Un altro punto di vista
Caro Giambo e cari amici di Mondo Tram,
se devo essere sincero, non piace molto il titolo vagamente jettatorio di questa discussione, e meno male che c’è un punto interrogativo alla fine.
In ogni caso, a mio giudizio, meglio evitare di cadere in masochistiche e sterili lamentazioni all’insegna del rimpianto del bel tempo passato e cercare di esaminare i fatti con spirito critico.
Se esamino punto per punto quello che ha scritto Giambo, non giungo affatto a conclusioni così catastrofiche.
Allora, vediamo i diversi casi da lui prospettati:
Toronto – Il nuovo mayor Rob Ford non è un sostenitore dei tram, questo lo sappiamo. Fino ad oggi, tuttavia, non ha preso nessuna iniziativa concreta per la loro eliminazione, ed anzi esponenti del suo entourage hanno fatto sapere che molte linee verranno in ogni caso mantenute. Non è chiaro che cosa ne sarà del grandioso piano di espansione del sistema denominato “Transit City”, nel migliore dei casi verrà fortemente ridimensionato, se non del tutto cancellato, così come non si sa ancora se e di quanto verrà ridotta la commessa di ben 204 nuovi tram, già in costruzione presso gli impianti Bombardier. Proprio nel peggiore dei casi, se l’ordine dovesse essere totalmente annullato, Toronto dovrebbe contare ancora per qualche anno sull’attuale parco veicoli, che risale agli anni’80 ed è tuttora in ottime condizioni. Non ci sarebbe nessun collasso del sistema tranviario, così come non c’è stato in tutte quelle città canadesi ed americane dove il tram è sopravvissuto, città che per quattro decenni hanno dovuto contare sulla robustezza dei loro PCC. Certo, considero anch’io una vera jattura un sindaco oscurantista come Rob Ford, ma per fortuna il Canada è una democrazia e niente esclude che alle prossime elezioni possa essere rimandato a casa senza rimpianti.
Russia - Dopo la conversione dell’intera ex-Unione Sovietica all’economia di mercato, come era prevedibile, le numerose reti tranviarie là esistenti sono passate attraverso un periodo di forte difficoltà, per motivi facilmente intuibili. Calma, però, prima di parlare di ecatombe di tutte le reti tranviarie: alcune, anche importanti, sono state chiuse, altre sono a rischio, ma rimangono comunque una settantina di reti, su molte delle quali è in servizio anche materiale di recente produzione, e sulle quali si continua ad investire. La produzione di nuovi veicoli tranviari in Russia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è ripresa proprio dopo il 1989: negli anni del Patto di Varsavia e del Comecon, era la cecoslovacca Tatra l’industria fornitrice di tutti i sistemi sovietici, con l’unica eccezione di Leningrado, o, se preferite, San Pietroburgo.
Non mi dilungo oltre, ma voglio concludere con una nota positiva: la città di Krasnodar ha recentemente ordinato 20 tram del tipo KTM-23. Il record negativo del 2010 è destinato a non essere superato.
Hamburg - Sono almeno venticinque anni che si parla del ritorno del tram in questa città, dopo la sua dismissione nel 1978, per cui un ulteriore ritardo nella realizzazione della auspicata “Stadtbahn”non mi sorprenderebbe. Il fatto stesso che se ne parli da così tanto tempo mi porta però a pensare che non verrà posta tanto facilmente la parola “fine” alla sua realizzazione. Aspettiamo le elezioni del 20 febbraio e vediamo. Osservo comunque che ad Amburgo la reintroduzione del tram è ostacolata principalmente dalla estensione della rete di Hochbahn e U-bahn, che la rende agli occhi di molti superflua. Se non se ne dovesse fare di niente, cosa certamente possibile, rimarrebbero comunque in Germania molte importanti reti, quasi tutte in piena espansione, Monaco in testa.
Nel caso di Mulheim, non c’è niente di definito, si tratta solamente di ipotesi. In ogni modo, le chiusure di tratte tranviarie per motivi economici sono un evento non raro in Germania, anche se vengono ampiamente compensate dall’apertura di nuove linee. Non si tratta di declino del tram in quanto tale, ma di un processo di razionalizzazione che a noi può anche dispiacere, ma che conferma che su questo mezzo di trasporto si continua a puntare.
Zurigo - Una proposta per l’apertura di un nuovo raccordo tranviario è stata respinta mediante referendum, questo è vero, ma dall’altra parte nel dicembre 2010 è stata inaugurata, dopo anni di stasi, la nuova linea 12 “Glattalbahn” ed entro la fine dell’anno sarà inaugurata la tranvia "Zürich-West”.
La Réunion e altri casi simili – Un progetto di massima sulla realizzazione di un sistema di tram-treno è stato abbandonato dall’attuale governatore dell’isola. Non mi pare che ci sia da fasciarsi la testa: con tutta la simpatia, La Réunion non ha lo stesso peso di Parigi, di Bordeaux o di Lyon, dove invece il tram è in piena espansione.
Negli Stati Uniti sono numerosi i progetti tranviari portati felicemente a termine in questi ultimi trent’anni, e ancora più numerosi quelli che sono rimasti sulla carta. Tra questi, almeno per ora, New York e Chicago.
Il tram, nonostante qualche lodevole esempio, è ancora raro in America Latina, nell’Africa subsahariana, in Australia. Non è riapparso, nonostante tutte le promesse, né a Montevideo, né a Brisbane.
In altre parti del mondo, invece, la ripresa c’è stata e perdura tuttora, anche se, come è normale, qua e là con qualche incertezza. Il tram, per esempio, riapparirà tra breve a Gerusalemme, a Rabat, a Casablanca e ad Algeri.
E’ ovvio, infine, che il taglio delle spese e degli investimenti, praticato da molti stati che attraversano una fase economicamente difficile, non favorisce certo il trasporto pubblico. Altrettanto ovviamente, si spera che questa non sia una situazione destinata a durare in eterno.
Cordiali saluti a tutti,
Paolo