Ascensori pubblici di Napoli

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aurobindo
00martedì 11 maggio 2010 17:07
Ascensore Chiatamone - monte Echia
Passando per l'inizio di via Chiatamone dal lato di Santa Lucia si può vedere un cantiere per il restauro dell'ascensore che conduce su Monte Echia.Qualcuno sa se i lavori procedono? ogni volta che ci passo il cancello è chiuso ma all'interno si intravedono dei veicoli.
N.B. L'impianto non è più funzionante da almeno 50 anni.... [SM=x346239]

(ferpas)
00mercoledì 12 maggio 2010 15:53
i lavori stanno procedendo regolarmente almeno da quello che vedo e trattasi della realizzazione di un nuovo impianto
Augusto1
00domenica 23 maggio 2010 18:35
da "Il Mattino.it"
Ascensore di via Manzoni, 200 firme per il restyling

Oltre duecento firme raccolte in pochi giorni. Continua la mobilitazione dei residenti di via Manzoni per rimettere in funzione l’ascensore che, all’inizio del Novecento, collegava Posillipo con Fuorigrotta. Sta dunque riscuotendo grande successo la petizione avviata dagli abitanti del quartiere per chiedere l’intervento dell’amministrazione comunale. A tal proposito martedì l’assessore al Decoro urbano Diego Guida terrà un vertice con i dirigenti di Palazzo San Giacomo per fare il punto della situazione: il recupero dell’impianto potrebbe avvenire mediante la gestione diretta (con una delle aziende partecipate già esistenti, ad esempio l’Anm) oppure attraverso il coinvolgimento dei privati. Anche in questo caso, come per la funivia Fuorigrotta-Posillipo, si potrebbe coniugare il discorso della memoria con le esigenze della mobilità: la prima concessione per la costruzione dell’opera, infatti, risale addirittura al 20 agosto 1892. Fu stipulata tra il sindaco Salvatore Fusco e il cavaliere Henry Treize-Dreys della «Società dei tramways napoletani», intervenuto come mandatario del barone Oscar du Mesnil. L’intesa prevedeva corse frequenti e puntuali e un apposito tariffario (il costo del servizio variava, in base agli orari, da 10 a 15 e 20 centesimi). Due le cabine, ciascuna delle quali attrezzata per trasportare otto persone (oltre il conduttore), di cui quattro con posto a sedere ed altrettante in piedi. L’ascensore era inizialmente illuminato ad olio vegetale, ma nel 1917 avvenne la trasformazione dell’impianto da termico ad elettrico. Così modificato, restò in funzione fino al 6 giugno del 1925 quando fu temporaneamente chiuso per un dissesto del tunnel di Piedigrotta. Da allora non ha più riaperto i battenti. Nel 1939 le opere furono anche consegnate all’Ufficio nuove costruzioni ferroviarie di Napoli del ministero dei Lavori pubblici, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale bloccò ogni procedura di recupero dell’ascensore: durante il conflitto i tedeschi lo minarono e lo fecero esplodere per chiudere una facile via di fuga ai ricercati. ger.aus
aurobindo
00mercoledì 26 maggio 2010 18:28
Ascensore di piazza della Nunziatella│tunnel della Vittoria lato via Chiatamone
Ricordo perfettamente che quest'impianto è stato perfettamente in funzione fino alla metà degli anni 60....la mia insegnante di lettere,per esempio,lo utilizzava ogni mattina per salire dal Chiatamone fino alla scuola di Monte di Dio ove insegnava,perchè non se ne parla mai o almeno come per altri impianti simili e bisognosi di restauro?
vomerocentrale48
00domenica 6 giugno 2010 20:23

06/06/2010
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Gerardo Ausiello Nel cuore del monte Echia c’è un ascensore che ti accompagna nelle viscere della città, alla scoperta delle mille suggestioni di una Napoli esoterica e misteriosa. L’impianto è fermo da oltre quarant’anni ma oggi il Comune sta lavorando senza sosta ad un progetto di restyling. Un piano complessivo di mobilità verticale che, grazie all’impiego dei fondi europei e alla collaborazione dei privati, punta anche al ripristino dell’ascensore che conduceva comodamente i napoletani da Fuorigrotta a via Manzoni e alla funivia che collega viale Kennedy con via Posillipo. Tre opere strategiche che potrebbero essere rimesse in funzione investendo poche risorse. In queste ore lo sforzo di Palazzo San Giacomo - in prima linea c’è l’assessore al Decoro urbano Diego Guida - è finalizzato a salvare l’ascensore che collega via Chiatamone con via Parisi (da non confondere con quello che conduce da Santa Lucia al belvedere). I libri sulla storia del capoluogo partenopeo gli dedicano pagine ricche di aneddoti e curiosità, ma anche su Internet è possibile reperire notizie utili (ad esempio sul sito www.ilportaledelsud.org). L’opera è una delle creature nate dallo scavo infinito del monte Echia. La zona fu infatti sfruttata nei secoli scorsi come cava di tufo per costruire la prima struttura del Maschio Angioino, il maestoso Palazzo Cellammare e gli edifici storici di Posillipo. I prelievi più consistenti si ebbero nel 1500 per dar vita al complesso della odierna Sezione dell’Archivio militare di Napoli (ex caserma e poi Istituto cartografico borbonico), Palazzo Carafa, il ponte della Maddalena e il complesso del collegio militare della Nunziatella. Nel 1630 il monte venne attraversato dai canali dell’acquedotto ideato dal Carmignano e dal Ciminelli, mentre a metà del 1800 fu sventrato da un tunnel voluto da Ferdinando II per collegare Palazzo Reale con piazza Vittoria, che venne però sospeso nel 1855 e non ha più visto la luce. Fu di nuovo traforato nel 1929 per la costruzione della galleria della Vittoria, parallela a quella Borbonica. Tutta l’area che va da via Chiatamone a piazza del Plebiscito, passando per via Chiaia e Santa Lucia, conserva nel sottosuolo un inestimabile tesoro di reperti archeologici: le cave di tufo si sono alternate ai cunicoli dell’acquedotto paralleli alla galleria Vittoria, diventando anche sicuro rifugio per imbarcazioni e merci fin dai tempi dell’impero romano. Dal 1850 in poi si sviluppò invece il progetto di costruire nuove vie di comunicazione, che tuttavia non è mai decollato. I passaggi sotterranei furono allora utilizzati da militari e civili durante la seconda guerra mondiale come rifugio antiaereo e per scampare all’esercito tedesco. In questo contesto venne progettato l’ascensore - ceduto dal Comune alla Telecom per la costruzione della centrale telefonica - che porta negli uffici della società accanto alla Nunziatella. Era dotato di 2 cabine, ognuna delle quali attrezzata per trasportare 10 persone, una scala d’emergenza, due piani intermedi e un motore elettrico a corrente continua. Fu chiuso alla metà degli anni ’60 per lavori di ristrutturazione terminati nel 1967. Venne ufficialmente riaperto il 24 aprile 1968 ma il servizio fu sospeso di nuovo dopo pochi mesi, il 3 settembre dello stesso anno, a causa di infiltrazioni d’acqua. Oggi la sfida dell’amministrazione è rimettere in piedi lo storico ascensore centrando, come auspica l’assessore Guida, due obiettivi in uno: «Restituire alla città un pezzo di memoria, che potrebbe diventare anche un’attrazione turistica, e ripristinare un’infrastruttura utile dal punto di vista della mobilità
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