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| tranviere veterano | |
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Desideravo qui ricordare, tra le tranvie scomparse, un impianto particolare, la "guidovia" che univa Genova al Santuario di N.S. della Guardia, sui monti dell'Appennino che sovrastano la città.
Particolare perchè, al posto delle normali rotaie interamente metalliche, aveva due guide di cemento ruvido,con rotaie metalliche interne che fungevano da guida; le ruote delle vetture, dotate di normale bordino, nella parte piatta erano rivestite di gomma piena.
Il contatto rotaia - ruota, anzichè tra ferro e ferro, avveniva quindi tra cemento e gomma; ciò consentiva un'aderenza ben superiore a quella dei normali mezzi ferrotranviari, paragonabile a quella con cremagliera, in grado di superare pendenze che arrivavano anche al 83 per mille!
Forse per la difficoltà di elettrificare la linea, dovuta alla cattiva conducibilità elettrica del binario di cemento, le motrici erano dotate di motore a combustione interna, benzina all'inizio e successivamente diesel; unidirezionali, richiedevano la giratura ai capilinea su apposite piattaforme, manovrate dal personale di guida.
Il percorso, di poco più di 10 km, dalla frazione genovese di S. Quirico, poco più che a livello del mare, al santuario, posto a più di 800 metri di altitudine, si compiva in un'ora circa. La linea era a unico binario, con raddoppio d'incrocio a mezzavia.
I convogli erano composti in genere dalla sola motrice, piccola (18 posti a sedere e 40 in piedi); solo le corse più affollate erano effettuate con motrice e vettura rimorchiata.
Su tale linea ci ho viaggiato una sola volta, dodicenne, nel 1961, pochi anni prima della chiusura nel 1967, in una domenica di agosto; ricordo ancora la corsa di andata, sulla sola motrice, stracarica di persone pigiate e sudaticce che sfuggivano alla calura estiva della costa. La corsa di ritorno fu meno affollata, riuscii persino a sedermi. |