Tranquilliziamo R. Amori, probabilmente confonde le Sotto Stazioni Elettriche, dove si converte l'energia elettrica per la distribuzione civile a corrente alternata trifase in corrente continua per l'alimentazione delle linee di contatto, con le centrali elettriche di produzione. Le prime non emettono alcun tipo di inquinanti, le seconde dipende ... se sono idroelettriche no.
Il filobus è il mezzo di trasporto su gomma dalla maggior efficienza energetica, in termini di energia impiegata per passeggero trasportato, superato solo dai mezzi su rotaia a trazione elettrica.
Se in una città si parla di voler adottare degli autobus elettrici, a buon ragione il filobus è l’unico mezzo che attualmente può adempiere a tale scopo con vantaggi economici, energetici ed ambientali.
Considerando il rendimento energetico globale “dal pozzo di petrolio alle ruote”, un autobus sfrutta solo il 18 % dell’energia che potenzialmente può sviluppare la combustione del petrolio: in esso si considera anche tutta l’energia spesa per l’estrazione, il trasporto e la raffinazione, oltre a quella persa nel funzionamento dei motori Diesel.
Per il filobus tale rendimento globale varia da un 35% circa per energia elettrica prodotta da centrali termoelettriche tradizionali, al 40 % di centrali moderne, fino ad un 55 % per centrali a ciclo combinato (si considera anche un 5 % di energia perduta nel trasporto) quindi ipotizzando solo di usare combustibili fossili, ma in realtà vi è una parte di energia prodotta da idroelettrico e fonti rinnovabili.
Si può acquistare l’energia a costi più bassi da un altro produttore, magari da centrali idroelettriche, così da risultare integralmente a zero emissioni, considerando però che per il trasporto occorre corrispondere indicativamente circa 5-6 €cent/kWh
Il filobus risulta vincente anche nei confronti di autobus elettrici ad accumulatori dove, pur dopo anni di sperimentazioni e ricerche, non è si riusciti ad andare oltre i 60-70 km di autonomia: si può arrivare a 100-120 km di autonomia con batterie al Nichel MH, molto più costose di quelle al Piombo.
Gli impieghi sono confinati a brevi percorsi (navette) con minibus in centri storici ed aree sensibili, con costi di esercizio maggiori dei corrispondenti mezzi con motore Diesel.
Anche per le applicazioni veicolari delle celle a combustibile su autobus, ancora a livello prototipale (quindi con un prospettiva d’uso lontana nel tempo) il confronto con il filobus è a favore di quest’ultimo.
Non considerando tutti i notevoli problemi legati alla produzione dell’idrogeno, oltre ai relativi costi, il rendimento di conversione delle celle a combustibile è solo del 43 % circa, quindi con grande spreco di energia, mentre il rendimento di un filobus rispetto alla linea di contatto è del 90-95 %: l’idrogeno è un vettore di energia, ma a confronto con l’energia elettrica presenta grossi sprechi nella trasformazioni energetiche.
Cordiali saluti da Flavio Menolotto