TRAMVIA CAMERINO - CASTELRAIMONDO

Nelle Marche, ad un'ora di macchina da casa dei miei nonni, c'era un tempo una tramvia molto bella, la Camerino - Castelraimondo soppressa nel 1956 per essere sostituita da una filovia purtroppo mai costruita a causa di una lunga vertenza giudiziaria fra Comune, Unes, Enel e chissà cos'altro.
Il servizio aveva origine nella piazza centrale della bella e antica cittadina universitaria, i tram attraversavano tutto il centro ma, una volta giunti in campagna, il servizio diventava ferroviario: dopo una dozzina di Kilometri veniva raggiunta la stazione ferroviaria FS di Castelraimondo. Da qui il nome del libro di Claudio Cerioli " Da Camerino al mondo " cui nel 1985 ho avuto il piacere di fornire alcune fotografie.
I tram all'inizio erano a due assi ma col tempo, visto l'incremento dell'utenza e del numero delle corse arrivarono le nuove grandi vetture a carrelli.
Cosa davvero interessante ed inusuale era il fatto che in centro era ubicato il deposito che fungeva anche da stazione intermedia: i tram partiti dalla piazza dopo aver percorso alcune vie del centro entravano nella splendida chiesa sconsacrata di San Domenico per uscirne, proseguendo la corsa, sul retro. Dentro la chiesa oltre ad un paio di binari di transito vi erano pure quelli della rimessa...era l'incredibile '900 dei trasporti italiani cui l'entusiasmo non conosceva barriere!!!
Quello che non molti sanno è che fino a metà degli anni '70 rotaie e fili, a causa della vertenza giudiziaria, non furono in città rimossi assieme alle vetture a carrelli che erano ancora ricoverate all'interno della chiesa di San Domenico...erano gli altrettanto incredibili ultimi anni del '900 cui tutto spariva senza alcun entusiasmo!!!

Sorprendentemente nel 2003, a 47 anni dalla chiusura della ferrotramvia, in città erano ancora presenti rosoni con tanto di traverse e isolatori: sulla sfondo la chiesa di San Domenico col grande portone di accesso ai tram. Oggi la chiesa sconsacrata è adibita a biblioteca e spazi espositivi del Comune di Camerino.

Vuoi dire che quindi negli anni '70 hanno demolito le vetture senza pensarci un secondo??? Da fucilazione!!!!

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PHOTORAIL: Vuoi dire che quindi negli anni '70 hanno demolito le vetture...

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Ebbene si...

La chiesa sconsacrata di San Domenico, un tempo fungeva da stazione e rimessa...era sul tracciato della linea e veniva attraversata da parte a parte. La foto è ripresa a tanti anni di distanza dalla soppressione, le vetture che si intravedono sulla destra non poterono essere demolite fino alla conclusione della lunga vertenza giudiziaria mentre in città in diversi punti le rotaie e i fili erano anch'essi al loro posto.

Un'altra bella pagina dell'epopea tranviaria in Italia.
Persino una chiesa trasformata in rimessa per i tram!

La foto si trova sul sito:

Museo della memoria - Università di Camerino

FANTASTICO!!
Trovai il libro nella fornitissima biblioteca del CIFI di via Marsala. Gli diedi una veloce letta (frequentavo la biblioteca per preparare la tesi, non per svago...) e rimasi subito colpito da questa particolarità unica, credo, al mondo: una stazione tranviaria in una chiesa anche se ex.
Inoltre ricordo la pianta del percorso che per arrivare in paese era molto tortuoso, ed una foto con il tram nella piazza centrale, al capolinea, che se non sbaglio terminava addosso ad un muro di un palazzo.
Saluti.

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RICC404: FANTASTICO!!

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Anche io ho sempre trovato la Camerino-Catelraimondo una tramvia fantastica! E' frutto di quell'ingegno senza confini, la materializzazione di un qualcosa fortemente voluto a dispetto delle barriere...
I tram partivano dalla piazza principale della bella e antica cittadina marchigiana: le grandi vetture a carrelli Carminati & Toselli percorrevano tutto il centro lungo anguste stradine cui era giocoforza ricorrere al binario unico banalizzato a scartamento metrico.
Come abbiamo già detto lungo il percorso i tram persino entravano e uscivano dalla chiesa sconsacrata di S.Domenico. Per dirigersi verso l'uscita della città venne creato, per le nuove grandi vetture a carrelli, un tunnel ricavato tra palazzi, chiese e cortili appunto denominato il Tunnel di Piazza San Venanzio, tutt'ora esistente.

L'inaugurazione ufficiale del Tunnel di Piazza San Venanzio: un tram incredibilmente poco più stretto dello spazio ricavato tra gli antichi palazzi esce tutto imbandierato dal tunnel tra la folla incuriosita e orgogliosa, gli immancabili manifestini inneggianti al Duce e fasci littori dell' Opera Nazionale Fascista, sulla destra una donna sembra farsi il segno della Croce dinanzi a tanta modernità...siamo nel 1936 e da lì a non molto sarebbero arrivate le leggi razziali, la guerra, i bombardamenti...
Questa splendida linea che per un tratto è tram urbano poi diviene ferrovia quindi ritorna, a Castelraimondo, tram urbano non ha avuto forse il risalto storico che meritava. Purtroppo l'ubicazione nello splendido paesaggio di montagna dell'Appennino Marchigiano così come la lontananza da altri importanti centri ha inevitabilmente tenuto lontani gli studiosi dei trasporti su rotaia così come i grandi fotografi stranieri che hanno invece ripreso in tantissime foto indimenticabili i più bei tram delle grandi città italiane. Quel poco che c'è su questo gioiello di ingegneria ferroviaria è perlopiù dovuto alle solite insostituibili cartoline, all'entusiasmo di qualche signore con l'hobby della fotografia o alle cronache dei rari giornali locali. La guerra ha purtroppo disperso gran parte di tutti gli archivi comunali e privati al riguardo di questa linea così poco nota.

Davvero una linea particolare, come particolare fu il fatto che per molti anni il servizio urbano tra San Domenico (ex chiesa) e la piazza principale venne sospeso per ragioni di sicurezza, data la pendenza elevata e il sistema di frenatura delle prime vetture a due assi non molto efficiente; non a caso, su questa tratta venne realizzato un binario di salvamento, come quelli presenti su diverse ferroviarie linee di valico.
Ci fu anche un incidente, con un ferito.
Per questo la linea venne chiusa e praticamente sottoposta a ricostruzione, e le elettromotrici a due assi vennero sostituite da quelle a carrelli costruite dalla celebre Carminati & Toselli (se non erro, fu proprio il loro ultimo prodotto!!).

La filovia, proposta dopo la soppressione della linea nel 1956, non venne mai realizzata........proprio in questi giorni, invece, a 50 anni dalla soppressione della tranvia, l'azienda trasporti di Camerino ha ordinato a Irisbus alcuni Cityclass CNG per i servizi urbani e il collegamento con Castelraimondo.

Daniele

L'incidente che portò alla momentanea sospensione dell'esercizio tranviario su tutta la linea e la sua temporanea sostituzione con corse automobilistiche (esercitate da due bus FIAT 621 RL da diciotto posti e SPA 30 da ventisei posti) fino all'adozione dopo quasi sei anni delle più moderne e sicure vetture a carrelli, accadde il 27 novembre 1930 e provocò un totale di cinque morti, tra il bigliettaio della vettura coinvolta, due dipendenti della ferrovia ed uno studente che erano accorsi con una vettura tranviaria di soccorso ed un'auto: la prima dopo aver slittato sui binari, deragliò e si rovesciò sui rottami della prima coinvolta e sull'auto dove si trovavano alcuni studenti presso la locale Università che si erano mobilitati per i soccorsi. Tra l'altro la linea tranviaria correva proprio di fianco alla sede stradale senza recinzioni o divisori di protezione, una quinta vittima anch'egli del gruppo dell'auto morirà il giorno dopo. Da notare che il giorno prima un incidente a Fermo della locale tranvia che collegava Porto San Giorgio ad Amandola provocò nove vittime (la vettura deragliò e si rovesciò dalla massicciata in corrispondenza della curva della Torretta dell'Orologio, quest'ultima ancora esistente e considerata uno dei simboli dell'attuale ricostituito Capoluogo di Provincia), ed addosso all'unica vittima della vettura di Camerino, il biglettaio, venne trovato nella tasca della giacca un ritaglio di giornale con la notizia del disastro di Fermo con aggiunta la frase "e a noi quando toccherà? ". Anche nell'Italia odierna, di fronte ad alcuni incidenti ferroviari degli ultimi anni, si parla sempre di segnalazioni e denunce, spesso inascoltate e riaffiorate sempre dopo gli eventi luttuosi, sull'attuale stato non proprio "svizzero" dell'attuale rete Trenitalia...