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Fermodellismo in generale

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2019 21:19
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17/07/2005 22:31
 
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maestro tranviere
Apro questa discussione su questo bellissimo hobby... naturalmente spostabile a richiesta anche in qualche altra sezione del forum ritenuta più consona.
Lo faccio postando un articolo, a firma di Giovanni Morandi, sulla "fine" della LIMA apparso tempo fa su "Il resto del Carlino" (per la serie oggi sono triste):

LIMA, LA FINE DI UN MITO

Il trenino viaggia in Cina
Nel vicentino restano i ricordi


Era il paese dei trenini elettrici e tutti i trenini, che portavano Babbo Natale e la Befana, venivano fatti qui. Ora vengono dalla Cina, e non sono più gli stessi anche se si chiamano nello stesso modo. Lima era un orgoglio italiano. Ora è diventato un Made in China. Stampi e marchio li ha comprati la concorrente storica, la britannica Hornby, che ha spostato la produzione in Asia.

Isola Vicentina, 8 maggio 2005 - Li portava la Befana che si riforniva in questo paese, né bello né brutto, ma che una volta era magico perché era il paese dei trenini elettrici e tutti i trenini, che portavano Babbo Natale e la Befana, venivano fatti qui.

Ora vengono dalla Cina, e non sono più gli stessi, anche se si chiamano nello stesso modo. Lima era un orgoglio italiano. Ora è diventato un Made in China. Orrore. Ve la immaginate una Ferrari fatta nel Chekiang invece che a Maranello?

Ecco, lo stesso ribrezzo. Una vergogna nazionale, perché era uno dei marchi più famosi nel mondo e con la crisi del trenino come giocattolo anche Germania e Inghilterra hanno avuto problemi, ma loro sono riusciti a superarla, e invece la Lima e la Rivarossi, le due aziende italiane, sono scomparse.

Stampi e marchio li ha comprati la concorrente storica, la britannica Hornby, che ha spostato la produzione in Asia. Ad Isola Vicentina non sono rimasti che i rimpianti. I bambini passano davanti allo stabilimento chiuso, che l’ingegner Ottorino Bisazza, il genio della Lima, aveva voluto come fosse una stazione, e guardano le due carrozze ferroviarie, che sono deserte.

Sono due vagoni delle Ferrovie e tramvie vicentine, uguali a quelle su cui saliva il patron della Lima da bambino, quando andava a scuola da Trissino a Vicenza. Le riunioni del consiglio di amministrazione Bisazza le teneva in una delle due carrozze e nell’altra aveva allestito un museo del trenino, per la gioia dei visitatori.

Era una fabbrica, che lavorava con latta e fantasia. Sandro Gasparella oggi è il tabaccaio del paese e una volta era l’addetto ai plastici della Lima. Era lui che allestiva quei bellissimi plastici con le gallerie e le stazioni che i bambini incantati ammiravano nelle vetrine della Rinascente a Milano durante le feste di Natale.

'Erano gli anni d’oro — rammenta — e si lavorava anche il sabato e la domenica'.La Lima, che aveva uno stabilimento a Vicenza e questo di Isola, negli anni Settanta arrivò ad avere più di 500 addetti, in buona parte donne, perché le loro mani piccole erano più adatte per montare quei piccoli pezzi.

'Era la fabbrica del secondo stipendio — dicono al bar in piazza —. Questa era una zona depressa, eravamo un paese di contadini e il benessere arrivò con la Lima '. Poi è cominciato il declino, per incapacità di affrontare la crisi e per mancanza di volontà.

La fabbrica non c’è più ma è rimasto un’appetibile area di 24 mila metri quadrati, su cui, siatene certi, un giorno verranno costruiti palazzoni. Il sindaco, Massimo De Franceschi, non esclude l’epilogo, ma precisa: 'Al momento nessuno ci ha presentato una richiesta in tal senso ma se lo faranno, ogni valutazione sarà fatta d’accordo con gli abitanti del quartiere e chiedendo la destinazione a strutture pubbliche di parte dell’area'.

Così finirà una storia, che era cominciata quando l’Italia era povera ma volenterosa. Era il dopoguerra e quella fabbrica vicentina, la Lima, che sta per Lavorazione italiana metalli e affini, riciclava i treni bombardati e con i metalli ricavati faceva le maniglie delle porte.

Fino a quando le ferrovie di Stato non le rinnovarono la commessa. Era il 1953 e quel giorno l’ingegner Bisazza era a Trieste e in una vetrina di giocattoli vide un trenino di una marca tedesca. Fu davanti a quel modellino che ebbe l’idea folgorante. Così con le lamiere dei treni bombardati cominciò a fare i trenini della Befana.

E la Lima diventò leader mondiale. Poi sono arrivati i giochi elettronici, le playstation, i genitori troppo impegnati per giocare con i figli. E il trenino è finito sul binario morto di un’Isola che non c’è più.




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