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REVISIONI DEL TEMPO - angolo di denuncia

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2004 23:20
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22/08/2004 22:01
 
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tranviere senior
"Duca... dica!"
Chiedo scusa agli altri amici del forum che dovranno sciropparsi i dialoghi (bel termine, mi sa di filosofico…) tra Alpacio ed il sottoscritto. Il motivo è presto spiegato: i messaggi via email che gli ho inviato sono purtroppo rimasti nel “limbo” informatico e mai pervenutigli. Allora, vediamo di fare un lavoro serio e scientifico, rispondendo ai quesiti per ordine cronologico:

-La denominazione di Quiliano-Vado Ligure è dovuta, a mio parere, al fatto che la nuova stazione realizzata contestualmente allo spostamento a monte (con raddoppio) della linea per Finale sia stata arretrata verso l’entroterra rispetto alla vecchia. Quest’ultima, ora utilizzata come scalo merci, era situata poco dietro l’Aurelia e serviva praticamente il centro di Vado Ligure (che è niente altro che la romana Vada Sabatia, per la cronaca). Quella nuova, invece, è situata nel territorio (anche se per poche centinaia di metri) di Quiliano, da cui la denominazione di cui sopra.

-La nuova stazione di Savona Mongrifone, pur inaugurata nel 1962 o giù di lì è stata aperta al traffico solo nel maggio 1977 (siamo in Italia, che diamine). Si trova in linea d’aria più o meno a 5-600 metri da quella vecchia (che non c’è più, come ho già scritto), tanto che qualche “sognatore”, anni fa, propose di prolungare la elegante e porticata via Paleocapa per farla giungere sino alla nuova stazione. Quella vecchia era nota come Letimbro perché situata sulla riva sinistra dell’omonimo torrente, quella nuova è stata ricollocata nella zona pomposamente definita “oltreLetimbro”. Come ho già scritto altrove, è una sinfonia (cacofonica, a mio giudizio) al cemento armato, tanto che pare tuttora un qualcosa di incompiuto. De gustibus. Se disponi di vecchie cartine (o documenti simili) di Savona, mi farai felice inviandomi qualche scansione!

-Non ho mai sentito parlare della stazione di Sanremo festival. Propendo anch’io per qualche idiota di turno.

-Questione Porta Nuova. Ciclicamente, quando i giornali cittadini sono a corto di cazzate estive da scrivere, viene riesumato il discorso “spostamento di Porta Nuova”. Si vorrebbe far diventare la costruenda nuova stazione di Porta Susa la principale della mia città e Lingotto la secondaria, abolendo o riducendo drasticamente Porta Nuova. Le aree ferroviarie fanno spaventosamente gola alla lobby dei costruttori, se poi si tratta di zone centralissime allora si tenta l’impossibile, spesso con successo… Il punto è che Porta Susa non potrà mai diventare, per dimensioni e collocazione, la stazione principale della mia città. Punto e basta. In ogni caso non dormo sonni tranquilli, confesso.

-Bella la citazione del personaggio di E.A.Poe! In effetti io mi sento una specie di Dylan Dog ferroviario, provo un brivido di piacere misto a paura quando mi infilo, graffiandomi con le erbacce spinose e sporcandomi dappertutto, nelle ormai numerosissime stazioni abbandonate del Piemonte. La mia regione, culla del trasporto ferroviario italiano nel periodo di Cavour, si avvia a diventare lo scenario di un racconto di Lovecraft, con linee inghiottite dalle sterpaglie e stazioni diroccate. Ho documentato fotograficamente l’agonia e lo sfacelo della Bra-Ceva (che era la linea ORIGINALE tra Torino e Savona, prima che venisse realizzato nel ventennio il by-pass via Fossano-Mondovì) interrotta dalla (provvidenziale, per TreniTaglia) alluvione nel 1994. Dopo varie promesse di riapertura nel 2000 sono comparse le ruspe lungo la linea… per smantellare l’armamento! (naturalmente rifatto da pochi anni). Ora tutto è in rovina, si preferisce far crollare splendidi edifici ottocenteschi piuttosto che concederli in uso a qualche associazione. Maledetti. Potrei anche parlarti di Airasca-Saluzzo, Busca-Dronero, Moretta-Cavallermaggiore, Bricherasio-Barge, Rivarolo-Castellamonte (pensavi che stessi esagerando, vero?) tutte linee chiuse con vari pretesti. Uniche eccezioni la Pinerolo-Torre Pellice, in corso di riapertura grazie alla tenacia dei Protestanti Valdesi, comunità che ho sempre stimato. Ho, come già scritto, moltissime foto: non chiedo altro che divulgarle il più possibile, in modo che a nessuno venga la tentazione di imitare i politici della mia Regione: ho una cartina del Tci del Piemonte risalente ai primi anni ’50, la ragnatela di ferrovie era impressionante, allora. Periodicamente salgo in macchina e vado a caccia di vestigia ferroviarie, ultima spedizione alla ricerca della Moretta-Cavallermaggiore: è stata dura, in quanto è stato eliminato anche il terrapieno (trasformato in strada poderale) ma ho scovato due caselli diroccati e la lugubre fermata di Cavallerleone, in piena campagna tra i campi di mais: pareva la scena di un racconto di Stephen King. Sì, direi che sono un caso piuttosto grave…

-Albisola Superiore (e la frazione Capo) con una esse soltanto, Albissola Marina con due esse. E’ così ufficialmente dal sedicesimo secolo, non si sa perché.

-Anch’io ho trovato molto materiale nelle stazioni abbandonate piemontesi. In quella di Monchiero-Dogliani, in particolare, ho raccolto circolari, registri e quant’altro. C’è ancora il banco ed una stanza piena di relè, ormai tutto vandalizzato e saccheggiato. La fermata di Sella mi rammenta qualcosa, mi informerò e ti farò sapere. Della linea Torino-Savona conservo splendidi ricordi , fino ai primi anni ’70, della trazione trifase (mia grande passione), saprai senza dubbio che tale sistema è rimasto in uso, in Piemonte e Liguria, sino a metà anni ’70, quando già era scomparso dal resto d’Italia.

Un saluto da “Traversina Jones” archeologo ferroviario di Piemonte e Liguria

Paolo A.
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