Buoni che oggi carico altre foto!
Iniziamo dal deposito di Piscinola la seconda parte della nostra visita agli impianti della metropolitana di Napoli, quella relativa alla Linea 1 gestita da MetroNapoli, da noi "indigeni" chiamata collinare.
Intanto che il gruppo si raduna (è la mezza e dobbiamo sopportare le prime defezioni a scopo prandiale, specie da chi è sveglio da più tempo
) attendiamo all'ingresso del deposito il responsabile, il sig. Toro, che ci accompagnerà nella visita agli impianti dell'officina.
Il primo capannone a sinistra è quello dove vengono conservate le famose barche romane ritrovate durante gli scavi in piazza Municipio; purtroppo ci spiegano che tutta quella parte dell'edificio è in carico alla soprintendenza e non possono farci entrare, anzi non hanno più nemmeno le chiavi!
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Per chi non le avesse viste, questa foto di BiagPal tratta dalla rubrica del TG3 Ambiente Italia vi da un'idea di ciò che è conservato all'interno; chi fosse interessato,
qui può consultare l'interessante post di Biagio sui ritrovamenti archeologici durante i lavori della metropolitana di Napoli, con numerose immagini.
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Tutto quello che possiamo vedere sono le file di cassette con i reperti meno pregiati (no, non sono per la raccolta dei pomodori
...) trovati durante i numerosi scavi
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infatti è qui che gli archeologi della soprintendenza, d'accordo con MetroNapoli, portano tutti i materiali ritrovati per svolgervi il loro delicato lavoro di catalogazione e ripulitura...
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..come documenta questa foto delle indagini per lo scavo dei pozzi di ventilazione di piazza Carità (per i non napoletani: piazza Salvo d'Acquisto) scattata il 14 marzo
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Una panoramica dall'alto fornitaci da
Live.com ci consente di orientarci tra i vari edifici:
i due maggiori sono l'officina (a sinistra, tronca e dalla forma irregolare) e il capannone passante per il ricovero notturno (a destra), in basso da sinistra ci sono i due magazzini utilizzati dalla soprintendenza, le palazzine degli uffici (con il tetto verde) e l'edificio a destra ospita il materiale ausiliario (mezzi di manovra, scale, carrelli ecc.) Infine in basso il viadotto della linea tra le stazioni di Chiaiano-Marianella (verso sinistra) e Piscinola-Scampia (a destra).
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Entriamo nel primo capannone; è quello dell'officina, dove si svolgono tutte le attività di manutenzione sulle 42 unità di trazione con cui MetroNapoli svolge attualmente il servizio sulla Linea 1; infatti 3 delle 45 UdT totali le abbiamo viste noleggiate a MCNE nella prima parte della nostra visita.
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Cominciamo la visita dal reparto carrelli
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A terra sono allineati sei motori: sono gli Ansaldo modello MTA-A4-135V trifasi asincroni, smontati da alcuni carrelli in manutenzione e in attesa di lavorazione.
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Più in fondo notiamo una zona dove sono stoccate le parti di ricambio utilizzate dalle lavorazioni in corso:
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..proviamo a zummare
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Dall'altro lato sono posizionate le macchine per lavorare sulle parti meccaniche: calettatrice/scalettatrice, tornio, sega per i cerchioni, tutte a controllo numerico computerizzato
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Una sala montata in attesa di lavorazione: dall'esterno si distinguono i dischi freno, le boccole, le ruote e al centro il gruppo riduttore e la trasmissione ad anello danzante...
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..che qui possiamo osservare nei dettagli
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Più in là il telaio di un carrello spogliato di tutte le parti meccaniche è appoggiato a terra in attesa del rimontaggio di motori, sale, cilindri freno, captatori della ripetizione segnali e tutte le altre componenti sottoposte a revisione;
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su un altro binario sono in sosta i carrelli già revisionati e pronti per essere rimontati sulle vetture di origine...
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..che intanto vengono appoggiate su carrelli d'officina per poter essere spostate agevolmente nei vari reparti, come le M1.049 e M1.050 in sosta su una fossa visita.
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Per smontare e rimontare gli assi bisogna schiacciare il carrello verso il basso per liberare le molle elicoidali delle sospensioni secondarie; a questa operazione provvede la macchina "pressa-carrelli", simile ad un piccolo carro ponte, visibile in fondo alla fila dei carrelli
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Su un bancone del reparto elettrico è pronto un pantografo monobraccio Faiveley; ogni UdT è dotata di un solo pantografo, posizionato sopra la cabina di guida della cassa pari.
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Questo è il reparto dove si eseguono le lavorazioni alle casse e agli impianti tecnologici interni; ci sono 6 binari tronchi dotati di fossa visita su tutta la lunghezza e alcuni anche di passerelle per lavorare sul tetto; il sig. Toro ci ha spiegato che quando la gestione dell'officina è passata dalle FS a MetroNapoli non tutte le apparecchiature erano già presenti e in particolare le dotazioni di sicurezza per evitare cadute dall'alto erano ridotte al minimo indispensabile. Negli ultimi anni per la maggior sicurezza dei lavoratori sono stati installati numerosi parapetti e barriere anticaduta e sono state anche ordinate delle particolari reti che agganciandosi all'esterno delle porte delle vetture eviteranno cadute pericolose durante le fasi di lavoro con le porte aperte a più di 2 metri da terra, come nel convoglio a destra.
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Scendiamo a dare un'occhiata più da vicino al sottocassa: al centro il serbatoio dell'aria compressa e dietro i cassoni degli apparati elettrici con i tre inverter di trazione a GTO a tensione impressa che alimentano i motori trifasi asincroni e il chopper per la frenatura elettrodinamica a recupero, utilizzata regolarmente sulle pendenze del 55%
o che caratterizzano la metropolitana partenopea; ricordiamo che per questo motivo non è previsto materiale rimorchiato ma solo elettromotrici in composizione di 2 o 3 UdT (4 o 6 casse).
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Il carrello di una M1: sono bene in evidenza i dischi esterni al telaio dei carrelli con la tiranteria e il relativo cilindro freno, mentre più in basso si riconoscono i pattini elettromagnetici per la frenatura d'emergenza
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Ci spostiamo al centro del binario per una prospettiva insolita sulle apparecchiature del sottocassa; a partire dall'alto si riconoscono le tubazioni degli accoppiatori elettrici e pneumatici del gancio automatico Scharfenberg modello 330 (grazie Augusto
), il captatore della ripetizione segnali (ATP discontinuo al centro e ATP continuo ai lati, in corrispondenza delle rotaie), i due motori di trazione affiancati del carrello anteriore con i loro riduttori che azionano ognuno il proprio asse (rodiggio Bo'Bo'+Bo'Bo');
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oltre il carrello (intra)vediamo i cassoni dei GTO e del chopper e i serbatoi dell'impianto pneumatico.
Il collegamento meccanico tra le due casse di una UdT è assicurato da una barra rigida, separabile solo in officina...
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.. mentre il collegamento elettropneumatico ed il telecomando sono garantiti da numerosi accoppiatori flessibili posti sulle testate, in alto quelli elettrici e in basso la condotte del circuito pneumatico.
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Attraversiamo il fascio dei binari d'officina per recarci al capannone del tornio in fossa dove si effettua la tornitura dei bordini e dei cerchioni senza bisogno di smontare i carrelli; le UdT entrano e si posizionano con ogni asse in corrispondenza del macchinario che provvede ad uniformare il diametro e rettificare il piano di rotolamento dei cerchioni delle due ruote contemporaneamente.
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L'impianto, di costruzione Hagenscheidt con controllo numerico computerizzato Siemens, è all'avanguardia ed è sovradimensionato per l'attuale carico di lavoro, tanto che MetroNapoli è in trattativa con l'ANM per effettuarvi la tornitura dei cerchioni ai nuovi tram Sirio. Purtroppo alcuni "difetti di comunicazione" tra la parte meccanica e quella elettronica, solo recentemente risolti, hanno comportato il fermo macchina per più di un anno
creando notevole affanno alla manutenzione ordinaria.
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Anche le UdT noleggiate a MCNE vengono portate qui per effettuare la tornitura, purtroppo tramite un carrello stradale poichè all'origine non è stato previsto un raccordo tra le due linee, che pure corrono a brevissima distanza tra loro: ecco la M1.026 che il 12 febbraio scorso "emerge" dalla galleria MetroCampania NordEst appunto per recarsi alla tornitura cerchioni presso l'adiacente deposito MetroNapoli; alle spalle sono visibili proprio i viadotti della linea 1 e del raccordo con il deposito.
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Usciamo dal capannone officina per recarci negli uffici, situati al centro del triangolo utilizzato per invertire la direzione dei treni ed evitare usure anomale alle ruote; dopo averci regalato alcune brochure su MetroNapoli, molto apprezzate da tutti ma che si erano già viste in giro qualche anno fa in occasione dei cantieri aperti per il maggio dei monumenti, il sig. Toro ci accompagna alla "torre", un posto che mai avremmo pensato fosse presente in un deposito della metropolitana.
Si tratta di un banco ACEI che gestisce tutti i movimenti dei treni all'interno dell'area del deposito fino all'immissione in linea verso la stazione di Piscinola, raccordata con una rampa a doppio binario senza incroci a raso degna della direttissima
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Dal quadro di comando si possono effettuare istradamenti di ingresso o uscita da ciascuno dei 21 binari passanti e dai numerosi raccordi e aste di manovra presenti sul piazzale con la semplice pressione di pochi tasti; un piano binari degno di una stazione centrale, in cui si distinguono i 16 binari del capannone di ricovero, la linea di ingresso/uscita a doppio binario, il triangolo d'inversione e i binari tronchi dell'officina in basso e dei mezzi ausiliari a destra; scopriamo inoltre che è presente anche un binario strumentato per "prova freni" dove i treni completi riescono a raggiungere velocità anche di 60 Km/h prima di iniziare a frenare
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Sul quadro sinottico sono visualizzati tutti gli istradamenti comandati dal banco, come questo ingresso in ottava linea da Piscinola che viene impostato ad hoc per noi, e tutti gli apparati del piazzale che è dotato sia di segnalamento basso completo che di deviatoi elettrici.
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La visita si conclude con una breve chiacchierata col sig. Toro sugli orari di esercizio e su altri aspetti particolari, tra cui la carenza di spazio che piano piano si sta aggravando a causa delle grandi superfici concesse alla soprintendenza per il suo pur importante lavoro.
Un altra notizia appresa durante l'interessantissimo tour è la tipologia del nuovo materiale rotabile di prossima ordinazione necessario per sostenere la prossima estensione della linea fino a Garibaldi da un lato e a Capodichino dall'altro, in attesa di una futura chiusura dell'anello metropolitano tra Garibaldi e Capodichino; si tratterà di 30 unità di trazione monocabina formate da tre casse dotate di intercomunicante a sezione piena e non più solo di servizio, che andranno a formare 15 nuovi treni a 6 casse; per questo motivo alcune parti dell'officina, attualmente dimensionate per lavorare su UdT da due casse, dovranno essere allungate per gestire i nuovi treni.
In futuro non vedremo più dunque treni formati da solo 4 casse come questo appena partito dalla stazione di Chiaiano e diretto al caplinea di Piscinola
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Usciti dal deposito, torniamo sui nostri passi verso la stazione di Chiaiano, che tra quelle periferiche è sicuramente quella che sostiene la maggior quota di traffico pendolare; qui infatti si attestano o transitano numerose linee suburbane di ANM e CTP dirette ai vicini comuni della fascia nordoccidentale come Marano, Mugnano, Giugliano, Qualiano, Calvizzano, Villaricca, fino ad Aversa...
Il nodo di scambio ferro-gomma è compatto e funzionale, con una corsia rotatoria per il transito e l'inversione di marcia antistante l'ingresso dove fermano le linee di autobus, come questo TurboCity 490 impegnato sulla 162 per Giugliano, erede del mitico tram 60 che giungeva fino a piazza Dante...
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..mentre alle spalle della stazione e sotto il viadotto ci sono due parcheggi di scambio (uno non è ancora stato aperto) gestiti dall'ANM per la sosta degli automobilisti che arrivano dalla proviìncia con i propri mezzi.
Intanto che si parla di autobus con un autista di... autobus della Tempi di Piacenza, giunto apposta dalla grande pianura per visitare i trasporti pubblici della nostra città, una parte del gruppo cede definitivamente [SM=x346231] e decide di concedersi finalmente la sospirata pausa-pranzo in un piccolo bar-pizzeria situato proprio di fianco alla stazione, in posizione strategica per intercettare il flusso di pendolari affamati che all'ora di pranzo o di cena sono ancora lontani da casa; dopotutto sono le due e mezza e qualcuno di noi si è svegliato alle quattro di mattina...
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Mentre il gruppo si ricompatta per l'ennesima volta prima di trasferirsi alla stazione di Colli Aminei, un gradito quanto inaspettato incontro con Biagio fa lievitare il numero dei partecipanti a 15 ed è l'occasione per me di conoscere di persona il primo di voi. Ovviamente Biagio comunica subito la novità ad Augusto, non prima di aver fatto a ferpas un po' di propaganda sul sito e sul forum, quindi dopo una non brevissima attesa ci accomodiamo sul treno che ci conduce a Colli Aminei dove visiteremo la grande sala di controllo della Linea 1