Per Roberto, Stefano e Blinky73
Caro Roberto,
ormai non so più che dirti: basta rammentare una città, una data, persino un capolinea, ed ecco che tu intervieni immediatamente con una delle tue innumerevoli foto.
Dell'anello di ritorno del 17 alle Cascine qui non si ricorda più nessuno, o quasi... solo tu potevi averne in archivio un'immagine!
A Blinky dico che ho avuto la fortuna (o sfortuna, dati gli anni passati...) di viaggiare molto spesso da bambino sui vecchi tram di Firenze. Le Viareggine in effetti sembavano a noi fiorentini un po' "scarsucce", mentre le più lunghe e capienti Radiax facevano un'impressione molto migliore.
Sia le une che le altre erano comunque apprezzate dai tranvieri per la comodità del posto di guida: un comodo sedile, invece dello spartano "strapuntino" di cui erano dotate alcune delle vetture non ricostruite; sulle altre, i tranvieri stavano semplicemente in piedi, senza neppure disporre di una barra di protezione che li riparasse dalla pressione della folla e senza portiere che li difendessero dal gelo d'inverno. Pensa in che condizioni lavoravano!
Le Viareggine comunque, ad onta del passo molto corto, non dondolavano in modo particolare; le Radiax poi offrivano un'innegabile impressione di solidità e stabilità.
La caratteristica dell'intero parco veicoli era l'affidabilità : come già ho scritto parecchie volte, a Firenze non ho mai visto un tram fermo per guasto, cosa che, per esempio,mi è successa nvece varie volte a Roma. La manutenzione di impianti e vetture era senz'altro ottima.
Ricordo anche, però, che la velocità, o meglio, la lentezza di tutti i tram, ricostruiti e no, era davvero esasperante. Senza ombra di esagerazione, per andare a scuola impiegavo meno tempo a piedi che in tram e la velocità era così bassa che in alcune strade si poteva salire e scendere senza problemi anche in corsa. Quando a Roma presi per la prima volta un tram articolato Stanga, ai miei occhi di ragazzino gigantesco e modernissimo, come in effetti era, rimasi sbalordito dalla incredibile accelerazione del mezzo e dalla marcia a velocità sostenuta che le numerose sedi proprie consentivano.
Infine dico a Stefano che sarò molto lieto di esaminare con lui e Simone il materiale fotografico dello studio Locchi. Sicuramente si tratta di foto di qualità, com'è tradizione di questo famoso studio. Mettiamoci d'accordo e teniamoci in contatto.
Un caro saluto, a presto,
Paolo