Ancora sulle filovie fiorentine - molti dettagli e qualche ricordo
Caro Stefano,
se hai domande di qualsiasi tipo sulle tranvie e filovie fiorentine, per quanto posso sono lieto di risponderti.
Come hai notato, la vita del filobus nella nostra città è stata piuttosto breve: appena trentacinque anni, di cui gli ultimi undici di costante declino ed infine di vera e propria agonia.
Vengo alle tue domande, alle quali sono in grado di rispondere basandomi su un paio di guide d'epoca e soprattutto sui miei ricordi personali, ancora molto vividi nonostante il tempo passato: da ragazzino approffittavo spesso dei pomeriggi liberi da impegni scolastici per prendere il filobus ed esplorarne i percorsi.
Per prima cosa, la denominazione delle linee: nel dopoguerra l'ATAF decise, in modo analogo a quanto aveva stabilito l'ATM di Milano, di identificare con un numero le linee tranviarie e con una lettera quelle automobilistiche e filoviarie.
Queste ultime vennero cosi definite:
A- Piazza San Marco - Via Tavanti (ex-2, con esclusione del percorso Duomo- Annunziata - San Marco), sostituita poi dalla linea
B- Piazza Duomo (lato Campanile) - P.za Stazione - Via Tavanti
C- Piazza San Marco - Settignano (ex-9)
F- Piazza San Marco - Fiesole (ex- 7)
G- Piazza San Marco - Trespiano (di nuova istituzione)
H- Piazza San Marco - Salviatino (di nuova istituzione)
L- Piazza Stazione (Scuola Carabinieri) - Ponte di Mezzo, prima tratta della futura linea 23
Tale sistema rimase in uso fino al 1956, quando tutte le linee fiorentine assunsero velette esclusivamente numeriche.
All'epoca della massima espansione del sistema filoviario, raggiunta nel 1958, le linee in servizio erano le seguenti:
2 nero- Piazza Duomo (dal 1959 Piazza dell'Olio) - P.za Stazione - Via Lambruschini - Via Vittorio Emanule II - Via Tavanti
2 rosso- Piazza Duomo - P.za Stazione - P. Viesseux - P.za Leopoldo - Via Tavanti (abolita con l'entrata in funzione della linea 20)
7- P.za San Marco - Fiesole
10- P.za San Marco - Settignano
20- Stazione Rifredi (V. dello Steccuto) - P.za San Marco - V. D. M. Manni (istituita nel 1958)
21- P.za San Marco - Salviatino
23- Zona Industriale - P.za Stazione - P.za Duomo - P.za Gualfredotto
25- P.za San Marco - Trespiano
Con la ricostruzione del Ponte alle Grazie, la linea 23 venne deviata dal lungarno della Zecca Vecchia al Lungarno Serristori, in ambo i sensi di marcia. Il filobus abbandonò di conseguenza il percorso in direzione centro per Piazza Cavalleggeri e Corso de'Tintori, ma il bifilare rimase sempre in situ, e dopo l'alluvione del 1966 vennero perfino reinstallati lungo il fiume tutti i pali di sostegno asportati dalla piena dell'Arno.
In linea teorica, il sistema filoviario toccò il suo apice nel gennaio 1962, quando venne completato il bifilare da piazza Gualfredotto per Via Datini fino al Bandino, ma in reltà le vetture della linea 23 non poterono raggiungere il nuovo capolinea fino al settembre successivo, poiché ancora non era stato asfaltato l'anello di ritorno; quando vi giunsero, la rete era stata già amputata delle linee 2, 20 e 21. La trasformazione del 2 in linea automobilistica portò per di più all'anomala situazione che caratterizzò per otto anni la rete filoviaria fiorentina, divisa in due tronconi connessi solo dai bifilari di servizio.
Nonostante tutto, dopo i primi, consistenti tagli, vi furono ancora variazioni di percorso e perfino prolungamenti delle linee ancora in esercizio. Eccoli in dettaglio:
1963 - a seguito dell'istituzione della rotatoria intorno al giardino di Piazza della Libertà, la linea 25 venne istradata per Piazza Libertà e Via Cavour. Anche le linee 7 e 10 abbandonarono l'ultimo tratto di Via Lamarmora (quello che oggi porta il nome del sindaco La Pira) e tramite un breve tratto di bifilare steso in Via della Dogana raggiunsero dalla tarda estate dello stesso anno il capolinea di Piazza San Marco, dove nel frattempo la piattaforma di fermata chiaramente visibile nella foto inviata da Roberto Amori era stata eliminata.
1964 - a seguito dell'istituzione del senso unico in Viale Rosselli, Via Guido Monaco e Viale Belfiore, la linea 23 si trovò a percorrere questo itinerario in corsia riservata, fino a quando, l'anno successivo, venne deviata per il tratto di Viale Filippo Strozzi adiacente al piazzale ferroviario (quello che oggi porta la denominazione di Piazzale Montelungo) ed il sottopasso che immette nel Viale Belfiore, da dove all'altezza di Via Cassia riprendeva il percorso abituale.
1967 - installazione di un bifilare di servizio sul percorso Duomo - Via Martelli - Via Cavour - P.za San Marco, utilizzato dalle vetture della linea 23 per rientrare in deposito. L'altro percorso di rientro per Via de'Servi, Piazza Santissima Annunziata e Via Battisti rimase comunque in funzione, e ricordo benissimo che veniva usato di frequente anche negli ultimi mesi di esercizio della stessa linea.
1969, estate - installazione di un secondo bifilare lungo il lato Campanile di Piazza Duomo e tra la facciata della Cattedrale ed il Battistero per permettere la prosecuzione dell'esercizio filoviario (nei soli giorni feriali) durante il periodo di chiusura del lato sinistro della stessa piazza per lavori di ripavimentazione.
1971 - ultima installazione di un tratto di bifilare a Firenze, rimasto in uso appena qualche mese, quando, con l'istituzione del senso unico in Viale De' Amicis, si rese necessario instradare i rari filobus della linea 10 su Via Lungo l'Affico.
A questo punto constato di trovarmi nuovamente in contrasto con Cefaratti e Malaspina, ma, con tutto il rispetto e la simpatia, delle correzioni da apportare alle mappe riportate a pagina 332 e 333 del loro testo sui trasporti fiorentini sono certissimo.
Osservo ancora a questo proposito che non sono mai apparsi in servizio filobus con le tabelle 10 barrato e 25 barrato, ma, per quest'ultima linea, solo vetture recanti il cartellino posto alla base del parabrezza "Limitata a La Lastra", località nella quale era installato un anello di ritorno. Non ricordo alcuna corsa limitata per il 10, né alcun anello di fronte al cinema Fiorella, né tantomeno una linea 21 rosso (e d'altronde l'ATAF non ha mai mantenuto in regolare servizio linee limitate di lunghezza pari a metà del percorso normale). A titolo di completezza d'informazione, ricordo anche che la linea 20, da e per la Stazione Rifredi, transitava da Piazza Viesseux a Piazza Muratori per Via Lambruschini e Via Pagnini, anziché per Via Cesare Guasti, ove il bifilare serviva solo per corse da e per il deposito. Il capolinea del 2, nel medesimo quartiere, era situato alla confluenza di Via Tavanti con Via Vittorio Emanuele II, ed i filobus percorrendo l'anello di ritorno tagliavano due volte il flusso di un traffico già abbastanza intenso. Oggi la stessa manovra sarebbe ovviamente impensabile!
Ricordo ancora che dal 1957 (consegna degli ultimi filobus) al 1962 (prime alienazioni) ha circolato un parco veicoli composto da 64 unità, delle quali 22 a tre assi di tre differenti tipi e 42 a due assi, pure di tre differenti tipi, 22 dei quali di costruzione prebellica.
L'assegnazione delle vetture alle diverse linee era, salvo rarissime eccezioni, la seguente:
2- Fiat 656 e occasionalmente Pistoiesi
7- Pistoiesi
10- Pistoiesi
20- Pistoiesi
21- Fiat 656
23- Tre assi e Pistoiesi
25- Pistoiesi
A titolo di ricordo e giudizio personale, ti posso dire che le vetture più eleganti e dalla marcia più scorrevole erano senz'altro le Pistoiesi. Le 3 assi Casaro ( che, vendute ad Atene nel 1973, hanno ripreso a circolare senza problemi nella capitale greca dopo tre anni di inattività totale) erano le vetture che meno mi piacevano, non tanto per motivi estetici, quanto per la marcia a strappi ed il sibilo invero un po' fastidioso che le caratterizzavano. Avevano inoltre una rigidità strutturale che le rendeva sgradite ai conducenti: mi ricordo che una volta al capolinea del Bandino uno di loro, preso dalla rabbia e dal mal di schiena, escalamò che quelle vetture erano ormai buone solo per essere adibite a pollai. Ma forse, sui lunghi e spaziosi viali ateniesi, avranno dato miglior prova di sé che per le strette strade di Firenze.
Dopo la chiusura, il bifilare delle ultime linee rimase pressocché intatto per un paio d'anni ancora. La crisi energetica della fine 1973 non portò ad alcun ripensamento (qui come in tante altre città, del resto) e per la fine del 1975, se ricordo bene, la rete era stata completamente smantellata. In quel periodo, del resto, sarebbe stato difficile reperire veicoli di nuova costruzione sul mercato italiano ed europeo, esclusi ovviamente i paesi dell'est. Ad ogni buon conto, il materiale filoviario italiano doveva essere di robustissima fattura, se, come testimonia la foto che ho inserito nella sezione "Tram nel Mondo" qualche giorno fa, ancora alla metà degli anni '80, accanto ai più moderni Casaro e Pistoiesi, perfino i vecchi Fiat 656 (mi pare provenienti da Verona) continuavano a circolare al Pireo.
Bene, ho finito. Spero di esserti stato utile e resto a tua disposizione, magari per qualche domanda sui tram, perché ormai sui filobus credo di avere detto tutto o quasi!
Un cordiale saluto da
Paolo
Paolo Muraro