A scuola si in parano tante cose...

E' una frase che un mio caro amico, insegnante di Lettere in un Istituto Professionale qui a Bologna, ha trovato nel componimento in classe di uno dei suoi alunni. Anche io ho letto con molta attenzione l'accorata lettera di Celli su Repubblica: "Figlio mio, lascia questo Paese"

Vi invio il Link su alcune considerazioni ai giorni nostri riguardo la scuola, i giovani e il precariato:

A SCUOLA SI IN PARANO TANTE COSE...

A presto, Roberto

Purtroppo, la cosa che mi fa più rabbia è che del dramma di cui facciamo parte (mi ci metto anche io, perché ne faccio pienamente parte) non ne discutono affatto i mass media! Piuttosto si riempiono pagine e pagine di giornali e si dedicano primi titoli alle vicende di Marrazzo e Brenda, di "papi" e le sue escort, ecc.! Del dramma che stiamo vivendo noi giovani nessuno ne parla, quasi come se fosse poca cosa!
Parlo di "dramma", perché ci hanno tolto anche il diritto di farsi una famiglia ed avere una vita normale!

Antò quello che io ritengo grave, non è tanto il problema dell'analfabetismo, ma quello della difficilissima situazione in cui versa la gioventù di oggi! Oggi noi ragazzi abbiamo notevoli difficoltà nel trovare lavoro e quel poco che c'è è anche precario! Ci stanno togliendo il diritto di farci una famiglia e questo a mio avviso è molto più grave dell'analfabetismo!!!

Sono contento che questo articolo vi abbia stimolato alla discussione...
Come ribadisce più volte Biagio per i giovani di oggi questo è un momento particolarmente difficile: oltre che qualche piccolo scritto di denuncia non posso che augurare, e sperare, in una classe politica meglio illuminata.
Concordo appieno con Antonio sulle demotivazioni e la svogliatezza professionale di alcuni corpi docenti. Penso a quando si presenteranno in cattedra i professori che stavano a loro volta al banco coi telefonini accesi... Ci saranno classi nelle quali, durante le lezioni, saranno alle prese coi messaggini sia gli insegnanti che gli alunni.

Roberto Amori, 12/9/2009 10:02 PM:

---

(...) per i giovani di oggi questo è un momento particolarmente difficile (...)

---

Roberto, visto che siamo quasi coetanei, probabilment ricorderai i nostri anni delle superiori, tra inflazione a due cifre, disoccupazione alle stelle, terrorismo, stagnazione, scioperi etc. Se non era un momento di crisi quello ...

Ogni epoca ha le sue difficoltà, e la classe politica non è altro che il riflesso di noi che la votiamo. Facile attaccarla, meno facile agire in prima persona. Ciascuno, comunque, si dà la scossa che può, o che crede, per superare i problmeni, o quantomeno per cercare di farlo.