Inserisco alcune snapshots tratte dal bel film con Aldo Fabrizi "Avanti c'è posto" del 1942. Il film si inserisce nel filone nascente del neorealismo che vedrà la sua consacrazione con "Campo de' Fiori" del 1943 e "Roma città aperta" del 1945, anche queste pellicole interpretate da Fabrizi. Da segnalare che il soggetto è stato scritto da cesare zavattini eda un certo "Federico", che altri non è che Federico Fellini.
La trama è molto semplice: Cesare Montani (Aldo Fabrizi) è frattorino (ma sta facendo la "scuola conducenti") dell'"azienda tranvi e autobbus" (come dice Aldone stesso in una scena del film) del Governatorato (di Roma). Fa coppia fissa col conducente Bruno Bellini (Andrea Checchi, che molti ricorderanno nel ruolo del Ministro cocainomane in Johnny Stecchino) ed è tiranneggiato dal Capodeposito Virgilio Riento.
Sul filobus in servizio sulla linea M1P dove Montani presta servizio e Bellini è conducente, avviene un furto ai danni della servetta Adriana Benetti. Da questa situazione nascerà una contesa amorosa tra i tre protagonisti principali, che lo sfondo tragico della guerra renderà afatto banale...
La scena di apertura del film: la classica palina di fermata ATAG in Largo di Santa Susanna
Cesare Montani accoglie i passeggeri dul filobus gridando "Avanti c'è postoooo!"
E' già avvenuto il fattaccio del furto: Adriana Benetti e Andrea Checchi rilasciano la dichiarazione, mentre Aldo Fabrizi è costretto a fare il saluto romano davanti al Commissario: sarà questo l'unico tributo pagato dal film alla dittatura, mentre il resto del film sarà anzi percorso da sottili ma taglienti riferimenti del protagonista alla forte situazione di disagio morale e materiale che la guerra ha provocato.
Cesare Montani stila il raporto della giornata accanto alla sua 6139, un Alfa 110AF2 del 1940
Cesare Montani corre per prendere servizio al deposito (che secondo me è quello di Monte sacro, ma gli amici romani sapranno dir meglio). Per il ritardo sarà redarguito dal Capodeposito Virgilio Riento.
A presto col seguito!
Stefano
Mal voluto un'è mai troppo