Anello ferroviario, ecco il nuovo progetto di Ferrovie per ultimare il cantiere infinito
Un nuovo percorso per superare l'ostacolo dei capannoni abusivi di Tor di Quinto
di PAOLO BOCCACCI
L'anello ferroviario, il sogno di un viaggio intorno a Roma, stazione per stazione, su binari che abbraccino completamente la città, è un progetto che potrebbe ripartire. A luglio tra le Ferrovie e il Campidoglio un primo vertice operativo ha risvegliato dal sonno il piano di completare l'ultimo tratto che manca: quei 10 chilometri tra la stazione Vigna Clara e quella di Nomentana, con in mezzo, da costruire, la nuova stazione di Tor di Quinto e un ponte sul Tevere.
E gli assessori all'Urbanistica, Paolo Berdini, e alla Mobilità, Linda Meleo, hanno preso atto della necessità di sciogliere finalmente il nodo dell'insediamento abusivo di capannoni con artigiani e sfasciacarrozze costruito dal dopoguerra in via Camposanpiero, a Tor di Quinto, proprio sul sedime dei binari, e da trasferire su un terreno pubblico a Prima Porta. Ma il vero colpo di acceleratore viene da Ferrovie. E' già pronto, infatti, uno studio di fattibilità che farebbe passare i binari accanto all'insediamento per poi superare il Tevere e arrivare a Nomentana ricucendo l'anello.
“La nostra proposta però” avverte l'ingegnere Daniele Moretti, direttore Investimenti Centro di Rfi “non vuole assolutamente dare alibi agli abusivi, che devono essere trasferiti da lì in ogni caso per trasformare a parco e piste ciclabili tutta la zona”.
Veniamo allo stato dei fatti. “A primavera dello scorso anno” spiega Moretti “il governo ha stanziato 120 milioni per l'anello ferroviario nell'ambito dell'accordo di programma con Ferrovie. E noi li abbiamo spesi per metà riqualificando la stazione di Vigna Clara e ripristinando il binario unico che arriva a Valle Aurelia. Mentre spenderemo l'altra metà per raddoppiarlo. Siamo in attesa dell'esito, a ottobre, di ricorsi al Tar fatti da cittadini contro il ripristino della linea. Poi, se sarà positivo, Regione e Trenitalia potranno mettere a disposizione i treni”.
Ma i problemi non sono naturalmente finiti. “Per costruire gli altri 15 chilometri fino a Nomentana” continua Moretti “ci vogliono 470 milioni, previsti dal governo, ma non stanziati, mentre ne sono stati assegnati 12 per il progetto, che cominciamo a realizzare
anche sull'ipotesi del cambiamento di tragitto e che dovremo sottoporre prima, come piano preliminare, a Comune, Regione e Ministero dei Beni Culturali per le autorizzazioni e, dopo, come definitivo, alla conferenza dei servizi. Quindi, se approvato, si potranno bandire le gare d'appalto con i fondi che, nel frattempo, il governo avrà sbloccato”. I tempi? Ancora lunghi: tre anni per l'iter autorizzativo e il progetto esecutivo e poi cinque di lavori.
Claudio