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Tram in Est-Europa

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2021 08:08
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24/08/2004 00:13
 
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Spero di fare cosa gradita aprendo quest'ulteriore discussione particolare a riguardo delle reti tranviarie dei paesi dell ex-blocco sovietico. Il largo uso di reti tranviarie (di cui molte sopravvivono ancora oggi) penso meriti un'attenzione particolare in questo sito.
Qui, in sintetico, l'elenco delle reti tranviarie ancora esistenti nei paesi dell'est europeo ( fonte: www.railfaneurope.net )
NB: sono state anche le nazioni (ex-Urss) che geograficamente fanno parte del continente asiatico:

POLONIA:
Warszawa
Bedzin
Bydgoszcz
Bytom
Chorzow
Czeladz
Czestochowa
Dabrowa
Elblag
Gdansk
Gliwice
Gorzow
Grudziadz
Katowice
Krakow
Lodz
Myslowice
Piekary
Poznan
Ruda
Siemianowice
Sonsowiec
Swietochlowice
Szczecin
Torun
Wroclaw
Zabrze

CEKA:
Praha
Brno
Liberec
Most
Olomuc
Ostrava
Plzen

SLOVACCHIA:
Bratislava
Kosice

UNGHERIA:
Budapest
Debrecen
Miskolc
Szeged

ROMANIA:
Bucuresti
Arad
Botosani
Braila
Brasov
Cluj
Constanta
Craiova
Galati
Iasi
Oradea
Ploiesti
Resita
Sibiu
Timisoara

BULGARIA:
Sofija

JUGOSLAVIA: (Serbia-Montenegro)
Beograd

CROAZIA:
Zagreb
Osiek

BOSNIA:
Sarajevo

RUSSIA:
Moskva
Achinsk
Angarsk
Arkhangelsk
Astrakhan
Avdeyevka
Barnaul
Biysk
Chelyabinsk
Cherepovets
Cheryomushki
Ekaterinburg
Kaliningrad
Kazan
Novocherkassk
Novosibirsk
Peterburg
Smolensk
Ulan Ude
Vladivostok

UCRAINA:
Kiyv
Donetsk
Kharkiv
Odessa

ESTONIA:
Tallin

LETTONIA:
Riga

LITUANIA:
Vilnius

BIELORUSSIA:
Minsk

GEORGIA:
Tbilisi

AZERBAIJAN:
Baku

UZBEKISTAN:
Toskent

KAZAKHSTAN:
Alma Ata

Da ricerche non risultano tranvie nei seguenti paesi:
(in alcuni casi sono state dismesse)

SLOVENIA
MACEDONIA (Fyrom)
MOLDOVA
ARMENIA
CECENIA
TURKMENISTAN
TAJIKISTAN
KYRGYZSTAN
24/08/2004 02:47
 
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I tram di LJUBLJANA
So per certo dell'esistenza di tram a LJUBLJANA (Lubiana), capitale della Slovenia... Ma la rete pare sia stata messa in disarmo da un po' di tempo, ed alcune carrozze finite (almeno questo) in museo.
24/08/2004 12:57
 
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tranviere senior
Tram nell'Europa dell'Est
Caro Al Paçio,
ottima idea l'apertura di una cartella dedicata ai tram nell'Europa dell'est.
Breve preambolo: questa definizione, a mio parere, non ha più il valore di "altra Europa" come negli anni 1945-1989, e, trattandosi di un concetto politico piuttosto che meramente geografico, mi sembra che oggi si possa parlare semplicemente
di Europa, includendo in tale definizione tutti i paesi dell'ex Patto di Varsavia ad eccezione dell'Unione Sovietica, per le sue caratteristiche storico-geografiche quasi un mondo a sé stante. Per amore di precisione storica, specifico anche che la Federazione Jugoslava non ne ha mai fatto parte, e ciò ha avuto importanti conseguenze anche in materia di trasporti pubblici: gli stretti rapporti economici con l'Europa Occidentale hanno consentito l'importazione di un largo numero di tram, autobus e filobus, particolarmente dall'Italia, al contrario di quanto è accaduto all'interno dei cosidetto blocco sovietico, dove una rigida pianificazione economica, ovviamente imposta da Mosca, aveva demandato alla Repubblica Cecoslovacca il compito di costruire vetture tranviarie per tutti i paesi che lo componevano. I Tatra, nella caratteristica colorazione bianco-rossa, hanno così dominato la scena tranviaria da Vladivostok a Budapest per molti anni, mentre la costruzione di metropolitane e spesso anche di filobus era affidata all'industria sovietica. Le eccezioni non erano molte: la Romania, per ovvie ragioni politiche, Budapest, centro di una gloriosa tradizione tranviaria, qualche città in Polonia e nell'ex DDR.
Cercherò di contribuire al tuo lavoro, ma ti premetto che non è troppo agevole disporre di informazioni precise dalla Russia; dagli altri paesi, Ucraina inclusa, dovrebbe essere possibile senza difficoltà.
Chiudo segnalandoti l'esistenza di una notevole rete tranviaria ad EREWAN(Armenia) ed informandoti che a Ljubljana i tram sono scomparsi da oltre 40 anni (dal 1960, esattamente, se la memoria non mi inganna); di certo non ne circolavano più nel 1969, quando di passaggio in questa città, ho notato solo filobus (FIAT 668, mi è sembrato), nel frattempo spariti a loro volta.

Alla prossima volta,

Paolo
24/08/2004 22:03
 
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Aggiunta : ALBANIA
Caro Paolo, come sempre ti trovo informatissimo [SM=x346220]
La mia definizione di EST-EUROPA non voleva essere certo a discrimine, ma diciamo una sorta di volontà di segnalare tutti i paesi (molti di lingue "slave") di quella zona, nell'ambito del largo uso (vedi ex GERMANIA EST) di reti tranviarie.
Ho posticipato di molto l'idea di aprire questa cartella, anche perché non sapevo quale nome metterci [SM=x346232] a livello comune.
Per "assonanza slava" ho voluto inserire anche "i non allineati del maresciallo Tito" (studio storia all'università, e se non lo sapessi, dovrei fare harakiri [SM=x346232] )e...AH GIA',che scemo !
NELLA LISTA HO DIMENTICATO UN PAESE:


ALBANIA:
-nessuna rete tranviaria segnalata-


E' stato per me altresì difficoltoso riuscire a stabilire una linea di demarcazione per questa cartella, e se inserire o meno tutta l'ex URSS (alla fine dei conti, stando alle dimensioni dei paesi ed alle popolazioni, gli "esuberanti" sono POLONIA, CEKA, ROMANIA ed UNGHERIA).
Di EREVAN non sapevo a livello di tram, ma so di una metropolitana in costruzione e parzialmente funzionante.

Si, diciamo che é un confine molto labile (l'Estonia, ad esempio, é in tutto -lingua compresa- un paese scandinavo) e non era mia intenzione applicare separazioni obsolete.
Diciamo che molti di questi paesi hanno in comune un largo uso del tram, di eredità sovietica. Tutto qui :Sm13:
Quanto ad un nome geografico unico, non mi é venuto niente di meglio di questo (anche perché la zona parte da dietro Trieste ed arriva a lambire Hokkaido e l'Alaska)... Se qualcuno sa suggerirmi, si può anche rinominare la cartella
[SM=x346220] alla prossima puntata.
25/08/2004 13:17
 
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tranviere senior
Tram nell'Eoropa dell'Est - Albania
Caro Al Paçio,
non intendevo mettere in disscussione il criterio in base al quale hai denominato la cartella, che è lo stesso che avrei seguito anch'io. Ho segnalato la specificità del caso jugoslavo (ed è indubbio che la Jugoslavia, nei confini antecedenti al 1991, nonostante il mosaico di razze che la popolavano, era un paese eminentemente slavo) solo per i particolari rapporti economico-politici con l'Occidente e per le conseguenze che ciò ha avuto nel campo dei trasporti. D'altro canto ora anche a Belgrado i Tatra dominano la scena tranviaria, dopo le massiccie immissioni in servizio degli anni '80, così come ben presenti sono anche a Budapest, dove hanno affiancato in numero di 150 i Ganz di produzione locale. Al contrario la Romania (secondo Ceausescu "paese fiero delle proprie civilissimi origini dacie e baluardo della latinità nel mare dei popoli slavi"), pur facendo nominalmente parte parte del Comecon, ha sempre rifiutato ostinatamente le direttive moscovite, ragione per cui i numerosi sistemi tranviari in essa in funzione per lungo tempo sono stati esercitati, mi sembra senza alcuna eccezione, con materiale rotabile di produzione locale, affiancato dopo il 1989 da numerosi veicoli importati dalla Repubblica Federale Tedesca.
Breve digressione storica: nazionalismo esasperato, continui richiami alla romanità, sventramento della capitale per far posto ad imponenti edifici celebranti la gloria del capo dello stato con conseguente esclusione del tram dal centro della città, costituzione di una milizia di sicurezza a difesa del regime, paternalismo e pretese di politica sociale: tutto questo sembra rimandare, più che a Lenin, ad un altro personaggio storico a noi ben noto...
Quanto all'Albania, confermo che in questo paese non vi sono mai stati sistemi tranviari; l'estensione della rete ferroviaria raggiunge i 720 km.
Appena possibile invierò aggiunte e commenti alla tua lista.
In ogni caso, ottimo lavoro il tuo.

Un saluto a tutti da

Paolo




26/08/2004 00:14
 
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maestro tranviere
Romanità, culto della personalità e rotaie ...

Scritto da: Paoloilfiorentino 25/08/2004 13.17
(...) Breve digressione storica: nazionalismo esasperato, continui richiami alla romanità, sventramento della capitale per far posto ad imponenti edifici celebranti la gloria del capo dello stato con conseguente esclusione del tram dal centro della città, costituzione di una milizia di sicurezza a difesa del regime, paternalismo e pretese di politica sociale: tutto questo sembra rimandare, più che a Lenin, ad un altro personaggio storico a noi ben noto (...)

Quando c'era Lui, caro lei, i tram in centro città c'erano eccome [SM=x346239] . E gli sventramenti erano cominciati già da prima (era lo spirito del tempo, del resto, il mito della modernità). [SM=x346225]

Racconta la leggenda, tuttavia, che le rotaie furono tolte dalla Nomentana proprio per evitare il passaggio delle vetture tranviarie davanti a Villa Torlonia. Il rumore, infatti, si diceva che disturbasse il riposo del Cavaliere.

Rimasero i tram, tuttavia, a Piazza Venezia, dove il Capo lavorava e si tratteneva giorno e notte. [SM=x346241]

Il paragone con Ceausescu, comunque, ancorché imperfetto, è sicuramente interessante.

26/08/2004 16:55
 
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tranviere senior
I due Capi e il tram - Risposta a XJ6
Caro XJ6,
ti ringrazio del tuo messaggio e prendo nota con soddisfazione della competenza storica degli amici di Mondo Tram.
Il paragonde tra il Duce e Ceausescu è certamente imperfetto, come del resto tutti i paragoni tra personaggi storici.
Ho voluto solo mettere in risalto alcune analogie tra i due Capi, ovviamente sulla base di considerazioni personali e discutibili.
Devo però contraddirti per quanto riguarda il caso di Roma.
E' vero che le prime demolizioni nella nuova capitale erano iniziate già in epoca umbertina, ma senza dubbio gli interventi più pesanti, particolarmente la distruzione totale della Spina di Borgo e l'insensato taglio del Foro per mezzo della Via dell'Impero, sono stati portati a compimento durante l'era fascista, per motivi del tutto analoghi a quelli che hanno portato in anni a noi più vicini a vaste distruzioni anche a Bucarest: celebrare, con operazioni urbanistiche tali da lasciare un marchio incancellabile, la gloria del regime.
In entrambi i casi, inoltre, il tram è stato bandito da una vasta zona del centro storico.
A Roma la riforma della rete dei trasporti del 1930, fortemente voluta dal Duce stesso, che si piccava di essere grande esperto di problemi urbanistici, ha comportato a partire dal 1° gennaio dello stesso anno l'esclusione totale del tram da un'ampia area centrale, Piazza Venezia inclusa, del perimetro di 12 km, delimitata da una nuova circolare tranviaria CD/CS, definita poi dai Romani "la nera" per distinguerla dall'altra famosa circolare, l'esterna "rossa", entrata in servizio il 21 aprile 1931 (data comunque non casuale).
D'altronde, si sa che al Duce il tram non piaceva molto: il mezzo favorito dal regime fascista era il filobus (anzi, italicamente, il filoveicolo), propagandato quasi come un'invenzione nazionale. Quanto alla ricorrente leggenda dell'eliminazione del tram dalla Nomentana , non so se vi sia un fondo di verità, ma, dato il clima dei tempi, non me ne stupirei.
Quel che è certo è che, dopo una prima sostituzione con autobus e successivo ripensamento, la linea per Monte Sacro venne definitivamente eliminata nel 1937.
A Bucarest il regime di Ceausescu ha seguito, inconsapevolmente o consapevolmente (e vorrei quasi dire che ciò mi sembra probabile), l'esempio romano ed oggi la parte centrale della città è totalmente priva di tram. Quelli che circolano numerosi nelle altre zone sono stati in gran parte autarchicamente costruiti in Romania: un altra similitudine tra i due regimi.

Paolo
Tutto questo per amore di precisione storica.

Paolo Muraro
26/08/2004 23:15
 
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Metro-Tram a KRIVIJRIG (Ucraina) e VOLGOGRAD (Russia)
Non c'é problema per la discussione [SM=x346239] , il mio metodo non é infallibile, quanto ad un nome geografico unitario meno manale di EST-EUROPA ne ho vagliati parecchi (con risultati mediocri). Era solo una specifica [SM=x346220] tanto per specificare. [SM=x346232]
Effettivamente il paragone tra "Lui" e Ceausescu é molto interessante. E' una mia riflessione personale sul fatto che tutti i despoti alla fin fine si assomiglino tutti e siano fini a se stessi. (come faceva dire il regista Magni a Targhini in -Nell'anno del signore : -io credo solo in Bruto che uccide il tiranno !-). In effetti, nei metodi, la Romania di Ceausescu ha rappresentato una continuità con il precedente regime Codreanu (di stampo Nazista).
Comunque, riflessioni a parte, volevo segnalare l'esistenza di 2 linee metropolitane effettuate da mezzi tranviarii nelle seguenti città :

KRIVIJRIG (Ucraina , 700.000 abitanti), dove funziona il RAPID TRAM. Ottime foto, info e mappa le trovate su :
www.urbanrail.net/eu/kry/kryvy-rih.htm

VOLGOGRAD (Russia , 1.200.000 abitanti , già Caricyn e Stalingrad), dove funziona l'EXPRESS TRAM -Skorostnoj Tramvaj-, anch'esso percorrente una "TUBE"
Buone foto, info e mappa le trovate su... indovinate dove ?
www.urbanrail.net/eu/vol/volgograd.htm
27/08/2004 00:25
 
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maestro tranviere
Sventramenti e tram eccentrici

Scritto da: Paoloilfiorentino 26/08/2004 16.55
(...) E' vero che le prime demolizioni nella nuova capitale erano iniziate già in epoca umbertina, ma senza dubbio gli interventi più pesanti, particolarmente la distruzione totale della Spina di Borgo e l'insensato taglio del Foro per mezzo della Via dell'Impero, sono stati portati a compimento durante l'era fascista, per motivi del tutto analoghi a quelli che hanno portato in anni a noi più vicini a vaste distruzioni anche a Bucarest: celebrare, con operazioni urbanistiche tali da lasciare un marchio incancellabile, la gloria del regime.
In entrambi i casi, inoltre, il tram è stato bandito da una vasta zona del centro storico.(...)

Caro Paolo,

Ti ringrazio per le precisazioni, e ne approfitto per fare qualche considerazione anch'io, non necessariamente in contraddizione con le cose che dici tu.

E' sicuramente giusto quanto dici in merito agli sventramenti di Roma ed alle motivazioni "celebrative". Ciò nonostante, i grandi mutamenti urbanistici delle capitali in senso monumentale ed "a futura memoria" non hanno caratterizzato soltanto Italia e Romania, ma sono state tipiche di un periodo (fine '800 - inizi '900) e dell'ansia di modernità e razionalità scientifica che lo ha accompagnato. Mi vengono in mente la Parigi del Secondo Impero, la Mosca staliniana, in misura minore Londra etc. A Parigi, peraltro, dagli sventramenti per i grandi boulevard di Hausmann alla distruzione delle vecchie Les Halles ed alla edificazione del centro Pompidou, alla piramide di cristallo del Louvre, alla spiaggia sulla Senna si continua ad intervenire ancora oggi in maniera pesante (e per alcuni puristi "blasfema") sulla struttura storica della città.

Alle volte va bene (Parigi, appunto, piacciano o meno certe scelte un po' azzardate), altre va male (Bucarest, come noti tu, o Mosca, città monumentale e per tanti versi affascinante, ma vivibile con difficoltà proprio per il suo gigantismo. Ci ho vissuto per alcuni anni e mi è mancata molto, ad esempio, la possibilità di passeggiare. A parte che per i comprensibili motivi climatici, soprattutto perché gli enormi stradoni non erano destinati a questo scopo. Si potevano fare due passi piacevoli, in pratica, soltanto attorno allo stagno dei patriarchi - quello del Maestro e Margherita - sulla Piazza Rossa e attorno al monastero di Novadievic. Anche da lì, comunque, i tram sono stati scacciati dal centro da un bel po'), altre volte va così così. E mi riferisco a Roma.

Il destino del caput mundi era segnato, del resto, sin dall'inizio del suo ruolo di capitale, difficilmente conciliabile con l'aspetto bucolico che aveva caratterizzato la città sino ad allora (basta vedere quadri e stampe d'epoca, con le pecore a pascolare attorno al Colosseo, là dove oggi passa ancora il tram). I cambiamenti della Roma Umbertina furono fortemente avversati dai romantici viaggiatori ottocenteschi e da altri nostalgici che vedevano scoparire la realtà oleografica e pittoresca a loro tanto cara (se fossi vissuto all'epoca, probabilmente sarei stato tra loro), ma se ne sarebbe potuto fare a meno? Certo, magari ci si sarebbe potuti risparmiare l'Altare della Patria, un vero pugno nell'occhio architettonico-cromatico in un paesaggio di travertino rosso. Ma ormai è storicizzato pure lui, e a me fa addirittura simpatia. Sulle successive trasformazioni del fascismo ed in particolare su Via della Conciliazione e Via dei Fori Imperiali non riesco ad avere opinioni forti. Sono con tutta probabilità operazioni insensate viste con gli occhi di oggi (ma non c'è consenso tra gli esperti neanche su questo), lo erano meno - probabilmente - all'epoca (dove pure non mancarono alcune significative polemiche in merito, ma sarebbe stato difficile aspettarsi il contrario).

Alla fine, nel ventennio almeno c'è stata una sensibilità coerente e per molti versi innovativa sulle tematiche architettonico-urbanistiche (forse l'ultima volta che l'Italia ha avuto qualcosa da dire di significativo, in merito). Piacciano o meno certe scelte, non mi pare che sia andata molto meglio nel nostro Paese a partire dagli anni '50. Anzi.

Sul paragone tra i "due capi", dico solo che mentre le scelte del regime, in Italia, erano coerenti per tanti versi con lo spirito del tempo, il Conducator è venuto dopo, ed ha ripreso certi schemi e velleità quando ormai altrove le si erano abbandonate. Il richiamo alla "romanità", poi, ha motivazioni un po' diverse. Volendo iper-semplificare, in Italia, paese con voglia di emergere tra le grandi e di conquistarsi il suo posto al sole, l'Impero Romano era il precedente illustre al quale richiamarsi (saltando a piè pari Comuni e Signorie, monarchie pre-unitarie e l'Italietta liberale) anche ai fini della legittimazione ideologica. Per la Romania, era probabilmente il solo modo efficace per affermare la propria diversità, e soprattutto la propria indipendenza, trattandosi di una enclave latina in un mondo slavo.

Concludo con i tram di Roma. Ha ragione Paolo, sulla cacciata dei mezzi dal centro storico nel 1930. Ho un po' semplificato, infatti, in quanto mi riferivo ad immagini dei primi anni del ventennio. I tram non erano sicuramente considerati un simbolo di modernità, rispetto al più moderno "filoveicolo". In ogni caso anche Lui, almeno per otto anni, ha dovuto sopportare lo sferragliare del nostro mezzo di trasporto preferito sotto il famoso balcone (quello delle decisioni irrevocabili).

Ciò detto, forse sono andato un po' fuori tema, ma credo sia piacevole legare la nostra passione per le rotaie urbane con la storia che ne ha determinato ascesa e declino.

27/08/2004 02:22
 
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tranviere senior
Megalomania e scempi urbanistici - Tram e rotaie, alla prossima
Caro XJ6,

condivido in gran parte le idee da te molto ben esposte nel tuo ultimo messaggio. E' senz'altro vero che non solo Roma è stata teatro di interventi urbanistici pesanti ed irriguardosi nei confronti del passato, così come mi sembra vero che scempi altrettanto e forse più terribili di quelli perpetrati in epoca fascista sono stati compiuti in Italia almeno per i primi trent'anni del secondo dopoguerra, prima che emergesse un minimo di sensibilità urbanistica ed ambientale. La mia stessa città, pur non profondamente toccata da quei fenomeni di speculazione edilizia così comuni in altre aree del paese, ha dovuto assistere negli anni '50 e 60 al sorgere di quartieri periferici di incredibile bruttezza, al confonto dei quali le aree edificate nel ventennio appaiono come esempi di ordinata e corretta pianificazione urbanistica.
Tuttavia, ciò che rende particolaremente grave i casi di Roma e Bucarest, a mio giudizio, è la megalomania insita nella concezione politica dei due regimi ivi al potere, tale che quando si è deciso di intervenire nel cuore delle due città lo si è fatto davvero in maniera totalitaria, e cioè sulla semplice base dei voleri dei due duci, assurdamente considerati come interpreti assoluti della Storia.
Personalmente ritengo una grave perdita per Parigi la distruzione delle Halles, ma, detto in parole povere, a Parigi si poteva discutere, a Roma e a Bucarest no, e la differenza mi sembra sostanziale. Che vi fosse una fiorente produzione artistica ed architettonica anche durante il ventennio, è indubbio, ma non mi sentirei di giurare sulla capacità degli architetti del tempo di contrastare le direttive del regime. A Bucarest, ancora peggio: si sono costruiti edifici del tutto incongrui per una capitale europea, lontani mille miglia estetiche dal comune concetto del bello, evidentemente progettati da architetti ed ingegneri abbrutiti dal forzato omaggio al Cunducator.
La prossima volta si tornerà a parlare di tram (preannuncio ad Al Paçio, che ringrazio del suo intervento, qualche integrazione alla sua lista e gli chiedo al volo se è certo dell'esistenza del tram a Vilnius, città nella quale a me risultano in funzione solo autobus e filobus), per questa volta mi è sembrato interessante soffermarmi un poco sul contesto storico-politico di due grandi città tranviarie.
Paolo


27/08/2004 04:12
 
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Re: Megalomania e scempi urbanistici

Scritto da: Paoloilfiorentino 27/08/2004 2.22
(...) ciò che rende particolaremente grave i casi di Roma e Bucarest, a mio giudizio, è la megalomania insita nella concezione politica dei due regimi ivi al potere, tale che quando si è deciso di intervenire nel cuore delle due città lo si è fatto davvero in maniera totalitaria, e cioè sulla semplice base dei voleri dei due duci, assurdamente considerati come interpreti assoluti della Storia.(...)

Giustissimo. La dittatura è la dittatura, con tutto quel che ne consegue. Solo che negli anni '20-30 i regimi autoritari in Europa erano la regola (anche le democrazie dell'epoca in buona parte lo erano, Francia compresa, non foss'altro che per la provenienza sociale delle classi politiche) e le possibilità dell'opinione pubblica di condizionare le scelte architettonico-urbanistiche delle elite al potere erano estremamente limitate dovunque. Nel dopoguerra questa triste condizione era propria, invece, solo all'Europa dell'Est (e della Spagna franchista), e non era più considerata una cosa sostanzialmente "normale", o ai limiti della normalità.

(...) Che vi fosse una fiorente produzione artistica ed architettonica anche durante il ventennio, è indubbio, ma non mi sentirei di giurare sulla capacità degli architetti del tempo di contrastare le direttive del regime. (...)

E' vero, la produzione artistico-architettonica negli anni del regime non può essere minimamente considerata marginale, anzi. Credo che il Futurismo sia stato l'ultimo movimento culturale di portata veramente internazionale che l'Italia abbia saputo esprimere. Il dibattito era abbastanza vivace anche all'interno del regime (che, fino alle leggi razziali del '38, godette comunque di un enorme seguito popolare) che non si configurava così monolitico come poi si è voluto credere. Ciò detto, comunque, se alla fine Lui decideva qualcosa, c'era ben poco da discutere e argomentare.

Personalmente ritengo una grave perdita per Parigi la distruzione delle Halles, ma, detto in parole povere, a Parigi si poteva discutere, a Roma e a Bucarest no, e la differenza mi sembra sostanziale.

Ancora una volta ineccepibile. Solo che gli interventi a Parigi (dove il dibattito fu feroce, ma alla fine vinsero comunque i "modernisti") e Bucarest erano sostanzialmente coevi, mentre l'apertura di Via della Conciliazione a Roma era avvenuta oltre 40 anni prima.

Accipicchia, come siamo allontanati dalla discussione sui tram autarchici di Bucarest! Sospendo, quindi, le dissertazioni sulle logiche del potere e sui regimi autoritari e attendo nuove in merito alla problematica sollevaata da Paolo su Vilnius (Tram sì o tram no?).

(PS Mi sento un po' a disagio nell'intervenire in questa sezione, a causa di qualche senso di colpa. Pur essendo stato a Mosca, San Pietroburgo e financo a Kemerovo, in Siberia, trovandomi all'epoca, ahimé, verosimilmente in una fase di agnosticismo tranviario, non ho fotografato neppure una vettura locale).

27/08/2004 04:20
 
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Re: Tram in Russia

Scritto da: AL PAÇIO 24/08/2004 0.13
(...) reti tranviarie ancora esistenti nei paesi dell'est europeo ( fonte: www.railfaneurope.net )

In Russia aggiungerei Kemerovo e modificherei Peterburg in St. Petersburg. Altre informazioni su:

http://www.subways.net/russia/Russia.htm

27/08/2004 16:36
 
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VOLGOGRAD, città del tram
Oltre alla Spagna franchista, aggiungerei il Portogallo di Salazar e la Turchia da Mustafà Kemal in poi (nonché la breve parentesi dei colonnelli in Grecia).
Sulla ex-Leningrad (la provincia si chiama ancora 'Oblast Leningrad), la dizione cirillica porta propriamente Peterburg senza la S. L'assenza di SANKT é una mia versione (talvolta usata anche in Russia), abbreviata ma non proprio esatta.
Pardon :Sm13: .
Su VOLGOGRAD volevo fare un'aggiunta, scoperta ieri (indovinate su quale sito ? [SM=x346239] )... La città, oltre al metrò "a forma di Tram", vanta una signora rete tranviaria di 216 km [SM=x346220]
28/08/2004 02:07
 
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LITUANIA
Stavolta sarò telegrafico: confermo, a VILNIUS nessun tram- filobus anche a KAUNAS.
Paolo
28/08/2004 03:37
 
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Peterburg / St. Petersburg
Per quanto possa sembrare strano, non c'è unanimitità tra i grammatici sul modo corretto di traslitterare il cirillico in caratteri latini (a differenza di quanto accade - con qualche cautela che non è il caso di affrontare qui adesso - per il Giapponese, ad esempio, o per il Cinese) . E' vero che in cirillico San Pietroburgo è scritto CAHKT ?ETEP?YP? (senza la C, cioè la S, tra la R e la B), ma gli stessi Russi, quando scrivono il nome della vecchia capitale zarista in caratteri latini adottano la dizione inglese St. Petersburg. Anche Mosca (MOCKBA) non viene quasi mai traslitterato letteralmente, ma alternativamente in Inglese (Moscow) o Francese (Moscou).

Ciò detto, poiché non ci sono regole precise, un criterio vale l'altro, purché lo si segua coerentemente. La mia precisazione riguardava principalmente il S. o St. o Sankt davanti a Pietroburgo.

Ciao

Antonio

PS E'giusto sottolineare - come è stato fatto - che, quando a metà degli anni '90, dopo la caduta del comunismo in Russia, la vecchia capitale voluta da Pietro il Grande è tornata a chiamarsi San Pietroburgo (mentre durante la prima guerra mondiale era diventata brevemente Pietrogrado per poi assumere la denominazione di Leningrado dopo la morte di Vladimir Ilic Ulianov), la regione (Oblast) della quale fa parte ha mantenuto il nome di Leningrado.

29/08/2004 04:45
 
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Metrò fantasma a Vilnius ?
Sulle varie interpretazioni del cirillico vale la cosiddetta "legge di Trotzkij" [SM=x346236] (il cui nome é stato traslitterato, in caratteri latini, in miriadi di versioni. Una delle quali traduceva la S -versione Trotski- , che in cirillico é identica alla C latina, proprio come una C) [SM=x346232]
Tornando a noi, tempo fa presi (non ricordo però il sito) un simbolo che avrebbe indicato una fantomatica compagnia metropolitana di Vilnius (senza per altro -il sito- riportare alcuna mappa). Il simbolo era una S gialla stilizzata (vagamente come una scia ondulata) dentro un rettangolo blu.
Dopo la conferma di Paolo (sull'assenza di tram a Vilnius), e l'assenza di info da me trovate su un potenziale metrò in costruzione, mi chiedo cosa volesse significare quel simbolo [SM=x346240]
29/08/2004 11:40
 
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tranviere senior
Tram in LETTONIA e UCRAINA
Caro Al Paçio,
ecco qui alcune aggiunte alla tua lista:

LETTONIA
Daugavpils (lettone: Dzelzcela Stacija - russo: Woksal)

UCRAINA
Avdiyivka
Dniprodzerzhinsk
Dnipropetrovsk
Druzhkivka
Horlivka
Konotop
Kostyatinivka
Kramatorsk
Kriviy Rih
Luhansk
Lviv
Makiyivka
Mariupol
Molochne
Nikolayiv
Stakhanov
Vinnitsya
Yenakiyeve
Yevpatoriya
Zaprizhzhya
Zithomir

Ho cercato di riportare i nomi nel modo più corretto, ma confesso che non ho nessuna familiarità con l'Ucraino.

Prima di chiudere, ringrazio te e XJ6 per i commenti, molto ben articolati, ai miei messaggi "politici".

Paolo
[SM=x346219]
30/08/2004 01:52
 
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tranviere senior
Tram in RUSSIA - Ultime note storico-politiche
Caro Al Paçio,
eccomi qui di nuovo per aggiungere qualche nome alla lista delle città tranviarie in Russia, naturalmente in spirito di collaborazione ed apprezzamento per le tue ricerche sui sistemi d' "oltrecortina", come si diceva una volta.

RUSSIA
Dzerzhinsk
Irkutsk
Ivanovo
Izhevsk
Khabarovsk
Kolomna
Komsomolsk-na-Amure
Krasnoarmeisk
Krasnodar
Krasnoturinsk
Krasnoyarsk
Kursk
Lipetsk
Magnitogorsk
Naberezhnye Chelny
Nizhnikamsk
Nizhni Novgorod
Nizhni Tagil
Noginsk
Novokutznetsk
Novotroisk
Omsk
Orel
Orsk
Osinniki
Perm
Prokopyevsk
Pyatigorsk
Rostov-na-Donu
Ryazan
Salavat
Samara
Saratov
Shakhty
Stary Oskol
Taganrog
Tomsk
Tula
Tver
Ufa
Ulyanovsk
Usolye Sibirskoye
Ust-Ilimsk
Ust-Katav
Vladikavkaz
Volchansk
Volzhskiy
Voronezh
Yaroslav
Zlatoust

Per quanto riguarda la grafia, vale quanto detto nel precedente messaggio. Forse XJ6 può apportare eventuali correzioni, data la sua grande competenza di slavista!

PS -Un'ultima, veloce replica a XJ6 riguardo al parallelo Duce - Ceausescu. Una differenza rilevante tra i due dittatori sta nella diversa politica estera da loro condotta, non avendo la Romania del Conducator mai palesato alcuna intenzione aggressiva nei confronti di altre nazioni, al contrario dell'Italia fascista, sia pure in un contesto storico del tutto diverso.
Ceausescu era riuscito a mantenere, nei limiti del possibile, rapporti di buon vicinato con i paesi del Patto di Varsavia e nel contempo a stabilire ottime relazioni con quasi tutto il resto del mondo, Europa Occidentale, Stati Uniti ed Israele compresi. La signora Tatcher lo stimava leader di grande valore, e più volte ha usato nei suoi confronti parole di stima e apprezzamento. E qui si potrebbe scorgere un'ulteriore analogia tra i due personaggi: Ceausescu ha ricevuto l'elogio della "lady di ferro", sicura anticomunista, così come il Duce aveva ricevuto l'elogio di Winston Churchill, sicuro antifascista. Un'ultima, tragica somiglianza nella vicenda politica dei due personaggi sta nella loro terribile fine: entrambi sono stati sommariamente giustiziati ed i loro cadaveri esposti al ludibrio del popolo.

Paolo

30/08/2004 02:23
 
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MEANDRI LINGUISTICI
'acchio...Della stazione di Daugavplis ho preso una foto proprio l'altro giorno...
Ehm, Paolo, un t'offendere [SM=x346239] , dovrei fare una correzione:
DZELCELES, in lettone, vuol dire qualcosa come dipartimento. Penso sia apparso con DAUGAVPLIS perché il nome della compagnia ferroviaria lettone é LATVIJAS DZELCELES ZELEZNAJA (DIPARTIMENTO FERROVIE LETTONI). STACIJA é una delle varianti (c'é anche STANIJA) della parola STAZIONE. In bulgaro si usa STATIJA, penso per una derivazione (in traslato) dal greco STAMATIA E STAMATOS (che sono nomi propri), nomi traducibili grossomodo come FERMA e FERMO (senza LUCIA né PORTO S.GIORGIO [SM=x346236] )...per traslazione, FERMATA, quindi STAZIONE (suppongo)...(nb: STAZIONE in greco é STATHMOS).
Il termine WOKSAL (a volte BOKZAL) lo trovo spesso in alcune mappe di metrò in paesi di lingua russa (e simili)... Non ho capito bene, ma penso che indichi l'ingresso ad una stazione ferroviaria adiacente (con nome diverso dalla fermata del metrò) o un qualcosa di tipo terminal o deposito [SM=x346240] . Ma non ne sono certo.
Beh, complimenti a te per il nuovo listone, non sapevo che anche l'Ucraina si trattasse tranviariamente così bene. Sui nomi, beh, anche qui vi sono varie versioni e la cosa é un po' più complicata (i nomi delle città, nelle altre repubbliche ex sovietiche, sono tornati dal russo al loro originale. HARKOV > KHARKIV , KIEV > KYIV , FRUNZE > BISKEK in Kyrgyzstan, e questa me la devono spiegare... ) in quanto la lingua ucraina usa un cirillico diverso in qualche sfumatura. Non ti preoccupare, le mie "conoscenze" di Ucraino sono l'ideale per chiedere cose del tipo "scusi, per la stazione ?!" (come diceva Benigni), oppure "c'e' mica un deposito tranviario dipartimentale nella stazione ferroviaria centrale accanto al ministero ?" [SM=x346232]
...Il massimo per relazionarsi [SM=x346239] , meglio di "the cat is on the table"
Stakhanov... Allora qualche città ha mantenuto il nome sovietico (tipo Kaliningrad , ex Körinsberg) o magari é stata fondata con quel nome. [SM=x346219] Alla prossima puntata
30/08/2004 11:55
 
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tranviere senior
Cantonate linguistiche - Tram nell'ex-U.R.S.S.
Caro collega Al Paçio,
nessuna offesa, al contrario ti devo ringraziare delle correzioni linguistiche: per colpevole disattenzione ho preso proprio un cantonata!
La lista dei sistemi nell'ex-Unione Sovietica dovrebbe essere a questo punto pressocché completa. Le città dotate di tram sono molto numerose, ma lo stato di salute di molte reti tranviarie non è dei migliori. Il materiale rotabile, ancorché di ottima qualità ed estrema robustezza, risale quasi completamente agli anni pre-1991 e l'incerta situazione economica di molte aziende ne impedisce il rinnovo. La diffusione del traffico privato ha già portato a tagli ai binari e riduzioni del servizio in varie città: in pratica ad est si rischia di percorrere lo stesso itinerario che ha portato alla scomparsa del tram in tante città occidentali, anche se proprio la rinascenza tranviaria oggi in atto in varie parti del mondo finirà prima o poi, almeno spero, con l'influenzare positivamente la situazione in Russia ed Ucraina: Kryvyi Rih e Volgograd fanno ben sperare, ad esempio, ed
in ogni caso, fino ad oggi le chiusure totali sono state pochissime.
Paolo
[SM=x346219]
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