FILOBUS DI TRIESTE

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lor366
00martedì 23 ottobre 2012 08:55

Su you tube interessante video relativo agli ultimi anni del servizio filoviario a Trieste: viene immortalata la filovia 19 ultima linea della città in servizio diurno fino al 1973 e di rinforzo mattinale fino al 1975 (le immagini potrebbero essere del 1973).
Da notare nel filmato alla seconda scena che il filobus esce dalla galleria di Montebello in Piazza Foraggi ed a velocità sostenuta impegna elegantemente una curva non sicuramente k+m, ma tradizionale. Erano filovie bellissime.

www.downvids.net/filobus-a-trieste-182622.html
apatras1
00martedì 23 ottobre 2012 23:06
filmato
bel filmato, inedito per me. Erano davvero eleganti, i filobus tirestini. E anche l'impianto era bellissimo. Elegante quasi ovunque e con fili ben posizionati, ben resati, curve regolari, ecc... cose oggi piuttosto rare. La datazione è quasi certamente la primavera e non oltre prima estate del 1973.
Con l'orario estivo di giugno, infatti, è stata soppressa la penultima linea filoviaria, la 1. E subito dopo è stato smantellato il "raddoppio" al capolinea della stazione Centrale. Raddoppio che si osserva chiaramente in una sequenza del filmato.
Da ottobre '73 anche la 19 venne sostituita da autobus, salvo la punta del mattino. Orario in cui circolarono, ancora fino ad aprile 1975, in ogni giorno feriale, tra 7 e 13 filobus tra le 5 e le 9.30 circa. Questa permanenza fece sperare in un interesse per mantenere la filovia. Ma nemmeno la famosa crisi energetica del '74 servì a nulla. Pur nella sbanderiata carenza di combustibile, non ci fu alcuna circolazione aggiuntiva. Il filobus era esercito con il bigliettaio, per motivi "sindacali", per cui nessun servizio nelle domeniche di austerità. Peccato.
La sopravvivenza per quasi due anni fu motivata esclusivamente dalla crisi aziendale ACEGAT e i pochi acquisti di bus e dall'assorbimento (1974) della società "la Carsica", i cui mezzi parimenti assorbiti finirono in gran parte subito accantonati per vetustà.
iltriestino
00venerdì 30 novembre 2012 19:50
Di questi nostri bei filobus...
ne abbiamo una nostalgia pazzesca, pur essendo passati quarant'anni. Non solo per il piacere estetico di simili vetture, eleganti e filanti, ma pure per la loro comodità, spaziose e ben distribuite com'erano all'interno. Ed è vero, Apatras1, che l'impianto era assai ben fatto e meglio ancora gestito. Non mi ricordo di guasti gravi o grossi disservizi. Uno dei motivi per la loro dismissione fu la quasi contemporanea entrata in funzione del nuovo piano del traffico (il "Piano SOMEA") peraltro ottimo, tant'è vero che tuttora funziona: ebbene, per mantenere i filobus, sarebbero bastati pochi adattamenti in centro, come mettere il bifilare in Via Mazzini e in Via San Spiridione, modificare Piazza Goldoni e Via Roma, e togliere uno dei due bifilari (quello in discesa) in Corso Italia. Non un grosso impegno finanziario: forse, in tutto, un paio di km di percorso. Non lo si volle fare. Peccato, una nota stonata sull'operato del sindaco Marcello Spaccini, peraltro ancora ricordato come uno dei migliori e più operosi, a parte questo sfracello, e quello coevo dei tram.
Guido(62)
00venerdì 30 novembre 2012 22:58
Mi risulta che gran parte dei filobus circolanti a Trieste erano di produzione Alfa Romeo.
Trieste è stato l' unico capoluogo del Friuli - Venezia Giulia ad avere una rete filoviaria (Udine e Gorizia hanno avuto linee tramviarie ma non filoviarie).
Anche se a molti potrebbe sembrare una pura utopia, sarebbe utile per la mobilità triestina prolungare il capolinea della tramvia suburbana per Opicina da Piazza Oberdan a Piazza Goldoni nonchè realizzare un collegamento filoviario veloce da Barcola fino a Muggia
iltriestino
00lunedì 31 dicembre 2012 17:11
Nel momento in cui si decidesse finalmente di fare qualcosa sul fronte filotranviario a Trieste, credo (ma è una mia opinione) che lungo la direttrice Barcola - Stazione - centro - Valmaura - Aquilinia - Muggia, data l'entità della domanda, bisognerebbe adottare un mezzo di grande capienza, ovvero il tram. Questo, se gestito con veicoli della dimensione del Sirio fiorentino o bergamasco, con adeguata frequenza, potrebbe costituire un notevole incremento della mobilità cittadina. La linea si può fare, avrebbe almeno l'80 % del percorso in sede propria, in centro bisognerebbe adottare una soluzione protetta ma in parte promiscua, tipo Napoli, ma funzionerebbe, e la velocità d'esercizio sarebbe migliore di quella degli attuali autobus. I filobus più capienti, tipo Trollino, non raggiungono la capacità di trasporto di una linea tranviaria. Il modello che ho in mente è la linea 4 torinese. Su questa direttrice ci sono state già una linea tranviaria (la 6, da Barcola al centro) e filoviaria (la 20, dal centro a Muggia).
Invece ho seri dubbi sulla convenienza di prolungare verso il centro il tram di Opicina. Il suo capolinea attuale (piazza Oberdan) è sufficientemente centrale, e poi non sarei dell'idea di affidare ad una linea suburbana, gestita con mezzi chiaramente ad hoc, un servizio urbano, che richiede ben altre caratteristiche.
Per il ritorno dei filobus a Trieste, ciò sarebbe sempre auspicabile, ma richiederebbe un progetto mirato, per far fruttare al massimo, in termini di resa, il pur sempre elevato investimento occorrente. Candidate sarebbero senz'altro l'attuale linea 9 (peraltro già stata tranviaria) e la 10 (ex filoviaria), oggi gestite già con bus da 18 metri, in considerazione dell'alta frequentazione. Va risolto una volta per tutte il nodo di dove far passare i mezzi in centro, visto che si vuole dismettere la viabilità riservata ai mezzi pubblici di Via Mazzini per farne un'isola pedonale.
TROLLINO59
00martedì 1 gennaio 2013 02:13
barcarola-muggia in tram?
siamo alle solite discussioni sulla capienza filo-tramviaria.
in una città di medie dimensioni come Trieste, basterebbe una linea filoviaria ad alta capacità, ovvero con mezzi da 25mt come in Svizzera e con una spesa ridotta alla metà..

perchè gli orologiai li possono far circolare e noi no???????????

iltriestino
00mercoledì 2 gennaio 2013 22:23
Sarebbe da valutare l'impatto di mezzi così lunghi, in quanto articolati in tre casse, sulla normale circolazione stradale, non vorrei che avessero dei problemi, in curva ad esempio, non essendo a guida vincolata, e che occorresse farli circolare solo su corsìe riservate, o che fossero necessarie strade con determinate larghezze minime. Sarebbe interessante documentarsi presso le città che li hanno adottati e sentire chi li ha guidati, in Svizzera, e mi pare anche in Olanda. Però la necessaria modifica al Codice della Strada non mi pare imminente, forse a voi risulta diversamente?
TROLLINO59
00mercoledì 2 gennaio 2013 23:00
se ti fai un giro sui siti di appassionati svizzeri o su trolleymotion vedrai i bestioni circolare liberamente e senza troppi intoppi sia a ginevra, che zurigo che città di piccolo-medie dimensioni.
nessuno li vede come mostri, anzi...

se poi da noi venissero utlilizzati in sede protetta, non vedo proprio problemi
apatras1
00mercoledì 22 ottobre 2014 21:25
trieste fine anni '60
Avevo 10 anni, ma mi sembra ieri....
Forse lo avete già visto tutti, ma è un filmato bellissimo! Il centro di Trieste era proprio così....

http://www.youtube.com/watch?v=vMWM3sPBLFU
XJ6
00martedì 3 febbraio 2015 17:29
Roberto Carmeli
tramway53, 2/2/2015 9:55 AM:

desidererei poter ricordare Roberto Carmeli, appassionato conoscitore di trasporti pubblici triestini ed esperto dei filobus di cui ha scritto Trieste in filovia, libro del quale ho la fortuna di possederne una copia.

Desidererei poter aprire una "ciacolata" sui filobus, di cui sono appassionato anche perchè mi ricordano un periodo della mia infanzia, cioè quando tornavo a Trieste a trovare i miei parenti.
Tram e filobus erano il mezzo con cui, assieme a mio nonno, esploravo" la mia città natale (vi sono nato sotto il G.M.A.!!!)

Ciao a tutti e... vi aspetto.

apatras1
00martedì 3 febbraio 2015 22:56
Ricordo di Roberto
Ricordo anch'io Roberto Carmeli, purtroppo scomparso precocemente, un grande appassionato di trasporti che ha dedicato molto alla documentazione. Ha scritto "Trieste in Filovia" ma anche "Il treno della val Rosandra" la cui seconda edizione ampliata uscirà postuma tra non molto. Riguardo i primi due ho avuto la fortuna di collaborare con Roberto, condividendo spunti e notizie.
Mi riteneva un fortunato, perchè essendo più vecchio di lui, avevo vissuto la Trieste filoviaria. Che era una meraviglia davvero, fino agli anni 60.
Ricordo con grande tristezza gli ultimissimi filobus nel 1975, come pure gli smantellamenti progressivi della rete.
tramway53
00sabato 7 febbraio 2015 18:31
tramway53
10sabato 7 febbraio 2015 18:52
filobus di Trieste
Grazie di aver risposto:ho potuto viaggiare da piccolo sui filobus quando,d'estate,tornavo a Trieste a trovare i miei nonni;col classico VERDE da 50 lire,e sfruttando fino all'ultimo minuto,giravamo... Ricodo i 5 con la guida centrale e le fiancate non lisce, il 19 e 20 coi tre assi,ma alcuni con i fanali sporgenti (forse i CRDA? ed altri con i fanali meno sporgenti )gli STANGA?)Ma da alcune foto su internet e sul libro di Roberto,i CRDA appena usciti di fabbrica avevano fanali diversi da quelli delle foto più recenti,così come era cambiato il portatarga e fanaleria posteroiore.
Era per adeguarsi a qualche norma del codice,o i fanali dei CRDA avevano dato qualche problema?
Ricordo sul cruscotto di guida un'ampolla di vetro con indicazione: DISPERSIONE; era spenta.ma serviva ad indicare qualche cortocircuito,tipo l"occhietto" in alto a dx dei trasformatori RivaRossI^ Pensandoci oggi,se qualcosa era a massa,i pneumatici isolavano,ma un passeggero nella discesa poteva fare arco elettrico....
Mi sembra di ricordare un interruttore di bachelite nera che l'autista azionava nella galleria (mi ricordo sul 19 nella galleria dell'Ippodromo) e mi sembra ci fosse scritto METADINAMO (o DINAMO,non ricordo preciso)ed era stato azionato dopo l'accensione delle luci interne (che vuoi per il semi schermo metallico di quelle anteriori,vuoi perchè erano piccole,)che di sicuro rendevano intimamente catacombale il filobus.
Puoi darmiqualche notizia? Ciao ROBERTO
apatras1
10sabato 7 febbraio 2015 22:25
I filobus che hanno circolato di solito quasi solo sulla linea 5 fino alla fine egli anni '60 erano gli Alfa Romeo 140 a 3 assi del 1949, detti dai triestini "Rolè" (in italiano: tapparella), per via delle caratteristiche fiancate a doghe, anzichè liscie come tutti gli altri mezzi circolanti. Nei pochi anni filoviari successivi circolarono sulla 5 soprattutto i due assi (che fino al 1968 erano appannaggio della linea 17). Diciamo che negli ultimi anni il parco era decisamente omogeneo, come aspetto esteriore, tra CRDA e Alfaromeo, l'unica differenza vistosa era tra i due e i tre assi. I due assi erano stati acqiustati in origine per la nuova linea di Muggia, dove avrebbero dovuto trainare i rimorchi, ma non se ne fece nulla. Le piccole differenze, tipo quelle dei fari, erano davvero piccole e talvolta dovute a riparazioni e modifiche nel tempo. Comunque al tempo non le apprezzavo se non casualmente, per cui non ricordo questi aspetti. Ricordo molto di più invece aspetti dell'esercizio e della rete elettrica.
Il problema delle dispersioni elettriche su un filobus poteva in effetti essere più pericoloso che non su un tram. A tal fine c'era la spia di rilevazione. Non si ricordano però incidenti dovuti a folgorazioni. Anche se che chi racconta di conducenti di filobus che saltavano giù a gambe unite, per staccare urgentemente le aste di presa.
trammue
10sabato 7 febbraio 2015 23:08
quella di saltare senza fare ponte fra carrozzeria e terra era una disposizione nazionale, ma solo in caso di accensione della spia di dispersione
un altra disposizione era quella di misurare ogni mattina prima di uscire, la tensione fra carrozzeria e terra, che non doveva superare pochi volt
per lo stesso motivo i corrimano in corrispondenza delle porte erano di legno e non di metallo
poi l'impianto elettrico era soggetto con una certa frequenza a revisioni periodiche molto severe
con tutte queste precauzioni le dispersioni erano praticamente impossibili, al massimo potevano avvenire in caso di incidenti che danneggiavano l'impianto elettrico
tramway53
00venerdì 20 febbraio 2015 13:58
tramway53
00venerdì 20 febbraio 2015 14:49
grazie delle vostre precisazioni;da piccoli non si colgono particolari trecnici dell'esrcizio filoviario,ma magari si rimane colèpiti da altre cose che scatenano nella mente dei bambini fantasie o curiosità (ad esempio i "fanaloni"dei AR140CRDA mi sembravano come "occhi" espressivi;poi guardando le foto sul libro di Roberto Carmeli,vedi che filobus della stessa serie(tipo gli AR85 dell'ex 15 e 16 in attesa di demolizione nel deposito di S.Giovanni) presentano diversità nella fanaleria x tipo e disposizione,probabilmente legate ariparazioni post incidenti o èpost danneggiamenti bellici,o per sopravvenute modifiche del Codice della strada (vedi frecce sopra la targa posteriore,sostituite da lampeggiatori rotondi ai lati della parte posteriore del filobus,sovrapposti a simili fanali per posizione-stop,di colore rosso,o la diversda forma dgli indicatori di direzione anteriore (forse prma erano a "freccia" che usciva lateralmente?)
tramway53
00venerdì 20 febbraio 2015 14:59
Sui filobus AR140 Marchetti("role")c'è un interesante articolo "lamiere ondulate" su internet (lo tovato partendo dal sito Cuore Alfista-filobus Alfa Romeo-filobus RivaRossi...) e c'è la foto Clamfer di un filobus dell'ACEGAT davanti al deèpposito del broletto.
Ricrdo che la posizione centrale dell'autista permetteva di sedersi anche alla sua destra,su due sedili appoggiati alla parete fra vano autista e porta anteriore di discesa (che,presumo soltanto non avendo viaggiato d'inverno,non erano l'ideale con la bora,quando la porta veniva aperta.
Approposito di bora,sapete se ha mai causato scarrucolamenti?e la nege ed il ghiaccio sui fili,erano d'ostacolo per i pattini delle "pertighe" e per il funzionamento degli scambi?
Ciao a tutti ed alla prossima. Roberto
PS)molto interessante e ben scritta la desrizione e storia delle linee urbane,nel sito dell'ATP trasporti triestini,scritte da un vero appassionatro,l'ing. D cafagna.
apatras1
00venerdì 20 febbraio 2015 21:40
Filobus, bora e ghiaccio
Ricordo che le giornate di forte bora mi soffermavo in centro, rientrando da scuola, per guardare attentamente i numerosi filobus che giravano per la città, sperando di vedere scarrucolamenti..... invece niente! La bora soffiava forte e le aste restavano ben ancorate. Anzi sembravano assolutamente indifferenti alle raffiche.
Cio' non esclude affatto che in qualche punto e con vento particolarmente forte qualche scarrucolamento sia avvenuto. Ma con bora a 150 ho visto i filobus circolare regolarmente.....
Non così nelle cartoline umoristiche, come questa che allego.

Anche nelle giornate di neve il servizio filoviario era regolare. Montavano le catene (quelle a tre assi, sull'asse intermedio) e il passaggio delle aste teneva i fili liberi. Penso invece ci siano state maggiori difficoltà in caso di gelicidio (frequente sul Carso ma raro in città). Non ho avuto occasione di vedere i filobus alle prese con il gelicidio.
trammue
10sabato 21 febbraio 2015 13:42
sulle reti filoviarie nelle località soggette a gelo c'è un veicolo speciale munito di aste che esce di prima mattina per scongelare ed ingrassare i fili
il resto poi lo fanno le vetture ordinarie con il loro frequente passaggio
TROLLINO59
10domenica 22 febbraio 2015 01:28
Capisco che all'epoca rinnovare l'intero parco filoviario avrebbe comportato una spesa insostenibile (vista anche la fine della produzione italiana di mezzi - grazie alla Fiat), ma almeno avrebbero potuto mantenere 1 o 2 linee, magari investendo nel rinnovamento poco per volta
Certo che anche oggi costruire ex novo una linea non è cosa di poco conto, soprattutto se i fantastici amministratori optassero per i fantastici "sistemi innovativi".......
apatras1
00domenica 22 febbraio 2015 18:34
epoca d'oro
Una immagine dell'epoca d'oro dei filobus triestini. Erano gli anni in cui si ridimensionava la rete tranviaria, sostituendo con filovie le linee con andamento planialtrimetrico difficile. Piazza Goldoni anno 1952 (probabile). Si vede una 5 filovia mentre la 1 sembrerebbe ancora tranviaria, anche se alcune fonti danno la filoviarizzazione della 1 precedente di alcuni mesi a quella della 5. Come dalle indicazioni di fermata sulla corsia filoviaria (tabella mobile, 5-11) e su quella tramviaria (tipicamente appesa ai tiranti, con i numeri 1-2-3-4-9 e - cancellati - 5-11).
TStram
00giovedì 26 febbraio 2015 19:07
incidenti
Di incidenti e scarrucolamenti importanti ce ne furono sicuramente 2:
1) Un filobus della 20 fu ribaltato dalla bora, e cadde dalla strada sulla riva del mare
2) Uno scarrucolamento della 11 nei pressi del sanatorio di Via Rossetti causò un corto circuito che interessò tutta la zona portando a un temporaneo black-out
trammue
00giovedì 26 febbraio 2015 21:36
ah, mi hai ricordato una cosa
quando abitavo a palermo, un cavo aereo della distribuzione domestica si spezzò e cadde sulla linea del filobus in via sampolo
tutti gli elettrodomestici della zona finirono kaputt
lor366
00sabato 28 febbraio 2015 22:05
Rottura sterzo e non bora per la 20, via Piccardi e non Rossetti per la 11...
tramway53
00lunedì 2 marzo 2015 09:59
incidenti filobus
Ciao a tutti;
per l'incidente del filobus della linea 20,si trattava del vecchio filobus AF 85 numero aziendale 607(non ho sottomano il bel libro di Roberto Carmeli,in cui c'è la foto del filobus,per cui non vorrei sbagliarmi con un altro numero,ma sempre della stesse serie,lo stesso che compare sempre sul libro,impegnato sulla linea 18.
Era una corsa bis (normalmente sulla linea 20 c'erano filobus AF 140 CRDA o Stanga a 3 assi,anche se originalmente avevo oerdinato i filobus AF900 CRDA a 2 assi per questa linea,ma prevedendo l'uso di rimorchi,mai ordinati),mattutina;era finita "adagiata" in acqua,per "foratura" gomma anteriore dx( così era riferito nell'articolo ,riportando le dichiarazioni dell'autista.)
La bora aveva rovesciato(o fatto deragliare,con rovesciamento sul fianco dx) un tram a 2 assi o un rimorchio (dalle foto postate su internet non si capisce bene)negli anni '2o all'altezza della chiesa ortodossa,sulle Rive,poco prima di piazza Unità.
Sull'episodio del filobus 11,è riportato sempre sul libro di Roberto Carmeli;col senno attuale,è successo per una "sfigata" serie di coincidenze:dovrebbe l'asta del filobus aver toccato il conduttore positivo e contemporaneamente toccato anche la fase della rete urbana,crando così un "sovraccarico di 600 volt (in c.c.)sulla monofasae 125 volt alternata della rete elettrica urbana (bisogna ricordare che a quell'epoca a Trieste c'era la 125 volt(!!!)con alti amperaggi per poter avere abbastanza Watt di potenza.
Vorrei chiedere a voi tutti informazioni sui vecchi filobus di trieste;vorrei poter completare,su Wikipedia,la voce " mezzi" nella voce " Rete filoviaria di Trieste";ora,sempre dal libro di R.carmeli,si vedono gli interni di tre vecchi filobus,di cui due con i sedili con gli schienali appoggiati alle fianmcate.
I filobus AR140 CRDA e Stanga,i FIAT 672 Stanga e gli AR900 CRDA avevano i sedili disposti a file parallele 2+1 salvo i sedili sui passaruota,ma com'erano? di legno,formica,coda DI NAYLON INTRECCIATA,IMBOTTITI?
e GLI ALTRI VECCHI FILOBUS A 2 ASSI,COME AVEVANO I SEDILI?
Grazie a tutti,ed alla prossima Ciao Roberto
trammue
00lunedì 2 marzo 2015 13:56
erano poche le città che avevano la tensione unificata
a roma la 125 ha resistito fino agli anni 80, ma era disponibile anche la 220 per gli elettrodomestici (la cosiddetto corrente industriale)
infatti, con l'usuale distribuzione detta a 4 fili (trifase+neutro) è possibile ricavare due tensioni che stanno fra loro in rapporto radice di 3 (125, o meglio 127 è uguale a 220 moltiplicato per la radice di 3)
a napoli invece ogni quartiere aveva tensioni diverse: a casa mia c'era la 150 volt per la luce, e quindi 260 per l'industriale
altri avevano la 160/280, altri la 120/210, ma l'unificazione avvenne già nei primi anni 60 con la 220 per l'illuminazione e quindi 380 per l'industriale, che però per motivi di sicurezza non viene distribuita nelle case ma solo nelle attività che necessitano della trifase
la derniere crie è la 230/400 che un poco alla volta sta sostituendo la 220/380 in tutto il continente europeo
tramway53
00lunedì 2 marzo 2015 14:59
Ciao,anche a Trieste per un certo periodo hanno convissuto più tensioni.
Ad esempio dai miei nonni in via Foscolo avevamo la 125 per le lampadine e 260 per il frigorifero;in altre zone c'era solo la 125.
Ad Asti la 220 era ottenuta con due fasi (se ricordo bene,si prendeva la scossa da entrambi i fili elettrici)Meno male che adesso c'è la 220 con fase e neutro e cavi di colore unificato (se fatto a regola,l'impianto dovrebbe avere il neutro(o ritorno) blu e la fase nera o marrone e colorata se fase comandata.
Ritornando all'episodio del cortocircuito ,penso che c'entrassero anche le aste,che essendo di metallo erano conduttrici elettriche:inoltre la rete di distribuzione domestica era "esterna" alle case,con fili scoperti e sostenuti da isolatori di ceramica (a tipo fili del telegrafo).
Ora fortunatamente questi episodi non dovrebbero ripetersi;le aste sono di fibbra di vetro,le testine ruotanti sono isolate e la corrente captata è condotta con fili isolati all'interno delle aste fino alle appafrecchiature;infine,in molte città(ad esmpio anche a La Spezia,i tiranti di sostegno sono fatti di materiale isolante(tipo teflon,mi sfugge il nome commerciale).
Per quanto riguarda la corente della filovia,a Trieste era,come da altre parti,a 600 volt cc,uguale a quella dei tram.
A La Spezia hanno dovuto comprare i nuovi" trollino" da 12 m con voltaggio 600 volt,per poter usare ancora i vecchi BredaBus che erano a 600 volt,a loro volta presi a 600 volt per poter continuare ad usare le vecchie S.S.S.di conversione da 600 v,che "servivano " i vecchi Fiat 668(alcuni ex Fitram,altri ex AMT Genova);questi erano coevi delle vecchie motrici tramvarie a 2 assi Bagnara da 600v. (della serie:riutilizziamo per non spendere per rinnovare.)
Questo ha impedito l'acquisto dei due filobus BredaMenarini(4011 ??)ex rete di Cremona,che erano a 750 volt.
Credo,ma chiedo conferma,che siano finiti a Bari o Lecce;Genova,pur avendo la 750 volt e filobus simili,non li ha cercati,in quanto non entusiasta dei suoi Breda Menarini autisti dixit).
Ciao,ed a presto
lor366
00lunedì 2 marzo 2015 17:15
Il tram venne rovesciato nel 29 credo con bora a 145 km subito dopo piazza unita verso campo Marzio, di recente bora a 168 !, km nel 2012 nello stesso punto rovescio' un TIR...
Censin49
00lunedì 2 marzo 2015 17:34
@trammue- anche a Torino la rete elettrica domestica, sia della SIP poi Enel, sia dell'Azienda Elettrica Municipale, era a 220/127 V; l'unificazione a 220 V è stata attuata obbligatoriamente per tutti dal 1991; in precedenza era unificata a 220 V, con un solo contatore, solo per chi richiedeva il contratto "promiscuo" per luce e forza motrice.
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