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Televisione

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06/12/2007 22:47
 
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tranviere veterano
Vi propongo un post pubblicato nel forum Rai de "La squadra" da quella che dovrebbe essere il cast di produzione della stessa, visto che il nickname è "Cast Tecnico La Squadra":

Cari amici,
le vostre osservazioni e rimostranze solo non solo legittime e sacrosante, ma anche del tutto condivise da noi autori. Leggendo quanto scrivete la prima idea che è circolata tra i nostri telefoni è stata quella di regalarvi la sceneggiatura originale, mettendola in rete. Non sappiamo tuttavia se questo sia possibile e non abbiamo voluto aprire con questo gesto ulteriori tormenti. Vi basti sapere, però, che quanto avete visto in onda ieri sera non corrisponde a quanto da noi pensato e in questo abbiamo apprezzato molto chi – un vero segugio pronto per il Sant’Andrea! – ha notato la sparizione della battuta di Sciacca sul cadavere di Pietro. Non è stata la sola, purtroppo.
Tanto per darvi un esempio, l’episodio doveva iniziare a notte con una lunga scena che, partita da Alfio, proseguiva con altri storici protagonisti, consentendo di far capire che un po’ di tempo era passato (senza dire quanto) e quali avvicendamenti ci fossero stati nel commissariato, guidato peraltro da un non meglio specificato nuovo dirigente. Si spalancava a quel punto la porta di Cafasso ed entrava nella sala attesa Pettenella, che iniziava un degno di lui battibecco con Nicoletta, per poi parlare con Sciacca ed uscire. Dopo i titoli la pancia di Elena – che deve andare a fare quella mattina un’ecografia con Pietro – ci dava un’idea di quanto tempo fosse passato e lanciava il giorno del dramma di Stefano. Così era anche nella puntata a noi mostrata in visione.
Immaginate la nostra sorpresa (chiamiamola così…) nel trovarci scena 2 all’inizio, al mattino quindi, per poi tornare alla notte prima con una scena mutilata di tutto ciò che consentiva di dar senso e misura al passaggio di tempo, per tornare infina – scelta davvero scellerata – alla stessa mattina della prima, visto che dell’ecografia di Elena in corso di nuovo (correttamente) si parla.
Che dire poi della vicenda di Stefano? Il percorso per noi era chiaro e altrettanto ci pareva fosse in sceneggiatura.
Lo riassumo in estrema sintesi: il locale aperto in Ucraina va male e Stefano chiede un prestito a persone sbagliate; non riuscendo a venirne fuori, gli viene proposto di fare da corriere tra lì e l’Italia dalla malavita organizzata locale, che è in stretti rapporti con la camorra napoletana (cosa vera – a proposito, anche se non c’entra niente, lo sapete che il primo caso è realmente avvenuto a Torino, esattamente in quei termini? La Stampa pubblicò la foto delle ciabatte della vecchina-ladra improvvisata, pressoché identiche a quelle viste sullo schermo!). Lui accetta e fa la spola tre volte, fino a quando gli viene detto che può spazzar via i suoi debiti con un’ultima missione: deve portare a curarsi in Italia una bambina a cui tengono molto e che dovrà spacciare per sua figlia. Stefano parte, arriva alla clinica e – come Mari in seguito spiegherà – dagli esami che vengono effettuati alla piccola intuisce che le cose non stanno come gli hanno detto: non si sta facendo un favore a chissà quale mafioso ucraino, curandogli la figlia, ma forse proprio quel piccolo essere indifeso è stato messo seriamente nei guai. Impulsivo e generoso come sempre, decide di provare il tutto per tutto: dice a Tania di nascondersi e cerca di guadagnare tempo coi camorristi cui dovrebbe portare la bambina, mandando nel frattempo un messaggio a tutti quelli su cui sa di poter contare (non sapendo che intanto uno si è trasferito a Trani, un altro a Trento). Per un appuntamento cui purtroppo non arriverà mai…
Beh, credo che se qualcuno di voi ha colto anche solo il 50% di questa storia sia un genio, alla luce del massacro che è stato fatto di alcuni snodi fondamentali.
Che dire, allora? Che la 221, ultima della serie e del piano produttivo, ha pagato per tutti i ritardi precedentemente accumulati e che è stato deciso di recuperare proprio nelle due settimane ad essa dedicate. Scelta coerente, peraltro, col disamore ormai manifestato da tempo con una programmazione eloquente in altre importanti stanze…
Insomma – e chiudiamo sul serio – accusateci di tutto, davvero, ma non di avervi trascurati o di avervi voluto salutare con una puntata raffazzonata, questo no.
Un abbraccio e, speriamo, a presto con nuove storie da raccontare

Gli autori de La Squadra
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