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Modello di tram tipo 1928 in ottone

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2014 22:14
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12/10/2010 00:32
 
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tranviere junior
Sì, i carrelli richiedono parecchio tempo e molta precisione, però a parte le boccole da realizzare in microfusione, l'unica parte che non è facile riprodurre sempre uguale e montare sono le molle delle sospensioni. Gli altri pezzi hanno tutti dei riferimenti o degli incastri che aiutano ad essere precisi nel montaggio. Per esempio le fiancate si incastrano con precisione sulle boccole (quelle "modellistiche" in cui scorreranno gli assi) che sono parte integrante della struttura.

Cassa

La cassa è costituita da due parti che rappresentano ciascuna una fiancata e un’estremità. Essendo incisa quasi completamente da un lato, per ottenere la riproduzione delle chiodature, i pezzi tendono ad incurvarsi e la prima cosa da fare una volta staccati dal supporto è cercare di eliminare il più possibile la curvatura, molto delicatamente per non creare curvature indesiderate. La seconda cosa da fare sono le piegature per il frontale e la coda ed è uno dei passaggi più critici di tutto il modello. Per facilitare l’operazione ho previsto delle incisioni sul retro della lastra, ma dato che il lato esterno in corrispondenza delle piegature deve essere eroso, l’ottone ha uno spessore di soli 0,2 mm e ho fatto un’incisione di 0,1 mm di larghezza che, teoricamente, non dovrebbe risultare passante. Stiamo però giocando con le tolleranze di lavorazione e in effetti su metà delle lastre le incisioni non sono passanti e sull’altra metà lo sono.






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In corrispondenza dei montanti del frontale e della coda, che già sono molto sottili, l’incisione risulta sempre passante. In effetti è il risultato che mi auguravo, seguendo un suggerimento trovato sul sito del Gruppo Fermodellistico Pistoiese “La Porrettana”, che consigliava appunto di realizzare dei “tagli” per riuscire a piegare parti con lembi molto stretti (e qui stiamo parlando di 0,35 mm!). Una volta montata la cassa basta apportare una piccolissima quantità di stagno sul lato interno del montante per irrobustirlo e chiudere la fessura.
Montando il primo esemplare mi sono però accorto di aver fatto un errore: per evitare che le varie facce si separino, l’incisione non è completa, solo che fra le parti non incise ho lasciato le estremità inferiore e superiore e questo rende più difficile ottenere degli angoli netti proprio nei punti che devono incastrarsi nelle scanalature della cornice superiore e dei paraurti. In questo secondo esemplare ho dovuto fare delle leggere incisioni con il cutter prima della piegatura, per il futuro ho modificato il disegno spostando le zone non incise.
Per la piegatura uso un piegafotoincisioni insieme ad una lamella di ottone per ottenere maggior precisione. Non è ovviamente possibile ottenere subito gli angoli corretti, ma una volta impostata la linea di piegatura è poi abbastanza facile aggiustare gli angoli aiutandosi con la pinza.






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Le due semifiancate vanno saldate sulla cornice superiore, che ha una scanalatura in cui inserire il lamierino. Il problema è che la scanalatura ho una profondità di 0,2 mm per una larghezza di 0,4 mm e quindi il posizionamento dei pezzi per la saldatura non è proprio semplicissimo e soprattutto è facile che la fiancata si sposti durante la saldatura e rimediare è ancora più complicato… Per i prossimi esemplari ho previsto delle piccole linguette sulle fiancate e delle asole corrispondenti sulla cornice e sui paraurti, che dovrebbero semplificare il posizionamento dei pezzi durante la saldatura.






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Il passo successivo è il montaggio delle 4 traverse, corrispondenti alle 4 traverse principali del prototipo reale, che garantiscono un’adeguata rigidità alla cassa e la mantengono in squadra. Qui occorre molta cura nelle saldature perché è vero che sono all’interno e quindi non molto visibili, ma togliere eventuali eccessi di stagno sarebbe praticamente impossibile.






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In questi prototipi le due traverse centrali comprendono anche la riproduzione dei pali e di una parte dei corrimano con le relative maniglie. In questo modo è sufficiente piegare opportunamente il pezzo e fissare l’estremità alla traversa di estremità con un punto di stagno, ma ha lo svantaggio di avere fra i piedi una parte piuttosto delicata per tutte le successive operazioni di montaggio e di coloritura. Sto pensando di realizzare i mancorrenti separatamente, magari in alpacca in modo da averli già nel colore corretto, per incollarli al loro posto una volta completato e colorato il modello.

Testate

Le due testate comprendono una parte del pavimento e i paraurti e sono realizzate con una serie di lastre sovrapposte, per ottenere la rigidità e lo spessore desiderati. I forellini servono in fase di montaggio per facilitare l’allineamento dei pezzi, infilandoci dei pezzetti di tondino di ottone.






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Il paraurti è completato da una fascia che riproduce le nervature (anticlimber) dell’originale e nasconde la struttura a lastre sovrapposte retrostante.






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La scelta di rendere il pavimento delle testate solidale con la cassa, anziché realizzare il pianale in un unico pezzo come nella maggior parte dei modelli, è stata dettata dalla necessità di irrobustire e di mantenere nella forma corretta il frontale e la coda. Lo svantaggio è una maggiore difficoltà nel successivo montaggio del posto di guida e dei vetri dei finestrini e nelle operazioni di mascheratura per la colorazione degli interni.


Carlo
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