Chiude un altro pezzo di storia di Fuorigrotta!

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Francesco E.
00mercoledì 16 gennaio 2008 16:12
Dopo 40 anni chiude il Bar GALANO!!!!
(Prima ci ha pensato il terremoto con lo Sferisterio (ed il deposito tramviario di Fuorigrotta), poi ci hanno scippato il tram... ora tocca allo storico bar di Piazza San Vitale... il terzo pezzo di Fuorigrotta se ne va! Ci resta la Chiesa di San Vitale, la Mostra d'Oltremare e la sede Rai di Viale Marconi...)

ecco l'articolo de "Il Mattino" di oggi:

Chiude il bar di Fuorigrotta addio al caffè GalanoGià rilevata la struttura, gli acquirenti: «Sarà un locale modello»



MARISA LA PENNA La sera del 31 dicembre scorso le saracinesche del Galano, lo storico bar di viale Augusto, sono state abbassate per l’ultima volta. Cala, quindi, il sipario su un pezzo di storia di Fuorigrotta. Da quindici giorni sulle serrande dell’antico locale c’è un lanonico biglietto che annuncia lavori di ristrutturazione. In realtà il Galano non riaprirà mai più. Al suo posto nascerà un nuovo punto di ristoro. Gli imprenditori che hanno rilevato l’azienda - la vecchia società, finita davanti ai giudici della Fallimentare, è stata venduta all’asta - non nascondono idee ambiziose sulla nuova struttura che, a loro dire, rappresenterà un punto di riferimento non soltanto di Fuorigrotta ma di tutta la città. Che le cose andassero male per il Galano lo avevano capito anche i clienti abituali. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che quella era un agonia precedente alla morte. Invece, la sera dell’ultimo dell’anno, il gran bar ha chiuso per sempre. «Ogni mattina, da quarantasette anni, prendevo il mio primo caffè della giornata al bar Galano. Era un rito irrinunciabile. Ed oggi vedere le saracinesche abbassate pensando che non rivedrò più dietro al banco i volti amici che mi servivano la tazzina di caffè, è motivo di grande dispiacere». Paolo, pensionato settantenne, si ritrova ogni mattina, nei giardini di piazza San Vitale, per incontrare anziani come lui. Lui è nativo di corso Vittorio Emanuele. A Fuorigrotta andò a vivere nel 1961, quando cioè, il Galano era nel suo pieno splendore ed era un punto di riferimento per i residenti. «Era uno dei locali con la saletta tv. A quell’epoca la televisione non era in tutte le case. E così, in tanti, passavamo le serate nel locale a bere e guardare i programmi. Ricordo quelli con Mike Bongiorno che richiamavano nel locale centinaia di persone. Bei tempi». Il bar Galano, dunque, visse negli anni Sessanta-Settanta il suo periodo magico. Vetrine illuminate giorno e notte, sale sempre affollate, file alla cassa. Finì nel mirino della malavita. In particolare gli uomini del pizzo, che all’epoca, muovevano i primi passi nel quartiere flegreo, andarono a bussare alla porta del proprietario. Il quale li allontanò in malo modo. Finì ammazzato. In piazza San Vitale, a pochi metri dal suo bar. E davanti al Galano negli anni Settanta fu ucciso - per motivi passionali - il giornalista Luigi Buccico, esponente del Partito socialista. Da quell’episodio sono passati quasi trent’anni. Il bar, gestito dagli eredi dell’imprenditore ucciso, ha saputo sostenere la concorrenza e tener testa ai numerosi locali che nel frattempo sono nati nella zona. Ma, negli ultimi anni, la decadenza era nell’aria. Fino a quando la società non è finita al cospetto dei giudici della fallimentare. La Galano snc in liquidazione è stata così costretta a vendere sia l’attività commerciale bar e pasticceria, sia il vicino laboratorio. Dal primo gennaio, dunque, la nuova società fa capo a Giuseppe e Carmine Valentino - padre e figlio - gioiellieri con negozio in piazza San Vitale. Il negozio di preziosi confina con l’antico bar, inaugurato 54 anni fa, quando, cioè, a Fuorigrotta cominciavano a nascere i palazzoni di viale Augusto. «I residenti non rimpiangeranno il vecchio bar Galano - assicura Giuseppe Valentino - Realizzeremo un bar pasticceria che riporterà il locale agli antichi splendori. Ci siamo affidati a un bravo architetto che si è impegnato a consegnarci l’opera finita entro marzo. Il quartiere, vedrete, sarà sicuramente beneficiato dal nostro progetto». A marzo, dunque al posto del Galano aprirà un nuovo bar. Il cui nome è ancora top secret.
Augusto1
00mercoledì 16 gennaio 2008 17:33
Certo, un pò di nostalgia ci sarà, specialmente, ma questo è un fatto mio personale, riportando nella mente i volti di molti dei baristi e dipendenti del vecchio bar, con alcuni dei quali ci salutiamo da quando avevo cinque anni e lo facciamo ancora oggi. Non credo, però, che avremo nostalgia del bar in sè, quanto dei ricordi a questo legati: l'infanzia, il gelato con i genitori o la cioccolata, magari dopo l'uscita dal cinema Alle Ginestre oppure l'Acanto (anche i cinema di Fuorigrotta - c'era anche l'Azalea, che lo dico a fare - sono stati una notevole perdita), che neanche ci sono più da almeno vent'anni. Fido nel lavoro che i Valentino hanno iniziato per rendere ancora migliore il punto di ritrovo temporaneamente perduto. Di converso ricordo anche che il vecchio bar fu ritrovo di personaggi legati ad un modo violento di fare politica (mi riferisco agli anni '70, quando Piazza San Vitale era definita da molti "la piazza nera"). In realtà è il tempo che passa che non ci va giù, ma la prenderei con più filosofia: in effetti lo Sferisterio era un luogo frequentato essenzialmente da sfaccendati o da persone dal dubbio pedigree, ed il progetto comunale della nuova e bella struttura potrà restituire al quartiere un impianto fruibile da tutti, non solo da una manica di vecchi scommettitori. Un colpo al cuore è stata la fine dell'esercizio tranviario nel deposito, attenuata fino al 1990 dalla presenza indomita del vecchio 2, soppresso e poi resuscitato per un anno solo, benchè ormai fosse ridotto ad un surrogato di una parte del vecchio 1 barrato. Il deposito vive ancora, sia per la sua immodificata presenza (è un pò come avere un vecchio nonno acciaccato e non più autosufficiente in casa, l'importante è che sia ancora lì), sia per quello che c'è dentro e che ci potrà ancora essere, senza che, lo dico incrociando le dita una decina di volte, nessuno si sia mai azzardato a stendere un progetto alternativo per quei luoghi, come a consacrarne l'immortalità. Sta a noi difendere quel posto e l'idea di quel posto, e quanto è nelle menti (e sulla carta) da tempo è quello che ci fa ancora venir la voglia di pensare al tram e a Fuorigrotta come un tutt'uno, e neanche "il suo parente più spregiudicato" (la linea 6) eliminerà mai tutti i rumori, i "profumi" e gli elementi del tram da quei luoghi. Basta avvicinarsi al deposito di Fuorigrotta per immaginare, sentire, vetture come la due assi IV, l'officina 1033, il complesso 1024 più rimorchiata, il portatabelle del capannone di via 2 Luglio 1820 (dove si potevano leggere le scritte "Poggioreale Cimit. 2 Piazza G.B.Marino", oppure "Piazza Nazionale 1/ Mostra", o le più misteriose 5/ Via Vespucci Poggioreale e ancora Poggioreale 1 rosso crociato Piazza Sannazaro) per rendersi conto che è tutto ancora lì. Io credo molto a certi segnali: il tram da eliminare fino a Piazza Municipio tornerà a Piazza Sannazaro, il deposito non è mai diventato un supermercato o un orribile parcheggio multipiano e la 1031 [SM=x346236] è ancora sui binari, sfuggita - forse - ad un destino che pareva segnato, con pantografo smontato, porte chiuse e "sigillate" da una croce di nastro adesivo (come se al suo interno si fosse consumato un delitto) ma, stranamente (altro segnale) con la matricola frontale da poco rifatta, come per dire "non preoccuparti, è solo apparenza".



CLICCARE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE


Anche il mitico negozio di modellismo di viale Augusto era scomparso una quindicina di anni fa, ma lo stesso Francesco si è accorto qualche settimana fa che ha riaperto in via Caravaglios. Per quanto mi riguarda ci sono altri "capisaldi" che non ci sono più, come la "mia" scuola media "Guido Gozzano" di via Costantino, sacrificata ad un progetto che non mi va di pubblicizzare, così come non mi va di dire chi è che lo ha promosso.
E' stata ristrutturata, però, la fontana dell'esedra della Mostra, (altro caposaldo fondamentale, come tutto il complesso che avrà nuova vita, dopo anche la riapertura dell'Arena Flegrea) il mio liceo scientifico Niccolò Copernico (ex "ottavo") al Parco San Paolo è sfuggito alla chiusura quattro anni fa; il mercatino rionale nuovo sta per aprire restituendo gli spazi occupati nel 1971; l'ex "Castello" è diventato il Parco Robinson, dopo una chiusura di almeno dieci anni; si è riportata la strada in linea retta all'uscita di viale Augusto, anche se resta l'orribile curva in salita che ostruisce la visibilità della Mostra. Insomma, bisogna avere pazienza e crederci: è ancora tutto lì, e ora che non siamo più bambini e abbiamo volontà di conservazione delle cose che ci piacciono e forza per farci valere dobbiamo solo combattere.
Nessuno eliminerà mai definitivamente i tram da Fuorigrotta, anche se la direzione intrapresa sembrava proprio questa, badate bene...

Madeco
00mercoledì 16 gennaio 2008 17:48
Nostalgia ed alcune precisazioni
Ovviamente la chiusura di Galano è un pezzo di storia che finisce. Io personalmente sapevo dei problemi finanziari del bar. Da almeno due/tre anni le cose non andavano bene. Devo dire, però, che i proprietari non sono stati lungimiranti e non sono riusciti ad attrarre quella fetta di clienti che tutti i weekend affollano il Bar Franco e il bar Augusto, distanti appena pochi metri. E non si deve nemmeno trascurare la possibilità degli spazi del bar Galano, specialmente dopo i lavori di riqualificazione di Piazza San Vitale.

Alcune precisazioni:

"Model Toys" non ha mai chiuso ma si è semplicemente trasferito una decina di anni fa da Viale Auguso a Via Caravaglios.

La Guido Gozzano attualmente è la sede dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza

Il nuovo mercatino è aperto dall'inizio di Dicembre e il vecchio mercatino è stato abbattuto [SM=x346230]
Augusto1
00mercoledì 16 gennaio 2008 17:51
Re: Nostalgia e alcune precisazioni
Madeco, 16/01/2008 17.48:

La Guido Gozzano attualmente è la sede...



E vabbé, lo ha pubblicizzato Daniele... io dissento (non per l'oggetto in sé, sia chiaro). [SM=x346228]


Francesco E.
00mercoledì 16 gennaio 2008 21:29
Non ho capito? La Guido Gozzano è stata spostata, accorpata o soppressa "sic et sempliciter"?!?!?! [SM=x346234] [SM=x346234]

Per quanto riguarda "Model Toys" (il cui vecchio proprietario era amico di mio padre) ha cambiato gestione e ragione sociale... però ho acquistato poco prima di Natale alcuni rotabili Lima-Hornby (una carrozza 2^ classe XMPR ed alcuni carri merci)... la confezione mi è stata consegnata con ancora la carta intestata "Model-Toys"!
Non voglio fare pubblicità ma ho trovato prezzi molto buoni (inferiori, per la Lima, a quelli di listino) e grande competenza... cmq il negozio è in via Caravaglios da quasi 15 anni!
Augusto1
00mercoledì 16 gennaio 2008 23:05
per Francesco
La Gozzano non c'è più.
Francesco E.
00lunedì 4 febbraio 2008 00:25
A proposito del Rione Duca d'Aosta...
Nel tentativo di dare una risposta al quesito di Trammuè mi sono imbattuto in un link che potrebbe interessare i fuorigrottesi trammaniaci e non...cliccaquà
trammue
00domenica 10 febbraio 2008 20:47
i furgoncini di fuorigrotta
Visto l’alto numero di fuorigrottesi presenti in questo forum, voglio raccontare un episodio “locale” di molti anni fa. Fin da piccolo sono stato (come tutti i ragazzini dell’epoca) appassionato di modellini: treni al primo posto, poi i tram (il caro 3 di legno che vendevano gli ambulanti sotto la Galleria del Museo) e naturalmente automobiline. Ma mentre gli altri cercavano le Ferrari, le Alfa Romeo, ‘e machine ammericane, io no, per me esistevano solo 600, 500, camion, pulman....
E in un angolo della vetrina di un negozietto di via Caio Duilio, quasi all’imbocco della galleria, un emporio in cui si vendeva di tutto, dalle calze alle matite ed ai giocattoli, avevo scovato due furgoncini, un Piaggio e un Innocenti e me ne ero subito innamorato.
Mesi di capricci, di promesse, di minacce, di bei voti, e finalmente mia madre si convinse, molto a malincuore, ad arrivare fin laggiù. Devo premettere che mia madre ha sempre avuto manie da snob, e se io avessi desiderato che so, la Giulietta dei suoi sogni, non avrebbe certo fatto tante storie. Ma per due furgoncini.... Sai che figura!
E, lei molto recalcitrante, entrammo nel bugigattolo.
“Che va truvanno ‘o piccirillo? .... Nooo, nunn’i ttenimmo chiu a tant’anni!” La bottegaia non sapeva nemmeno cosa le era rimasto in vetrina!
Ci volle il bello e il buono per convincerla ad uscire e dare un’occhiata.
“Signò, ma chilli stanno chini ‘e pòvere (tutti impolverati)” si vergognava quasi a mostrarli a mia madre, che da gialla di rabbia stava a sua volta diventando rossa dalla vergogna.
Finalmente la commerciante si convinse e cedette i due preziosi pezzi. Ma fu onesta e non approfittò della facile occasione “Signò, e che m’avite a rà..... Facimmo ciento lire...”
E così tornammo a casa, io tutto soddisfatto, lei verde dal disappunto. Ancora oggi, ricordando quell’episodio, mi rinfaccia la “caduta di stile” cui fu costretta dai miei capricci.
E i furgoncini, che fine fecero? Eccoli qua, ancora vivi e vegeti dopo 50 anni! E se non avessi avuto la malaugurata idea di farci giocare i miei figli, avrebbero ancora il manubrio.
Francesco E.
00domenica 10 febbraio 2008 22:03
50 anni!?!?!?!??!?!! [SM=x346234] [SM=x346234] [SM=x346234] [SM=x346234]
trammue
00lunedì 11 febbraio 2008 09:50
in che senso?
cioè, ti sembrano pochi o troppi (riferiti al sottoscritto, no ai furgoncini, che stanno fin troppo bene [SM=x346251] )
Francesco E.
00lunedì 11 febbraio 2008 12:01
Ti facevo più piccolo....
XJ6
00lunedì 11 febbraio 2008 12:14
Il 3 di legno?
Che cos'era?

[SM=x346235]

PS Belli i furgoncini e peccato per i manubri, effettivamente si tratta di pezzi rari. La mia preferenza, da appassionato Lambrettista, va ovviamente al modello Innocenti.
trammue
00lunedì 11 febbraio 2008 13:14
grazie
...per il più piccolo. Ma se l'età non è quella anagrafica ti dico che un paio di anni fa, stanco di scalare i sette colli, mi sono portato la bicicletta a napoli e mi sono fatto tutte le pareti da sesto grado che la nostra città offre: sanità, materdei, antignano, giù fino a pianura poi astroni, coroglio e su fino a posillipo [SM=x346250] . Dopo la dovuta pizza a mergellina mi sono fatto pizzofalcone, i quartieri, i miracoli, s.eframo e finalmente, attraverso 'o buvero 'e sant'antuono ho ripreso il treno (tre ore di diretto , che sugli eurostar la bici non ce la vogliono)

IL 3 DI LEGNO era un abbozzo di vettura a due assi con tanto di tabella (3 naturalmente, il tram d'a torretta delle canzoni più licenziose [SM=x346227] ) che ogni volta che passavo sotto i portici della galleria di faccia al museo mi facevo comprare dalle zie (che appunto abitavano alla sanità) e che, data la "robusta struttura" durava si e no un paio di mesi. Poi finalmente ci ha pensato rivarossi e così è finito l'idillio col tram di legno.
I furgoncini erano della mercury (solo auto italiane, una rarità per l'epoca) che produceva anche vespa e lambretta in versione due ruote.
Augusto1
00lunedì 11 febbraio 2008 17:25
3 di legno
trammue, 11/02/2008 13.14:

IL 3 DI LEGNO era un abbozzo di vettura a due assi con tanto di tabella (3 naturalmente, il tram d'a torretta delle canzoni più licenziose [SM=x346227] )



E questa è una rivelazione! Antonio aveva subito "fiutato" la notizia, magari sperando di trovarne uno da qualche parte...

So di essere spoetizzante in questo contesto, ma lo dico solo per completezza di informazione: il "tram d''a torretta" era quello a vapore per Pozzuoli.
[SM=x346219]


trammue
00lunedì 11 febbraio 2008 20:11
si, vabbuò...
mo tu ce lo vedi a un gagà della belle epoque ad acchiappare una bella cocotte (e a rimanere cornificato [SM=x346251] nella classica terza strofa) sul tram di pozzuoli?
e ghiammo! [SM=x346245]
se poi ne fai una questione di capolinea, almeno immaginiamoci la scena sul 4 alla litoranea o sul 6 al cve...
Francesco E.
00lunedì 11 febbraio 2008 21:03
Non so... forse ha ragione Augusto.... anche perché il tram n°3 è esplicitamente citato in un'altra canzone dal titolo "Tramvai! Si scende avanti si sale indietro...!
XJ6
00martedì 12 febbraio 2008 11:19
Io un abbozzo di tram a due assi ce l'ho ...
... acquistato anni e anni fa in un negozio di bomboniere [sic] a Piazza Poderico (non esiste più da tempo. Il negozio, non Piazza Poderico). Chissà dove sta, adesso (il mio tram, intendo. Perso in uno dei vari traslochi intercontinentali fatti negli ultimi 15 anni).

Però la tabella diceva "4", non "3".

Il mistero s'infittisce e, soprattutto, va decisamente Off Topic col Bar galano e Fuorigrotta [SM=x346225]

[SM=g9422]
filobustiere
00martedì 12 febbraio 2008 12:08
Una persona distinta
Una persona distinta come te, non si poteva limitare ad un banale "3": ci voleva almeno un "4".
Noblesse oblige! [SM=x346231] [SM=x346231]
(ginetto)
00domenica 17 febbraio 2008 13:01
Salve a tutti
Bentrovati a tutti.
Ai pezzi di Fuorigrotta ormai scomparsi vorrei aggiungere il negozio
"Odorino" in largo Lala, la concessionaria Lancia "Autoterminal"
e ovviamente il vecchio mercato Cerlone.
Grazie dell' attenzione. [SM=x346219]
Francesco E.
00domenica 17 febbraio 2008 13:12
Caro Ginetto traparentesi [SM=x346230] benvenuto... io abitavo esattamente difronte alla Autoterminal, la quale ha chiuso i battenti da oltre 15 anni! Un po meno invece Odorino dove nel '91 acquistati il mio Amiga 2000 del cui monitor usufruisco perfettamente tuttora (in condizioni eccellenti!)
(ginetto)
00domenica 17 febbraio 2008 13:45
Ringrazio
Purtroppo il nome senza parentesi era gia' registrato :)
Grazie dell' accoglienza e a presto.
Alessandroch
00domenica 17 febbraio 2008 14:50
[SM=x346253] a (ginetto) da Lecce, anche se sono parte integrante del gruppo napoletano. Spero di conoscerci di persona al più presto!!!
Augusto1
00domenica 17 febbraio 2008 15:14
Benvenuto a Ginetto
Abitavo più vicino io ad Odorino, che aveva il salone in fondo straboccante di giocattoli. Un paio di anni fa incontrai il proprietario di Odorino in piazza Matteotti sul filobus 201, e chiacchierammo un pò sulla "necessità" di dover chiudere il suo negozio. Che amarezza...

Tiriamoci su, invece, ricordando qualcosa che non solo è ancora al suo posto, ma nel quale il tempo sembra essersi fermato: mi riferisco ai grandi magazzini Esposito, entrando nei quali sembra essere rimasti agli anni '50. Che bella atmosfera, ogni tanto ci vado apposta a comprare qualcosa per il gusto di passeggiarci dentro.
Non c'è più, invece, il negozio piccolo di "Esposito"
filobustiere
00domenica 17 febbraio 2008 16:06
...in principio fu l'Esperia
benvenuto a ginetto anche da parte mia. Leggendo la sua scheda, vedo che si trova a Roma. Immagino sia un figlio di Fuorigrotta adottato dalla città eterna! Ma rispettiamo la privacy e non siamo indiscreti.
Francesco E. mi ha fatto individuare il suo palazzo che (mi corregga se sbaglio) dovrebbe essere l'ultima realizzazione della Società Laziale che noi conosciamo per il tunnel. In quel palazzo abitano (credo ancora) diversi miei parenti e chissà che non si siano conosciuti con la sua famiglia.
Parlando della Fuorigrotta che non c'è più, credo che un posto di spicco lo dovremmo lasciare ai cinema che fino agli anni '70, rappresentavano lo spettacolo più popolare. In principio fu l'Esperia in Via Leopardi che sopravvisse allo sventramento. Dalla camera da pranzo dei miei genitori (il loro palazzo fu abbattuto dal re piccone) se ne vedeva la cabina di proiezione. Poi fu il Leopardi (di fronte al deposito dei tram) che morì come Azalea. Ma il vero locale che segnò l'arrivo del nuovo fu "Alle Ginestre" in omaggio a Leopardi adiacente alla chiesa di San Vitale. Aveva platea e galleria e fu il primo attrezzato con il cinemascope. Infine aprì l'Acanto (accanto alla UPIM) solo platea, il quale si permise di inaugurare con un posto unico a Lire 190. Il "Ginestre" costava solo 160 in platea.
Un posto a parte occupava il cinema Lauro, nato con il rione omonimo dove peraltro si trovava. Era una specie di pidocchetto anche se la struttura era discreta. Aveva una gestione dinamica in quanto Lunedi e martedi offriva 2 film al prezzo di uno, Mercoledi e Giovedì un film non tanto recente ma buono a 60 lire in platea. Venerdi, sabato e domenica, un film buono a prezzo pieno forse 120 lire.
Sulla piazzatta prospiciente il locale, vi faceva capolinea il 144 servito dai mille Alfa Aerfer. Mentre lungo la Via Leopardi, fu attrezzato un tronchino tranviario pro tifosi, mai utilizzato.
A Natale lo hanno riaperto per pochi giorni per una sceneggiata dandogli un neo-nome di Teatro Troisi. Ma forse la sceneggiata non era lo spettacolo bensì la effimera riapertura.
Francesco E.
00domenica 17 febbraio 2008 22:59
Re: ...in principio fu l'Esperia
filobustiere, 17/02/2008 16.06:

Francesco E. mi ha fatto individuare il suo palazzo che (mi corregga se sbaglio) dovrebbe essere l'ultima realizzazione della Società Laziale che noi conosciamo per il tunnel. In quel palazzo abitano (credo ancora) diversi miei parenti e chissà che non si siano conosciuti con la sua famiglia.



Oddio.... vuoi vedere che siamo parenti?
E proprio quello il palazzo (anzi i palazzi, poiché trattasi di due condomini adiacenti!)
Sicuramente i tuoi parenti conoscevano noi... i miei genitori erano gli unici cantanti lirici del palazzo! In più mio padre aveva una macchina che non aveva nessuno: una Autobianchi A111 verde bottiglia!

filobustiere, 17/02/2008 16.06:


Ma il vero locale che segnò l'arrivo del nuovo fu "Alle Ginestre" in omaggio a Leopardi adiacente alla chiesa di San Vitale. Aveva platea e galleria e fu il primo attrezzato con il cinemascope.



Il cinema "Alle Ginestre", forse era uno dei fiori all'occhiello del quartiere... riuscì ad attrezzarsi con il Dolby Surround prima della sua chiusura; quanti ricordi.... i film di fantascienza visti con mio padre (in particolare i film di montaggio "UFO"!); poi il ricordo dolce di quando andai a vedere con Anna, l'amica del 6° piano della mia scala, il film "il tempo delle mele"... era il 1980 ed avevamo 15 anni (la stesa età della protagonista: Sophie Morceau).

filobustiere, 17/02/2008 16.06:


Mentre lungo la Via Leopardi, fu attrezzato un tronchino tranviario pro tifosi, mai utilizzato.



Ritorna quel tronchino dei misteri!
Ma finiva li come adesso o proseguiva fin sopra la salita alla confluenza col prolungamento via Terracina?
Lo chiedo perché fino all'anno scorso c'erano ancora i pali, con residuo dei trasversali, sopra la salita e l'ultimo era praticamente davanti all'estrema propaggine del Rione Lauro difronte al cimitero (i pali sono stati eliminati, assieme a tutti gli altri di Fuorigrotta, all'indomani dei fatti tragici di via Caracciolo!); qualche trasversale è ancora visibile sui palazzi a sinistra di via Leopardi ben oltre la fine del tronchino...


Francesco E.
00domenica 17 febbraio 2008 23:07
X Augusto
Forse ricordi anche che per un certo periodo i magazzini Esposito (non sono miei parenti!) cambiarono ragione sociale in Ci.Ma.Ro.Sa. .
Chissà poi perché....
Ed a proposito di negozi in via Leopardi citerei anche il tuttora presente "Flor dò café"(a due passi dalla Cumana) dove io adoravo andare... [SM=x346228]

(ginetto)
00lunedì 18 febbraio 2008 06:55
Ancora grazie
In effetti sono nato e risiedo a Roma ma ho dei parenti che
abitano a Fuorigrotta.
Ringrazio tutti nuovamente per il caloroso benvenuto. [SM=x346242]
Alessandroch
00lunedì 18 febbraio 2008 08:29
X Ginetto
Allora ci raggiungerai quando organizzeremo un bell' incontro tra noi, così come fece a tempi Rosmau di Roma, Simopa di Firenze e anche Paoloilfiorentino (che non vi dico da dove viene) [SM=g9422]
Ti garantisco che ci divertiamo molto! [SM=g8806]
Alessandroch
00lunedì 18 febbraio 2008 08:32
Dimenticavo di R. Amori da Bologna.... ok ho finito [SM=x346255]

venia!!!
filobustiere
00lunedì 18 febbraio 2008 10:59
Cinema e tronchini
Dei miei parenti non ti posso fare i nomi in questa sede. Ma se un giorno ci rivedremo di persona, senz'altro.
Per essere precisi la sala Esperia, la prima di Fuorigrotta, fu preceduta (a memoria dei miei genitori peraltro scomparsi) da una baracca chiamata "ò cinema è don Achille". Forse l'arch. Lala ne può sapere di più.
Infine il tronchino terminava poco dopo il Rione Lauro "affogando" le rotaie nell'asfalto all'altezza di quell'edificio grigio dall'aspetto di opificio (c'è ancora?). Niente di più che questo.
Comunque per quanto ne so, tutti gli edifici dei cinema di Fuorigrotta esistono ancora anche se destinati ad uso diverso.
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