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Tranvie interurbane, o quel che ne resta

Ultimo Aggiornamento: 25/02/2024 21:34
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10/09/2011 00:18
 
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apprendista tranviere
Milano-Desio
Riguardo alla questione della tranvia Milano-Desio ho buttato giù il seguente scritto. Chiunque di voi (possibilmente residente in zona) voglia utilizzarlo, in tutto o in parte, per volantini o lettere a giornali (possibilmente con molte firme) può farlo liberamente.

La zona a Nord di Milano è notoriamente a un livello di assoluta emergenza per l’inquinamento e la congestione veicolare. La causa evidente è l’eccesso di uso dell’automobile dovuto a sua volta in gran parte all’inadeguatezza dei trasporti pubblici. La soluzione più logica, in casi simili, in tutti i Paesi evoluti, è la costruzione di capaci sistemi di trasporto pubblico che consentano ai cittadini modi di spostarsi più sostenibil. In questi ultimi anni, infatti, si contano a decine i massicci investimenti per tranvie veloci, il più possibile in sede propria, o comunque con marcia agevolata, anche in territori meno densamente abitati. Lungo la direttrice Milano – Cusano – Desio esiste già una tranvia in sede propria, ma purtroppo in condizioni tali da essere inutilizzabile per gran parte della potenziale utenza: semplice binario con regimi di esercizio arcaici, frequenze degne di una ferrovia secondaria in zone scarsamente abitate, mancanza quasi totale di protezioni e di asservimento semaforico, esercizio fortemente antieconomico per la necessità di due agenti per convoglio, terminal a Milano all’estrema periferia, con corrispondenza con una tranvia urbana, sì moderna, ma anch’essa priva di protezione e agevolazioni semaforiche, così da essere molto lenta.
Ora, esattamente come avviene spesso in molti Paesi del Terzo mondo, questa linea deve essere chiusa per le disastrose condizioni di usura degli impianti, in attesa di un radicale lavoro di trasformazione e di ammodernamento che però, per lungaggini burocratiche, non si sa quando potrà partire.
Intanto, a proposito di questi lavori, si assiste a un fatto aberrante. Alcuni commercianti, timorosi di perdere i clienti motorizzati di transito, a causa del più rigoroso divieto di sosta richiesto dal frequente passaggio di tram, pretendono che si rinunci addirittura alla struttura di trasporto e a un servizio pubblico indipendente dalle remore del traffico stradale. In pratica, si chiede di rinunciare a un servizio di utilità generale, la mancanza del quale comporta valanghe di scarichi inquinanti, oltre che degrado, solo per venire incontro a un puro interesse di categoria.
Detto per inciso: in moltissime situazioni consimili, i negozianti sicuri della qualità della loro merce e della competitività dei loro prezzi, sono felici che venga impiantata una moderna tranvia davanti al loro esercizio; essi si aspettano infatti che la fama lusinghiera di quest’ultimo possa spingere molta gente ad arrivarvi anche da altre zone. I negozianti terrorizzati da un divieto di sosta, invece, fanno affidamento sulle esigenze occasionali degli automobilisti in transito, giudicati molto proficui in quanto ad essi si può in pratica rifilare di tutto a prezzi elevati.
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