Personalmente, io che non nutro nessuna simpatia per i partiti di destra, elvetici e non, ritengo che i risultati dei sue referendum abbiano entrambi risvolti positivi. E mi spiego.
La vittoria al referendum sul finanziamento alle ferrovie ovviamente, mi procura una grande soddisfazione (soprattutto in tempi in cui l'obiettivo prioritario è tagliare), ma anche il progetto di definizione di un tetto all'immigrazione, se non porterà a norme vessatorie sulla stagionalità dei rapporti di lavoro degli immigrati, non va visto solo come una forma di bieco arroccamento attorno ai propri privilegi, come qualcuno comincia a lamentare.
La vittoria a quel referendum va vista soprattutto come una netta presa di posizione anti UE. La stessa UE (e il relativo establishment, banchieri in primis)che impone in tutto il territorio comunitario politiche draconiane di contenimento della spesa e di taglio dei servizi, revisioni(in peggio) della contrattazione salariale e tutto il consueto e doloroso scenario a cui ci stiamo sempre più rassegnando. Uno scenario che ha avuto come immediata conseguenza l'aumento del flusso dei lavoratori frontalieri (francesi e soprattutto italiani) , e più in generale dell'immigrazione dai paesi comunitari verso la Svizzera (L'85% degli immigrati proviene dai paesi UE) con effetti destabilizzanti sul mercato del lavoro: gli immigrati percepiscono paghe più basse fino al venti per cento.
Il risultato del referendum potrà sembrare inquietante, ma mi sembra ancora più inquietante che ad avversare le proposte restrittive siano, oltre che ovviamente i sindacati, le banche e gli imprenditori. Che magari sognano una Svizzera finalmente europea e il superamento di tutti quei fastidiosi vincoli che si oppongono alla libertà di ricatto salariale ormai tanto consolidata nel resto dell' unione (vedi vicenda Electrolux: o tagliamo i salari di un terzo o ce ne andiamo all' estero).
Saranno anche degli squallidi opportunisti, omertosi verso il riciclaggio e l'evasione (ma lo sono anche il Lussemburgo e le Channel Islands), ma alla luce dei disastri compiuti proprio in nome della retorica europeista, mi sembra consolante che qualcuno, dopo l' Islanda, abbia avuto il coraggio di puntare i piedi.
[Modificato da Trammax 11/02/2014 13:32]