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Museo Filotramviario: in Italia buio totale

Ultimo Aggiornamento: 31/07/2005 23:18
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09/02/2004 00:35
 
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apprendista tranviere
Cari amici, visto che ho scoperto da poco tempo questo sito e con esso la possibilità di esprimere la mia opinione su un argomento che mi sta particolarmente a cuore, approfitto dell’occasione e vi espongo alcune mie riflessioni in merito.

Prima di ogni altra cosa colgo l'occasione per presentarmi anche a beneficio di quanti non mi conoscono ancora.
Mi chiamo Davide Penno, abito a Volpiano, in provincia di Torino e da vent'anni sono dipendente dell'ATM di Torino, ora GTT, come operaio specializzato. Di questi anni di servizio, circa 15 li ho trascorsi presso il reparto linea aerea e i restanti 5 presso l'officina centrale come elettricista su veicoli tranviari. Ho quasi 45 anni, e sono pronipote di ferroviere, nipote di tramviere e figlio di macchinista FS ora fortunatamente a riposo, come ben potete vedere a casa mia " si e sempre mangiato pane e rotaia".
Da sempre appassionato del trasporto su ferro, da circa 3/4 anni, da quando mi sono avvicinato al mondo del PC, seguo con attenzione quanto viene scritto sulle varie m-l e grazie ad internet sono riuscito ad allargare il mio giro di conoscenze e di amicizie nel giro degli appassionati.

Fatte queste doverose premesse veniamo al dunque.
L’argomento che vorrei discutere con voi è questo: la situazione dei musei filoferrotramviari in Italia.

Sia chiaro una cosa prima di iniziare: tanto di cappello a tutti i volontari per tutto quello che hanno fatto fin'ora in tutte le realtà operanti in Italia, queste mie note non sono rivolte al loro operato.
Personalmente come ogni altro appassionato, sento molto la mancanza in Italia di un museo dedicato ai tram e ai filobus, ma comunque mi rendo conto che anche sotto il profilo ferroviario le cose non sono per niente migliori. Viviamo in una società dove ci viene bellamente “imposto”, con vari pretesti di “copiare” gli stili di vita esteri, europei o americani particolarmente, ma purtroppo è deprimente constatare che mentre in Italia abbondano i musei di arte, arte antica, dei vecchi mestieri, della moda, del pallone, dell’ombrello e chi più ne ha più ne metta, sono completamente assenti musei che raccolgano mezzi filoferrotranviari; mentre basta cercare su internet per rendersi conto di quante città europee o extraeuropee siano dotate di uno o più musei filoferrotramviari. E come museo intendo un sito al coperto dove il visitatore apra la porta, entri e possa osservare una raccolta di tram e filobus così come farebbe entrando al museo egizio o in ogni altro museo.
Oltretutto in tempi come questi, la creazione di un museo di tal portata a mio avviso creerebbe anche qualche posto di lavoro, cosa da non disdegnare.

Personalmente ho cercato nella mia città di impegnarmi per cercare di fare qualcosa in tal senso ma fin’ora ho ottenuto solo buchi nell’acqua.
Questo perché GTT possiede qualcosa come 5/6 veicoli tranviari storici (attenzione non quelli ristrutturati e atti al servizio che sono 3501/2595/3279/3203) che se valorizzati adeguatamente potrebbero benissimo essere il primo nucleo di tale museo.
Sono stato ricevuto dal Sindaco, il quale senza tanti giri di parole mi ha detto che alla città tutto questo non interessa. Sono in contatto con l’MFP (Museo ferroviario Piemontese) il quale nel suo statuto prevede di conservare anche veicoli tranviari.
Purtroppo uno o più dirigenti di questa istituzione speravano che GTT facesse loro il museo e poi alla fine incaricasse questa istituzione della gestione. Tutto sbagliato alle aziende in generale non interessa una cosa del genere.
Oltretutto in Italia a qualsiasi livello governativo (Comuni, province, regioni)(sia di destra che di sinistra) non gli frega niente a nessuno di dar vita a una forma musueale seria in questo settore, il politico di turno e solo contento quando si può presentare a qualche inaugurazione vera o presunta, con tanto di fascia, per vivere di luce riflessa ma dopo finita la cerimonia tutte le istituzioni si dimenticano che un museo per proseguire nella sua attività necessità di fondi certi e costanti.
Dall'altra parte all'interno dei direttivi che gestiscono i musei quando arrivano i soldi si inizia a litigare, chi vuole il merito di questo, chi vuole fare quest'altro, chi e invidioso dell'altro, si crede e spera che magari le aziende di trasporto costruiscano raccordi tramviari o addiritura musei da dare in gestione alle associazioni (illusi) e via discorrendo, risultato, vediamo:

Pietrarca: chiuso
Trieste: che fine farà? (peccato per quei bei tram)
La Spezia: inaccessibile (da quello che sò i filobus e i mezzi raccolti tranne pochi stanno marcendo)
Bussoleno: vivacchia
Savigliano: già fatte due inaugurazioni, strutture nuove, mezzi allo stato di rottami, tranne pochissimi esemplari.
Lecce: stessa storia di Trieste, RFI vuole vendere il sito dove c’è il museo

A Torino nella stazione a valle della tramvia di Superga esiste qualcosa che chiamarlo museo aziendale (anche se viene spacciato per quello) occorre una buone dose di coraggio. Mi sembra che a Milano si vociferasse qualcosa in merito a un museo aziendale ma a tutt'oggi non si e ancora visto niente. Inoltre queste motrici sono assai poco sfruttate.
Certo, vediamo tanti treni storici, ma di statico niente o quasi niente. Per non parlare poi della situazione in campo tramviario, tranne una quindicina di motrici ristrutturate ad usi turistici tra Milano Torino e Roma, ed qualche filobus altro non si vede.

Ma per tutto questo per conto mio la colpa non è solo dall’altra parte.
Cari amici credo sia venuto il momento di un' pò di sana autocritica.
Permettetemi una domanda, ma alla fine di tutto l’appassionato cosa vuole?
Vogliamo delle riviste belle, comprensibili tecnicamente, alla portata di tutti ma con tanti approfondimenti a livello quasi da ingegnere e con articoli storici filanti e frutto di ricerche che magari dovrebbero durare anni per essere ben fatte, ammesso e concesso di riuscire ad arrivare alle fonti. Ma nello stesso tempo ci piace molto leggere, criticare e non cercare di proporre, ammesso e concesso che le redazioni delle riviste accettino le critiche e le eventuali collaborazioni invece di rimanere chiuse dentro il proprio "infallibile" guscio. Preferiamo forse dialogare sulle varie m-l su quanti pali sono stati posati in quel posto, su quanti carrelli sono stati spostati da questa a quella motrice, sulla "28" di Milano unica con le chiodature, su come sono nate le 3100 di Torino, ma intanto sono state quasi tutte demolite e in pratica nessuna conservata. Permettetemi argomenti belli ma assai poco utili. Non vedo un futuro che possa attrarre giovani a questa passione a meno che nascano direttamente sopra un tram.
Fondamentalmente trovo il nostro mondo abbastanza chiuso, litigioso e sostanzialmente immobile, anche in campo musueale. Siamo in tanti in Italia appassionati, tempo fa qualcuno diceva 30.000. Se tutti ci unissimo forse potremmo arrivare ad avere un museo o una fondazione veramente seria per conservare anche solo staticamente materiale rotabile, una bibiloteca ben fornita e dove gli appassionati al termine della loro vita terrena possano lasciare il loro archivio fotografico a meno che non abbiano dei figli anche loro appassionati, perchè di questo passo non solo non avremo un museo ma fra qualche tempo, se ai nostri figli non interessa il nostro archivio, non avremo neanche più cartoline e fotografie da vedere ma solo libri magari mediocri su cui discutere. E permettetemi tutto questo è assai poco. Ma gli appassionati hanno voglia di muoversi e lavorare per questo obbiettivo? Forse no, o forse sì se magari questo può dare lustro alla propria persona.
Torno a ripetere prima che sia troppo tardi, mettiamo da parte, gelosie, invidie, rancori o manie di grandezza e lavoriamo seriamente per un progetto valido da sottoporre alle istituzioni, e se non ascolteranno al limite potremmo anche scendere in piazza come fanno in tanti per protestare. Io ci sono ma da solo posso fare molto molto molto poco.

Mi scuso con tutti se mi sono dilungato, ma avevo questi argomenti sullo "stomaco" e ci tenevo a dire la mia. Spero che nessuno si risenta delle mie parole che non erano mirate ad alcuno ma cercavo solo di fare una critica puntigliosa secondo il mio modo di vedere a tutto quanto ruota intorno alla nostra comune passione


Saluti ed arrivederci

Penno Davide

[Modificato da Davide-P 09/02/2004 0.38]

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