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Il ritorno della Festa di Piedigrotta

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2008 23:10
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05/07/2007 23:36
 
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maestro tranviere
Apro questa discussione per discutere della Festa di Piedigrotta e del suo ritorno.
Mi farebbe piacere che i "veterani" del forum ci raccontoni ciò che è stata la "vera Festa di Napoli".

05/07/2007 23:45
 
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maestro tranviere
Piedigrotta, la seconda vita riparte da Ranieri
Recital il 7 settembre in piazza Plebiscito. Musica, carri e fuochi d’artificio per rinnovare la tradizione
Vecchie e nuove canzoni Di Lello: è l’evento dell’anno per napoletani e turisti Il costo: 1,2 milioni di euro


FEDERICO VACALEBRE In altri momenti un simile annuncio avrebbe meritato toni ben più enfatici, ora l’emergenza rifiuti suggerisce un po’ di sordina, ma l’orgoglio «per la festa ritrovata, evento dell’anno per napoletani e turisti», c’è tutto: «Bentornata Piedigrotta». Le parole dell’assessore al Turismo ed i Beni Culturali della Regione, Marco Di Lello, protagonista dell’operazione, trovano conferma negli interventi delle assessore Giovanna Martano (Provincia) e Valeria Valente (Comune), l’amministratore dell’Ept Dario Scalabrini, il parrocco della parrocchia di Piedigrotta Gabriele Pauletto, come del direttore della radiofonia Rai ma anche di Francesco De Domenico e del direttore di Iso Radio Riccardo Berti che contribuiscono alla consistenza massmediatica dell’evento. Evento fra il sacro e il profano, com’era un tempo: nacque rito pagano, scostumato e sessuale, divenne cattolico, senza rinunciare alle esuberanze popolari. Gli assessori parlano di un ritorno dopo 25 anni, ricordando forse i «carri del buongoverno» creati da Pagliara per l’allora sindaco Valenzi, ma in realtà Piedigrotta morì, di autoprocurato aborto, molto prima: i tempi cambiavano, la festa non voleva accorgersene e l’organizzazione non brillava per trasparenza e onestà. «Da anni inseguivamo questo progetto, coscienti che si tratta di un pezzo importante del nostro dna culturale», spiega Di Lello, «ma con la volontà di aggiornare la kermesse ai nostri giorni». «Viviani, con la sua ”Festa di Piedigrotta”, ci ha raccontato che si trattava innanzitutto di una manifestazione di esuberanza giovanile ed è ai giovani del 2007, innanzitutto, che vogliamo rivolgerci», gli fa eco Scalabrini. Non a caso, una delle iniziative più originali è quella del ripristino delle Audizioni di Piedigrotta: un tempo le organizzavano gli editori per lanciare le canzoni poi passate alla storia come «classici napoletani». Ora le bandisce l’Ept (il regolamento è sul sito) e, sponsor l’assessorato regionali alle Politiche giovanili di Rosetta D’Amelio, si rivolge a cantanti tra i 16 e i 35 anni: ne saranno scelti 8, che avranno per padrini gli ultimi veterani di Cantanapoli l’8 settembre alla Rotonda Diaz: al termine, gli attesi fuochi a mare. Con le canzoni (il clou è previsto per il 7 settembre, a piazza del Plebiscito con Massimo Ranieri più un pugno di artisti veraci, nazionali ed internazionali ancora da annunciare), lo show pirotecnico e la serenata alla Madonna a completare il quadrilatero della tradizione ci saranno i carri allegorici: quattro, dedicati alla storia della melodia vesuviana, opera del Consorzio cartapestai di Nola. Enzo Scudellaro protesta per il mancato impiego degli «ultimi carristi partenopei», Pino Moris per lo scarso coinvolgimento di impresari e artisti locali. «È la prima edizione, ci sarà tempo per aggiustare il tiro, se sarà il caso», rispondono gli assessori, mentre De Domenico presenta l’«Anteprima Piedigrotta» di stasera all’auditorium Rai: «Per il terzo compleanno dell’Archivio sonoro della canzone napoletana abbiamo organizzato un amarcord delle melodie di Piedigrotta, chiedendo a Peppe Barra, Sal Da Vinci, Francesco Di Bella, Mirna Doris, Monica Fiorillo, Ida Rendano e i Virtuosi di San Martino di proporle alla loro maniera. La serata, condotta da Patrizio Rispo, sarà trasmessa in differita da Rai International e da Radiouno, che seguirà anche il concertone con Ranieri». E Berti annuncia l’apertura di un canale di Isoradio dedicato alla festa, «con gli appuntamenti e le inevitabili notizie sul traffico». Allo show Rai parteciperà anche Eugenio Bennato col cast della vivianea «Festa di Piedigrotta» in programma «col suo popolo monco e famelico, disperato e crudele» dal 26 al 29 luglio al Maschio Angioino, regia di Nello Mascia, scenografie di Lello Esposito. Niente forca, farina e festa, insomma, ma il tentativo di ritrovare - dall’1 al 12 settembre - una tradizione perduta anche attraverso mostre, un convegno a cura di Paquito Del Bosco, visite guidate alla Crypta neapolitana, luminarie, un libro di Benedetto Casillo, laboratori di vestitini di carta e tanta promozione all’estero. Il costo: un milione 250mila euro. Bentornata Piedigrotta, a patto che il ritorno non sia episodico.

L’ANTEPRIMA
Stasera all’auditorium Rai Peppe Barra (nella foto), Eugenio Bennato, Sal Da Vinci, Francesco Di Bella, Mirna Doris, Monica Fiorillo, Ida Rendano e i Virtuosi di San Martino.

LA MOSTRA
Sarà dedicata a «’O sole mio», la più celebre canzone lanciata da Piedigrotta, la mostra allestita al Salone Margherita dall’1 al 30 settembre.

LO SPETTACOLO
Debutterà il 26 sera al Maschio Angioino l’allestimento della «Festa di Piedigrotta» di Viviani per la regia di Nello Mascia (nella foto).

IL CULTO
Al centro delle manifestazioni, gli appuntamenti col culto mariano della Basilica di Piedigrotta gestiti da don Gabriele Pauletto (nella foto la chiesa illuminata in una vecchia edizione della festa).

LE AUDIZIONI
Doppio appuntamento canoro: il 7 sera in piazza del Plebiscito, con Massimo Ranieri e un cast ancora da svelare e la sera dopo alla Rotonda Diaz con i giovani protagonisti, ed i padrini seniore, delle Audizioni.

I CARRI
Saranno quattro, a cura del Consozio cartapestai di Nola, la storia della canzone napoletana per soggetto, un tragitto tra Palazzo Reale e via Caracciolo.

I FUOCHI A MARE
È previsto alla mezzanotte di sabato otto settembre il concerto pirotecnico della Piedigrotta: fuochi a mare sul lungomare Caracciolo per la gioia di napoletani e dei tanti turisti previsti.

[IMG]http://i13.tinypic.com/674uu87.jpg[/IMG] [IMG]http://i17.tinypic.com/61kmdr5.jpg[/IMG]


Articolo de "Il Mattino" del 05/07/07

Il programma della manifestazione e altre informazioni sono presenti sul sito http://www.festadipiedigrotta.it

05/07/2007 23:46
 
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maestro tranviere
E riapre l’antica Crypta neapolitana
Prima tappa della nuova Piedigrotta con l’apertura al pubblico della «Crypta neapolitana» all’interno del Parco Vergiliano. La Piedigrotta ritrovata, nelle intenzioni degli organizzatori, servirà anche a rilanciare questa zona della città dove sono racchiuse tanta storia e tante suggestioni, dal mausoleo-tomba di Virgilio alla tomba di un altro grande poeta, Giacomo Leopardi. La galleria, costruita intorno al 30 a.C., attraversando la collina di Posillipo, permetteva più agevoli collegamenti con Pozzuoli e l’area flegrea, ad occidente.

Articolo de "Il Mattino" del 05/07/07

05/07/2007 23:47
 
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maestro tranviere
Il servizio del TGR di ieri.


06/07/2007 09:19
 
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maestro tranviere
La vera festa di (parte di) Napoli
Ho un ricordo vago della festa di Piedigrotta, non avendovi mai assistito per la sua totalità. Ricordo carri grando e bellissimi, tanta gente e, soprattutto, un ricordo tranviario legato ad essa: sulla racchetta di viale Elena (già non più al servizio di una linea definita da decenni) durante la festa c'era una fila di tram (con tabella 1) pronti a partire verso Poggioreale e verso Bagnoli alla fine della manifestazione. Analoga cosa avveniva in occasione della famosa "Settimana Motonutica" (che in famiglia si seguiva con più assiduità, sicuramente perchè l'ambiente era meno... "turbolento") organizzata da "Il Mattino", che prevedeva - tra le altre cose -l'esibizione delle Frecce Tricolori, gare di offshore, il lancio di paracadutisti dell'esercito e i celebri fuochi a mare.

Plaudo convinto alla riapertura della Crypta Neapolitana, per la quale mi prendo una minima parte di merito dato che è una vicenda seguita sin dal 1992 con la apposta costituita associazione Foris Cryptae, oggi affiliata ARCI e pilotata con grande maestria dall'amico (che Francesco Esposito ha avuto modo di conoscere) Ciccio Chioccarelli e da Arturo Montefusco, quest'ultimo ex ferroviere, giornalista ed amico personale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nonchè attivissimo portabandiera di battaglie sociali sul territorio, che ringrazio per aver dedicato a me e all'articolo presente sulla home page "Fuorigrotta, il quartiere dei tram" una spiritosa pagina sul suo estroso blog.

[Modificato da Augusto1 06/07/2007 9.20]


1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
06/07/2007 10:26
 
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maestro tranviere
Con i problemi che ha Napoli in questo momento (e non solo) ...
... mi domandavo se fosse proprio il caso di concentrarsi su Piedigrotta, invece che sull'immondizia.

E' sempre la solita storia di feste, farina (e forca, almeno un tempo. Ora, boh)?

06/07/2007 11:04
 
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Antò potremmo stare a parlare ore ed ore sull'opportunità o meno, però a me farebbe piacere avere racconti di questa festa da chi l'ha vissuta o più semplicemente da chi è più competente di me in materia. [SM=x346228]

06/07/2007 11:06
 
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Mi associo al dubbio "Icsjeiano", pur plaudendo alla riapertura dell'antica grotta che considero una parte della mia "casa natia" (anche se in realtà sn nato nella meno storicamente nobile Soccavo)....

www.novaconcentusvocalis.it
"Where no man has gone before"
26/07/2007 23:36
 
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Ritorna Piedigrotta, kolossal in musica
AL MASCHIO ANGIOINO
In scena il capolavoro di Viviani regista e interprete Nello Mascia: «Mi sono ispirato a De Simone» Le musiche di Eugenio Bennato


Angela Matassa La «Festa di Piedigrotta» di Raffaele Viviani apre le celebrazioni della recuperata festa, a 120 anni dalla nascita. «Il primo vero grande musical italiano», lo definisce Nello Mascia, che ne è interprete e regista da domani, nel Cortile del Maschio Angioino, alle ore 21. Un’iniziativa voluta da Regione, Comune, Provincia, Ente provinciale per il turismo. Un evento artistico, culturale ma anche turistico. Tiene a precisarlo Marco Di Lello, assessore regionale al Turismo: «Abbiamo distribuito centinaia di inviti alla cittadinanza, agli alberghi, agli over 60 perché vogliamo rivolgerci a più target. Si tratta della festa per eccellenza, che era e deve essere di grande partecipazione popolare». Presentata anche a New York e a Francoforte, la Piedigrotta è un avvenimento su cui puntano tutti, un grande prologo per rilanciare (dopo venticinque anni) una delle più antiche tradizioni popolari e che dal primo al 12 settembre tornerà a riempire le strade della città con luminarie e carri allegorici. Comunciando proprio dall’autore che l’ha raccontata. Un testo sulla memoria, chiarisce Nello Mascia, che spiega: «Per la regia, non ho potuto prescindere dall’allestimento di Roberto De Simone e dal desiderio di rendere omaggio a Gennarino Palumbo, che ne fu interprete trent’anni fa. Noi siamo il nostro passato, il risultato delle nostre esperienze, delle nostre sensazioni, emozioni, sentimenti. Quest’opera racconta una festa che non c’è perché non viene mai rappresentata, racconta un’umanità devastata dalla guerra. Di modifiche non ce ne sono, ma la cosa di cui mi sono preoccupato è di rappresentare questo testo con l’occhio di un uomo del nostro tempo. E poiché Viviani è vicino alla tragedia greca e poiché questa è una festa, non è avventuroso accostare il testo alle “Baccanti” di Euripide. Un viaggio nella memoria che io stesso rappresento nei panni dei due personaggi che aprono e chiudono lo spettacolo». Mascia ha voluto al suo fianco «i più bravi tra i giovani e qualche compagno di sempre». Ovvero Massimo Masiello, Pio Del Prete e Tommaso Bianco, in scena nei panni di Don Gennaro e del Maruzzaro. L’attore porta una chicca: una «spasella» per le alici che appartenne proprio al grande maestro. Il commento musicale, (diventato già un cd), invece, è stato affidato a Eugenio Bennato. «Porto in me tre grandi interpreti - premette il musicista - Eduardo, Murolo e De Simone. Sono partito dalla loro dolcezza per rielaborare Viviani e rispondere all’aggressività della città. La mia necessità è stata quella di trovare linguaggi moderni nelle sue composizioni e oggi non c’è niente di più forte delle musiche delle periferie degradate, lontanissime da oleografia e banalità». Quanto alle voci, il musicista è caduto su scelte obbligate: Pietra Montecorvino, che, spiega, «riesce a raccontarci decenni di storia» e Ciccio Merolla che «rappresenta la Napoli non autocelebrativa, ma che si mette in discussione». Bennato ha completato la colonna sonora con una corale composta di suo pugno. In scena ci sarà solo Ciccio Merolla con le sue percussioni, tutta la musica sarà diffusa dalla base registrata. Più di trenta interpreti per questo kolossal che ha come sfondo le scenografie di Raffaele Di Florio e Lello Esposito, il quale ha creato due sculture essenziali per rappresentare «il senso delle radici, ma anche quello della metamorfosi della tradizione, espressa modernamente». Le coreografie sono di Ettore Squillace. «È questo il modo giusto di partire - afferma Valeria Valente, assessore comunale ai Grandi Eventi - per recuperare l’antica festa di Piedigrotta e presentare la tradizione all’insegna della modernità, attraverso un patrimonio immateriale qual è il teatro». Lo spettacolo sarà replicato fino a domenica a Napoli, il 4 settembre sarà a Castellammare di Stabia (città natale di Viviani), il 6 settembre a Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, dal 30 ottobre al 25 novembre al teatro Bellini. Venerdì, invece, Radiouno Rai trasmetterà il programma «Anteprima Piedigrotta».

Articolo de "Il Mattino" del 25/07/07

27/07/2007 13:33
 
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maestro tranviere
Conosco personalmente l'ottimo Nello Mascia poiché un paio di anni fa ho collaborato con lui per le musiche di uno spettacolo dal titolo "Fango", sull' alluvione di Sarno e Bracigliano.... questo spettacolo fu anche trasmesso da Raidue per "Palcoscenico".

www.novaconcentusvocalis.it
"Where no man has gone before"
10/08/2007 23:00
 
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maestro tranviere
Piedigrotta cerca la «canzone nova»
LE AUDIZIONI: Rendano e Libra tra i vincitori. Le Rondinella col padre Luciano poi Doris, Buonomo, la Schiavo: i «veterani» lanciano i giovani

Andrea Spinelli Le donne sono più degli uomini, gli interpreti più dei cantautori, i versi d’amore più di quelli d’attualità. È la fotografia della canzone napoletana rappresentata dal cast delle Audizioni di Piedigrotta, una delle tranche della festa riconquistata. Con i carri, le melodie classiche e i fuochi d’artificio la Festa di Piedigrotta rilancia il meccanismo delle Audizioni, un tempo appannaggio degli editori, che lanciò i più famosi brani partenopei, quelli oggi definiti classici, a partire da «’O sole mio», seconda classificata alla Piedigrotta Tavola Rotonda del 1898. Il meccanismo voluto dall’Ept di Napoli su indicazione dell’assessore al Turismo e i Beni Culturali della Regione di Lello, ma in questo caso anche dell’assessore alle Politiche Giovanili D’Amelio, è quello di stimolare la creatività giovanile di cantaNapoli. Gli otto finalisti scelti dalla giuria (Salvatore Palomba, Antonio Annona, Claudio De Cristofaro e il presidente Federico Vacalebre), infatti, per regolamento non hanno più di 36 anni: così, assieme a qualche volto noto (l’ex reginetta neomelodica Ida Rendano, gli Alfa Gang, Amelia Rondinella con la sorella Francesca, Luigi Libra), ecco un manipolo di esordienti assoluti o quasi: Angel che colpisce con «Mesca mme’» di Marco Francini, inno gragnanielliano e quasi a luce rossa alla confusione dei sessi («Ncopp’ a ’nu lietto ’e fuoco tu...a chi aspietto? Nun si né mascule né femmena... Mesca mme’, mesca ’o bene, mesca ’o male, mesca tutte cose»); Enzo Esposito con la veteromelodica «E pazziave»; Rita Lanza con la teatrale «’A sciorta»; Lorena Tamaggio con la ballata «Uocchie ’e paura», arricchita da un arrangiamento di Marco Zurzolo, oltre che dal sex appeal della giovane cantautrice. Il meccanismo dell’accoppiamento con veterani della melodia partenopea, porterà sul palco della Rotonda Diaz l’8 settembre, presentati da Maria Elena Fabi e Gianni Simioli una primadonna come Mirna Doris, protagonisti della stagione dei festival come Antonio Buonomo, chansonnier impegnati nel sociale come Pino De Maio, voci maturate in storiche formazioni come la Nccp (Gianni Lamagna) e l’Orchestra Italiana di Renzo Arbore (la ritrovata Francesca Schiavo). Le sorelle Rondinella hanno chiesto al padre Luciano, cantante e discografico, di doppiare il pacifismo di quella «Vieni suonn’» firmata dal giovanotto matto Lorenzo Hengeller con Roberto Del Gaudio dei Virtuosi di San Martino; gli Alfa Gang hanno scelto Capone (dei Bungt Bangt) e Lucariello (degli Almamegretta) per la loro «Tammorre e cultellate» («Vire Napule e po’ muore, folklore misto a dulore... A faccia sporca da cartulina, ate che carruzzelle ’e Mergellina») che si apre con un campionamento di Pino Mauro e procede col rap di una Napoli-Gomorra; Angel vedrà il suo brano riletto da Nello Daniele e Carlo Faiello. Chi ha ascoltato tutte le canzoni (anche quelle escluse, qualche decina) parla di un «livello discreto, con qualche picco e poche novità». Cantanapoli spera, se sono rose fioriranno, anzi: se son «canzoni nove» le canteremo.

Articolo de "Il Mattino" del 10/08/07

06/09/2007 23:50
 
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maestro tranviere
Tra allegorie e fuochi festa a tempo di musica
Carri scortati dalle "paranze", poi l'incendio della scogliera
Di Lello: la kermesse in un film per il lancio dell’edizione 2008 Martano: meglio i vestiti di carta che le zucche di Halloween


ANNA MARIA ASPRONE L’attesa, la curiosità, l’entusiasmo sono ormai incontenibili. Torna Piedigrotta. Ormai è questione di ore e poi la festa più tumultuosa, più rimpianta e rievocata, potrà riappropriarsi di nuovo della sua città. Un ritorno trionfale, dopo un’assenza di 25 anni. Per i napoletani è come riannodare le fila con un passato, mai dimenticato ma che sembrava irrimediabilmente perduto, destinato a rivivere solo nei ricordi di chi, non più giovanissimo, aveva fatto in tempo a vedere l’ultima edizione. Ufficialmente la festa più amata dai napoletani è già cominciata da qualche giorno ma è solo da domani che si entrerà nel clou delle manifestazioni. Quattro gli elementi portanti della festa: la musica, i carri, i riti religiosi e i fuochi sul mare. Tra le novità annunciate: l’accompagnamento musicale di paranze popolari, BungtBangt, Contrabbanda, Fanfara dei carabinieri e musicisti brasiliani alla sfilata dei carri e 45 spettacolari minuti di fuochi sul mare, di cui i primi cinque sottolineati a tempo di musica dal «Carosello napoletano». Ieri mattina a palazzo San Giacomo c’è stata la conferenza stampa che ha ufficialmente dato il via alla kermesse. C’erano gli assessori al Turismo della Regione Marco Di Lello, della Provincia, Giovanna Martano, e del Comune, Valeria Valente e l’amministratore dell’Ept Dario Scalabrini che, con parsimonia («lasciamo qualche ultima chicca ancora da scoprire») hanno illustrato gli ultimi dettagli e presentato il cast artistico della Piedigrotta. Assente per precedenti impegni il presidente della Camera di Commercio Gaetano Cola che in una lettera ha sottolineato l’impegno dei maestri cartapestai nolani. C’erano anche tanti personaggi del mondo della canzone e dello spettacolo (tra cui Nunzio Gallo e Antonello Rondi) che hanno accolto con entusiasmo il ritorno della festa. C’erano anche i due attori della soap napoletana «Un posto al sole» Patrizio Rispo e Serena Rossi che affiancheranno sul palco Massimo Ranieri, Teresa De Sio, Peppino Di Capri, Brian Ferry, Mario Biondi, i brasiliani «Bloco llè Ayié» durante il concerto di domani sera a piazza Plebiscito. Per i maestri cartapestai c’era il presidente del Consorzio Artigianapoli Mariano De Luca «Il lavoro delle quattro imprese - ha detto De Luca - dei tre artisti e delle 32 professionalità impegnate nella realizzazione dei carri è stato possibile grazie al contributo della Camera di Commercio». «Sarà un appuntamento che affonderà le radici nella tradizione più vera e viva della città - ha spiegato l’assessore Valente - Ma anche una festa che abbiamo voluto ripensare, nell’ottica della Napoli di oggi. Non avrebbe senso riproporre formule e stili di un tempo che, proprio perché legati ad altre epoche, non avrebbero molto senso oggi». Sulla stessa lunghezza d'onda Di Lello: «Finalmente si parla di Napoli in senso positivo. E di questa Piedigrotta se ne parla già oltre i confini regionali e nazionali. Sarà un evento che rilancerà il turismo e già da oggi stiamo pensando alla prossima edizione. Quando venderemo il ”pacchetto Piedigrotta 2008” porteremo foto e filmati di questa edizione». Per Martano «bisogna essere orgogliosi di aver riportato a Napoli una festa popolare. Dobbiamo fare in modo che entri nelle abitudini dei cittadini e soprattutto farla amare dai bambini. Convincerli che indossare i famosi vestiti di carta di Piedigrotta è più divertente che festeggiare una tradizione straniera come Halloween». E nei progetti dell’Ept c’è già il futuro. «L’anno prossimo - ha annunciato l’amministratore dell’Ept Dario Scalabrini - si potrà anche innovare, oltre che seguire la tradizione. Mi piacerebbe, infatti, portare la festa in tutti i quartieri anche quelli più periferici come Pianura o Scampia. Il messaggio da trasmettere è quello di una città viva e vitale. Abbiamo le carte in regola per presentare una città che rinasce».



Articolo de "Il Mattino" del 06/09/07.
[Modificato da BiagPal 06/09/2007 23:50]

06/09/2007 23:53
 
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Sfilate, luci e melodie immortali: la storia finisce in copertina
Editoria e pittura, a Palazzo Reale le opere dei grandi illustratori
Le chicche: una caricatura dei giornalisti e il falso Salvator Rosa


PAOLA DE CIUCEIS Alla Piedigrotta non si resiste. Neanche durante l’epidemia di colera (1867 e 1884), l'eruzione del Vesuvio (1906), il regime fascista. Lo sa bene il popolo che per secoli l’ha aspettata con i suoi carri addobbati e i caroselli canori; lo sapevano bene artisti e scrittori, poeti, compositori e stampatori che tra Otto e Novecento si sono lasciati conquistare dal magnetismo della festa. A loro soprattutto, oltre che alla città sin dai tempi dei Borbone, è dedicata la mostra «Luci di Piedigrotta - editoria e pittori» che si inaugura oggi (ore 18.30), con un intervento di Achille Bonito Oliva, nella sala Dorica di Palazzo Reale (sino al 23 settembre, ore 9-19, chiuso mercoledì). In esposizione 200 opere tra quadri luminosi, riproduzioni pittoriche, documenti cartacei e sonori. A cura di Franco Mancini e Giovanni Girosi, la mostra (ospitata dalla Soprintendenza di Enrico Guglielmo, organizzata dall'Azienda di soggiorno cura e turismo guidata da Luigi Necco e dall'assessorato regionale al turismo affidato a Marco Di Lello) riunisce materiali provenienti dalla sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale, dall'Emeroteca Tucci, dall'Archivio Parisio. I gruppi di lavoro coordinati da Mauro Giancaspro, Salvatore Maffei e Paola Visone hanno passato in rassegna quotidiani e riviste per una ricostruzione storica della festa, dalle origini al 1940, attraverso il lavoro di editori e giornalisti che assieme a illustratori e disegnatori con articoli e copertine documentavano tra cronaca e folclore il profilo di questo imperdibile appuntamento con la vita popolare. Pubblicazioni coloratissime che duravano lo spazio di un mattino consacrando canzoni immortali e piccoli capolavori artistici. Proprio come illustrano originali e elaborazioni digitali di fotografie (con il profilo della chiesa di Piedigrotta esaltato dalle luminarie o con i fuochi pirotecnici che squarciano il buio) così come le copertine d'impronta impressionista, art decò o futurista delle edizioni firmate Pierro, Bideri, Morano che erano soliti impegnare i nomi più accreditati del momento: Scoppetta, Dal Bono, Migliaro, Matania. Tra le chicche, il numero del «Don Chisciotte» (1887) con una rara caricatura di gruppo che prende di mira la nutrita rappresentanza di giornalisti coinvolti dalla Piedigrotta; e il falso fabbricato da Salvatore Di Giacomo che attribuì a Salvator Rosa una canzoncina popolare, ma rifinita da lui stesso, «Michelemmà». Ancora, vedute e stralci della stampa umoristico-satirica dell'epoca.

Articolo de "Il Mattino" del 06/09/07

06/09/2007 23:55
 
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Ecco il servizio del TGR di ieri.
[Modificato da BiagPal 06/09/2007 23:58]

07/09/2007 00:14
 
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Festa di Piedigrotta
1-12 settembre 2007



PER INGRANDIRE CLICCARE SULL'IMMAGINE


www.festadipiedigrotta.it

Festa reistituita dopo decenni di declino. La festa di Napoli per antonomasia, che ha attraversato i secoli per riproporsi sempre sotto nuove vesti.

Non solo sfilata di carri allegorici (simile a Viareggio), non solo festival canoro (nel 1898 vinse la celeberrima "O sole mio"), non solo festa religiosa (il culto della Madonna di Piedigrotta), non solo festa di fuochi pirotecnici, ma soprattutto festa del popolo e per il popolo. (evviva la demagogia, ma è così)

Sebbene come detto sia stata sospesa quasi 40 anni fa per motivi di ordine pubblico, essa è tuttora viva nella memoria di tutti i napoletani: ancora oggi, quando in casa ci sono troppe luci accese si usa dire "Ma che dobbiamo fare, Piedigrotta?", oppure quando c'è una gran confusione con strepitio di folla si sottolinea la scena dicendo "Pare Piedigrotta".

[Modificato da XJ6 07/09/2007 10:55]

07/09/2007 08:27
 
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Centomila al Plebiscito sulle note di «'O sole mio»
Il napoletano e Bryan Ferry cantano a due voci in onore di Pavarotti Scatta l’ovazione per il maestro Malato, Mario Biondi dà forfai

FEDERICO VACALEBRE «Ato ca manduline, ato ca concertine, ato ca Piedigrotta, cu ’e tracche e cu ’e botte»: la Piedigrotta ritrovata non è roba da nostalgia canaglia e nemmeno da festa, farina e forca. La madonna del neofolk Teresa De Sio è preceduta sul palco di piazza del Plebiscito da Peppino Di Capri, l’uomo che arriva dopo Carosone e prima di Daniele nell’albero genealogico della canzone napoletana che si rinnova. Brilla, allora, sul palco, e tra i centomila della piazza, la «Luna caprese», si spande attorno una «Voce ’e notte» così inconfondibile che anche le due giovani turiste russe al bar Gambrinus smettono per un attimo di fare gli occhi languidi ai due scugnizzi che le hanno rimorchiate. E, certo, è tempo d’«Alleria», cos’altro si vuole da una festa popolare, se non l’atmosfera da sogno di una notte di fine estate? Ma i disoccupati in piazza nel pomeriggio ricordano, se mai qualcuno lo avesse dimenticato, che Piedigrotta non lava le ferite di Napoli, e come mai potrebbero riuscirci melodie e carri e fuochi d’artificio? Ma le ferite aperte non si chiudono rinunciando a far festa e allora Teresa De Sio, che pure racconta che «a Napoli ci sta il Far West» con la voce del cardillo addolorato Raiz, ci regala tammuriate e tarantelle, che «so’ fresche e so’ belle». L’oleografia della festa che fu non c’è più, qualcuno la rimpiange, ma nemmeno tanto, si fa notare di più l’assenza di Mario Biondi, che ha cancellato tutti gli appuntamenti di questi giorni (compreso quello di domani al Nabilah) per un’improvvisa e forte febbre. L’ex Almamegretta, in compenso, anticipa dal suo atteso secondo cd solista un pezzo scritto proprio dalla De Sio, «’O paraviso ’nterra», e la città porosa - né paradiso né inferno, ma neanche purgatorio - si gode il ritorno a casa di Giovanni Calone, l’uomo che si fece chiamare Gianni Rock in onore di Elvis, e ora che è diventato Massimo Ranieri, e si fa accompagnare da una band e una compagia di danza tutta al femminile, rende omaggio a Presley e Pavarotti duettando con Bryan Ferry, il dandy del rock. Il canto libero e verace di Ranieri e quello di velluto ambiguo della voce dei Roxy Music ricompongono sulle note di «’O sole mio» un puzzle la cui ultima tessera arriva dall’emozionante coro di «Luciano, Luciano», che accoglie la voce e il tributo a Pavarottissimo annunciato dai brillanti conduttori, Serena Rossi e Patrizio Rispo. Poi è bello tenere insieme Viviani e Lennon, «La rumba degli scugnizzi» e «Jealous guy». La kermesse verace e internazionale, popolare e nobilissima, scopre le chitarre rock che innervano «It’s now or never» e «Surrender», che in principio era «Torna a Surriento» e Ferry rilegge aggiungengo vigore metropolitano alla versione estenuata del re del r’n’r. Tenera è la notte che vede i sax di Marco Zurzolo e Annibale Guarino, ma anche il washboard (che poi sarebbe una percussione ricavata da un asse per lavare i panni suonata con ditali metallici) di Tony Cercola al servizio di mister Ferry, che con «Slave to love» spinge al ballo. Balla la piazza con la De Sio, ballano i «Guagliune» del terzo millennio a cui Di Capri augura buona vita sul suo ultimo album. Balla il Bloco Ile Aye abituato al carnevale brasiliano e spedito dal ministro-cantautore Gilberto Gil a scoprire com’è fatto il carnevale newpolitano che si chiama Piedigrotta. I tamburi carioca fanno a gara con quelli dello sciamano Tony Esposito, che è biondo, ma «Sarracino». Se volessimo buttarla in ideologia potremmo dire che Piedigrotta 2007 è la festa no global di una Napoli che - senza chiudersi al mondo - resiste almeno ai festivalbar, le isole dei famosi, la colonizzazione culturale che non è proprio l’ultimo dei mali. Ma in tempi di antipolitica è meglio godersi la festa, altrimenti si rischiano i fischi che hanno accolto il saluto di Ranieri al presidente Bassolino, in qualche modo bilanciati poi dagli applausi tributati a fine nottata per gli assessori Di Lello, Martano e Valente e per Scalabrini dell’Ept, responsabili del ritorno della festa.

Articolo de "Il Mattino" del 08/09/07



09/09/2007 22:06
 
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maestro tranviere
Luci, suoni e carri: il fascino di Piedigrotta
La Regione: faremo coincidere la festa con la Notte bianca. Oggi si replica, poi a mezzanotte i fuochi a mare

LUIGI ROANO I napoletani ritrovano la Piedigrotta dopo 25 anni e la città dopo mesi difficili si gode un giorno di serenità e di festa. Perché ieri è stata davvero una festa: senza eccessi ma con grande allegria, in 30mila hanno accompagnato la sfilata dei carri. Alle 18 in punto - preceduti dall’inno di Mameli e da un fitto lancio di coriandoli - i carri hanno varcato il cancello di Palazzo Reale e attraversato piazza Plebiscito per arrivare fino a largo Sermoneta. Poi il ritorno nella piazza dove si è tenuto il mega concerto davanti a centomila persone. Rispetto alle gouache e alle foto in bianconero che ritraggono la mostra sulla Piedigrotta a Palazzo Reale, non ci sono i lazzari né gli scugnizzi perché la città è cambiata e anche i suoi abitanti. Al loro posto famiglie con mamme, papà e bimbi vestiti casual. La sensazione - mentre si passeggia al seguito dei carri - è quella di essere in un teatro all’aperto dove è andato in scena un pezzo di storia della città. Lo spirito della Piedigrotta autentico però è stato recuperato dall’allegria di migliaia di cittadini che hanno fatto festa con musici e artisti di strada al ritmo della tarantella. Insomma è andato davvero tutto bene, se ne sono accorti i reporter stranieri che hanno raccontato la festa per i loro lettori americani, brasiliani, tedeschi e anche inglesi e giapponesi. E poi c’erano decine di telecamere perché l’evento è stato ripreso da una major americana e fra poco diventerà la traccia per un film. Anche i napoletani hanno voluto portare un ricordo della serata e grazie ai telefonini hanno scattato migliaia di foto. Napoli ha presentato ieri il suo volto migliore, il governatore Antonio Bassolino qualche minuto prima che le danze si aprissero ha commentato l’evento: «Piedigrotta è la festa di Napoli, della sua storia, della sua identità. L’anno prossimo la faremo coincidere con la Notte bianca ma deve essere la Piedigrotta un formidabile motore per la promozione della città e della regione, perché sono sicuro che questa saprà essere un grande attrattore turistico». Bassolino poi ha argomentato sul valore della kermesse: «Napoli in questi anni è cambiata e cambia la festa. Più volte in questi anni abbiamo pensato di rifare Piedigrotta, anche con dubbi e perplessità su come sarebbe stata accolta. L’abbiamo fatto e penso che abbiamo fatto bene. Penso a Massimo Ranieri che ci ha fatto sapere che è così contento che si è esibito gratuitamente». Sventato anche il temuto assalto dei disoccupati che allo scoccare delle 18 hanno ammainato bandiere e striscioni e preso la direzione opposta alla sfilata. I senza lavoro sono stati ricevuti da un funzionario della Prefettura al quale hanno strappato la promessa di un incontro con gli enti locali mercoledì. E poi sfilata e Palazzo Reale erano blindati da decine di uomini delle forze dell’ordine. Marco Di Lello e a Valeria Valente assessori al Comune e alle Regione sono soddisfatti: «È stato un segnale di tranquillità dopo giorni difficili. Le diverse anime della città hanno convissuto serenamente».

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09/09/2007 22:07
 
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maestro tranviere
Santa Lucia come il Brasile e Di Lello balla con le nacchere
PIETRO TRECCAGNOLI Volevate il putipù? E Piedigrotta ve l’ha servito in salsa brasiliana e molto meticcia. Per quasi un’ora Santa Lucia sembrava Salvador de Bahia, con le ragazze e le nonne del Pallonetto calate giù per scatenarsi in un samba o sul ritmo dell’ombelico del mondo, abbracciate alle ballerine, per una tammurriata nera, contaminata, allegra e scacciaguai. Alzatevi (ed erano tutti alzati) sta passando la canzone popolare, contemporanea, che riunisce i ritmi tribali dei bottari di Portico e le note di Carosone e Patty Pravo riproposte con tromboni e clarinetti. Tutto nel segno di una festa ritrovata e della voglia di divertirsi che non hanno confini e che per un giorno ha trovato diritto di cittadinanza tra piazza Plebiscito e Mergellina. Persino Marco Di Lello, proprio lui l’assessore, con il suo gessato blu, è stato trascinato in una tammurriata tra nacchere, triccabalacche e scetavaiasse, nel mezzo di Santa Lucia. Non si è sottratto. Del resto Piedigrotta con i suoi carri è sempre stato il nostro Carnevale. A Di Lello è toccato diventare il consigliere di moda a quell’elegantone di Bryan Ferry, che conquistato dal suo gessato, s’è fatto indicare il nome dello stilista. «È Luigi Borrelli» gli ha risposto l’assessore. E la rockstar inglese è andato a cercarsi la bottega a via Filangieri. Ma più sfrenata era la gente. Come l’arzilla signora Rita Zannelli, capelli biondi e fisico minuto, 72 anni, luciana, che ha ballato fino a sfiancarsi con le bellezze nere venute dal Sudamerica. «Avrei voluto salire sul carro» dice, riprendendo fiato. «Ma non si può, peccato». A pochi passi, Pietro D’Onofrio, che di anni ne ha 82, maestro in pensione, cappellino da baseball e sguardo furbo, incollato a una ballerina: «E come non la ricordo la vecchia Piedigrotta? Era una festa strepitosa, spero che questo sia solo l’inizio. Vorrei vederne tante altre». Anche le bambine sono contagiate di colori brasileiri. Maria Francesca, Serena e Francesca (quindici anni in tre) sfilano con i vestiti di carta che sembrano arrivare da Rio, ma loro sono solo di Pizzofalcone. Turisti se ne vedono pochi: una giovane tedesca burrosa che non fa mancare il suo wunderbar quando vede uscire da Palazzo Reale il primo carro, «Il mistero dell’Uovo» di Vittorio Avella. O una coppia d’inglesi color gambero che fotografa con flemma e indolenza, mentre attorno a loro si scatena la folla con videocamere, fotocamere e telefonini. Un gruppo di ragazzini pakistani si avvia verso il palco, sembra uscito da un romanzo di Hanif Kureishi, ma ormai fa parte del panorama locale. Da Milano, dove vive dal 1962, è arrivato, invece, Carmine Di Luzio, guardia giurata in pensione: «Ho sentito in tv che rifacevano Piedigrotta e sono venuto dai miei parenti a Cercola. Resto fino alla fine». Attorno alla sfilata poche bancarelle. Alla Rotonda Diaz spicca quella che vende le magliette di Gargano e del nuovo idolo del San Paolo, Lavezzi. Prezzo intrattabile: dieci euro. Niente coppoloni e lingue di Menelik, cercatevele nei libri. La sfilata è aperta da due giovani nei panni dei borbonici Ferdinando e Carolina. Senza i costumi bianchi sono Gennaro Barone di Sant’Anastasia e Valentina Cimmino di Pozzuoli, entrambi ventitreenni. È una babele di suoni quella che segue le note della fanfara dei carabinieri, prima con la Marcia di Radetzky (quasi fossimo a un Capodanno viennese) E «’O surdato nnammurato» e poi l’Inno di Mameli. Lo starter, con un bengala di coriandoli è affidato all’assessore Valeria Valente, che s’impappina con l’aggeggio e devono aiutarla. Poi i carri di cartapesta (dopo quello di Avella, si sono l’«Arcimboldo della musica» di Geppino Cilento, il «Piedigrotta Viviani e Cangiullo» sempre di Cilento e lo «Sterminator Vesevo» di Annibale Oste) conquistano la scena e la tengono fino a largo Sermoneta e ritorno (alle 22), un omaggio non solo all’effimero di lunga tradizione barocca, ma pure alla voglia di normalità e tradizione, di creatività e sentimento popolare.

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09/09/2007 22:11
 
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maestro tranviere
Ed ecco il servizio del TGR di ieri.



Bello il ricordo a Big Luciano.
A proposito di Pavarotti, nessuno di noi ha pensato di aprire una discussione per ricordare il grande Pavarotti... [SM=x346245] [SM=x346226]

P.S. Per vedere il video, consiglio di attendere che termini la musica di sottofondo.

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