08/08/2004 08:55 |
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| | | OFFLINE | Post: 9.264 | Registrato il: 22/02/2004
| maestro tranviere | |
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Ho provveduto ad una riscrittura della lettera di Alpacio, che sottopongo qui di seguito, con linguaggio forse più burocratico, ma verosimilmente di maggior impatto in considerazione dell'interlocutore istituzionale a cui essa è diretta. Lo sfogo emozionale, infatti, raramente paga nell'approccio alle istituzioni, e rischia di far passare in secondo piano le ragioni della protesta.
Ciò detto, ho scritto la lettera sulla base di quanto ho capito vedendo il precedente di Alpacio, ma mi farebbe piacere saperne di più sulla 691, sul destino che la attende e sul perché.
(Q U O T E)
Gentili Signori,
apprendo con estremo rammarico della determinazione di codesto Museo della Scienza e della Tecnica di Milano a non impegnarsi per il ricupero della locomotica a vapore 691, storica testimonianza dei primordi dell'Alta Velocità in Italia e preziosa testimonianza dei primati tecnologici delle nostre ferrovie.
Anche a nome di altri amanti delle strade ferrate ritengo che l'insensibilità mostrata dal Museo non sia consona alla tradizione di codesta Istituzione e sia - al contrario - sintomatica di una cultura poco attenta al proprio passato ed indifferente a quanto rimane della prestigiosa storia della tecnologia italiana che rischia di scomparire per sempre.
Desidero pertanto unirmi alla voce di tanti altri appassionati che stanno protestando in questi giorni per tale ennesima dimostrazione di indifferenza ed insensibilità e per chiedere ancora una volta che la locomotiva 691 venga salvata, alla luce di quanto la missione istituzionale del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano dovrebbe già imporre.
Nell'auspicio che codesto Museo voglia pertanto riscoprire l'orgoglio del suo e del nostro patrimonio ed impegnarsi a scongiurare la fine della 691, colgo l'occasione per inviare distinti saluti.
(U N Q U O T E)
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