '20 dello scorso secolo ricevette l'appellativo di "case bulgare", tuttora mantenuto!
tronchino
00giovedì 25 agosto 2016 23:49
Non sapevo, pensa un po'! Eppure non che da quelle parti non fosse sviluppato il gusto per il bello, per l'arte e quant'altro. I centri storici delle città non rifatti da Ceausescu sono tuttora da cartolina: Brazov, Sibiu, Cluj, tra le città che ho visto, conservano architetture pregevoli e valgono un viaggio.

Evidentemente, come a volte capita, a epoche fiorenti si alternano periodi di decadenza e degrado. Il periodo comunista potrebbe essersi inserito in una fase difficile, se la Bulgaria era già nota per le sue brutte costruzioni ancora prima dell'edilizia staliniana.

Mi rendo conto che i miei argomenti diventano discutibili e arbitrari, ma (fermo restando che a me i tram piacciono sempre)anche i vecchi tram che circolano da quelle parti da un pdv strettamente estetico mi sembrano più bruttini dei nostri vecchi tram. Hanno qualcosa di sgraziato nel loro design. Ma probabilmente sarà solo perché i nostri mi sono familiari.
Censin49
00venerdì 26 agosto 2016 17:18
Riguardo alla capitale della Romania, occorre tener presente che Bucarest venne funestata nel 1977 da un catastrofico terremoto, che causò 3000 vittime e distrusse buona parte delle costruzioni storiche più antiche; il che fornì il pretesto al regime di Ceausescu per una ricostruzione su ampia scala in stile "di regime".
Censin49
00venerdì 26 agosto 2016 17:26
Cambiando argomento: il pantografo monobraccio, che oggigiorno equipaggia la maggior parte dei tram e treni più moderni, vide la luce in Francia alla fine degli anni 50; ricordo di aver visto, alla Fiera di Milano del 1959, un modellino di locomotore ferroviario che montava un pantografo di quel tipo, appunto nello stand della SNCF (le ferrovie statali francesi), che vedevo appunto per la prima volta in vita mia. Fino ad allora, avevo visto solo i tradizionali pantografi "a cestello".
Si tratta in effetti di un brevetto della francese Faiveley degli anni 50, come si deduce dal sito di Wikipedia relativo

it.wikipedia.org/wiki/Faiveley
Censin49
00domenica 28 agosto 2016 17:05
Alla fermata del numero 3
Dedicato a tutti gli utenti della linea tranviaria 3, questa vecchia canzone di Mina, risalente nella prima versione al 1968 (per la verità, non è specificato di quale città si tratti)

youtu.be/jgQ24fon1ac

Filobus2011
00venerdì 30 settembre 2016 12:37
Molti tram e binari nel Film "La vita possibile"

quasi tutto ambientato a Torino.
[SM=x346219]
Fabio Colabello
00venerdì 14 ottobre 2016 01:02
tronchino
00venerdì 14 ottobre 2016 01:44
Mi viene da piangere (per l'emozione...): saranno 10 anni che a Massari arrivano solo bus, e i binari di via Chiesa e via Bibiana sono pure nuovi!
trammue
00venerdì 14 ottobre 2016 08:09
nel 1968 il 3 tranviario era già sparito a roma e anche a napoli, a milano non so....... quindi torino è molto probabile
Censin49
00venerdì 14 ottobre 2016 16:48
@trammue - A Torino il tram 3 esiste tuttora: è la linea realizzata negli anni 80 come "metropolitana leggera", con il tronco finale verso Ovest ultraprotetto, con caratteristiche quasi "ferroviarie"; unico neo, le vetture "jumbotram" bidirezionali serie 7000 costruite appositamente per quella linea sono state ritirate prematuramente dal servizio dopo nemmeno 30 anni, e attualmente la linea è gestita con normali vetture monodirezionali, le 2800 "gialle" o le 5000 a pianale ribassato.
Ecco un video realizzato dal sottoscritto su quella linea nel "lontano" 2012





Censin49
00venerdì 14 ottobre 2016 16:59
Incredibile, una buona notizia per il 10!!! Finalmente tornerà sull'intero percorso!

@Fabio Colabello - Meno male! Il 10 limitato a Porta Susa era davvero una linea monca; bene se torna ad attraversare tutta la città da Nord a Sud.
Falnini
00venerdì 14 ottobre 2016 17:13
Linea 10
Leggo con entusiasmo il ritorno della linea 10 sui binari di Borgo Vittoria anche se non ci sarebbero abbastanza vetture sufficienti per gestire tutte linee tranviarie.
trammue
00venerdì 14 ottobre 2016 20:08

A Torino il tram 3 esiste tuttora: è la linea realizzata negli anni 80 come "metropolitana leggera",


ah, che delusione.... è una linea troppo tecnologica per poterci ambientare la storia di un amore unilaterale...... e allora dove mai sarà questo 3 della canzone di mina? forse a santos in brasile?
assicuratore1978
00sabato 15 ottobre 2016 09:42
[SM=x346235] [SM=x346236] di quale canzone parlate?
trammue
00sabato 15 ottobre 2016 18:17
mi pare
regolarmente mi trovo con te
alla fermata del numero tre
alla medesima ora prendiamo il tranvay
ma tu non mi guardi mai
tronchino
00sabato 15 ottobre 2016 21:15
Ah bè, se si parla del '68 a Torino c'era un altro 3, poteva ben essere quello: io ricordo quando ero bambino (non so di preciso in che anno, ma il periodo era quello) il 3 che collegava borgata Lesna con Barriera di Milano. Gestito con tranvai abbastanza datati da essere romantici al punto giusto. E' stato istituito in quel periodo, e comunque il numero 3 è stato riassegnato per rinumerazione, prima apparteneva a una linea che ricalcava grosso modo il successivo 5, che corrisponde più o meno all'attale 15.

Per non farla tanto complicata, il 3 a Torino è sempre esistito, pur con percorsi diversi.
Però ho il sospetto che nella canzone sia stato scelto solo per la rima...
tronchino
00sabato 15 ottobre 2016 21:59
Cambio completamente argomento, perché c'è una questione che mi rode, e vorrei proporla qui. In città divampa la polemica sul collegamento su ferro per l'aeroporto. La nuova giunta è dichiaratamente contraria al tunnel sotto corso Grosseto, nonostante ci troviamo ormai a un passo dall'avvio dei lavori. La prospettiva delle pesanti penali da pagare in caso di rinuncia è l'unica cosa che tiene ancora in piedi il progetto.
Il definitivo abbandono del recente tunnel di via Stradella e gli anni di disagi che accompagnerebbero il cantiere sono gli argomenti principali dei contrari alla soluzione ferroviaria sotto corso Grosseto.

Ma io mi chiedo: una soluzione tram-treno con vetture adatte sarebbe così spregiudicata? Un mezzo bivalente (tanto le vetture sono ancora da comprare) potrebbe fare la tratta da Aeroporto a Baldissera, mentre da Aeroporto a Ceres potrebbero continuare a circolare i mezzi (Minuetto mi pare) attuali.
Da Baldissera, sfruttando la predisposizione (camerone) lasciata sotto la piazza, i mezzi potrebbero raggiungere ancora via Saint-Bon, dove prendere gradualmente quota ed emergere in corso Emilia, e qui con breve raccordo, congiungersi ai binari del 4. Da corso Emilia a Porta Nuova diventerebbe un tram, condividendo le fermate del 4, abbastanza veloce perché le strade sono riservate al TPL.

Esaminiamo i vari aspetti. Un argomento a favore è che la linea servirebbe in modo più capillare il centro: passando per Municipio, vicinissima a P. Castello, come pure a P. S. Carlo e toccando Porta Nuova. Nulla vieta che possa poi andare oltre, se ritenuto utile.

Sarebbe più lenta del treno? Nel primo tratto si, ma la cosa sarebbe compensata dal fatto di "agganciare" più zone del centro, come o più interessanti di Porta Susa. Se poi la linea 4, fiore all'occhiello di GTT, fa quel percorso, tutto riservato, non vedo perché per un'altra linea si debba considerare inadatto.

Da Porta Nuova, se utile, nulla vieta che svolti in corso Vittorio per andare a fermarsi in corrispondenza di porta Susa.

I tram-treni a Torino sono una novità? Bene, ottima occasione per colmare la lacuna. In altre città europee funzionano benissimo. D'altronde il 4 passa in tunnel sotto la sfinge facendo pure una fermata, il concetto non è molto diverso.

Qualcuno potrebbe obiettare che la linea sarebbe da adeguare ai tram-treni? Credo che i costi non sarebbero nemmeno confrontabili con lo scavo del tunnel sotto corso Grosseto.

La linea non potrebbe essere integrata con il SFM? Pazienza! A noi basta che funzioni. La M1 non è integrata con il SFM, ma questo non crea problemi di sorta, né nessuno ha mai detto che non serva o che sia stato un errore costruirla. Se l'integrazione con il SFM è fondamentale (non credo proprio) allora perché progettare una M2 sconnessa dalla ferrovia? Non siamo schiavi del SFM, che è una utile evoluzione di una infrastruttura esistente, ma nulla più.

Io vedrei bene una linea metrotranviaria (o ferrotranviaria, cambia poco) che partendo da P. Nuova o da dove si vuole, attraversi per intero il centro su vie riservate, scenda in tunnel e fermi a Dora GTT attuale, Madonna di Campagna, Rigola, Venaria, Borgaro, Caselle e infine Aeroporto. Veloce, capillare quanto basta in centro, equivalente a una metro per Torino nord-ovest, Venaria e Borgaro.
Perché nessuno (o comunque pochi) considera questa opzione?
trammue
00domenica 16 ottobre 2016 21:34
avere il collegamento con l'aeroporto collegato con la rete FS non è che porti questi grandi vantaggi..... a roma, nonostante la linea sia completamente indipendente anche nell'attraversamento delle stazioni principali (trastevere, ostiense, tuscolana, tiburtina) con propri binari e marciapiedi, i ritardi connessi con la circolazione ferroviaria ordinaria sono inspiegabilmente all'ordine del giorno
forse l'unica cosa positiva è la possibilità (peraltro ancora poco sfruttata) di instradare alcune frecce provenienti da altre città direttamente verso l'aeroporto intercontinentale
ma secondo me (mi scuso se sbaglio) l'aeroporto di torino non ha la stessa importanza di fiumicino o malpensa, per cui penso che il problema non sussiste
a roma il partito attualmente al comune è più propenso verso le tranvie anzichè le costose metropolitane sotterranee...... se l'amministrazione di torino è realmente affratellata con quella di roma c'è da sperare nella presa in considerazione di questa idea
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