08/09/2016 23:23 |
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| tranviere senior | |
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Se non vado errato fra il 2000 e il 2005, all’epoca della presidenza Storace alla carica di Governatore della Regione Lazio, si parlò con una certa insistenza di un’ipotesi di diramazione della Roma Nord per Rieti a servizio dei consistenti flussi pendolari interessanti la collettrice Salaria generati dal capoluogo sabino e dai comuni contermini. Il collegamento avrebbe avuto origine all’altezza della fermata La Celsa per poi disporsi parallelamente alla SP Tiberina e al raccordo SS4 dir per Passo Corese, consentendo quindi di sfruttare utilmente parte del sedime ferroviario della diramazione per il previsto ingresso monumentale lato Tevere del cimitero di Prima Porta. La linea, interamente gestita dal Cotral, era prevista a doppio binario nella tratta sino a Passo Corese a servizio dei consistenti flussi pendolari generati dall’attestamento in quella località delle numerose autolinee provenienti dal bacino di traffico gravitante intorno alla SS4, nell’attualità parzialmente intercettati dalla FL1. Da Passo Corese la linea era invece prevista a binario unico, in funzione sia dei minori flussi di traffico attesi rispetto alla tratta più propriamente suburbana, sia per economizzare sugli elevati investimenti finanziari che si sarebbero altrimenti resi necessari per superare gli aspri contrafforti appenninici a ridosso della valle del Tevere. L'itinerario in linea di massima avrebbe interessato le località di Farfa, Poggio Mirteto e Ornaro per poi ricongiungersi con l’attuale linea FS proveniente da Terni nelle immediate vicinanze di Rieti; ulteriori estensioni dei servizi viaggiatori erano previste a servizio degli importanti insediamenti industriali di Cittaducale lungo la linea per L’Aquila. Idonei punti di raddoppio erano stati previsti dai progettisti in corrispondenza delle tratte in superficie, peraltro di lunghezza limitata, rendendosi infatti necessario lo scavo di alcune gallerie di notevole estensione. In corrispondenza di quelle tratte superficiali era prevista la realizzazione delle fermate, in numero comunque estremamente limitato e concepite come importanti nodi di scambio gomma-rotaia a servizio dei micro bacini di traffico adiacenti, debitamente irrorati dalla rete delle autolinee locali Cotral. A servizio di tale itinerario sarebbero probabilmente stati destinati i previsti convogli extraurbani Firema altrimenti noti come "Freccia Flaminia”, all’epoca in corso di progettazione e che mai hanno visto la luce. Il collegamento in parola, concepito più per il soddisfacimento di mere esigenze di visibilità politica e di appartenenza partitica che per il soddisfacimento di rilevanti esigenze di mobilità di una parte certamente non marginale della regione Lazio, è finito purtroppo per cadere nell’oblio, con buona pace degli utenti. |